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10 Giugno 1918. L’Impresa di Luigi Rizzo

GIORNATA DELLA MARINA MILITARE

Il 10 Giugno si celebra la Festa della Marina Militare, a memoria di un momento cruciale della Storia d’Italia, che ha visto la Regia Marina in un ruolo centrale. Il 10 Giugno 1918 durante la Grande Guerra si verificò la gloriosa impresa dell’affondamento della Corazzata Austriaca Santo Stefano. Vogliamo ricordare che sempre il 10 Giugno, ma del 1940, l’Italia entrò nella Seconda Guerra Mondiale, confidando fondamentalmente sulla potenza della Regia Marina. Quest’anno ricorre 80° Anniversario dell’entrata dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale.

Nel 1939 vennero istituite le Giornate celebrative delle singole Forze Armate. In questa occasione per celebrare la Giornata della Regia Marina Militare si scelse il 10 Giugno,  a ricordo della gloriosa impresa di Premuda, che avvenne il 10 Giugno 1918, durante la Grande Guerra. Prima del 1939 la festa della Marina veniva celebrata il 4 Dicembre, giorno dedicato a Santa Barbara patrona della Forza Armata. Dopo una breve sospensione tra il 1945 e il 1949, la celebrazione fu ripresa, ma si scelse il 4 Dicembre. Bisognerà attendere il 1964 per ripristinare la scelta del 10 Giugno, giornata che ancora oggi si festeggia, fermo restando che il 4 Dicembre viene sempre celebrata una Messa, dedicata alla Santa Patrona.

La Grande Guerra. L’Ora della Storia
Superato il difficile e drammatico inverno del 1917, che aveva visto il fronte italiano cedere a Caporetto e arretrare fino al nuovo fronte del Piave, un clima di eroismo si diffuse nelle forze armate. Il fondo era stato toccato, ora si combatteva sul suolo patrio, e risultava decisivo reagire nel modo più efficace possibile.

L’8 novembre 1917 si svolse il Convegno interalleato a  Peschiera del Garda, luogo simbolico di tutto il Risorgimento Italiano. Il Re Soldato compiva due atti decisivi ai fini della vittoria. Innanzitutto impose agli alleati la linea del Piave e poi decise la sostituzione del Capo di Stato Maggiore Luigi Cadorna con il giovane Generale Armando Diaz.

Il nuovo Capo di Stato Maggiore, Generale Diaz, subito diede forza alle truppe, facendo leva su una propaganda più mirata, sistematica e organizzata. A tal fine nasceva il Servizio P, il Servizio Propaganda, necessario per assistere, e sostenere moralmente e materialmente, i soldati e i civili.

Vennero emanati dal Generale Diaz vari comunicati.
Attestamento su Piave rappresenta periodo di crisi che occorre superare al più presto. Ognuno dia tutto se stesso.
Rammento che sulla linea del Piave sono in gioco onore e salvezza della Patria.
Suprema necessità dell’attuale momento è la pronta ricostituzione morale e materiale dei reparti di fanteria e delle altre armi… Nessuno sforzo sarà eccessivo.

Il Re l’11 novembre lanciava un famoso Proclama alla Nazione, vigoroso incitamento alla concordia: Cittadini e soldati, siate un esercito solo!

La santità del dovere, lo spirito di sacrificio, l’entusiasmo e la vitalità dei Ragazzi del ’99, il coraggio degli Arditi, furono armi letali per l’avversario, più potenti di qualsiasi mitragliatrice. L’esercito si ricostituiva, le unità si ricomponevano, i soldati disorientati, dopo la ritirata al Piave, ritornavano al loro posto. L’industria italiana, soprattutto con le officine Ansaldo, aveva prodotto in pochi mesi quel materiale bellico che era stato distrutto, fondamentale per continuare la guerra.

A Venezia si verificava il decisivo incontro tra due geniali innovatori, il Vate Gabriele d’Annunzio e il Comandante del Dipartimento e della Piazza Marittima di Venezia, il Grande Ammiraglio Paolo Thaon di Revel. Intorno alla Casetta Rossa e allo studio all’Arsenale, si focalizzano le migliori intelligenze della guerra aeronavale, dando vita a un vero laboratorio sperimentale.
Si mise subito in azione una nuova strategia militare, dopo l’affondamento nel 1915 di importanti incrociatori come l’Amalfi, il Garibaldi e della corazzata Margherita. Si decise di intervenire con mezzi più agili e meno visibili, quali erano i MAS, tali da costituire una minaccia continua non solo in mare aperto, ma soprattutto colpendo le grandi corazzate direttamente nei porti. Altra intuizione significativa del Poeta, che Revel seppe subito comprendere, riguarda le potenzialità degli aerosiluranti. Scrive il Poeta: Io ora devo modificare il mio motto “più alto e il più oltre” in “più basso e più oltre”.

Gesta eroiche venivano compiute con queste nuove armi, aerei e MAS, esaltate dalla propaganda bellica, per dare animo e vigore ai combattenti, al fine di superare altre dure prove. Il 10 Dicembre 1917 una formazione di due MAS italiani comandata dal tenente di vascello Luigi Rizzo, penetrava nella notte nel porto di Trieste, allora appartenente all’Impero Austro-Ungarico, e all’alba i siluri colpivano due corazzate austriache, la Wien veniva affondata e la Budapest rimaneva gravemente danneggiata.

Il 22 Dicembre nel Discorso alla Camera del Presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando si distinguevano nette e chiare tre parole Resistere! Resistere! Resistere! E così fu. Non solo, si andò anche all’attacco al grido di Avanti Savoia!  E si compirono imprese gloriose, che portarono alla Vittoria, ossia al compimento del processo di Unificazione Nazionale. Azioni degne di essere ricordate, perché il sacrificio di quei valorosi Italiani, nostri nonni o bisnonni, era rivolto alle generazioni future, dunque A Noi.

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L’epica Impresa di Premuda di Luigi Rizzo
La notte tra il 9 e il 10 Giugno una sezione di due MAS, 15 e  21, al comando del Capitano di Corvetta Luigi Rizzo e del Guardiamarina di complemento Giuseppe Aonzo, dal porto di Ancona si dirigeva verso l’isola di Premuda. In queste acque riuscirono a intercettare una potente squadra navale austriaca, che dalla base di Pola era diretta verso il Canale di Otranto.

G. Aonzo, L. Rizzo e A. Gori

Questi due abili comandanti, riuscirono a condurre le due piccole imbarcazioni al cospetto delle grandi corazzate, e da circa 300 metri di distanza, riuscirono a compiere un’azione audace. Furono lanciati i due siluri di cui erano provvisti i MAS contro la corazzata austriaca Santo Stefano, riuscendo a provocare il suo affondamento, mentre l’altro MAS  21 di Giuseppe Aonzo lanciò i suoi siluri contro l’altra corazzata Tegetthoff, da una distanza di 450-500 metri, danneggiandola. Il nome Tegetthoff ricorda l’ammiraglio che durante la Terza Guerra d’Indipendenza sconfisse la flotta italiana nella Battaglia di Lissa.

I due MAS si allontanarono velocemente sganciando due bombe antisommergibile per difendersi dall’inseguimento di una torpediniera austriaca. La corazzata Santo Stefano dopo essere stata colpita cominciò inesorabilmente a inclinarsi fino a capovolgersi e ad affondare verso le 6 del mattino. Alle 7 invece i due MAS tornarono vittoriosi ad Ancona e si sollevarono subito dei velivoli in ricognizione su Pola.

L’importanza di questa azione coraggiosa e di grande audacia non è semplicemente riposta nell’affondamento di una corazzata nemica, quanto nell’aver impedito la realizzazione di un piano militare, politico e strategico austriaco.
Infatti questa imponente formazione austriaca era diretta verso il Canale di Otranto per attaccare il blocco realizzato dalla Regia Marina Italiana, che impediva il passaggio delle navi austriache al Mediterraneo e garantiva in qualche modo la sicurezza delle coste italiane sull’Adriatico. Con questa azione la flotta austriaca fu costretta a rinunciare a questo ambizioso progetto contro l’Italia. Le navi austriache si ritireranno  nelle loro basi e non usciranno più in mare aperto, per tutta la durata della guerra. Non solo, ma per quanto riguarda gli Alleati, si convinsero definitivamente di lasciare il controllo dell’Adriatico all’Italia.

Per questa azione Luigi Rizzo e Giuseppe Aonzo furono decorati con la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Per Rizzo era la sua seconda Medaglia d’Oro, e ottenne anche il titolo nobiliare di Conte di Premuda. Luigi Rizzo fu tra i decorati che portarono a spalla la bara del Milite Ignoto il 4 Novembre 1921 all’Altare della Patria. Significative le parole dell’Ammiraglio inglese David Beatty, presenti nel telegramma inviato all’Ammiraglio Cusani Visconti, Comandante della Flotta italiana, La Grand Fleet porge le più sentite congratulazioni alla flotta italiana per la splendida impresa condotta con tanto valore e tanta audacia contro il nemico austriaco.

Nel Museo Sacrario della Marina Militare, al Vittoriano, si conserva con grande cura il MAS dell’eroe Luigi Rizzo. Il MAS, motoscafo armato silurante, cambiò le sorti e le dinamiche strategiche della Grande Guerra. Fu utilizzato anche dal poeta soldato Gabriele d’Annunzio per le sue simboliche imprese, come la cosiddetta Beffa di Buccari. Questa impresa fu compiuta l’11 febbraio del 1918, insieme al Comandante Luigi Rizzo e al capitano di fregata Costanzo Ciano. Impresa gloriosa, che ebbe una notevole risonanza in Italia e all’estero. Questo MAS è conservato al Vittoriale degli Italiani. Il Vate ribattezzò il MAS, con il motto

MEMENTO AUDERE SEMPER


Ricordati di Osare Sempre

                                       Massimo Fulvio Finucci e Clarissa Emilia Bafaro

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