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1919-2019: 100 anni del Circolo Canottieri Roma, una “Eccellenza della Capitale”

A COLLOQUIO CON MASSIMO VENEZIANO, PRESIDENTE DEL CIRCOLO 

Un’occasione per guardarsi indietro e osservare i traguardi finora raggiunti, ma anche per guardare in avanti a quelli ancora da perseguire. Il 2019 sarà un anno di memoria e di bilanci per lo storico Circolo Canottieri Roma che cento anni fa, il 28 settembre 1919, sventolava per la prima volta sul Tevere la bandiera giallorossa che oggi ne caratterizza il logo. Da quel momento tante cose sono cambiate, così come tante sono invece rimaste le stesse e hanno contribuito a fondare nel Circolo e tra i suoi membri un solido spirito di coesione ed appartenenza. Da poco più di cento iscritti nel primo dopoguerra, oggi il Circolo vanta circa mille soci che rappresentano una vera e propria comunità nel panorama sportivo della Capitale.

In vista del Centenario, la Consul Press si è recata sul Lungotevere Flaminio e ha incontrato Massimo Veneziano, Presidente del Circolo Canottieri dal 2017, che si è detto onorato di celebrare i 100 anni del sodalizio giallorosso e lieto di concederci un’ intervista.

La Prima guerra mondiale si era appena conclusa quando, il 28 settembre 1919, veniva fondato il Club nautico romano che nel 1927 assumerà la denominazione di Circolo Canottieri Roma. Con quale spirito si decise di fondare il Circolo?

Il Circolo nasce nel 1919 come un piccolo insediamento sportivo. Sul Tevere c’era un’attività legata alla presenza dei cosiddetti fiumaroli, le persone che usavano il fiume per lo sport ma anche per il tempo libero. In quel momento, il fiume era balneabile e i fiumaroli vi facevano attività sportiva, soprattutto praticando nuoto e canottaggio. Il Circolo nasce, dunque, con la logica di promuovere lo sport sul fiume e farlo svolgere a coloro che si erano uniti in questa associazione. Da lì, si è sviluppato grande spirito di appartenenza e una presenza fisica sul territorio, che ci ha reso negli anni una sorta di avamposti per esercitare il controllo sul fiume. Al momento il fiume è lasciato ad uno stato di degrado che non vorremmo vedere, e in questo senso il Circolo si sta battendo perché qualcosa cambi.

Vede qualche prospettiva di miglioramento?

Le possibilità ci sono. La Regione, nello specifico, ha già stanziato un importo non indifferente e ha iniziato a fare qualche lavoro, che al momento pare si sia arrestato. La necessità è quella di ricondizionare il fiume, anche perché la presenza di oggetti (motorini, lavatrici, barconi) abbandonati al suo interno lo rende non solo mal tenuto ma anche pericoloso.        

Il 2019 è un anno importante per il Circolo. Quali eventi e iniziative – sia culturali che sportive – sono state pensate per questa ricorrenza?

Innanzitutto, stiamo realizzando un volume dedicato al centenario, simile a quello realizzato per celebrare i 90 anni del Circolo. Faremo inoltre un cortometraggio, che potrebbe assumere le caratteristiche di un vero e proprio film non troppo lungo. Uno dei nostri soci, Michele Placido, si è detto disponibile per la regia e la sceneggiatura. Abbiamo inoltre immaginato almeno tre eventi principali: il primo, a maggio, che celebrerà Giampiero Galeazzi, nostro socio onorario; uno che celebrerà Nicola Pietrangeli, nostro Presidente onorario; e l’ultimo dedicato ad Alberto di Monaco, a cui probabilmente si dedicherà una serata di gala.

In questi cento anni, diversi sono stati i cambiamenti che hanno investito il Circolo, dal rinnovamento della sede all’aumento degli sport a cui dedicate il vostro lavoro quotidianamente. Sono previsti rinnovamenti significativi in questo anno speciale?

Il Circolo è continuamente in evoluzione, siamo molto gelosi delle nostre radici ma allo stesso tempo siamo anche molto attenti al futuro. Dal punto di vista delle strutture molto è stato rinnovato: il Padel, ad esempio, che fino a qualche anno fa non esisteva, ora dispone di molti più spazi; o la palestra, che un tempo era luogo propedeutico agli altri sport, mentre ora è diventata fondamentale. Siamo molto più aperti anche ai giovani, non solo i nostri figli ma anche i loro amici o giovani che lavorano e vivono in questa zona e che hanno esigenze diverse.

Creare maggiore sinergia tra soci più giovani e soci anziani, valorizzare il ruolo dei giovani all’interno del Circolo affidandogli anche responsabilità di tipo gestionale. Questi sono alcuni degli intenti che diceva di voler perseguire prima dell’inizio del suo mandato da Presidente. A distanza di due anni, quanto è stato già realizzato?

Lo abbiamo fatto, con molto piacere e con grande successo. I giovani sono portatori di idee e hanno, nei confronti del futuro, un approccio molto più diretto del nostro. Abbiamo creato un gruppo di nove Commissari che nello Statuto non è previsto. Lavorano al nostro fianco tutti i giorni, nelle varie attività consiliari, e hanno portato una grande ventata d’aria nuova, oltre che uno stimolo e uno spirito diverso per tutto il Circolo. Questo ci fa molto piacere, anche perché vorremmo formare la classe dirigente del Circolo del dopodomani e crediamo che siano un gran valore aggiunto. Al contempo, non abbiamo dimenticato i soci più anziani: abbiamo creato il gruppo dei Saggi, che ha come obiettivo quello di stimolare l’attività del Consiglio e introdurre i soci nuovi alle regole, alle consuetudini, alle abitudini che non vogliamo perdere.

Proprio in occasione del centenario è stato scelto un nuovo logo per il Circolo. Per individuare l’immagine simbolo delle celebrazioni è stato bandito il concorso “Un logo per il centenario del Circolo Canottieri di Roma”. Come è nata l’idea di affidare ad un concorso la ricerca dell’immagine?

Abbiamo optato per un concorso per far partecipare il più possibile i soci all’attività pratica del Circolo. È stato un bel successo perché diversi dipendenti hanno partecipato, dimostrando questo forte senso di appartenenza anche di chi lavora presso il Circolo senza usufruire delle sue strutture.

 

E come siete arrivati a scegliere l’immagine realizzata dal designer Antonio Romano?

Abbiamo creato una Commissione di valutazione, ma in realtà nessun logo proposto ci ha convinto. Così abbiamo chiesto aiuto ad Antonio Romano, che consideriamo un rappresentante di spicco del mondo della comunicazione e dell’immagine. Da questa collaborazione è nato il logo e le sue varie rappresentazioni che potranno essere impiegate in diverse declinazioni, dall’abbigliamento sportivo alla carta intestata. Romano accompagnerà inoltre tutto il centenario con una campagna di comunicazione anche in relazione agli eventi che organizzeremo. In continuità con lo scorso anno, presenteremo libri e dedicheremo giornate intere all’arte e alla cultura.

In campo aziendale, ove è necessario raggiungere il profitto, la Consul Press ha sempre creduto anche nella “funzione sociale” dell’impresa e nella centralità dell’Uomo, come persona. Ciò dovrebbe essere valido non solo nel mondo imprenditoriale, ma anche in ogni altro settore. Quale è la filosofia che anima il Circolo Canottieri ed il suo orientamento in merito?

Tra le principali funzioni sociali che animano il Circolo c’è sicuramente l’avviamento allo sport. Al momento al Circolo sono iscritti circa mille soci che vengono a trascorrere il proprio tempo libero qui, anche praticando lo sport. Ma il nostro intento principale è quello di avviare i nostri giovani allo sport, spalancando le porte a tutto il mondo circostante. Abbiamo una scuola calcio con circa 600 allievi, una scuola di canottaggio con circa 150 allievi, una scuola tennis con 150 allievi e questo è il nostro orgoglio e il nostro obiettivo: formare i giovani con uno sport che funzioni; differente, quindi, da quello che si vede negli stadi. Non solo, ma in questo quadro abbiamo anche condiviso un progetto con il Comune di Roma per accogliere gratuitamente e in modo tutelato alcuni ragazzi di famiglie più disagiate all’interno delle nostre scuole per fargli usufruire delle nostre strutture per praticare sport. Non è stato semplice ma nonostante le difficoltà che abbiamo incontrato è stato un bel progetto. Un’altra bella iniziativa a cui abbiamo dato vita è stata quella in collaborazione con l’ospedale Bambin Gesù, stimolando una raccolta fondi per supportare le famiglie dei piccoli malati oncologici che vengono da fuori Roma e non sanno dove risiedere.

A suo parere quali sono gli eventuali punti di contatto o di differenziazione tra il Circolo Canottieri Roma e gli altri Circoli Romani, come ad esempio il Circolo Canottieri Aniene ed il Circolo Tevere Remo?

In realtà siamo molto accomunati, tanto è vero che facciamo parte del Club dei Circoli Sportivi Storici della Capitale, presieduto da Maurizio Romeo. I valori che promuoviamo sono gli stessi e, in sostanza, siamo sulla stessa lunghezza d’onda e pratichiamo anche gli stessi sport. Non ci facciamo concorrenza.

Intervista a cura di FABIANA LUCA