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A Berlino, il 9 novembre 1989: “la Caduta del Muro”

A TRENT’ANNI DAL CROLLO DEL MURO, BERLINO INTENDE FESTEGGIARE.
Dal 4 al 10 Novembre la città sarà una mostra a cielo aperto.

Il 9 Novembre faranno trent’anni esatti dalla caduta del muro di Berlino.  Trent’anni precisi da quando Günter Schabowski, portavoce di quella che fu la Repubblica Democratica Tedesca, sbagliò a leggere i suoi appunti sulle nuove misure permesse ai cittadini della ex-Germania Est.

Negli ultimi mesi dell’89 sempre più manifestazioni scoppiarono nella Germania filo sovietica, tante da permettere le dimissioni di Honecker alla presidenza, il 18 ottobre dello stesso anno, e così tante da organizzare una conferenza stampa. Schabowski non fu presente alle riunioni del regime, e alle incessanti domande della stampa lesse male gli appunti, dichiarando che i cittadini della RDT dalla sera stessa erano liberi di uscire dai propri confini.
La notizia fece il giro del mondo e i cittadini della Germania Est la sera stessa non tardarono ad affossarsi ai check point e scavalcare il muro, davanti a una polizia di regime totalmente arresa alla moltitudine dei manifestanti. 
La caduta del muro ebbe ripercussioni per tutta l’Europa Orientale, sancì nei due anni a venire la fine del bipolarismo, in parte segnò anche la fine della ex-Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Lo sgretolamento di una cortina di ferro legata a una serie di regimi in crisi.

Quel 9 novembre la festa durò tutta la notte e l’unificazione della Germania fu effettiva dal primo Gennaio del 1990, tra le note di Wind of Change degli Scorpions, inno della Germania unificata che finì l’anno seguente come colonna sonora della Coca-Cola. Una motivazione che spinse la nazionale tedesca di calcio a vincere i mondiali di Italia ‘90.

Il muro fu edificato il 13 Agosto del 1961. Un’eredità della sconfitta Germania nazista. Il paese perse e venne diviso in quattro zone di occupazione dai paesi vincitori della guerra:  la parte inglese, statunitense, francese e sovietica. Anche Berlino, malgrado rientrasse tutta nella zona sovietica venne divisa in 4 zone.

Fu nel 1961 che venne edificata la cortina, per non permettere ai berlinesi della zona sovietica di girare liberamente per la città. Bonn divenne la capitale, Berlino invece fu la capitale della neonata Repubblica Democratica Tedesca, satellite dell’Unione Sovietica, inizialmente il paese più ricco e industrializzato tra quelli del blocco dell’Europa orientale, prima che le sue attività venissero depredate dai sovietici. Misure rigide tolsero il filo spinato dell’agosto del ’61 e si passò a una costruzione di un muro per 155 chilometri, sorvegliato notte e giorno dall’esercito pronto a sparare su chiunque provasse a oltrepassarlo. Le evasioni causarono 200 morti e una quantità maggiore di feriti. Il muro di Berlino non rappresentava solo lo schock di una città divisa (alcuni avevano i familiari dall’altra parte della città…), il muro di Berlino era la divisione di due mondi ed era assurdo solo immaginare di vedere un piccolo muro che dividesse la povertà di prati trasandati, case fatiscenti e del grigio e marrone (colori dominanti nel vestiario dei cittadini dell’Est) da un mondo pieno di colori. Ancora più assurdo il fatto che sia stato tutto reale e che sia durato 28 anni.

A trent’anni dalla caduta del muro le differenza tra Est e Ovest  ancora si notano, a causa del modello urbanistico sovietico, con case costruite economicamente (ancora oggi con affitti bassi) e grandi spazi verdi, quasi rurali come testimonia ancora il Bockwindmühle del quartiere di Marzahn, un autentico mulino nel centro cittadino.

Milioni di tedeschi  hanno ricordi del regime, soprattutto di chi ci ha vissuto durante l’infanzia. Anche per questo la lingua tedesca, famosa per i suoi neologismi, ha sviluppato un termine che spiegasse tale sentimento. Ostalgia, dalla parola tedesca Ost (Est) e Nostalgie (appunto  nostalgia). Termine che è diventato sinonimo di fatiscente, sta comunque a indicare quella parte dei tedeschi che seppure contenta dell’unificazione non rinnega il passato. Soprattutto non rinnegano quei prodotti scadenti che loro ricordano l’infanzia. Tra questi spunta la mitica Trabant, una specie di scatola a 4 ruote, simile a un maggiolino, prodotto nell’economico Duroplast (lana e cotone impregnate da resine e pressate), considerata il gioiello automobilistico della RDT, ancora prodotta e acquistata nella città di Berlino.

Il 9 novembre si festeggerà l’anniversario di questa unificazione, e lo spirito della festa somiglierà molto a quello del 9 novembre del 1989. 
Ovviamente i festeggiamenti verranno fatti dopo un piccolo resoconto annuale tra est e ovest, dopo  la divertente Wasserschlacht (battaglia d’acqua). Un evento che si tiene dal 1998 sul ferruginoso Oberbaumbrück, ponte che fu di confine. Luogo in cui  si fronteggeranno i ragazzi della RFT, i cosiddetti Wessi del quartiere Kreuzberg contro gli Ossi di Friedrichshain, a colpi di getti d’acqua e lancio di verdure marcescenti.     

                                                                                                                                  om  Enrico Paniccia

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