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Ai Mercati di Traiano la Mostra Civis Civitas Civilitas

La Civiltà Romana immortalata 
nelle Architetture del Mondo Antico

E’ in corso una mostra dal titolo CIVIS CIVITAS CIVILITAS. Roma antica modello di città ai Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali dal 21 dicembre 2019 al 6 settembre 2020, dedicata alla relazione tra città, cittadinanza e civiltà, attraverso i plastici delle architetture antiche intese come espressioni della civiltà romana.  A cura di Claudio Parisi Presicce e Claudia Cecamore.

La mostra evidenzia lo stretto rapporto tra i valori della cultura classica e la sua rappresentazione nelle architetture urbane. Le tipologie monumentali individuate sono pertanto significative del concetto di identità romana espresso con immediatezza e forza dall’architettura che costituiva il “segno” nel paesaggio dell’espansione di Roma.

Il percorso espositivo è costituito da sette macrotemi, rappresentati dai plastici posizionati nella Grande Aula, e declinati in una serie di temi specifici: gli spazi pubblici (indicati da fori, curie, capitolia e templi); l’acqua nel decoro della città (fontane, ninfei e terme); lo spettacolo (teatri e anfiteatri); il trionfo, l’onore e il passaggio (archi trionfali e onorari, porte urbane); il commercio (mercati); la memoria individuale, familiare e dello Stato (sepolcri e monumenti); le infrastrutture (ponti, acquedotti, cisterne, castelli di distribuzione dell’acqua).

La mostra è quindi un viaggio negli spazi e negli edifici delle città dell’Impero, rappresentati nei plastici in gesso del Museo della Civiltà Romana, in gran parte realizzati da Italo Gismondi per la Mostra Augustea della Romanità del 1937, ricorrendo il Bimillenario della Nascita di Augusto.

Sono presenti 58 plastici di monumenti e edifici pubblici e 6 calchi di sculture rappresentanti famosi personaggi del mondo romano, per l’occasione restaurati.

Le nuove città di fondazione venivano realizzate secondo il modello di Roma, la pianta classica ortogonale, simbolo di rettitudine, che si basava sull’incrocio di assi principali, il cardo e il decumanus, con il Foro al centro, ma anche le città preesistenti subivano un processo di rinnovamento urbano, atto a garantire  e a generare la Civitas, termine che indicava l’unità politica dei cittadini, il corpo politico: è la res publica, la constitutio populi, il sistema di rapporti e di legami giuridici che uniscono o federano una moltitudine di persone, facendo di essa un popolo (Cicerone).

La civitas, in quanto forma di condivisione, definisce un regime di privilegio, la cui fruizione può essere concessa o revocata.

L’architettura dunque come espressione dell’identità, del senso d’appartenenza, ecco perché nelle città romane non potevano mancare monumenti e edifici atti allo svolgimento delle funzioni pubbliche e della vita politica, che rispecchiavano il modello prestabilito da Roma. Un posto centrale e di rilievo era destinato al Capitolium, citazione del grande tempio capitolino dedicato a Giove, Giunone e Minerva, che sorgeva a dominare la piazza del Foro circondata da portici; la Basilica, dove si amministrava la giustizia; la Curia, replica della sede del Senato di Roma, dove si riuniva il Consiglio cittadino (Ordo Decurionum); il Mercato (macellum) dove si scambiavano le merci; gli Edifici di spettacolo, fondamentali per la coesione della comunità; il Circuito murario, che aveva non solo un ruolo difensivo ma era anche simbolo di separazione fra l’ordinamento urbano sottoposto – come ricorda Cicerone – alle stesse “leggi, diritti, votazioni, consuetudini e contratti”, dove non si poteva entrare in armi, ed un esterno privo di regole. La monumentalizzazione della porta urbana qualificava la Civitas e celebrava in forme trionfali il donatore, generalmente l’imperatore stesso; lArco di Trionfo, come ricorda Plinio a proposito del ruolo delle colonne era di “elevare al di sopra degli altri mortali”, lo stesso significato che assumerà  la “nuova invenzione” degli archi; il Sepolcro, costruito “per conservare il ricordo”; le Infrastrutture, di fondamentale importanza per il benessere e la Salus dei cittadini, come acquedotti, terme pubbliche, fontane, strade, ponti e porti, che ci rivelano una qualità e uno stile di vita elevato e diffuso rispetto ai popoli coevi.

Se l’insieme del complesso urbano con le sue architetture è espressione della vita politica e dunque della Civitas (Cittadinanza), la giusta misura del comportamento che si addice alla vita politica e che si oppone, pertanto, alla superbia, alla crudeltà e alla violenza ingiustificata definisce la Civilitas (Civiltà). Essa indica una specifica virtù, la ‘prudenza’, che permette di federare, amministrare e conservare l’umana societas civilis. Civilis, si avvicina a humanus; civilitas a urbanitas, in contrapposizione con la vita rusticitas dell’abitante delle campagne e con la selvaggia naturalezza del barbaro. Sempre di più si rafforzerà la distanza tra vita civilis e vita naturalis, tra vita politica e vita prepolitica, tra l’ordine della civilitas e quello della barbarie.

La mostra attraverso questo percorso insieme architettonico e concettuale ci rende consapevoli della Civiltà Romana, capace di rendere Mondo, nel significato profondo di pulito, ordinato e giusto i territori assoggettati. La lezione degli Antichi Romani è quanto mai necessaria e opportuna alla luce degli eventi attuali in Nord Africa e in Medio Oriente, ricordiamolo i confini dell’Impero, là dove Roma ha lasciato un “segno” ancora tangibile nel territorio, nella pietra e nel bronzo.

Quest’anno ricorrono i 150 Anni di Porta Pia, che portò a Roma Capitale, evento storico di fondamentale importanza per l’Unità d’Italia e degli Italiani. Fu con la Fondazione dell’Impero che si ebbe una prima idea di Unità d’Italia, con la coincidenza dei confini di Roma con i confini d’Italia; dopo la caduta dell’Impero l’Italia è sempre stata divisa. La riunificazione si avrà solo nel 1861, anno della Proclamazione del Regno d’Italia con Torino Capitale, ma sarà nel 1871 che si avrà l’Unità d’Italia con Roma Capitale. Dunque questa Celebrazione deve far riflettere sul ruolo fondamentale, sia da un punto di vista geografico dell’Italia e sia da un punto di vista simbolico di Roma, non solo per il contesto europeo, ma mondiale. In sintesi le radici degli Italiani sono nel mondo Romano, i confini dell’Europa coincidono con i confini dell’Impero e l’area di influenza della Civiltà Romana corrisponde all’area mediterranea, senza dimenticare i rapporti che già Roma a suo tempo ebbe con le Americhe e con la Cina.

                                                                                        Massimo Fulvio Finucci e Clarissa Emilia Bafaro

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