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Antonio Costa confermato come Primo ministro in Portogallo

Antonio Costa con la maggioranza assoluta ha conquistato le elezioni il Portogallo. Governerà in modo autonomo quindi senza dover chiedere opinioni all’estrema sinistra del Partito Comunista e del Bloco de Esquerda.

Lo scorso 5 novembre il presidente, Marcelo Rebelo de Sousa, sciolse le Camere a causa della manovra di bilancio non approvata dal Governo socialista. «Lo scioglimento del Parlamento è stato deciso a seguito della bocciatura del bilancio che ha ridotto totalmente la base di appoggio del Governo. Mentre il 2022 sarà un anno decisivo per un’uscita duratura dalla pandemia e dalla crisi sociale che ci ha colpito», dichiarò il Capo dello Stato in un discorso televisivo.

Il primo ministro Antonio Costa, si dissociò dai Partiti di estrema sinistra che lo avevano sostenuto dal 2015. Subito si mise in gioco promettendo di fare campagna per una «maggioranza rafforzata, stabile e duratura», mentre l’opposizione di destra era afflitta da divisioni interne. Sembrava rischioso il passo fatto da Costa e invece si è rivelato un grandissimo successo. La crisi era stata provocata dal mancato accordo sulla legge di bilancio per il 2022: le forze di sinistra avevano votato contro quella proposta da Costa. La richiesta era basta su una più ambiziosa, che prevedesse un aumento dei salari minimi, delle pensioni e degli stipendi dei lavoratori. Ma anche maggiori finanziamenti per il servizio sanitario nazionale.

Il fatto che i Socialisti abbiano ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi è particolarmente importante perché i motivi che avevano provocato la crisi non erano stati superati. Di conseguenza non ci si aspettava grande collaborazione tra Costa e i due partiti di sinistra che lo avevano sostenuto nel precedente Governo.

Alle elezioni in Portogallo si è registrato comunque un forte progresso della destra estrema. Ma i socialisti di Costa portano a casa 117 seggi su 230, uno in più del necessario per poter formare un Governo di maggioranza. Ciò significa che potranno gestire in autonomia l’approvazione di riforme proposte come il progetto di spesa dei fondi del Next Generation Eu.

Secondo i risultati che riguardano tutte le circoscrizioni tranne quelle estere, che eleggono quattro deputati, il Partito socialista (Ps) risulta primo con il 41,7% dei voti. «Una maggioranza assoluta non è il potere assoluto, ma un potere accresciuto», ha dichiarato Costa davanti ai suoi sostenitori. «È una vittoria per l’umiltà, la fiducia e la stabilità».

In queste elezioni in Portogallo Costa ha addirittura aumentato i propri consensi rispetto al voto del 2019. Quando fu costretto a un’alleanza con l’estrema sinistra, la stessa che lo ha sfiduciato nel voto sulla legge di bilancio e di conseguenza provocato lo scioglimento.

Il secondo partito più votato è stato il Partito Social Democratico (Psd), la principale forza politica di centrodestra, che ha ottenuto 71 seggi. Il terzo il partito di estrema destra, Chega, è passato dall’avere un seggio in parlamento all’averne 12. Questo è anche l’unica forza politica con cui Costa ha escluso qualsiasi collaborazione.

Costa è stato sindaco di Lisbona dal 2007 al 2015. Poi ha vinto il congresso diventando segretario generale, con una mozione decisamente spostata a sinistra. Dal 2015 ha guidato il Portogallo con un Governo di minoranza. Nel primo mandato definito geringonça (ovvero “l’accrocchio”, “il marchingegno”), poiché – anche qui con una mossa controcorrente – aveva aperto a un’alleanza alla sua sinistra con i partiti della Cdu (Coalizione democratica unitaria) e del Bloco de esquerda (Blocco di sinistra). La geringonça prevedeva un accordo di “appoggio esterno” da parte delle due formazioni più radicali; e tutti e tre i partiti fecero propria la denominazione, a dispetto del suo significato inizialmente spregiativo.

La Coalizione democratica unitaria (in portoghese Coligação Democrática Unitária, “CDU”, ufficialmente abbreviata PCP-PEV) è una federazione di partiti politici di sinistra attiva in Portogallo. Essa riunisce il Partito comunista portoghese, il Partito ecologista “I Verdi” e l’Intervento Democratico. La federazione nasce nel 1987 dopo lo scioglimento dell’Alleanza del popolo unito, di cui facevano parte lo stesso Partito comunista e il Movimento democratico portoghese.

Il Bloco, invece, è un raggruppamento che dal 1999 unisce tutte le sinistre eterodosse formatesi alla sinistra del Partito comunista. Banalmente definito come il partito dei “trozkisti del nuovo millennio”, è in realtà un partito che attrae molti giovani e ha la sua forza nella permeabilità alle istanze dei movimenti sociali. Un’arma a doppio taglio, perché a volte rischia di essere ostaggio di istanze identitarie, o di rappresentare una sinistra poco radicata nei luoghi di lavoro.

Costa a queste elezioni in Portogallo vince perché l’elettorato ha mostrato di apprezzare le sue scelte durante la pandemia. E anche perché ha saputo configurare la sua azione politica come un giusto compromesso tra etica e convinzione. Al contrario, Cdu e Bloco sono rimasti prigionieri delle loro nobili battaglie, fatte di convinzioni più che condivisibili, ma senza sapersi misurare con la realtà.

Giorgia Iacuele

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