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Autore: Adelfia Franchi

UE, nuove regole nel mondo alimentare

Etichettatura carni, da oggi scatta l’obbligo d’origine anche per suini, ovi-caprini e volatili.

Risultato importante, ma restano fuori i conigli

 Il presidente della Cia Dino Scanavino: una scelta obbligata e non più rinviabile. Non abbassare mai la guardia in materia di trasparenza alimentare.450969175-310x206CARNI VARIE

Da oggi l’etichettatura delle carni europee sarà finalmente più chiara e trasparente. Con l’entrata in vigore del regolamento Ue n.1337/2013, che applica parte della normativa comunitaria in materia di informazioni alimentari ai consumatori, le carni suine, ovi-caprine e dei volatili non potranno più essere vendute in forma anonima senza che ne sia indicato il luogo di provenienza e di macellazione. Una conquista importante che completa e arricchisce di contenuti un percorso lungo e difficile avviato dall’Unione europea 15 anni fa con l’etichettatura delle carni bovine in risposta alla crisi della “mucca pazza”. Restano fuori dall’obbligo dell’indicazione d’origine solo i conigli, per i quali non esiste ancora un riferimento normativo. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

“Ora partire da questo risultato per continuare a tutelare la sicurezza e la trasparenza alimentare iniziando dalle produzioni che, a oggi, restano ancora escluse dalla normativa europea sull’origine dei prodotti agricoli”, è l’appello lanciato dal presidente nazionale della Cia Dino Scanavino. “Una scelta obbligata e non più rinviabile sia per assicurare competitività agli agricoltori e per premiare i loro sforzi, attraverso l’indicazione esclusiva del luogo di origine e il divieto di etichette anonime -spiega Scanavino- sia per rispondere alle attese dei tanti consumatori che sono sempre più interessati a fruire delle informazioni che accompagnano i prodotti al momento della loro scelta di acquisto”.

I cittadini, infatti, sono sempre più attenti all’etichettatura -ricorda la Cia-. Se in Europa è considerata prioritaria da 7 cittadini su dieci, secondo i nostri dati la percentuale in Italia arriva al 92 per cento.

“Per essere trasformata in valore, la distintività della produzione agroalimentare italiana, che ha pochi eguali nel mondo, necessita di riconoscimento da parte dei consumatori e trasferimento lungo la filiera produttiva. In questa direzione -conclude il presidente della Cia- le forme di tutela, come quella dell’etichettatura del luogo di origine delle carni che da oggi sarà obbligatoria su tutto il mercato unico europeo, possono rappresentare un importante strumento di valorizzazione e di sviluppo economico per imprese e aree rurali”.

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Pietro Mennea “La Freccia Del Sud”

PIETRO MENNEA” LA FRECCIA DEL SUD”, il titolo non mi piace, perché non “l’uomo che correva come il vento” ?

Se volevamo vedere un documentario, probabilmente era su Rai Storia che dovevamo sintonizzarci.

Perché una fiction? Negli ultimi anni sono un cult della tv, seguitissime da ogni tipo di pubblico. Un buon motivo e, un veicolo importante per far entrare in tutte le case il grande uomo che è stato Pietro Mennea. “La Freccia del Sud” cosi è ricordato il Pietro, cosi è titolata la ficton, avrei scelto altro.

 Molta, troppa gente non lo ricorda, troppi giovani non sanno chi è,sopratutto chi pratica sport non lo conosce o, non sanno la sua storia, queste due serate sono state una grande occasione ,La fiction, lo dice il nome, è di per sé finzione. Non si può pretendere in una fiction di avere un documentario storico.  vittori

 Un messaggio che Pietro ha sempre voluto trasmettere ai ragazzi nella fiction si percepisce fortemente, un messaggio per tutti quelli che vogliono avvicinarsi allo sport , quello vero, oggi come allora, pulito, fatto di fatica, emarginazione, povertà, emigrazione, dove tutto quello che hai e avevi te lo devi guadagnare , in famiglia, sul lavoro, nello sport. Un messaggio di amicizia, Vittori- Mennea, due personaggi entrambi con un carattere spinoso, uno burbero e “buono”, l’ altro giovane, tenace e chiuso…

 Pietro Mennea , un uomo con un ‘ ossessione, un atleta con le sofferenze di un uomo innamorato, che ha passato una parte della sua vita ad abbattere millesimi di secondi, avevo solo due anni meno di lui quando iniziava a vincere e con quel campione, con quell’esempio, come facevi a non innamorarti dell’atletica?

 Nella seconda parte la fiction si blocca al 1980, peccato, è incompleta, troncata, manca di quella parte importate dell uomo Mennea, quella che i ragazzi oggi dovrebbero prendere ad esempio ..l uomo che andava nelle scuole, i filmati veri delle gare…potevano evitare quelli finti, dove si vede quel viso orrendo che si trasforma..Lui quando correva era bellissimo.

Il CONI ha fatto l’ennesima figura, da sempre politicizzato, non é mai riuscito a difendere i suoi atleti , neanche oggi  il governo sta facendo sparire lo sport scolastico e loro non dicono una parola!………….caro Pietro ti saresti arrabbiato come solo tu sapevi fare!tommie smith 

 Era riservato e schivo, sempre molto attento ad ogni piccolo particolare del suo allenamento, capace come pochi a trovare la concentrazione e pure assai incazzoso se gli rompevi inutilmente le scatole, ma con i piú giovani era dolcissimo e lo ha dimostrato soprattutto dopo aver smesso di gareggiare, peccato che la fiction si sia fermata alle olimpiadi di Mosca! Importante era far conoscere alle nuove generazioni l altro volto di Pietro, il docente presso l’ Università di Chieti e Pescara di Legislazione europea delle attività motorie e sportive.

manuela e gianni minà

 Il suo impegno nel sociale insieme alla moglie Manuela Olivieri. Ultimo riconoscimento nel 2012, quando gli è stata dedicata, in occasione dei Giochi Olimpici, una stazione della metropolitana di Londra. Fino a giungere al 21 marzo del 2013. Una brutta malattia ce lo porta via.

PER RENDERE OMAGGIO AL GRANDE UOMO CHE E’ STATO, HO RACCOLTO ALCUNE TESTIMONIANZE DI AMICI CHE LO HANNO CONOSCIUTO BENISSIMO.

Mennea è quello che si è visto, ma anche tanto altro o tanto meno. D’altronde Pietro è stato per tantissimi anni un atleta devoto alla fatica, che aveva scelto Formia come convento. Raccontare una storia senza mettere in evidenza o magari a volte esagerare, inventare, spostare temporalmente degli episodi della vita di Pietro, era inevitabile, se si voleva un prodotto che suscitasse emozioni. Ed è quello che è accaduto. La risposta del pubblico è stata eccezionale e quindi bisogna ringraziare gli autori, il regista e gli attori. Chi vuole sapere qual’è stata la vita di Mennea, si vedrà il “Mennea segreto” di Emanuela Audisio o si leggerà uno dei tanti libri scritti da Pietro. Ora aspettiamo i giovani “Mennea” sulle piste di tutta Italia. Un nuovo Mennea è già nato, solo che lui non lo sa, bisogna solo trovarlo. Roberto De Benedittis, Responsabile nazionale Atletica ACSIMANIFESTO_MENNEA_PopUP-1024x576

Bella fiction, ottimi gli attori, soprattutto perché essendo pugliesi, hanno saputo dare quel tocco di sud che rappresenta la scintilla dalla quale é nato il campione,la carenza invece é stata nelle parti vere, pochi i filmati che lo ritraevano in gara ed in allenamento, é vero che aveva un fisico asciutto e non era un gigante, ma aveva delle gambe stupende e lunghe e soprattutto non aveva la panzetta dell’attore, eheheheheh! Per noi dell’atletica vedere l’attore principale e le comparse che correvano cosí piano é stata una sofferenza!manca la parte successiva, quella in cui si é dedicato allo studio ed ai giovani, mi sarebbe piaciuto vederla, comunque faró vedere questa fiction ai miei alunni, la useró per stimolare chi non ne ha la forza, e non soltanto nello sport . Istituto Comprensivo Civitavecchia 1 Mirellina Galletta insegnante

mario biagini mennea mosca 1980

E ‘molto romanzata … però emoziona molto ed è molto importante parlarne e farlo conoscere ai più giovani. certo ci sono dei bidoni storici … clamorosa la foto di Cova delle olimpiadi 1984 mentre siamo nel 1972 … però come detto e purtroppo solo ora è doveroso valorizzare il Più Grande nella Storia dello Sport Italiano …ma la storia si ferma appunto al 1980. Ci sono tante troppe fantasie soprattutto sulla vita privata, però è molto importante parlarne e farlo conoscere ai più giovani. Certo è una fiction e bisogna considerare questo. Per me era anche un Amico e quindi la mia reazione è totalmente emotiva. Però, sempre e comunque, parlare di Mennea sarà sempre costruttivo e di buon esempio. Un Italiano grandissimo. Mario BIAGINI , Fidal comitato provinciale Roma.simone e pietyro

 Una fiction che ha svolto la sua funzione, quella di avvicinarti alla gente, soprattutto ai giovani che non ti hanno mai conosciuto. Il resto sta nei tuoi libri, nelle tue imprese, nei tuoi messaggi, e nei ricordi di chi ha avuto la fortuna di incrociarti nella vita. Ciao Pietro, ci manchi. Simone Proietti

 C’è una sfida che tutti noi, volenti o nolenti, consapevoli o inconsapevoli, siamo comunque chiamati a raccogliere.Una sfida dalla quale dipende il nostro stesso futuro e quello di chi ci sta vicino. Questa sfida si chiama”tutti ce la possiamo fare”e, Pietro ci ha insegnato che bisogna vincere soprattutto nella vita, questa è la cosa più importante; mettersi a disposizione di chi ha bisogno, fermiamoci , come diceva lui e, diamo almeno una goccia. Il mondo sarebbe migliore.icon-casanova

Adelfia Franchi

Subiaco 2015, celebrazioni per il 550° anniversario del primo libro in Italia

SUBIACO 2015 AL VIA
APERTE LE CELEBRAZIONI PER IL 550° ANNIVERSARIO DEL PRIMO LIBRO STAMPATO IN ITALIA

Presentato ufficialmente il calendario delle iniziative. Presenti, tra gli altri, il vice presidente della Camera Roberto Giachetti e l’Assessore Regionale alla Cultura Lidia Ravera.

Subiaco (Rm), 30 marzo 2015 – Dalla Valle dell’Aniene, passando dal Salone dei Libro di Torino, fino ad Expo 2015, dove ci sarà Umberto Eco a tenere una lectio magistralis in occasione della presentazione al pubblico della copia anastatica del De Oratore, uno dei primi incunaboli sublacensi.  C’ è questo e molto altro nel fitto programma di iniziative presentato lo scorso sabato nel Monastero benedettino di Santa Scolastica, uno dei gioielli della cittadina dell’Alto Aniene che ospita un indiscusso primato: quello di aver dato vita nel 1465 alla stampa del primo libro a caratteri mobili in Italia, ad opera degli allievi di Gutenberg Pannartz e Sweynheym.

SUBIACO, CITTA’ EUROPEA – Nella chiesa gremita di cittadini, autorità e giornalisti, il Sindaco Francesco Pelliccia ha salutato i presenti spiegando gli obiettivi del progetto: “Subiaco 2015 nasce per iniziare un percorso ambizioso: creare nuove opportunità per la nostra terra, attraverso la cultura come fattore attrattivo e veicolo di nuove speranze, rilanciando il ruolo europeo della Città insito nella sua identità benedettina, e stringendo una nuova alleanza con l’Abbazia, testimoniata anche dallo storico passaggio, siglato il 21 marzo scorso, della disponibilità della Rocca Abbaziale dall’Abbazia Territoriale alla città, nell’intenzione dell’amministrazione comunale, dovrà divenire un polo culturale straordinario la cui caratterizzazione dovrà essere proprio legata alla stampa, al libro”.

PRIMO LIBRO STAMPATO,  UNA STORIA DA RACCONTARE– Emozione anche nelle parole dell’Assessore Regionale alla Cultura Lidia Ravera, che sostiene Subiaco 2015 e riserverà un posto d’onore al De Oratore nello stand della Regione Lazio ad EXPO: “Se qui non si fossero fermati gli allievi di Gutenberg, oggi tanta della nostra memoria sarebbe perduta, perché è solo la parola scritta a essere durevole Celebrando il primato di Subiaco, celebriamo tutto il suo territorio e lavoriamo perché possa diventare patria della stampa e protagonista di una leggenda. Perché sono le leggende a far vivere i territori”.

UN TERRITORIO CULLA DI UNA RIVOLUZIONE – Ha fatto eco alle parole dell’Assessore Ravera ilvicepresidente della Camera Roberto Giachetti dicendosi “emozionato nel pensare che in questo lembo di terra 550 anni fa si realizzava una rivoluzione che avrebbe contribuito come nessun altra allo sviluppo della cultura di massa. Pur di fronte al progresso tecnologico e alla moltiplicazione degli strumenti che abbiamo a disposizione, il libro stampato non morirà mai, ma sta a noi comprendere come tutelarlo e allo stesso tempo valorizzare la sua storia”.

LA COMUNITA’ MONASTICA CUSTODE DI UN PATRIMONIO – Soddisfatto anche l’Abate Dom Mauro Meacci del fatto “che l’Amministrazione torni a scoprire e a valorizzare l’identità di questo territorio e del suo patrimonio, alla cui conservazione la comunità monastica si dedica da 1500 anni  avendo così contribuito a creare e far vivere un bene culturale, un monumento di incalcolabile importanza. Un patrimonio dalla cui tutela non ci si deve mai distrarre, che se merita di continuare a e trasmesso universalmente,  fonda la storia stessa del nostro territorio”.

IL BORGO DEI CARTAI, LA TRADIZIONE CHE VIVE – Nel primo pomeriggio è stato poi presentato alla stampa il Borgo dei Cartai, il nuovo museo-laboratorio installato nell’ex Mulino Carlani, sulle sponde del fiume Aniene, che sarà inaugurato a maggio e  ha l’obiettivo di recuperare e valorizzare la tradizione e le tecniche artigianali della produzione di carta. “Un museo che diventa vivo perché si fa laboratorio e accoglie visitatori che si trasformano in cartai e vivono pienamente un’esperienza creativa affascinante” – ha dettoMarco Orlandi, responsabile del progetto e presidente dell’Associazione Culturale L’Elice, concessionaria del Borgo.

Da  ottobre a marzo il  programma delle manifestazioni vedrà svolgersi – convegni, mostre, incontri e laboratori sulla fabbricazione della carta a mano, della stampa col torchio a caratteri mobili e della rilegatura per bambini e ragazzi, workshop su progettazione tipografica e graphic design, visite guidate alla Biblioteca Nazionale di Santa Scolastica, alla Biblioteca Comunale e al Museo delle Attività Cartarie e della Stampa, premi letterari per opere inedite e per tesi di laurea su argomenti affini alle celebrazioni e molto altro. Il progetto sarà dettagliatamente illustrato sia al Salone del Libro di Torino che all’Expo di Milano.

Programma manifestazioni ufficiali “Subiaco 2015”
MARZO-MAGGIO
• Ciclo di incontri e laboratori sulla fabbricazione della carta a mano, della stampa col torchio a caratteri mobili e della rilegatura per bambini e ragazzi (a cura di Istituto comprensivo e Biblioteca Comunale).
• Visite guidate a Biblioteca Santa Scolastica e MACS per studenti dell’Istituto comprensivo e dell’Istituto di istruzione superiore.
• “Il trenino dei libri”, letture animate e altre attività per bambini legate al libro e alla carta (a cura di Biblioteca Comunale e associazione Il Colibrì).
• Presentazione e distribuzione di un volumetto illustrato per bambini e ragazzi sulla storia della stampa.
• Realizzazione di un giornale scolastico con la produzione di articoli e la stampa autoprodotta fino alla realizzazione di un giornale digitale con video e ipermedia (a cura di Istituto comprensivo e Istituto superiore Braschi-Quarenghi).
• Presentazione dvd multimediale del progetto interdisciplinare “Subiaco 2015, San Benedetto, la stampa e…” (a cura di Istituto superiore Braschi-Quarenghi).
MAGGIO
• Workshop su progettazione tipografica e graphic design per conoscere ed approfondire l’evoluzione della progettazione tipografica, dal carattere mobile al font nell’era digitale, attraverso un doppio appuntamento prima teorico poi pratico (a cura de “Il Borgo dei Cartai”).
• Presentazione volume “Progettazione di un carattere tipografico” di Cira Viggiano, un testo divulgativo utile sia come manuale tecnico sia come strumento per la didattica sia come fonte per la tutela e il recupero del patrimonio culturale della stampa e della carta (a cura de Il Borgo dei Cartai).
• 14-17: Partecipazione al Salone del libro di Torino presso lo stand della Regione Lazio.
GIUGNO
• 27: Presentazione della copia anastatica numerata dell’incunabolo sublacense De Divinis institutionibus di Lattanzio e convegno (in collaborazione con Comitato Subiaco città del libro e associazione Ethea).
A seguire, concerto dedicato a Ottaviano Petrucci, “il Gutenberg della musica” (a cura di associazione Aquila Altera).
• 28: Milano Expo – Presentazione del De oratore e lectio magistralis di Umberto Eco presso il Convention Center dell’Expo Milano 2015 con il patrocinio del MIBACT Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (a cura del Comitato “Subiaco, la culla della stampa”).
• Subiaco – Premio letterario “Subiaco città del libro” per narrativa inedita, poesia inedita, narrativa edita, saggistica, editoria virtuosa (a cura del Comitato Subiaco città del libro).
LUGLIO
• 13-18: Milano Expo – Partecipazione del Comune di Subiaco al padiglione de “I borghi più belli d’Italia” e della Regione Lazio.
• Subiaco – Inaugurazione mostra sulla storia della stampa a Subiaco.
SETTEMBRE
• Presentazione libro di poesia stampato a caratteri mobili su macchina da stampa d’epoca con tecniche artigianali e rilegato a mano con annesso video di documentazione delle fasi di lavorazione (a cura dell’associazione L’Arca di Corrado).
OTTOBRE
• 2-3: Abbazia di Santa Scolastica – Convegno di studi sotto la presidenza di Concetta Bianca, docente presso l’Università di Firenze.
• Presentazione del volume critico di poesia del secondo Novecento con intervento degli autori, curatori, editore (in collaborazione con l’editore Archinto, del gruppo Rizzoli).
• 29: Giornata di chiusura delle celebrazioni sublacensi.
DICEMBRE
• Roma – Partecipazione alla fiera Piccola e Media Editoria “Più Libri Più Liberi” presso lo stand della Regione Lazio.

PROGRAMMA MANIFESTAZIONI scaricabile di seguito:

PROGRAMMA_MANIFESTAZIONI_SUBIACO_ 2015.pdf

IMMAGINI CERIMONIA, MONASTERO E BORGO DEI CARTAI scaricabili di seguito:

Santa_Scolastica_Pelliccia_Ravera_1.jpg

Santa_Scolastica_De_Oratore.jpg

Monastero_San_Benedetto_9.jpg

monastero_santa_scolastica_alcuino_de_trintale_sec_XI.jpg ​

Borgo_dei_cartai_1.JPG

Borgo_dei_cartai_2.JPG

Borgo_dei_cartai_7.JPG

rocca_dei_brogia_vista_orologio.jpg ​

VIDEO REALIZZATO IL 28 MARZO al seguente link:
https://www.youtube.com/watch?v=dkbOCS9zzAo

Sito ufficiale:
https://www.comune.subiaco.rm.it/
https://www.subiacoturismo.it/

FB: Comune di Subiaco
FB: Subiaco Turismo
twitter: @ComuneSubiaco #Subiaco2015
Canale youtube “Città di Subiaco”

Infoline: info@subiacoturismo.it

Lettera aperta al Ministro Poletti da parte di un insegnante

Lo ammetto: faccio il docente per fare tre mesi di vacanza.

Egregio MinistroPoletti
ebbene sì lo devo e lo voglio ammettere. Mi sono laureato, ho preso due abilitazioni a numero chiuso, ho fatto un concorso nazionale e sono precario da 13 anni (assunto il primo di settembre e licenziato il 30 giugno) non tanto perché volevo far l’insegnante, ma per godermi tre mesi di vacanze estive, oltre ovviamente a quelle natalizie, pasquali, di carnevale e ai ponti dei santi, dell’immacolata, del 25 aprile, del primo maggio e del 2 giugno. Peccato non si stia a casa anche il giorno della festa della mamma, del papà, della donna e magari dei nonni.

Ebbene sì lo devo e lo voglio ammettere, la volgarità e la disonestà intellettuale che caratterizza lei e tutto il governo Renzi è squallida e imbarazzante, sintomo di un paese sempre più allo sbando, retto da personaggi di piccolo cabotaggio, corrotti, prepotenti e mediocri.


Probabilmente signor Ministro lei è troppo impegnato in cene e feste con importanti esponenti di Mafia Capitale per conoscere la professione dei docenti e la realtà in cui vivono gli studenti italiani; altrimenti saprebbe che il numero di giorni di scuola in Italia è pari a quello dei principali stati europei (Germania, Francia, Spagna. ..). Le vacanze sono solo distribuite in modo diverso. Se conoscesse le condizioni in cui versano gli edifici scolastici italiani e l’ubicazione geografica del Paese che governa, saprebbe, inoltre, che andare a scuola a luglio e agosto nella maggior parte delle città (Napoli, Bari, Palermo, Roma, Sassari, Milano) sarebbe impossibile.TRE MESI DI VACANZA

 
Infine, signor Ministro, le ricordo che ormai anche il mio macellaio di fiducia (purtroppo sono carnivoro) non pensa che un insegnante faccia tre mesi di vacanza. Tra esami di stato, esami di riparazione, riunioni e programmazione le ferie dei docenti (trenta giorni più le domeniche) si concentrano per lo più da metà luglio al 31 agosto.


Comunque, Egregio Ministro e Esimio Premier, fate bene ad umiliare costantemente noi insegnanti. Ce lo meritiamo. Negli ultimi decenni abbiamo accettato tutto supinamente: blocco salariale, classi pollaio, precarietà, aumento dell’orario di lavoro, edifici insicuri, finanziamento alle scuole private, cattedre spezzatino e concorsi truffa. Ed ora, sprezzanti ma con il sorriso sulle labbra, state realizzando la privatizzazione della scuola e la sua trasformazione in un’azienda senza che il corpo docente italiano dia un sussulto di vitalità. Tra chi aspetta la pensione e chi pensa che un salario fisso anche se basso è meglio che niente, tra chi è stanco di lottare e chi si considera intellettuale, tra chi “tanto mio marito è un dirigente o libero professionista” e chi è solo e disperato, tra chi “o si blocca il paese per settimane o uno sciopero non serve a nulla” e chi ” ora servirebbe la rivoluzione”, gli insegnanti stanno assistendo inerti e rassegnati alla lenta morte della scuola pubblica, democratica e costituzionale.


Il nostro silenzio è complice. E non basta più (se mai è servito a qualcosa) sfogarsi solo sui social network.
Per chi non si vuole arrendere non vi è altra strada che la lotta, per la nostra dignità e per il futuro dei nostri figli e dei nostri studenti.
Una terza via non ci è data.

La scuola buona è la scuola pubblica, la scuola di tutti.

Matteo Saudino

Chi è Matteo Saudino? Insegnante di  filosofia di Torino, con questa lettera che mi ha inviato, si descrive.

A giugno finirà il mio quindicesimo anno di insegnamento. Nonostante due abilitazioni conseguite con il massimo dei voti (nel 2003 e nel 2004) e il superamento del concorsone del 2012, sono ancora un professore precario, o meglio un viandante della filosofia come amo dire, l’ultimo giorno di scuola, ai mie alliev*, prima di salutarli e augurare loro buon viaggio. Di questi 15 anni, i primi 3 li ho trascorsi in un istituto privato. Per realizzare la tanta sognata professione di insegnante (follia?) è stato, infatti, necessario fare dei compromessi. In quegli anni ho fatto un’importante gavetta formativa e, soprattutto ho conosciuto decine di studenti dai percorsi scolastici spesso travagliati, ma al contempo animati da inaspettate curiosità intellettuali e da sincera voglia di riscatto. Con molti di essi sono nati significativi rapporti di stima e alcuni fanno, ancora oggi, parte del mio variopinto album di famiglia. Tale esperienza sul campo, unita agli insegnamenti dei miei genitori, che sempre mi hanno ricordato che non è rispettoso sputare nel piatto in cui si è mangiato (anche se poco e spesso con tanti mal di pancia), ha fatto si che non si impossessasse di me alcun spirito di crociata contro gli istituti scolastici paritari (spesso cattolici e/o diplomifici). Inoltre, il mio essere ateo, marxista e libertario si fonda innanzitutto sul rifiuto di ogni dogmatismo e di ogni deformazione ideologica della realtà.

Però… c’è un però…. Viviamo in un’Europa liberista (sistema che io avverso, in quanto alienante e mercificante), che la maggioranza degli italiani, attraverso il voto e la scarsa mobilitazione sociale, continua a legittimare; allora qualcuno mi può spiegare perché le scuole private debbono ricevere i finanziamenti pubblici dello stato? La risposta ricorrente è che offrono un servizio pubblico. Vero, esattamente come offrono un servizio pubblico anche i cinema, i teatri, i circhi, le bocciofile e le società sportive non statali, non comunali e non regionali. Allora finanziamenti statali per tutti. A pensarci bene anche molti supermercati offrono un servizio pubblico.

E che dire dei bar open h/24. Strano modo di concepire l’economia di mercato. Proprietà privata, utili privati, ma con sovvenzioni pubbliche. Liberisti nei profitti, ma socialisti nelle spese. Sempre geniali i padroni, sempre più ingenui i lavoratori. Intendiamoci. Per me le scuole private sono legittime, ma non devono avere costo per lo stato e per la collettività! Vuoi andare in una scuola privata perché è migliore? Te la paghi! Vuoi andare in una scuola privata perché vuoi essere promosso? Te la paghi! Perché ci sono gli insegnanti più belli e più giovani? Te la paghi! Perché ci sono insegnanti più anziani e più saggi? Te la paghi! Vuoi andare nella scuola privata perché non vuoi avere in classe zingari, marocchini, rumeni, islamici, ebrei, disabili o professori gay o comunisti o peggio gay e comunisti? Te la paghi!

Vuoi andare in una scuola cattolica perché vuoi crescere con dei sani e robusti valori religiosi? Te la paghi! Tutti quei pochi soldi che lo stato italiano investe nell’istruzione, invece, devono servire per rafforzare e migliorare la scuola statale, pubblica, laica, democratica, repubblicana, pluralista, universalista, inclusiva, finalizzata alla formazione di un pensiero critico, vero strumento di emancipazione e liberta’ per i cittadini. tutti i soldi alla scuola pubblica per avere edifici sicuri, palestre moderne e attrezzate, laboratori, spazi per studenti, corsi di aggiornamento per insegnanti, bagni dignitosi. tutti i soldi alla scuola pubblica per avere classi da 20 studenti, in modo da realizzare lezioni attive, partecipate, coinvolgenti, in cui si possa dare la giusta attenzione a chi è più debole e stimolare chi è più brillante, fortunato e volenteroso. La scuola statale è la Scuola di tutti i cittadini e i soldi pubblici devono essere destinati ad essa. questa sarebbe una scuola buona, una scuola in cui costruire un futuro per chi la frequenta da studente, per chi ci lavora da insegnante o da personale ATA e anche per l’Italia.

Invece il governo Renzi cosa fa? Aumenta i finanziamenti diretti alle scuole private, a cui aggiunge ingenti sgravi fiscali (raggiungendo cifre mai toccate dai governi democristiani e neanche dai governi Berlusconi). La scuola pubblica italiana da decenni è un albero costantemente potato, tagliato nelle risorse economiche e precarizzato e demotivato nel personale. In tale contesto, giunge come un masso nello stagno l’ennesima contro-riforma scolastica voluta dal gruppo dirigente del PD. La buona scuola renziana altro non è che ideologia a buon mercato: un mix di vuota meritocrazia (strumento messo nelle mani dei dirigenti scolastici e dei collaboratori per abbassare complessivamente il salario dei docenti e per accontentare la pancia degli italiani, spesso rancorosi verso il pubblico impiego) e di vuoti richiami all’inglese, all’informatica e alla flessibilità, come se quest’ultime fossero la panacea per uscire dalla crisi economica e sociale italiana. Di tecnologia come fine e di meritocrazia come servilismo si può morire, di certo muore la scuola della Costituzione. I risultati di una scuola buona si ottengono attraverso la cooperazione tra docenti e tra insegnanti e allievi. Non è un call center in cui premiare chi stipula più contratti telefonici (attraverso lo sfruttamento del lavoro) o un cda aziendale in cui premiare i manager più capaci (avviene così?). Non serve meritocrazia per creare servilismo e addomesticare i docenti, servono sanzioni e provvedimenti, per quei pochi professori che sono fannulloni o inadeguati.

La buona scuola che il governo continua a sbandierare è un progetto pericoloso, altamente ideologico ed autoritario, che vuole costruire scuole aziende con tanto di sponsor privati e di tirocini nelle imprese (leggasi lavoro sottopagato regalato alle imprese). Serve una scuola snella, una scuola 2.0, adatta per un Paese sempre più ai margini del capitalismo produttivo, destinato a diventare terra di lavoro poco specializzato e mal pagato. La buona scuola è l’altra faccia del job acts: Renzi in un sol colpo manda in soffitta lo statuto del lavoratori e la scuola pubblica democratica statale, strumenti ormai obsoleti per chi ha deciso di sacrificare i diritti sociali acquisiti nel Novecento sull’altare della finanza, dei mercati, delle banche e delle logiche dell’impresa. La buona scuola deve formare molti lavoratori precari, predisposti alla sudditanza e pochi studenti preparati e cinici destinanti ad essere classe dirigente. Tutto ciò che ostacola il sol dell’avvenire che ci promettono i cantori dell’Europa liberista e della società dinamica di mercato è un orpello del passato da rimuovere, anche quando si tratta della dignità dei cittadini*, dei lavoratori* e degli studenti*

Ministro Poletti: incontro su Cig e per centri per l’ impiego

Simoncini (Regioni): incontro con Ministro Poletti su Cig e Centri per l’impiego

Roma, 26 marzo 2015  “Abbiamo offerto al Governo tutta la nostra collaborazione per la soluzione dei problemi sia relativi alla cassa integrazione che per i centri dell’impiego, al fine di seguire un percorso comune che superi le gravi situazioni presenti”.

Così l’Assessore Gianfranco Simoncini, coordinatore della materia lavoro per la Conferenza delle Regioni, dopo l’incontro al Ministero del lavoro con il Ministro Giuliano Poletti sul tema del finanziamento degli ammortizzatori sociali.

“Siamo andati dal Ministro – ha spiegato Simoncini – chiedendo che si arrivasse rapidamente all’emanazione del decreto che permettesse di coprire tutto il 2014, superando così le situazioni di difficoltà che vivono decine di migliaia di lavoratori. Al tempo stesso abbiamo chiesto anche che si attivino le risorse del 2015, sottolineando che siamo già ad aprile.

Il Ministro ha presentato le misure che intende mettere in atto finalizzate nelle prossime settimane, all’emanazione di un decreto che copra tutte le domande che le Regioni hanno ferme per mancanza di risorse.

Si tratterebbe quindi di un atto che metterebbe a disposizione delle regioni dai  480 ai 500 milioni per chiudere tutto il 2014, anche grazie  al contributo che le Regioni Calabria, Sicilia e Sardegna daranno attraverso la riprogrammazione con proprie risorse.

Nei prossimi giorni si svolgeranno incontri ravvicinati bilaterali tra le regioni e il ministero del lavoro per la puntuale definizione del riparto.

Inoltre abbiamo chiesto che insieme al decreto per il 2014 sia emanato un decreto che attribuisca risorse per il 2015. In tal senso il Ministro Poletti ha assicurato che nel bilancio dello Stato ci sono le risorse per coprire tutto l’anno. Questo decreto, quindi, permetterebbe alle regioni di cominciare ad autorizzare la Cig a quelle aziende che ne hanno fatto richiesta dall’inizio dell’anno.

Il Ministro si è riservato di dare una risposta in merito, pur ritenendo ragionevole la richiesta da parte delle Regioni.

Per quanto riguarda invece la riorganizzazione dei Centri per l’impiego, l’incontro è servito per ribadire la fortissima preoccupazione rispetto non solo per il loro futuro, ma soprattutto per mettere in rilievo l’emergenza nella quale si trovano quasi tutte le Province. E’ tale, infatti, la situazione “di limbo” in cui si trovano i servizi per il lavoro provinciali, grazie al combinato disposto della riforma delle Province e del jobs act. Molte province infatti denunciano il rischio che nelle prossime settimane possano trovarsi nella impossibilità di pagare gli stipendi ai dipendenti, con il conseguente blocco delle attività di questi servizi fondamentali per il lavoro e per il sostegno all’occupazione.

La Conferenza delle Regioni ha pertanto consegnato al Ministro un’ipotesi di riordino dei servizi per il lavoro che punti sia ad un rafforzamento del livello centrale di coordinamento delle politiche del lavoro, sia al mantenimento a livello territoriale di questi servizi.

Il ministro ha fatto le sue valutazioni e l’incontro si è concluso con l’attivazione di un tavolo di confronto ravvicinato per arrivare a una ipotesi di proposta condivisa da presentare a Governo e Conferenza delle Regioni”.

  Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

“Etica, Deontologia e Pari Opportunità: il ruolo delle donne nelle professioni”

Road Show “Etica delle Professioni”, successo per la VII tappa
“Etica, Deontologia e Pari Opportunità: il ruolo delle donne nelle professioni”
Milano, 5 marzo 2015

 Se è tenuta il 5 marzo a Milano, presso il Circolo della Stampa, la settima tappa del Road Show “Etica delle Professioni” con il convegno “Etica, Deontologia e Pari Opportunità: il ruolo delle donne nelle professioni”, che ha riscontrato un’ottima e sentita partecipazione da parte del pubblico.

Nel corso della giornata – che permetteva di ottenere, per i partecipanti, crediti formativi professionali da parte del Consiglio dei Notai, dell’Ordine degli Avvocati e dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili – si sono succedute importanti professioniste e relatrici, il cui dibattito è stato moderato dal vicedirettore del Tg3 Giuliano Giubilei.

L’intento della tavola rotonda – che ha ricevuto il Patrocinio della Regione Lombardia, della Città Metropolitana di Milano e dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano – era quello di raccogliere esperienze in merito al tema della parità e dell’etica professionale al femminile nei diversi ambiti ordinistici e stimolare una strategia di sviluppo con l’adozione di politiche di genere che possano fornire un efficace contributo alla qualità del “Sistema Vita”.downloadDonneDONNE

Per far luce sulla questione, interessanti e approfonditi sono stati gli interventi delle relatrici presenti al convegno. Dopo l’introduzione dell’Avv. Valeria Ruoppolo, si sono succedute ai microfoni: la Dott.ssa Cristina Tajani – Assessore alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca del Comune di Milano; l’Avv. Ilaria Li Vigni – Presidente Commissione Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Milano; la Dott.ssa Grazia Mariapia Ticozzelli – Vice Presidente della Commissione Pari Opportunità dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano; l’Avv. Cinzia Preti – Consigliere Tesoriere dell’Ordine degli Avvocati di Milano; la Dott.ssa Donatella Gerosa – Consigliere dell’Unione Provinciale ANCL di Milano; la Dott.ssa Cecilia Bolognesi – Consigliere dell’Ordine degli Architetti di Milano; la Dott.ssa Elena Bonanni – Giornalista economico-finanziaria, cofondatrice di EticaNews; la Dott.ssa Giulia Borromeo – Consigliere ONCEOMI Commissione Albo Odontoiatri (CAO); la Dott.ssa Maria Teresa Zocchi – Consigliere Ordine del Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano – Referente commissione Pari Opportunità.

Ogni contributo di queste professioniste di prim’ordine (le cui video-interviste sono disponibili sul nostro sito ) si è rivelato di estremo interesse e di primaria importanza per tentare di rilanciare il ruolo delle donne nella società, stimolando un radicale cambiamento etico e morale nel mondo delle professioni e, di riflesso, dell’impresa e della politica.

“Etica delle Professioni” vi dà appuntamento in primavera con una nuova tappa del nostro Road Show.

 

 

 

Report Caritas sulla povertà

  •  Report su povertà ed esclusione sociale di Caritas Italiana

Il Report su povertà ed esclusione sociale che Caritas Italiana ha pubblicato il 17 ottobre, Giornata Mondiale di lotta alla povertà, disegna uno scenario reale della situazione che milioni di persone vivono nelle nostre città. Vi diamo una sintesi del report che in forma integrale si può leggere suwww.caritas.it

 

1. POVERTÀ, TERRA DI NESSUNO. UTOPIE E ATTESE PER L’EUROPA DEL 2020

Nel 2012 un totale di 124,2 milioni di cittadini europei erano a rischio di povertà ed esclusione sociale. Sono 9,3 milioni i cittadini europei che soffrono di povertà ed esclusione sociale, in base agli indicatori Eurostat.

Rispetto all’obiettivo dell’UE di eliminare il rischio di povertà o esclusione sociale per 20 milioni di persone, i dati riferiti al 2012 ci dicono che solo sei Paesi hanno raggiunto o appaiono molto prossimi al proprio obiettivo nazionale (Olanda, Repubblica Ceca, Germania, Portogallo, Polonia e Romania), mentre almeno nove Paesi, tra cui l’Italia, sembrano molto lontani dal raggiungimento dell’obiettivo. L’obiettivo fissato per il 2020 dal nostro Paese è quello di ridurre di 2 milioni 200mila unità il totale complessivo di persone a rischio di povertà o esclusione sociale. Nel corso degli anni la distanza dell’Italia dall’obiettivo prefissato è andata aumentando: nel 2010, secondo i dati Eurostat, il numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale in Italia era pari a 14.757.000 unità. L’uscita dallo stato di povertà di 2 milioni 200mila persone entro il 2020 porterebbe il totale di persone povere alla cifra di 12 milioni 557mila unità. Ma la situazione è diversa: in termini assoluti, dal 2010 al 2013 i poveri in Italia sono aumentati di 2 milioni 569mila unità: una cifra maggiore dell’obiettivo assoluto di “poveri in meno” previsto dal nostro Paese per il traguardo del 2020. Il Poverty Gap EU-2020, ossia la distanza dell’Italia dall’obiettivo del 2020, è ormai pari ad oltre quattro milioni e mezzo di persone.imagesP ASSOLUTA

2. IL CASO ITALIA: UNA POVERTÀ OLTRE GLI ARGINI

In Italia nel 2013 le persone in povertà assoluta risultano essere 6 milioni e 20mila; le famiglie 2 milioni e 28mila. L’incidenza della povertà risulta in continua crescita, attestandosi oggi al 9,9% per gli individui e al 7,9% per le famiglie. Dal 2007 (anno che anticipa lo scoppio della crisi) ad oggi i livelli di povertà risultano più che raddoppiati, palesando così tutte le difficoltà di un Paese che non conosce segnali di ripresa. I dati della statistica ufficiale consentono di evidenziare almeno due elementi: si sta assistendo ad una recrudescenza delle ormai note situazioni di criticità; accanto alle vecchie e irrisolte situazioni se ne aggiungono delle nuove, che definiscono inediti percorsi di impoverimento.

Di particolare gravità è la “questione meridionale”. Il Sud, che prima della crisi evidenziava

situazioni di svantaggio, sembra vivere adesso situazioni di autentico dramma sociale. Oggi nel Mezzogiorno le persone che non riescono a far fronte a quelle spese base, che garantiscono una vita dignitosa, sono il 14,6% del totale (il 12,6% delle famiglie). In termini assoluti si contano in queste aree oltre 3 milioni di incapienti, praticamente la metà dei poveri di tutta la nazione. Tuttavia non è solo il Mezzogiorno a registrare segnali negativi. Le aree del Centro e del Nord in poco più di un lustro hanno visto praticamente raddoppiare il peso dei poveri sul totale della popolazione. Infine se fino a qualche anno fa le categorie più vulnerabili erano perlopiù le famiglie di anziani, i nuclei con 5 o più componenti, le famiglie con disoccupati. Oggi a queste se ne aggiungono di nuove: nuclei di giovani, famiglie con uno o due figli, famiglie il cui capofamiglia risulta occupato (le cosiddette in work poverty).imagesCARITASS

3. LA POVERTÀ LETTA DAI CENTRI DI ASCOLTO “CARITAS”

Da gennaio a giugno 2014 si sono rivolte ai Cda inclusi nella rilevazione 45.819 persone .

Si registra un forte aumento dell’incidenza degli italiani tra gli utenti Caritas.

Tra gli assistiti oggi quasi uno su due è di nazionalità italiana (esattamente il 46,5%). Solo un anno fa, nel primo semestre 2013, la percentuale si attestava al 31,1%. È soprattutto il Mezzogiorno a registrare l’incremento più evidente: in queste zone gli italiani rappresentano il 72,5%. In termini di età prevalgono i giovani adulti della fascia di età 35-44 (27,1%) e di quella 45-54 (26,0%).

Tra gli stranieri risulta più alta l’incidenza degli under 34; tra gli italiani al contrario è più elevato il peso degli over 55. Rispetto alla condizione occupazionale prevale chi è in cerca di un’occupazione (il 62,7% del totale).

Diminuisce nel corso degli anni il peso degli occupati. Tale tendenza può essere letta come una conseguenza del calo di occupazione che sta vivendo il nostro Paese e che produce effetti ancor più negativi su chi, già prima della crisi, viveva situazioni di fragilità sul fronte lavoro: precari,working poor, lavoratori saltuari.

Come un anno fa prevalgono i bisogni legati a situazioni di povertà economica: più di un utente su due (il 54,3%) ammette di vivere in uno stato di deprivazione. Tali situazioni vissute in modo analogo da italiani e stranieri coincidono spesso con l’assenza di un reddito o con un livello di reddito insufficiente.

Seguono poi i problemi occupazionali (45,0%) e abitativi (20,1%).  

Tra gli italiani non irrisorie le situazioni di chi vive disagi e vulnerabilità familiari (15,9%). Rispetto agli interventi prevale l’erogazione di beni e servizi materiali (56,3%); tra questi spiccano in particolare la distribuzione di viveri e di vestiario e i servizi mensa.

La seconda voce di intervento è quella dei sussidi economici, in particolare: pagamento bollette, contributi per le spese di alloggio, acquisto di generi alimentari, sostegno per le spese sanitarie. Tra gli interventi realizzati, alto è anche il peso delle attività d orientamento, in crescita rispetto al passato; a beneficiare di tali servizi sono soprattutto i cittadini stranieri, presumibilmente i più fragili sul fronte amministrativo-legale. In molti, infine, hanno beneficiato dei soli interventi di ascolto, magari in profondità e reiterati nel tempo.

Dati raccolti nel corso nel primo semestre 2014 provenienti da 531 Cda (18,7% del totale) in 85 diocesi (38,6% del totale)

4. LE RISPOSTE ANTICRISI MESSE IN ATTO DALLE CHIESE LOCALI

Nel corso del 2013 Caritas Italiana ha supportato le Caritas diocesane, con sostegni economici ad hoc, nella realizzazione di interventi di contrasto alla crisi economica in atto. Il peggioramento delle condizioni economiche di molta parte della popolazione ha reso necessario potenziare gli interventi di supporto in ordine soprattutto ai seguenti ambiti: abitazione, lavoro, spese di prima necessità, sostegno al credito. Da giugno a dicembre 2013, ha presentato richiesta di rimborso il 76% delle Caritas diocesane.

Fra le tipologie di spese sostenute, la prevalente risulta essere quella dei contributi al reddito, che assorbe il 39,6% dell’ammontare complessivo di spese rimborsate, seguita dall’acquisto di beni di prima necessità (32%). In modo particolare, al Sud hanno prevalso nettamente le spese destinate alla costituzione di fondi di garanzia presso istituti bancari per la realizzazione di attività di microcredito all’erogazione di contributi al reddito e per il sostegno alle esigenze abitative. Mentre al Nord risultano prevalenti le spese per i voucher.

5. POLITICHE DEBOLI, IN UN ORIZZONTE TEMPORALE POCO DEFINITO.

LO STATO DELLE POLITICHE DI CONTRASTO ALLA POVERTÀ IN ITALIA

Il 2015 non sarà, per il nostro Paese, l’anno della svolta. Il quadro economico è segnato da indicatori ancora più negativi degli anni precedenti. Una Europa, secondo la BCE, con una ripresa stentata, e il nostro Paese tendenzialmente in deflazione, con tassi di disoccupazione al più stabili ed effetti ambivalenti delle politiche governative in tema di rilancio dell’economia. Ma anche le misure specifiche anti-crisi finora introdotte non hanno generato effetti rilevanti (poco meno che una famiglia in povertà assoluta su quattro ha avuto il “bonus di 80 euro mensili” introdotto dal Governo Renzi).

A meno di ulteriori sviluppi finora non annunciati, l’onda delle povertà assoluta al 10 per cento nel nostro Paese verrà contrastata dal probabile rifinanziamento della social card tradizionale, dalla prosecuzione delle sperimentazioni previste già dal governo Letta, dall’avvio progressivo dell’utilizzo delle risorse del FEAD, il nuovo fondo europeo per sostenere i cittadini sprovvisti di beni essenziali. A nostro avviso, queste misure non sono in grado di prendere in carico le povertà vecchie e nuove del Paese, e questo anche a causa del carattere eccessivamente categoriale di molti di tali provvedimenti, limitati a segmenti di famiglie in condizioni di disagio. Inoltre, il carattere sperimentale di molte novità legislative rischia di trasformarsi in un alibi per perenni strategie dilatorie, di rinviata presa in carico istituzionale del problema della povertà e dell’esclusione sociale in Italia.

Condividiamo la necessità espressa dal ministro Poletti di un piano nazionale di contrasto alla povertà, a patto di rispettare alcune cautele: avviare un lavoro di consultazione con la comunità civile, i soggetti sociali e istituzionali; comunicare in modo trasparente i risultati delle sperimentazioni; definire le tappe di una roadmap in grado di qualificare in senso sussidiario il sistema di protezione sociale territoriale; fondare sempre le nuove proposte su attività di studio, in grado di quantificare i fabbisogni sociali dei diversi territori.

A quest’ultimo riguardo, pesa la scomparsa della Commissione nazionale di indagine per l’esclusione sociale, provocata dai tagli al bilancio del Governo Monti, e di altri luoghi di consultazione sociale e scientifica, in grado di superare pregiudizi e luoghi comuni sulla povertà.

Per tutte queste ragioni Caritas Italiana ha promosso – insieme ad altri soggetti sociali e forze sindacali – l’Alleanza contro la povertà in Italia, allo scopo di sensibilizzare il Paese su questo tema e proporre una nuova misura

di contrasto universale ai fenomeni connessi, il Reddito di inclusione sociale, in una forma progressiva e sostenibile sul piano della finanza pubblica, per fornire risorse e progetti di inclusione a quanti vivono sotto la soglia della povertà assoluta.

 

Piano Povertà

La povertà non si risolve con l’assegnino dell’Inps. Proviamo a costruire un piano nazionale per contrastarla”. È quanto ha affermato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, intervenendo alla presentazione del rapporto di Caritas Italiana su “Il bilancio della crisi. Le politiche contro la povertà in Italia”.imagesP ASSOLUTA

Il ministro ha così in parte ascoltato le richieste del direttore della Caritas Francesco Soddu , che sostiene la necessità di inserire nell’agenda politica l’obiettivo del contrasto alla povertà con un piano d’azione nazionale al posto di sperimentazioni continue e frammentarie. “Il piano nazionale deve definire una governance condivisa per riorganizzare tutte le risorse di contrasto alla povertà di modo che questo insieme trovi una sua modalità di gestione. Serve una radicale riorganizzazione degli strumenti a disposizione e una valutazione degli stessi – ha detto Poletti – Il nostro Paese non ha mai avuto una politica sociale degna di questo nome”.
Sull’introduzione del Reddito d’inclusione sociale, Poletti ha risposto che “c’è sempre qualche elemento di preoccupazione di induzione alla passività e alla dipendenza, per cui una misura di questo tipo potrebbe diventare tossica. Bisogna ridurre il rischio di un trasferimento monetario che fa diventare passivi perché la nostra idea è di una politica attiva”. facciamo”. Poletti non ha dato ulteriori dettagli su quali possano essere le misure effettive di contrasto alla povertà, suscitando critiche da parte delle associazioni. In una nota, Gianni Bottalico, presidente delle Acli, attacca: “da Poletti nessun segnale concreto per contrastare la povertà”. “Le dichiarazioni del ministro di quest’oggi, riferite alla lotta alla povertà, ci lasciano un po’ preoccupati, nel senso che non abbiamo riscontrato una volontà politica atta ad avviare un percorso strutturato contro la povertà – si legge nel comunicato di Bottalico – Ci è stata assicurata attenzione alle nostre proposte, ma sul piano della volontà di attivarsi da subito con un piano nazionale della povertà strutturato, pluriennale e con risorse da assegnare è stato evasivo. Questo ci lascia molto perplessi, soprattutto questa impostazione tutta orientata verso la social card, uno strumento che ha rivelato tutti i suoi limiti, piuttosto che a una soluzione come noi continuiamo a indicare più autorevole, più strutturata e più politica che è quella del Reis”.poveri-italiani

In conferenza stampa il ministro Poletti ha dichiaratoSarà necessario almeno un anno per vedere attuata la riforma del Terzo settore approvata ieri dal Consiglio dei ministri. È chiaro che per poter fare i decreti delegati è necessario che il parlamento approvi la legge delega, pensiamo che nell’arco di sei otto mesi sia possibile avere l’approvazione della legge delega e poi abbiamo sei mesi per l’approvazione dei decreti delegati, quindi direi 12 mesi per la concreta attuazione”. Rimane ancora poco chiara la copertura finanziaria della legge. “Sul piano delle risorse – ha continuato il ministro – al momento noi abbiamo immesso una norma che dice che, prima dell’approvazione, ogni decreto delegato deve definire le risorse eventualmente necessarie. Abbiamo valutato che con le risorse presenti nel fondo specifico per il servizio civile, più le risorse inutilizzate e quelle risorse disponibili per il Programma garanzie giovani, noi siamo in grado tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 di avere circa 40mila giovani italiani che possano fare il servizio civile. Per noi è già una buona risposta come primo step per arrivare a centomila in tre anni. Stiamo dialogando con altri ministeri come l’Ambiente e la Cultura per vedere se mettendo insieme le risorse possiamo fare bandi specifici per i giovani su temi ambientali o culturali. Quarantamila partiranno per il servizio civile, i bandi nazionali e regionali sono già in predisposizione”Nel corso del suo intervento alla Caritas, ha spiegato anche lo spirito della legge delega di riforma del Terzo settore. “Abbiamo assunto un orientamento che ha due pilastri: la partecipazione attiva dei cittadini, e il fatto che prima del mercato e dello Stato vengono le persone e le comunità – ha detto – In campo ci sono tre soggetti: lo Stato, il mercato e la società”. Secondo questo approccio, ha ribadito il ministro, “il terzo settore non è un soggetto chiamato in campo difronte alle emergenze, o quando lo Stato non ci arriva, ma pensiamo a tre soggetti che agiscono insieme in modo strutturale e sistematico”. Infine, Poletti ha concluso annunciando che “la Commissione europea ha approvato il piano operativo garanzie giovani dell’Italia, in questo caso siamo arrivati secondi dopo la Francia”.

Il segretario confederale della Cisl, Maurizio Bernava, ha commentato cosi il piano” Sarebbe veramente ora che il governo, dopo sette anni di crisi che ha destabilizzato la parte più debole del paese,affrontasse seriamente il problema della povertà in Italia e, attivasse davvero un piano concreto e responsabile per contrastarlo” Il segretario conclude senza mezzi termini “Non si tratta di limitarsi agli annunci o di proporre strumenti parziali ed effimeri, ma il contrasto alla povertà deve essere racchiuso in un piano nazionale che preveda un mix di interventi strutturali come la riduzione del peso fiscale su lavoratori, pensionati e famiglie, a partire da quelle più povere. Rilanciare investimenti sul territorio che favoriscano occupazione, inclusione sociale e politiche attive del lavoro.”

 ” il nostro Paese non solo è malato: lo è gravemente. È malata la democrazia come forma di governo chiamata a garantire a tutte le persone una vita libera e dignitosa. Questa garanzia da tempo non esiste più: vale solo sulla carta, mentre nei fatti è continuamente smentita. Libertà, dignità, lavoro sono diventati – da diritti – privilegi, beni solo per chi se li può permettere. “(Don Ciotti Presidente di Libera)


Occupati e disoccupati (mensili)A gennaio 2015 il tasso di disoccupazione è pari al 12,6%, -0,1 punti percentuali su dicembre
Periodo di riferimento: Gennaio 2015 -ISTAT-

 

Adelfia Franchi

Stop burocratico per la Granai Run

 

Le parole del Presidente Catarci descrivono da sole il nostro stato d’animo” dicono Patrizio Mancini e Ferdinando Zinni, organizzatori della Granai Run “non ci aspettavamo assolutamente una comunicazione di tre righe con cui l’ottavo gruppo di Polizia di Roma Capitale vuole relegare in archivio una delle migliori manifestazioni podistiche della Capitale”.

 Se l’azione della polizia locale andasse in porto” evidenziano Mancini e Zinni, “oltre alla grande gara agonistica”, che nel 2014 ha visto partecipare quasi 2500 atleti, “la Capitale perderebbe un altro vero e proprio patrimonio dello sport di tutti: la Saetta dei Granai, lodata anche dal mitico Pietro Mennea, con i suoi 1500 bambini che si sfidano sulle leggendarie distanze dei 100 e 200 metri su via Mario Rigamonti”.

 Il Comitato Organizzatore della Granai Run, in soli sei anni e grazie all’impagabile collaborazione offerta dal Municipio VIII (ex XI), dal Centro Commerciale i Granai e dalla FIDAL Lazio ha saputo creare e sostenere un evento che non è solo una grande gara di corsa su strada. La Granai Run è un evento con un format creato ad-hoc per essere alla portata di tutti: famiglie, scuole, società sportive e gruppi organizzati in un momento di forte contrazione dell’economia e con innumerevoli problemi organizzativi (che sono sempre stati risolti grande all’intraprendenza, al coraggio e ad una spropositata passione per l’atletica leggera e lo sport).

 Quanto detto per sostenere con forza che questa manifestazione e l’orgoglio degli organizzatori non possono cadere sotto i colpi della burocrazia dettati dalla Polizia di Roma Capitale.

 “Restiamo costernati soprattutto perché nella riunione in conferenza dei servizi i rappresentanti della Polizia Locale non avevano espresso quanto poi contenuto nella striminzita comunicazione che ci è stata recapitata qualche giorno fa” proseguono Mancini e Zinni, “si era addirittura riprogrammata la seconda e finale riunione per i primi giorni di aprile per risolvere le ultime problematiche e proiettarci sull’evento”.

 Dal conto nostro avevamo già comunicato la presenza di 52 volontari della protezione civile e 5 scorte tecniche (auto e moto) degli operatori specializzati e patentati ASA inoltre avevamo dato la nostra disponibilità a contribuire agli straordinari dei Vigili, nonostante le nostre siano associazioni no-profit e quindi non vincolate dai regolamenti comunali a tale azione” precisano Mancini e Zinni.

 Ma la domanda che tutto il Comitato Organizzatore si pone questa mattina è: “come è possibile che ad un mese dall’evento, dopo anni di grande ed efficace collaborazione e dopo aver espresso la volontà di voler venire incontro all’amministrazione e alle sue note problematiche, una letterina di tre righe sbatta la porta in faccia alla Granai Run? Dove sta il vero problema?”paolo masini

 Oggi la vicinanza dell’Assessore allo Sport di Roma Capitale Paolo Masini, quella di Andrea Catarci, Presidente del Municipio VIII e quella di Fabio Martelli, presidente del Comitato Regionale Lazio della FIDAL” concludono Mancini e Zinni, “si uniscono alla stima e alla preoccupazione dei dirigenti delle Società Sportive Romane, di tanti insegnanti e di tanti amici podisti che ci danno la determinazione e la forza di affermare che il 12 aprile si correrà una GRANDE edizione della Granai Run!”.

 

 

La fine delle province, a che punto siamo rimasti?

 

Strade come voragini, scuole che cadono a pezzi, mezzi di trasporto locale al collasso. È questo il risultato del blocco della riorganizzazione degli enti provinciali.
 
Dopo il passaggio della legge sul riordino della Province, il processo è bloccato a livello regionale per mancanza di risorse. Nel frattempo, però, agli enti provinciali è stato tolto un miliardo di euro e la maggior parte dei lavori pubblici è ferma.SCUOLE A PEZZI
 
Ogni giorno, i cittadini rischiano la propria vita per la mancanza di sicurezza sulle strade e agli studenti cadono i calcinacci in testa perché le scuole non vengono ristrutturate da anni. I servizi essenziali per tutti i cittadini spariti nel nulla, si continuano a fare tagli senza un vero progetto di risparmio. La politica delle riforme va a rilento, senza idee, addirittura rielaborata,  politici che continuano a battersi per la poltrona, che passeggiano  da un palcoscenico ad un altro. Dal potere sono attratti anche molti del M5S, che potrebbero allearsi con la maggioranza. Che dire? Avanti , sul carro c è spazio per tutti. La minoranza Dem si è arresa, le armi si sono spuntate, contro Il Premier sono rimasti in pochi. Paura di restare a piedi? Ultimo tentativo di opposizione lo fanno ancora i vari Fassina, Civati e D’Attore, che dicono no al ddl dell’ onorevole Boschi.
 
Gianni Cuperlo scrive lettere aperte a Renzi “Trova il coraggio per aprire alle vere modifiche sulle riforme”. Da Forza Italia, un Giovanni Toti che , con cautela esprime il suo dissenso per la Lega e, polemizza con il nuovo centrodesta. I cittadini, in attesa di cose reali e concrete, subiscono l’ aggressività di Matteo Salvini, che trova ampio spazio nella massa di cittadini scontenti.
 
Il  Palazzo  è in stato di assedio, da nemici che però non sono in grado di contrastarlo né di insidiarlo seriamente. E, con forzature un tantino dittatoriali, sta ottenendo quello che voleva. La battaglia  non finisce. Al  Senato i numeri sono meno rassicuranti per il governo di quelli della Camera. È anche vero, però, che quando si voterà le elezioni regionali saranno già alle spalle. E i «no» berlusconiani e la compattezza di facciata di FI potrebbero sgretolarsi d’incanto.downloadguerini
 
Il vicesegretario Lorenzo Guerini ha  il compito di spiegare il motivo di una riforma costituzionale approvata a maggioranza. Rimane a guardare per il momento  una  dissidenza di Forza Italia inquieta, con Renzi che toglie loro ossigeno.Cosa   accadrà di qui a giugno?  Se dopo le Regionali il centrodestra  riuscirà a contenere la diaspora, per il governo il Senato potrebbe diventare una trappola. Sulla riforma dell’Italicum, in molti sanno di giocarsi la sopravvivenza come candidati alle elezioni. La speranza del premier è nello sport preferito  di deputati e senatori d’opposizione, pronti ad appoggiare i suoi provvedimenti anche contro Berlusconi. Temono lo lo scioglimento delle Camere. E si continua a raccontare al popolo favole da quattro soldi, le raccontano i politici per acquisire potere e   voti.
La pseudo democrazia della politica attuale  ha prodotto solo chiacchere e povertà, mentre i nostri politici sono ubriachi di potere e  voglia di palcoscenico. A noi non ci resta che aspettare ITALICUM.
Adelfia Franchi

Oltre il tempo all’Ara Pacis

 

Per le celebrazioni ufficiali dei Santi Cirillo e Metodio, precursori dell’unità spirituale dei cristiani e co-patroni d’Europa, è stato programmato un evento unico, particolarmente suggestivo, dal titolo Oltre il tempo.

 Lo spirito dell’iniziativa è quello di affrontare e diffondere i valori dell’antico popolo bulgaro.

 La manifestazione è in collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alla Cultura e al Turismo – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; Ambasciata della Repubblica di Bulgaria in Italia; Ambasciata di Bulgaria presso la Santa Sede e presso il SMOM; Camera di Commercio Italiana in Bulgaria; Istituto Bulgaro di Cultura, Galleria Sinopia di Roma.

 Con il Patrocinio di

Pontificium Consilium de Cultura; Eparchia della Chiesa Ortodossa Bulgara per l’Europa Centrale e Occidentale; Pontificio Istituto Orientale; Radio Vaticana – Uff. Relazioni Internazionali; Istituto Bulgaro di Cultura, Roma; Università di Roma La Sapienza;Università degli Studi Roma Tre; INPS – Istituto Nazionale Previdenza Sociale

 Membri del Comitato d’Onore

S.E. Marin Raykov, Ambasciatore della Repubblica di Bulgaria in Italia; S.E. Kiril Topalov,  Ambasciatore di Bulgaria presso la Santa Sede e presso il SMOM; Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo; R. mo Padre Federico Lombardi, Direttore Generale Radio Vaticana; Prof. Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani; S. Em. Rev. Card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificium Consilium de Cultura; N.V. Pr. Antonie, Metropolita Ortodosso Bulgaro per la Diocesi dell’Europa Centrale e Occidentale; Mons. Liberio Andreatta, V/Presidente dell’Opera Romana Pellegrinaggi; Rev. P. James McCann, Rettore del Pontificio Istituto Orientale; Prof. Eugenio Gaudio, Magnifico Rettore dell’Università di Roma La Sapienza; Prof. Mario Panizza, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi Roma Tre

L’evento sarà inaugurato dal Prof. Ignazio Roberto Marino, Sindaco di Roma; Claudio Parisi Presicce, Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali; S.E. Marin Raykov,Ambasciatore della Repubblica di Bulgaria in Italia; S.E. Kiril Topalov, Ambasciatore di Bulgaria presso la Santa Sede; Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo; Alfonso Sapia, Presidente dell’Accademia Culturale Europea.

Presenti Jana Yakovleva, Direttore dell’Istituto di Cultura Bulgaro di Roma; Marco Montecchi, Presidente Camera di Commercio Italiana in Bulgaria e Rosa Cusmano, Segretario Generale, Camera di Commercio Italiana in Bulgaria.

Nella serata inaugurale saranno presentate due installazioni Il Cammino della speranza eIl Fuoco della speranza delle artiste Marussia Kalimerova e Tania Kalimerova che esprimono la continuità della luce della fede e della spiritualità cristiana nei secoli. Una  speranza, testimoniata attraverso la vita e le opere dei due santi, che può ispirare e orientare le nuove generazioni, rafforzando l’identità e la cultura di una nazione e tracciando anche oggi un sentiero umano e spirituale nell’incontro tra diverse esigenze culturali, laiche e religiose. Per un rinnovamento spirituale e l’autentica promozione della libertà e dell’unità dell’Europa cristiana.

Ispirandosi all’opera dei Santi Cirillo e Metodio, secondo cui ogni popolo deve calare nella propria cultura il messaggio salvifico, le due artiste esprimono con un linguaggio personale il sottile filo dell’evoluzione della tradizione bulgara e dello spirito forte di un Paese che ha dovuto, nel corso dei secoli, conquistare la propria libertà e dignità con tenacia. Un filo come quello di Arianna che unisce il passato e il presente, Oltre il tempo.

Al centro della personale espressione artistica di Marussia Kalimerova è l’antica arte bulgara, rivisitata applicando una tecnica con cui contribuisce all’avanzamento dell’arte tessile fino ad arrivare alle forme tridimensionali. Per Tania Kalimerova, in Italia dal 1980, è viva la testimonianza dei forti legami tra il suo paese, la Bulgaria, e l’arte italiana.

Mezzo e linguaggio espressivo è l’arte tessile, molto amata in Bulgaria, attraverso la quale le artiste elaborano simbolicamente il sottile filo dell’evoluzione di questo paese, entrato di diritto nel 2007 nella grande famiglia europea.

Le esperienze portate avanti dalle artiste Kalimerovi nel corso della loro carriera hanno incontrato sia l’apprezzamento degli addetti ai lavori, sia, cosa ancora più importante, quello delle persone comuni,  affascinate dalla conoscenza di culture lontane. Proprio la loro sensibilità fa ben sperare nel futuro dell’Europa unita.

Le due installazioni sono opere originali per idea, dimensione, colori ed eleganza e rappresentano una testimonianza di passione e sensibilità, fantasia e abilità manuale. Esse sono state esposte in sedi prestigiose in Bulgaria, Francia, Italia e, grazie alla loro struttura mobile – si sono rinnovate in ogni sede del loro percorso itinerante. In futuro saranno esposte a Parigi, Bruxelles, Strasburgo e di nuovo a Sofia.

Alla cerimonia inaugurale sarà presente l’attore Walter Maestosi con la lettura di alcuni brani da un antico testo bulgaro di Cernorisez Hrabar e dall’Omelia di Giovanni Paolo II.

Nell’ambito dell’Evento è prevista una Giornata di studi con un ciclo di conferenze sul tema dei due Santi fratelli con alcune importanti presenze nel campo della storia, degli studi linguistici, della storia dell’arte e del giornalismo, tra cui: Prof. Kiril Topalov -Professore di letteratura bulgara presso l’Università St. Kl. Ohridski, Sofia; Prof. Claudio Strinati – Storico e Critico d’Arte; Mons. Gianfranco Colzani – Pontificia Università Urbaniana; R.P. Richard Čemus, SJ, Docente del Pontificio Istituto Orientale; Prof. Krassimir Stantchev – Ordinario di Slavistica  dell’Università degli Studi Roma Tre; Prof. Sergio Rinaldi Tufi – già Direttore dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Urbino;Angela Ambrogetti – Giornalista vaticanista, Direttore del Quotidiano Korazym; Padre Joan Victor Franz Hadziev, Sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi; Moderatore – Dott. Marco Ansaldo, Giornalista vaticanista e inviato speciale del Quotidiano la Repubblica.

Il messaggio di Oltre il tempo vuole ribadire la rilevanza spirituale e culturale di due illustri pionieri dell’evangelizzazione del Vecchio continente, i Santi Cirillo e Metodio, le cui figure sono venerate sia in Oriente sia in Occidente. La loro coraggiosa opera ha favorito un vasto rinnovamento spirituale e posto le basi per un’autentica promozione della libertà e dell’unità dell’Europa cristiana.

Oltre il tempo vuole mettere l’accento sull’importanza della crescita spirituale dell’Europa sulla scia della sua storia migliore, nella speranza della maturazione progressiva dell’unità del continente nelle coscienze delle persone oltre che sul versante politico, per un’effettiva collaborazione tra i popoli al di là dei soli interessi economici. Lo spirito delle celebrazioni dei Santi Cirillo e Metodio è quello di ribadirne l’eredità morale e culturale, auspicando che ciò alimenti il desiderio di valorizzare il patrimonio spirituale e culturale di ogni popolo.

 La manifestazione è a cura di Tania e Marussia Kalimerova

La presentazione critica è del Prof. Claudio Strinati, Storico e Critico d’Arte.

Il Catalogo è l’edito da De Luca Editori d’Arte.

 

Amparo Sard al Macro

Dal 14 marzo al 26 aprile 2015 il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma ospita la mostra LIMITS dell’artista spagnola Amparo Sard, a cura di Lea Mattarella.

L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura e al Turismo – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è sostenuta dal Governo delle Isole Baleari con l’Istituto di Studi Balearici in collaborazione con la Galleria Paola Verrengia di Salerno, che rappresenta l’artista in Italia.

 Amparo Sard (Palma de Mallorca, Spagna, 1973), è tra le artiste spagnole più significative sulla scena artistica contemporanea.

Le sue opere si trovano in importanti collezioni pubbliche e private e sono state acquistate da alcuni tra i più importanti Musei, sia negli Stati Uniti che in Spagna (MOMA – New York, Guggenheim – New York, Casal Solleric – Palma de Mallorca, Museo di Arte Contemporanea di Murcia, Museo ABC – Madrid).

 La sua ricerca artistica, incentrata sul tema dell’identità, si realizza attraverso mezzi diversificati – il disegno, la fotografia, l’installazione, il video e ultimamente anche la scultura – con i quali è possibile raccontare le complesse dinamiche esistenziali da lei affrontate.

Tuttavia, la peculiare tecnica che l’ha resa celebre a livello internazionale è quella della punzonatura su carta, con cui la superficie bianca della carta è intaccata dal traforo dell’ago che disegna le forme e i volumi, creando effetti di chiaroscuro che emergono come in un bassorilievo. In maniera poetica, paziente e anche ossessiva, la Sard tesse le sue immagini dando vita a fogli in cui convivono bellezza e fragilità, compiutezza e allarme.

La superficie forata perde la sua consistenza e diventa fragile, così come l’uomo quando si trova di fronte alle sue paure più intime o quando deve fare i conti con le conseguenze delle sue azioni.

Gli ultimi lavori dell’artista spagnola sono imperniati, in particolare, sul tema dello sdoppiamento e del limite (tra istinto e impulso) e trovano la loro forma ideale nella scultura. Le nuove opere in fibra di vetro sembrano prolungamenti artificiali di un corpo naturale, in particolare gli arti recisi suscitano un senso d’angustia e giocano sull’ambiguità degli oggetti privi di vita.amparo sard

In un percorso che si snoda tra originali opere su carta perforata, sculture, video, Amparo Sard realizza al MACRO un progetto espositivo pensato appositamente per il museo.

La mostra LIMITS, che riflette sui confini dell’essere umano e dell’identità in continuo mutamento, è suddivisa in tre diversi momenti.

La prima sala contiene disegni realizzati con gli spilli e grandi opere su carta – in cui l’artista si autorappresenta in modo particolare, smontando e rimontando parti del suo corpo come fossero abiti, la seconda sala ospita quattro video – With the water to the neck (2014), Second mistake (2008), The Lifeguard (2012), Hauptpunkt (2013), la terza sala accoglie la grande scultura in fibra di vetro Limits, che dà il titolo alla mostra. La scultura, costellata interamente da buchi circolari in grado di proiettare le proprie sagome sulle pareti circostanti, è una sorta di cerchio realizzato da due braccia che si stringono, si contorcono, si avvinghiano, e che allo stesso tempo sembrano ambiguamente in procinto di difendersi o di farsi del male.

“Il limite di una persona è la sua pelle, se si parla di qualcosa che può essere toccato. Il limite della sua anima, o della sua essenza, o di ciò che è veramente importante è una cosa più complessa. In matematica i limiti servono per capire quale strada sta prendendo una tendenza in modo da prevedere cosa accadrà. Non danno un risultato, ma un orientamento. Che cosa accadrebbe se applicassimo quei calcoli matematici alla nostra vita, se riuscissimo a calcolare i limiti tra il desiderio e l’istinto? Siamo in grado di prendere decisioni o di avere reazioni che in qualche modo possono modificare la realtà, ma la distorceranno solo un po’ perché, a causa delle esperienze e della genetica, alla fine seguiremo un modello comune”.

Amparo Sard

 

Imu-L’Agia al Governo :basta slogan

Imu, l’Agia al governo: basta slogan sul sostegno ai giovani se poi si tassa anche la terra per coltivare

 La posizione dell’associazione “under 40” della Cia dopo l’Ufficio di Presidenza: con questa imposta iniqua che grava non sulla produzione, ma sullo strumento primario per produrre, non ci sarà nessun ricambio generazionale. In questo modo l’esecutivo scoraggia l’ingresso dei giovani nel settore, o li costringe a gettare la spugna cercando un’alternativa meno rischiosa dal punto di vista economico.terreni di maremma

   “L’Imu agricola non ha ragione di esistere. Come si fa a tassare uno strumento imprescindibile per la vita e il lavoro agricolo? Come si può pretendere una tassa su un bene strumentale per la produzione non solo di cibo, ma anche di benessere per la comunità tutta?”. Lo afferma l’Agia, l’associazione “under 40” della Cia-Confederazione italiana agricoltori, che nell’ultimo Ufficio di Presidenza ha confermato la sua posizione di netta contrarietà all’Imu sui terreni agricoli, anche dopo le modifiche al decreto 4/2015 approvate dal Senato.

            “Il governo italiano continua a sbandierare slogan a favore del ritorno dei giovani in agricoltura, continua a dire che il futuro del nostro Paese siamo noi e che l’agricoltura sarà il volano per farci uscire dalla crisi -osserva l’Agia- ma poi ci obbliga a pagare un’imposta iniqua non sulla produzione, ma addirittura sullo strumento per produrre, a prescindere da quanto quel terreno abbia reso in termini economici all’agricoltore, a prescindere se sia stato vittima di calamità o altri eventi incontrollabili”.

            “Nonostante la dichiarata attenzione verso i giovani e la centralità dell’agricoltura per far ripartire l’economia -continua l’associazione ‘under 40’ della Cia- l’Imu si trasferisce per intero sul costo per l’utilizzazione del fattore terra, in mancanza di specifiche deroghe nel caso di uso a titolo gratuito o affitto per i giovani”.terra di maremma

            “Lo stesso governo ha sottolineato più volte come siano troppi a oggi i terreni rimasti abbandonati e poi, con questa Imu, incentiva l’abbandono del settore agricolo, esorta i nostri padri agricoltori a lasciare un comparto in perenne difficoltà e noi giovani a gettare la spugna e cercare un’alternativa migliore con meno rischi dal punto di vista economico -conclude l’Agia-. Quella stessa Italia che, con Expo, sta facendo dell’agroalimentare il suo punto di forza, che si sta facendo bella agli occhi del mondo anche con il lavoro degli agricoltori, li ricompensa con quest’indegna moneta. Ecco perché diciamo ancora una volta ‘no’ all’Imu agricola, anche se ci rendiamo, fin da subito, disponibili a collaborare alla costruzione di una fiscalità più equa e sostenibile per le imprese gestite dai giovani imprenditori agricoli”.

 

Alla Sapienza di Roma l’attrice Maria Grazia Cucinotta

 

Alla Sapienza di Roma l’attrice Maria Grazia Cucinotta

presenterà il documentario e il libro “Chiara Vigo l’ultimo Maestro di bisso marino”

Venerdì 13 Marzo p.v., dalle 17:00 alle 19:00, si terrà presso L’Università La Sapienza di Roma – Aula ex / Facoltà di Scienze Statistiche, piano terra – la presentazione del documentario e del libro “Chiara Vigo, l’ultimo maestro di Bisso Marino”, alla presenza di Chiara Vigo, diSusanna Lavazza, autrice  del libro, di Rossana Cingolani, regista del documentario e dell’editore Carlo Delfino.la sapienza

L’evento è stato organizzato dallaCasa Editrice Carlo Delfino in collaborazione con l’Associazione dei Sardi di Roma “Il Gremio” ilGIO (Gender Interuniversity Observatory) e lo Studio Scopelliti-Ugolini.

Interverranno : Antonio Maria Masia, presidente dell’Associazione“IlGremio”;MarcellaCorsi, Università La Sapienza di Roma; Elisabetta Strickland, Università degli Studi di Roma Tor Vergata; Maresa Spadoni Barone, Fondazione Marevivo – Castalia; Vittorio Gazale, direttore del Parco di Porto Conte e dell’Area Marina Protetta di Capo Caccia; Chiara Vigo, Maestro di bisso.

Durante l’evento verrà proiettato un estratto del documentario di Rossana Cingolani, che è stato presentato all’Unesco per la candidatura del Maestro Chiara Vigo come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

Good France arriva in Italia

 

 L’appuntamento è per il 19 marzo, data scelta per il grande evento Goût de France/Good France

promosso da Atout France, l’Ente per lo sviluppo del turismo francese, per valorizzare la cucina d’Oltralpe, quel repas à la française che l’Unesco ha inserito nel Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

Un omaggio alla grande tradizione francese, che annovera chef famosi: Antonin Carême, Auguste Escoffier, Paul Bocuse, Alain Ducasse…

 L’evento è stato lanciato proprio da Ducasse, con parole che suonano come un messaggio forte: Parlare di cucina – di cucina francese – vuol dire parlare di gioia di vivere, leggerezza, ottimismo, piacere: idee assolutamente centrali per l’immagine della Destinazione Francia

La formula è molto semplice ma altrettanto d’effetto: 1000 chef, 1000 menù sui 5 continenti.

L’idea di Good France riprende un altro evento, diventato un classico: le Cene di Epicuro, ideate nel 1912 dal grande Escoffier, con lo stesso menù, lo stesso giorno, in diverse città del mondo e per il maggior numero di invitati. Oltre un secolo dopo, nel 2015, Goût de France / Good France ha sviluppato quella bella idea con l’obiettivo di coinvolgere ristoranti di tutte le categorie e in tutto il mondo.

 Ora il Comitato internazionale di cuochi, presieduto da Alain Ducasse, ha selezionato i partecipanti, e la bella sorpresa è stata scoprire che l’ ItaliaFRANCIAAA

è al primo posto come numero di chef partecipanti: sono infatti un centinaio i ristoranti e bistrot di qualità che hanno aderito a Goût de France/Good France.

Un’adesione entusiasta da Nord a Sud, che spazia dalle grandi città ai paesi più piccoli.

 Qualche nome?

A Milano l’Acanto, il Ristorante Berton, Sadler, la Società Giardino, e nel Milanese D’O di Oldani a San Pietro all’Olmo, e il Pomiroeu di Seregno, vicino a Monza. A Torino Il Cambio, La Limonaia, Ij Brandè, più, nei dintorni, Il Combal.O di Davide Scabin a Rivoli e La Gardenia di Caluso con Mariangela Susigan. A Bologna un paio di indirizzi eccellenti, come Carracci e Franco Rossi, e nei dintorni la Tramvia di Casalecchio di Reno e il San Domenico di Imola .A RomaSettembrini, Giudaballerino, Il Pagliaccio, La Terrasse, Glass Hostaria con la chef Cristina Bowerman, La Pergola di Heinz Beck, il Metamorfosi Restaurant di Roy Caceres.

In Veneto, numerosi indirizzi, fra cui La Montanella di Arquà Petrarca, la Casa degli Spiriti di Costermano, provincia di Verona, e Casa Perbellini a Verona, la Trattoria al Ponte di Lusia e Alla Busa di San Martino di Venezze, entrambi in provincia di Rovigo, i ristoranti del Padovano: Lazzaro 1915 di Pontelongo e Fuel di Rubano, i Do Leoni a Venezia.

Oltre il tempo

 

Per le celebrazioni ufficiali dei Santi Cirillo e Metodio, precursori dell’unità spirituale dei cristiani e co-patroni d’Europa, è stato programmato un evento unico, particolarmente suggestivo, dal titolo Oltre il tempo.

 Lo spirito dell’iniziativa è quello di affrontare e diffondere i valori dell’antico popolo bulgaro.

 La manifestazione è in collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alla Cultura e al Turismo – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; Ambasciata della Repubblica di Bulgaria in Italia; Ambasciata di Bulgaria presso la Santa Sede e presso il SMOM; Camera di Commercio Italiana in Bulgaria; Istituto Bulgaro di Cultura, Galleria Sinopia di Roma.

 Con il Patrocinio di

Pontificium Consilium de Cultura; Eparchia della Chiesa Ortodossa Bulgara per l’Europa Centrale e Occidentale; Pontificio Istituto Orientale; Radio Vaticana – Uff. Relazioni Internazionali; Istituto Bulgaro di Cultura, Roma; Università di Roma La Sapienza;Università degli Studi Roma Tre; INPS – Istituto Nazionale Previdenza Sociale

 Membri del Comitato d’Onore

S.E. Marin Raykov, Ambasciatore della Repubblica di Bulgaria in Italia; S.E. Kiril Topalov,  Ambasciatore di Bulgaria presso la Santa Sede e presso il SMOM; Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo; R. mo Padre Federico Lombardi, Direttore Generale Radio Vaticana; Prof. Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani; S. Em. Rev. Card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificium Consilium de Cultura; N.V. Pr. Antonie, Metropolita Ortodosso Bulgaro per la Diocesi dell’Europa Centrale e Occidentale; Mons. Liberio Andreatta, V/Presidente dell’Opera Romana Pellegrinaggi; Rev. P. James McCann, Rettore del Pontificio Istituto Orientale; Prof. Eugenio Gaudio, Magnifico Rettore dell’Università di Roma La Sapienza; Prof. Mario Panizza, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi Roma Tre

 L’evento sarà inaugurato dal Prof. Ignazio Roberto Marino, Sindaco di Roma; Claudio Parisi Presicce, Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali; S.E. Marin Raykov,Ambasciatore della Repubblica di Bulgaria in Italia; S.E. Kiril Topalov, Ambasciatore di Bulgaria presso la Santa Sede; Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo; Alfonso Sapia, Presidente dell’Accademia Culturale Europea.

Presenti Jana Yakovleva, Direttore dell’Istituto di Cultura Bulgaro di Roma; Marco Montecchi, Presidente Camera di Commercio Italiana in Bulgaria e Rosa Cusmano, Segretario Generale, Camera di Commercio Italiana in Bulgaria.

 Nella serata inaugurale saranno presentate due installazioni Il Cammino della speranza eIl Fuoco della speranza delle artiste Marussia Kalimerova e Tania Kalimerova che esprimono la continuità della luce della fede e della spiritualità cristiana nei secoli. Una  speranza, testimoniata attraverso la vita e le opere dei due santi, che può ispirare e orientare le nuove generazioni, rafforzando l’identità e la cultura di una nazione e tracciando anche oggi un sentiero umano e spirituale nell’incontro tra diverse esigenze culturali, laiche e religiose. Per un rinnovamento spirituale e l’autentica promozione della libertà e dell’unità dell’Europa cristiana.

 Ispirandosi all’opera dei Santi Cirillo e Metodio, secondo cui ogni popolo deve calare nella propria cultura il messaggio salvifico, le due artiste esprimono con un linguaggio personale il sottile filo dell’evoluzione della tradizione bulgara e dello spirito forte di un Paese che ha dovuto, nel corso dei secoli, conquistare la propria libertà e dignità con tenacia. Un filo come quello di Arianna che unisce il passato e il presente, Oltre il tempo.

Al centro della personale espressione artistica di Marussia Kalimerova è l’antica arte bulgara, rivisitata applicando una tecnica con cui contribuisce all’avanzamento dell’arte tessile fino ad arrivare alle forme tridimensionali. Per Tania Kalimerova, in Italia dal 1980, è viva la testimonianza dei forti legami tra il suo paese, la Bulgaria, e l’arte italiana.

 Mezzo e linguaggio espressivo è l’arte tessile, molto amata in Bulgaria, attraverso la quale le artiste elaborano simbolicamente il sottile filo dell’evoluzione di questo paese, entrato di diritto nel 2007 nella grande famiglia europea.

 Le esperienze portate avanti dalle artiste Kalimerovi nel corso della loro carriera hanno incontrato sia l’apprezzamento degli addetti ai lavori, sia, cosa ancora più importante, quello delle persone comuni,  affascinate dalla conoscenza di culture lontane. Proprio la loro sensibilità fa ben sperare nel futuro dell’Europa unita.

 Le due installazioni sono opere originali per idea, dimensione, colori ed eleganza e rappresentano una testimonianza di passione e sensibilità, fantasia e abilità manuale. Esse sono state esposte in sedi prestigiose in Bulgaria, Francia, Italia e, grazie alla loro struttura mobile – si sono rinnovate in ogni sede del loro percorso itinerante. In futuro saranno esposte a Parigi, Bruxelles, Strasburgo e di nuovo a Sofia.

 Alla cerimonia inaugurale sarà presente l’attore Walter Maestosi con la lettura di alcuni brani da un antico testo bulgaro di Cernorisez Hrabar e dall’Omelia di Giovanni Paolo II.

 Nell’ambito dell’Evento è prevista una Giornata di studi con un ciclo di conferenze sul tema dei due Santi fratelli con alcune importanti presenze nel campo della storia, degli studi linguistici, della storia dell’arte e del giornalismo, tra cui: Prof. Kiril Topalov -Professore di letteratura bulgara presso l’Università St. Kl. Ohridski, Sofia; Prof. Claudio Strinati – Storico e Critico d’Arte; Mons. Gianfranco Colzani – Pontificia Università Urbaniana; R.P. Richard Čemus, SJ, Docente del Pontificio Istituto Orientale; Prof. Krassimir Stantchev – Ordinario di Slavistica  dell’Università degli Studi Roma Tre; Prof. Sergio Rinaldi Tufi – già Direttore dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Urbino;Angela Ambrogetti – Giornalista vaticanista, Direttore del Quotidiano Korazym; Padre Joan Victor Franz Hadziev, Sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi; Moderatore – Dott. Marco Ansaldo, Giornalista vaticanista e inviato speciale del Quotidiano la Repubblica.

Il messaggio di Oltre il tempo vuole ribadire la rilevanza spirituale e culturale di due illustri pionieri dell’evangelizzazione del Vecchio continente, i Santi Cirillo e Metodio, le cui figure sono venerate sia in Oriente sia in Occidente. La loro coraggiosa opera ha favorito un vasto rinnovamento spirituale e posto le basi per un’autentica promozione della libertà e dell’unità dell’Europa cristiana.SANTI

Oltre il tempo vuole mettere l’accento sull’importanza della crescita spirituale dell’Europa sulla scia della sua storia migliore, nella speranza della maturazione progressiva dell’unità del continente nelle coscienze delle persone oltre che sul versante politico, per un’effettiva collaborazione tra i popoli al di là dei soli interessi economici. Lo spirito delle celebrazioni dei Santi Cirillo e Metodio è quello di ribadirne l’eredità morale e culturale, auspicando che ciò alimenti il desiderio di valorizzare il patrimonio spirituale e culturale di ogni popolo.

 La manifestazione è a cura di Tania e Marussia Kalimerova

La presentazione critica è del Prof. Claudio Strinati, Storico e Critico d’Arte.

Il Catalogo è l’edito da De Luca Editori d’Arte.

Il problema EUR, gestione immobili

 

MORASSUT, PD : «IL PROBLEMA SELL’EUR È ANCHE GARANTIRE LA SPECIALITÁ DELLA GESTIONE»
«Per fortuna ci si è accorti – anche se con inspiegabile ritardo – che gli immobili storici dell’Eur non potevano , per legge,  essere venduti al fine di ripianare i conti della società». Lo scrive l’on Roberto Morassut in una nota.

«Ora – spiega – si è deciso di lavorare sulla vendita “da pubblico a pubblico”.  Ma è bene chiarire due cose. La possibilità che INAIL acquisti gli immobili dell’Eur non è di tempi brevi. Infatti è noto che INAIL può acquistare solo sulla base di una esplicita indicazione dell’Agenzia del Demanio.  Indicazione che va proceduralizzata Quindi si deve tener conto dei tempi di questa procedura rispetto alle urgenze dell’EUR».
«In secondo luogo – continua Morassut – non si può ignorare che in ogni caso l’Eur è sorto come un complesso “speciale” e nonostante il tempo trascorso esso resta un complesso speciale ed un luogo speciale. La vera “business city” romana. In ogni caso uno dei più importanti quartieri d’affari d’Europa.  Vendendo gli immobili si compromette un po’ la capacità della società di mantenere alti livelli di specialità nella gestione del patrimonio non solo edilizio ma anche monumentale e ambientale dell’EUR.  Il grande Virgilio Testa nel 1951 non volle un soldo dal Governo per rilanciare l’Eur che era ridotto un cumulo di macerie.  Perché sapeva che comunque quel posto aveva delle enormi risorse autonome che se ben gestite potevano bastare a se stesse.  I tempi e le condizioni sono cambiate ma mutatis mutandis anche oggi l’Eur vive una grande difficoltà ma ha le risorse al suo interno per rilanciarsi».
A condizione – conclude Morassut – di una sana gestione, di una sana politica immobiliare e anche valutando la possibilità di cedere una quota di minoranza delle proprie azioni restando una spa a maggioranza pubblica. Si deve fare di tutto insomma per garantire la specialità della gestione dell’EUR non sopprimerla, perché il quartiere è speciale e non può essere gestito come un quartiere ordinario.  Chi conosce Roma non può non vedere questo problema».

Batterio mortale sfuggito da laboratorio USA

Roma, 2 mar. (AdnKronos Salute) – Allarme batteriologico negli Stati Uniti. Un microbo mortale è ‘sfuggito’ da un laboratorio di alta sicurezza, il National Primate Research Center de Tulane, a circa 80 km da New Orleans. All’esterno del laboratorio è stato infatti trovato il batterio Burkholderia pseudomallei, germe pericoloso presente nel Sud- Est asiatico, e classificato tra gli agenti utilizzabili nella guerra batteriologica.

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Etica delle Professioni, il ruolo delle donne

LE PARI OPPORTUNITA’: IL RUOLO DELLE DONNE NELLE PROFESSIONI – VII EDIZIONE

ETICA DEONTOLOGIA E PARI OPPORTUNITA’: IL RUOLO DELLE DONNE NELLE PROFESSIONI - VII EDIZIONE

Convegno Milano 5 marzo 2015 – Circolo della Stampa, Milano > Ore 15.00 – 18.00
Valido per il riconoscimento di 3 crediti formativi professionali da parte dell’Ordine degli Avvocati e dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili
L’Evento ha ricevuto il Patrocinio della Città Metropolitana di Milano e il Patrocinio dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano.
 
A seguito della positiva esperienza fino ad oggi maturata nello sviluppo della riflessione sull’etica delle professioni ordinistiche si offre un’ulteriore occasione per una indagine approfondita sul ruolo femminile nelle professioni.
Il convegno si propone di prendere in esame la necessità di rilanciare il ruolo delle donne nella società per stimolare un radicale cambiamento etico e morale nel mondo  delle professioni, e di riflesso, dell’impresa e della politica.
Gli ordini professionali si sono dotati di nuovi organismi per la promozione della parità di genere nella professione e ciò per valorizzare al massimo la presenza del femminile che, ad oggi, pur avendo raggiunto una parità numerica in molti ordini, rappresentano solo un terzo del reddito prodotto dai Colleghi uomini di pari grado.
 
Il dato evidenzia la disparità ancora esistente fra la professionalità maschile e femminile che si ripercuote su una serie di aspetti, pratici e non, sia all’interno del mondo professionale che al suo esterno.
E’ provato che la professionalità femminile eccelle in ordine a formazione, esperienza e perizia, tuttavia la stessa è stata per moltissimi anni sottostimata.
Si avverte, conseguentemente, il bisogno di un profondo rinnovamento  anche morale che ponga l’accento non solo sulla parità di genere ma anche sui valori individuali nei diversi ruoli.
A tale riflessione si collega naturalmente il tema, già in precedenza trattato, dell’etica professionale in base al quale l’accresciuta complessità del mondo del lavoro che ha determinato una sempre maggiore “specializzazione funzionale del lavoro” e quindi delle professioni, determina una iperspecializzazione nei diversi settori della cultura da parte dei professionisti che si pongono come un ponte di congiunzione tra essa e i cittadini, con evidente aumento della loro “responsabilità” conseguente al ruolo che ricoprono.
Le diverse sensibilità maschili e femminili possono, alla luce della situazione sopra evidenziata, esprimere il loro massimo potenziale come esperienza di relazione all’interno della comunità.
 
Il rispetto e la valorizzazione delle differenze diventa la scommessa autentica e attuale da vincere per le moderne professioni rivolte al futuro e alla globalizzazione.
E’ emerso da recenti indagini che il senso etico sia più spiccato nelle professioniste donne di fronte ad alcuni dilemmi comportamentali rispetto ai quali sono meno disposte a scendere a patti e sono più propense a seguire i principi di legalità.
La pari dignità , i valori e la capacità di visione di medio e lungo termine rendono le donne il fattore determinante per uno sviluppo equo e una sostenibile qualità della vita.
Obiettivo del convegno è, quindi, raccogliere esperienze in merito al tema della parità e dell’etica professionale al femminile nei diversi ambiti ordinistici e stimolare una strategia di sviluppo del sistema con l’adozione di politiche di genere che possano fornire un efficace contributo alla qualità del “Sistema Vita”.

La nuova tappa del road show Etica delle Professioni, promossa da Società Eventi Internazionali srl, avrà luogo il 5 marzo a Milano, presso il Circolo della Stampa, a partire dalle ore 15.00.

La tavola rotonda, moderata dal Vice Direttore del Tg3 Giuliano Giubilei, vedrà l’intervento di professioniste di prim’ordine che apporteranno importanti contributi tramite la loro testimonianza: laDott.ssa Cristina Tajani – Assessore alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca del Comune di Milano; Avv. Ilaria Li Vigni – Presidente Commissione Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Milano; la Dott.ssa Grazia Mariapia Ticozzelli – Vice Presidente della Commissione Pari Opportunità dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano; laDott.ssa Donatella Gerosa – Consigliere dell’Unione Provinciale ANCL di Milano; la Dott.ssa Cecilia Bolognesi – Consigliere dell’Ordine degli Architetti di Milano; la Dott.ssa Elena Bonanni – Giornalista economico-finanziaria, cofondatrice ETicaNews.

Abbiamo intervistato alcune di loro per farci anticipare i temi che verranno toccati nei loro interventi e per avere una loro opinione in merito alla questione della disparità di genere all’interno dell’universo lavorativo.

Il Convegno è gratuito e aperto a tutti coloro che sono interessati al tema.

Per accreditarsi, visitare la pagina www. eticadelleprofessioni.it  o cliccare qui . 

Quando:
giovedì 5 marzo 2015, ore 15.00
Dove:
Circolo della Stampa, Corso Venezia 48 – Milano
Contatti: 
Tel. 06.87786375
E-mail: segreteria@eticadelleprofessioni.it 

Consorzio Tiberina: un patto in Campidoglio per il TEVERE

Come anticipato dagli organizzatori, venerdì 27 mattina in Campidoglio è nato il Comitato Promotore fra Istituzioni per un Contratto di Fiume del Tevere a Roma. Si tratterà del terzo Comitato a carattere istituzionale per Contratti di Fiume nel Lazio, dopo quello varato a Magliano Sabina per la “Media Valle del Tevere”; questo a sua volta seguiva quello a carattere interregionale (Lazio, Toscana e Umbria) organizzato sul fiume Paglia dal Consorzio Tiberina (cfr a titolo di esempio, dagli Albi Pretori comunali, Adesione Radicofani …… dalla Val d’Orcia patrimonio UNESCO nella regione Tiberina), che di recente, con base nel consorziato Comune di Orvieto (confluenza Paglia-Tevere), si sta estendendo al sub-bacino del Chiani e al “basso Tevere umbro”. Se, per certi versi, il caso di Orvieto conferma come la situazione del Tevere dai punti di vista idraulico, del trasporto di materia e dell’inquinamento vada vista più come “rete” che come singola “asta” (le piene dal Paglia, il volume idrico di base dal Nera, ……), la Foce e il tratto urbano di Roma hanno valore a sé proprio perché terminali di una complessa situazione a monte; è per questo che in passato – data anche l’importanza di Roma non solo in Italia, ma nell’intero contesto euro-mediterraneo – abbiamo parlato di “Contratto del Fiume”, che potrebbe soltanto subordinarsi – dal punto di vista logico, strutturale e funzionale – a un eventuale “Contratto di Bacino” interregionale. Ma, al di là dei sofismi, contano i risultati, cioè il fine piuttosto che il mezzo! E’ anche dunque da sottolineare come il Contratto di Fiume del Tevere nell’area urbana di Roma e il Contratto di Foce da Ottobre 2014 siano sostenuti da due foltissimi Comitati Promotori di singoli cittadini, sottoscrittori a titolo personale, pur operando in Istituzioni, Associazioni, Enti di Ricerca, etc.

Athos De Luca, presidente della commissione Ambiente di Roma Capitale, ha organizzato infatti,per il 27 febbraio, una giornata per il ‘Contratto di fiume del Tevere’ e la nascita dell’Osservatorio approvato dalla giunta come riferimento istituzionale per tutte le problematiche relative alla valorizzazione e risanamento del Tevere.   Presenti, tra gli altri, gli assessori all’Ambiente di Roma Capitale, Estella Marino, e della Regione Lazio, Fabio Refrigeri, la presidente di Acea, Catia Tomasetti, il segretario generale dell’Autorità di bacino del Tevere, Giorgio Cesari, la coordinatrice per i Contratti di fiume del ministero dell’Ambiente, Gabriela Scanu, il dirigente del centro funzionale regionale di Protezione civile, Francesco Mele, il presidente del Consorzio Tiberina, Giuseppe Maria Amendola, il presidente dell’Associazione dei Circoli storici di Roma, Maurizio Romeo, il presidente del Circolo Canottieri Lazio, Raffaele Condemi.

downloadFIUME

Il Tevere a Roma, come dibattuto ormai da decenni, rappresenta una dimensione urbana del tutto speciale: fragile (risentendo degli effetti di ciò che accade in circa 17.000 kmq a monte), prossimo (attraversando la Città nel suo cuore e fino al mare con un percorso stretto e sinuoso, abbracciabile con lo sguardo da sponda a sponda), prezioso (ora parte del patrimonio UNESCO del Centro di Roma ora Area Naturale protetta), accessibile e vivibile con discontinuità, dall’andamento fortemente variabile, trascurato e maltrattato, a volte periferico – nella percezione – anche lì dove è centrale fisicamente. Importante fisicamente – ma anche storicamente – proprio per la sua relativa ristrettezza (rispetto ad altri specchi d’acqua nelle Capitali, come quelli dei grandi fiumi europei), così da caratterizzarsi per guadi – come l’Isola Tiberina –, ponti stabili fin dall’epoca dei Romani, contrapposizione e dialettica fra sponde assai vicine (l’etrusca e la romana, la cattolica e la laica, ……).

Cambiare volto al modo di vivere il Tevere significherebbe cambiare volto ad una parte significativa della Città; razionalizzare e migliorare la gestione del fiume sarebbe anche un ottimo esercizio di gestione dei beni pubblici e di coesione territoriale. L’impresa può dirsi storica, per certi versi, tendendo a restituire nuovamente il Tevere a Roma, che è città di fiume e di mare. Dall’emergenza idraulica, che ha portato alla costruzione dei muraglioni al Centro Storico fra fine ‘800 e inizio ‘900, i cittadini di Roma hanno escogitato diversi modi per continuare a vivere il fiume come una volta (quando si sviluppavano spiagge, stabilimenti, colture, etc), ivi compresa la costruzione di galleggianti. Poi è stata la volta dell’emergenza ambientale, con la fine della balneabilità negli anni ’60 e il progressivo inquinamento di suoli ripariali. Oggi si può avviare una stagione di forte modernizzazione dell’approccio, mettendo insieme tutte le conoscenze acquisite e i miglioramenti tecnologici.

L’organizzazione del “sistema Tevere” – in un periodo di forte crisi finanziaria – non può che passare attraverso la mobilitazione congiunta di risorse pubbliche e private, nazionali e internazionali; basti pensare all’annoso problema della manutenzione ordinaria e al ruolo che possono giocare Concessionari e Gestori, piccoli o grandi che siano, nel presidio attivo del territorio. In questo, il Contratto di Fiume può dirsi strumento realmente idoneo, vedendo la partecipazione cooperativa dei soggetti privati che entrano nella realizzazione delle misure individuate dalla programmazione per l’ambito territoriale, con la quota di risorse che essi rendono disponibile. Tale quota può essere costituita dalla “disponibilità a pagare”, ma anche dagli investimenti diretti (a supporto e/o complemento delle misure del programma) che il soggetto privato ritiene vantaggioso utilizzare in vista di un ritorno ritenuto accettabile. Nel quadro sopra descritto, rientra a pieno titolo il Contratto di Fiume sul Tevere nell’area urbana di Roma, non solo nello spirito originario di strumento di sinergia pubblico-privato teso allo conservazione, alla fruizione e allo sviluppo dell’economia improntato alla sostenibilità e alla conoscenza tecnico-scientifica della gestione fluviale, ma anche quale patto che la Città firma con il contesto territoriale che ad essa fa riferimento. Le valenze interdisciplinari, intersettoriali e interamministrative sono tali e tante che nessuno – in detto contesto – può far da solo!

Si è molto vicini a condividere fra Istituzioni e privati un disegno di intenti, un quadro conoscitivo, uno scenario strategico, un piano d’azione, come previsto dal Ministero dell’Ambiente per le Linee Guida sui Contratti di Fiume. Il frutto di tutto questo processo, strutturato e organizzato, sarà un lascito definitivo alla Città, in termini di modernizzazione, attraverso gli elementi-chiave di una possibile geografia dell’intervento urbano, contribuendo a “mettere a sistema” sul Tevere temi quali: l’urbanistica, la storia e le storie, la cultura, l’architettura, l’arte (sia patrimonio acquisito sia nuova creatività), l’inquinamento e la protezione civile, gli ecosistemi e i parchi urbani, gli sport e le attività di svago sia sull’acqua sia sulle sponde, le infrastrutture, i trasporti e il turismo, l’associazionismo, il recupero di aree utilizzabili, la comunicazione, l’educazione ambientale. Vi sono anche importanti scadenze, di 5 anni in 5 anni, che riguarderanno fortemente Roma sul Tevere:

–           il 2020, 150 anni a Capitale d’Italia, da quel 1870 che fu anche caratterizzato dalla più disastrosa piena dell’epoca moderna, anno in cui il Re Vittorio Emanuele II giunse in Città per la prima volta proprio a portare conforto alle popolazioni disastrate;

–           il 2025, con il prossimo Giubileo.

Forse, nel frattempo, le Olimpiadi del 2024, che potrebbero avere proprio nel Tevere l’asse urbano principale. Ebbene, per queste scadenze, occorrerà aver costruito una “visione” del Tevere a Roma e dato corso alla stessa, partendo da ciò che si può fare subito e costruendo insieme il futuro.

Il Consorzio Tiberina ha presentato nell’occasione in Campidoglio – fra le altre cose – una raccolta di progetti nazionali e internazionali sul Tevere a Roma, una analisi conoscitiva preliminare integrata, una serie di intenti e di strategie da condividere, una proiezione sulle risorse nazionali ed europee mobilitabili; per la partecipazione e l’informazione del pubblico, nonché per la necessaria raccolta di osservazioni,è stato presentato il nuovo portale “Open-Tevere”.

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