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Autore: Adelfia Franchi

I Grandi del mondo in Nigeria?

La  morte dal colore nero :dopo i funerali di Parigi, anche la chiesa si è accorta dei morti della Nigeria.

Per l’arcivescovo di Agrigento i grandi del mondo dovevano andare in Africa il giorno dopo le stragi: “Davanti a duemila morti non si può far finta di niente, abbiamo diviso il mondo in due”. E denuncia possibili ripercussioni sull’immigrazione in Italia Perego: “Chiudere Schengen una follia economica, politica e sociale; perchè parlare di economia davanti alla morte?

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Parlamento Europeo OGM e, agricoltura italiana

Ogm: dal Parlamento Ue via libera a norma su autonomia Stati, salvaguardare le tipicità dell’agricoltura italiana

La Cia commenta l’approvazione definitiva dell’accordo raggiunto nelle scorse settimane tra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo sulla riforma della Direttiva in materia. Oggi produttori e consumatori si muovono in direzione opposta agli Ogm: solo 5 Paesi in Ue li coltivano e la superficie dedicata non arriva allo 0,001%. Da parte nostra nessun atteggiamento oscurantista o contrario alla ricerca, ma bisogna tutelare la biodiversità delle produzioni nazionali, che rappresenta il nostro maggiore vantaggio competitivo sui mercati stranieri.

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Nigeria- bimbe bomba o, BAMBINE?

TRE BIMBE BOMBA… NON SONO NUOVI GIOCATTOLI.. non è un azienda che immette nuovi prodotti sul mercato, ma ” giornalisti” in cerca di ignoranti. Mentre il mondo piangeva i morti di Parigi, mentre i grandi del mondo si abbracciavano commossi sotto gli occhi di tutti, in Nigeria, dopo i 2000 morti contro i 12 della Francia, il 10 e 11 gennaio tre bambine sono state fatte esplodere in mezzo alla folla.

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La Corsa di Miguel Stadio dei Marmi Pietro Mennea / Roma / 25 gennaio 2015

Un ragazzo, i suoi 25 anni, i suoi sogni, la sua fine. Poi un nuovo inizio: la sorella, un primatista del mondo a casa sua davanti a un monumento di strada, un ricordo che traversa l’Oceano, unisce Italia e Argentina, diventa una scrittaAMBASIATOREMIGUEL

XVI Edizione della Corsa di Miguel

La XVI  edizione della gara nata per ricordare il maratoneta-poeta argentino desaparecido  Miguel Benancio Sanchez.  Parte dal piazzale della Farnesina e arriva nel suggestivo scenario dello Stadio dei Marmi dedicato a Pietro Mennea. Anche tanti importanti novità e un bellissimo ritorno, quello del passaggio su Ponte Milvio al km 6.

La prima metà del percorso ricalca il tracciato dello scorso anno, con l’attraversamento di Ponte Duca d’Aosta e il tratto sul Lungotevere Flaminio fino a Ponte Risorgimento. La prima importante novità è il passaggio sulla pista ciclabile dopo aver percorso il Lungotevere della Vittoria. Poi ecco Ponte Milvio, sicuramente uno dei momenti più emozionanti della corsa, oltre che uno dei simboli della storia della MiguelMIGUE10

Ultimi 3 km con il secondo passaggio su Ponte Duca d’Aosta, i due rettilinei di viale delle Olimpiadi e di via dei Gladiatori e l’ingresso nel carrabile dello Stadio Olimpico. Arrivo molto più scorrevole e lineare che in passato quindi, fino al tratto conclusivo all’interno del magnifico Stadio dei Marmi.

 

 

Sanità in Maremma…”L’Asl 9 ha strutture di emergenza adeguate e professionisti di valore” Madonna, presidente dell’Ordine dei medici: “No alle polemiche che incrinano i rapporti di fiducia”

La chiamata  al 118 di Grosseto è stata fatta dalla casa di Pino Daniele, ma l’ambulanza con il medico a bordo è stata poi rimandata indietro, perché il paziente era partito per Roma. A ricostruire le prime tappe del malore del cantautore napoletano è l’azienda Usl 9 di Grosseto, che riferisce ai media “il contenuto delle registrazioni presso la Centrale del 118”. Qui è arrivata una chiamata intorno alle 21,15 , con una richiesta di soccorso per una persona all’indirizzo dell’abitazione di Pino Daniele.

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Agricoltura sempre più in mano alla criminalità

Agricoltura: la mano della criminalità si allunga sulle campagne. Un “business” da 50 miliardi l’anno, tra racket, usura, agropirateria, furti e controllo delle filiere

La Cia presenta a Roma il Rapporto sulla legalità e la sicurezza 2014 in collaborazione con la Fondazione Humus: otto reati ogni ora, più di 350 mila gli agricoltori coinvolti. Le mafie cercano di accrescere i propri affari illeciti esercitando il controllo su tutto il sistema agroalimentare, dai campi all’intermediazione dei prodotti fino alla tavola. Il presidente Scanavino: serve un’azione congiunta aziende, istituzioni, forze dell’ordine, magistratura. Rendere sempre più veloce ed efficiente l’assegnazione dei beni confiscati.IMG_20141218_124630

 (foto:ROBERTO BATTAGLIA,l’ imprenditore CHE HA DENUNCIATO la mafia, ora sotto scorta)

L’agricoltura è sempre più spesso nel mirino delle mafie. Dall’agropirateria alle truffe sulla Pac, dal caporalato al saccheggio del patrimonio boschivo, dall’usura al controllo delle filiere agroalimentari, la piovra della criminalità organizzata allunga i tentacoli sul comparto “coltivando” un business da 50 miliardi di euro l’anno, pari a quasi un terzo dell’economia illegale nel Belpaese. La denuncia arriva con il Rapporto sulla legalità e sicurezza 2014 della Cia-Confederazione italiana agricoltori, in collaborazione con la Fondazione Humus, presentato oggi a Roma all’Auditorium “Giuseppe Avolio” della Confederazione.

            L’infiltrazione nel settore primario di “Mafie Spa” produce più di 240 reati al giorno, praticamente otto ogni ora, e mette sotto scacco oltre 350 mila agricoltori -si legge nel rapporto-. Il fenomeno, fino a pochi anni fa concentrato soprattutto nelle regioni del Sud, ora si sta espandendo a macchia d’olio in tutt’Italia, Nord incluso, con un raggio d’azione che è sempre più ampio e dilatato. La lista dei reati perpetrati nelle campagne è lunga e ha un conto pesante: non ci sono solo i 14 miliardi l’anno delle agromafie in senso stretto, vanno aggiunti i 4,5 miliardi calcolati tra furti e rapine; e poi i 3,5 miliardi del racket e i 3 miliardi dell’usura; e ancora 1,5 miliardi per le truffe all’Unione europea e 1 miliardo solo per la contraffazione alimentare in Italia; infine 1 miliardo per le macellazioni clandestine e quasi 20 miliardi di euro legati alle ecomafie tra abusivismo edilizio, discariche illegali e incendi boschivi dolosi.

            “Attraverso il controllo nelle campagne -ha sottolineato il presidente della Cia, Dino Scanavino- le mafie cercano di incrementare i propri affari illeciti esercitando il controllo in tutta la filiera agroalimentare, dai campi agli scaffali del supermercato. Non c’è più in gioco solo il potere su un determinato territorio, la criminalità organizzata vuole far fruttare i patrimoni, introducendosi in quei comparti ‘anticrisi’ che si stanno dimostrando sempre più determinanti per la ripresa dell’economia nazionale, come appunto l’agroalimentare”.

            Ciò che emerge, anche dal Rapporto Cia-Humus, è l’estensione e la ramificazione operativa dei clan interessati e i legami ormai consolidati tra cosche campane, calabresi, siciliane e pugliesi per poter meglio presidiare il settore su una scala di livello industriale. Un “presidio” che avviene tramite l’accaparramento dei terreni agricoli, l’intermediazione dei prodotti, il trasporto e lo stoccaggio fino all’acquisto e all’investimento in bar, ristoranti e centri commerciali. “Ma gli effetti sono devastanti -ha spiegato Scanavino- perché questa presenza mafiosa ‘strozza’ il mercato, distrugge la concorrenza e instaura un controllo basato sulla paura e la coercizione. Le organizzazioni criminali, infatti, impongono i prezzi d’acquisto agli agricoltori, controllano la manovalanza degli immigrati con il caporalato, decidono i costi logistici e di transazione economica, utilizzano proprie ditte di trasporto, possiedono società di facchinaggio per il carico e scarico e arrivano fino alla tavola degli italiani, mettendo a rischio la salute dei cittadini e minando la credibilità dei prodotti italiani, con l’ingresso nella Gdo e nella ristorazione”.IMG_20141218_114001

            Ecco perché ora più che mai serve un forte impegno comune, azioni e strategie il più possibile condivise, per sconfiggere questa “piaga” che distrugge il tessuto sano e produttivo dell’imprenditoria italiana. Tenendo conto anche del fatto che l’agricoltura spesso mostra maggiori elementi di vulnerabilità, legati a quelle caratteristiche e inevitabili forme di “isolamento geografico” dei luoghi di lavoro e del livello di fragilità degli addetti. “La situazione è davvero grave. Non c’è settore dell’economica che non sia finito tra i tentacoli della criminalità organizzata -ha osservato il presidente nazionale della Cia-. Tantissimi sono gli imprenditori che, purtroppo, fanno i conti con il racket, con l’usura, con i furti e le rapine, con le estorsioni e le minacce. Senza contare i danni economici e d’immagine inaccettabili che i produttori e tutta la filiera di qualità pagano per colpa dei falsi e delle sofisticazioni alimentari”.

Per questo oggi serve una sorta di “rete” per contrastare la criminalità organizzata: “Bisogna mettere insieme tutte le associazioni di categoria e instaurare un rapporto continuo e costruttivo con le istituzioni, con la magistratura e con le forze dell’ordine”, ha detto Scanavino, a cui unire un cambiamento anche di carattere legislativo “rendendo sempre più veloci ed efficienti le norme per l’assegnazione e il riutilizzo dei beni confiscati alla mafia”. Solo così, “colpendoli negli interessi economici -ha chiosato il presidente della Cia- è possibile debellare questo ‘cancro’ odioso che sta corrodendo sempre di più la nostra economia”.

 

 

Atleta dell’Anno Fiamme Gialle al Tempio di Adriano a Roma

 

Nel suggestivo “Tempio di Adriano”, Sala della Camera di Commercio di Roma, a Piazza di Pietra, si e’ svolto il tradizionale incontro di fine  anno delle Fiamme Gialle con la stampa e le autorità, durante il quale sono stati presentati il calendario da tavolo 2015, premiati gli atleti delle sezioni giovanili, illustrata la prossima stagione agonistica e sono stati assegnati inoltre il premio “Atleta dell’Anno Fiamme Gialle” ad Arianna Fontana e un premio “Speciale” ad Oxana Corso.Malagò_premia_sezione_giovanile

Alla presenza del Presidente del CONI Giovanni Malagò, del Presidente del CIP Luca Pancalli e del Segretario Generale Roberto Fabbricini, le Fiamme Gialle hanno salutato il 2014 premiando i migliori atleti delle Sezioni Giovanili che nella stagione appena conclusa hanno conseguito risultati d’eccellenza in campo nazionale ed internazionale. Tra i giovani campioni in passerella, appartenenti alle discipline di atletica leggera, nuoto, canoa e canottaggio, spiccano i nomi di Claudia De Stefani (vicecampionessa europea junior di canottaggio) e Carolina Visca (primatista italiana cadette e miglior prestazione mondiale dell’anno nel lancio del giavellotto).

Durante l’evento, il cui liet motiv è stato come sempre la presentazione del tradizionale calendario da tavolo 2015, realizzato ancora una volta da Marchesi Grafiche Editoriali, con i mesi scanditi dalle foto dei protagonisti, è stata illustrata la prossima stagione agonistica invernale ed estiva, particolarmente densa di appuntamenti importanti per i colori gialloverdi.

Momento clou è stata la consegna del premo “Atleta dell’Anno”, per il quale è stata scelta Arianna Fontana, in virtù delle tre medaglie vinte a Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014 e di un premio “Speciale” che si è voluto assegnare all’atleta paralimpica Oxana Corso, in virtù del suo straordinario record del mondo sui 400m nella categoria T35.

Nell’aprire la serie di interventi, Il Generale Giorgio Bartoletti, Comandante del Centro Sportivo della Guardia di Finanza, ha dapprima fatto gli onori di casa, salutando e ringraziando le Autorità, la stampa e tutto il personale Fiamme Gialle presente alla cerimonia e successivamente ha voluto sottolineare come “le Fiamme Gialle riescono oggi ad essere protagoniste non solo nelle più importanti competizioni sportive ma anche nell’ambito dello sport rivolto al sociale, cercando, con la collaborazione del CONI e delle Federazioni Sportive, di diffondere lo sport tra i giovani”.

Particolarmente gradite le parole di apprezzamento espresse dal Presidente Malagò, che ringraziando sentitamente le Fiamme Gialle per il loro contributo sempre determinante nei confronti dello sport e considerandole la “spina dorsale” di questa realtà, ha rivolto i suoi complimenti agli atleti gialloverdi medagliati ai Giochi Olimpici invernali di Sochi 2014 e a tutti coloro che ogni giorno si confrontano nelle numerose manifestazioni nazionali ed internazionali.

Apprezzamento totale per il ruolo svolto dalle Fiamme Gialle in favore dello sport paralimpico è stato espresso dal Presidente Pancalli, il quale ha specificato che: “le Fiamme Gialle, con le loro iniziative, hanno scritto una pagina di storia non solo dello sport italiano ma di tutto il paese, contribuendo a distruggere barriere finora mai oltrepassate”.

La cerimonia, infine, è stata l’occasione propizia per presentare il nuovo numero del periodico del Centro Sportivo della Guardia di Finanza “Traguardo”, che da ora sarà anche disponibile in una dinamica versione digitale fruibile su smartphone, tablet e computer.  Inoltre, è stato annunciato il rinnovo della partnership con Nissan Italia, che per il 2015 ha messo a disposizione dei Gruppi Sportivi Fiamme Gialle, tre autovetture 100% elettriche per il trasporto dei propri atleti, diffondendo l’importante messaggio delle emissioni zero nella mobilità.Platea

Nella prestigiosa platea erano presenti i massimi esponenti delle varie federazioni: Giorgio Scarso (Scherma), Alfio Giomi (Atletica), Luciano Buonfiglio (Canoa e Kayak), Ernfried Obrist (Tiro a Segno). Presenti, oltre agli atleti premiati, anche molti campioni dello sport gialloverde tra cui: Nicola Vizzoni e Diego Marani (Atletica leggera), Valerio Aspromonte (Scherma), Niccolò Campriani e Dino Briganti (Tiro a segno), Silvana Maria Stanco (Tiro a volo), Edwige Gwend (Judo) e Andrea Giovannini (Pattinaggio su ghiaccio).

 

Natale: crisi e cibo made in Italy

Natale: a tavola trionfa il “made in Italy”, ma senza sprechi. Il 64% delle famiglie più attente al riciclo

La Cia spiega che le feste alle porte segnano il crollo finale delle mode esterofile in cucina, mentre vince la tradizione, con menù “tricolori” nel 77% dei casi. Per il cenone della Vigilia quasi 900 milioni di euro di spesa: protagonista il pesce, che proprio in questi giorni tocca il picco di consumo dell’anno. Lo spumante batte ancora lo champagne, scelto da meno di un italiano su dieci. Bene la vendita diretta in campagna e nei mercatini degli agricoltori (+7%), soprattutto nelle zone rurali e periurbane.natale

Tutto è pronto per le tavole di Natale. Tavole casalinghe e assolutamente “made in Italy”. A vincere anche quest’anno, infatti, saranno i “banchetti” in famiglia con prodotti legati alla tradizione e al territorio. Fatte fuori le mode esotiche e ridotti all’osso viaggi e vacanze, ben 9 italiani su 10 (oltre 43 milioni) hanno deciso di trascorrere le feste tra le mura domestiche con parenti e amici e di cancellare i menù esterofili, prediligendo portate “tricolori” nel 77 per cento dei casi. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

            Certo la crisi si fa sentire e le tredicesime sono già impegnate su tasse, bollette e mutuo. Ma le famiglie preferiscono stringere i cordoni della borsa sui regali (con una spesa in calo del 5 per cento) e sui viaggi (con 30 milioni di italiani che restano a casa proprio per motivi economici), piuttosto che rinunciare alla classica tavola natalizia, che mantiene quasi inalterato il budget del 2013. Secondo i nostri dati -spiega la Cia- solo l’11 per cento degli italiani spenderà meno per cibo e bevande, mentre l’89 per cento lascerà quasi inalterata rispetto all’anno scorso la spesa per gli alimentari.

La spesa complessiva stimata per imbandire le tavolate delle festività alle porte è pari a poco più di 3 miliardi di euro -osserva la Cia- di cui circa 900 milioni solo per il cenone del 24 dicembre. Ma gli acquisti saranno comunque più attenti, con il 64 per cento delle famiglie che farà molta più attenzione agli sprechi alimentari, adottando “trucchi” ai fornelli per “riciclare” gli avanzi natalizi e fare cucina di recupero non buttando via niente.

Niente spese folli, insomma: salmone, ostriche, frutta esotica verranno consumate con il contagocce. Mentre sarà un trionfo di prodotti e tipicità locali: ragù, bollito, tortellini in brodo, torte rustiche e dolci artigianali. E per il cenone della Vigilia, che vedrà al centro del menù il pesce (che registra proprio in questi giorni il consumo più elevato dell’anno), le famiglie compreranno alici, pesce azzurro, orate, spigole, trote, capitone invece del costoso caviale d’importazione.biscotti

E poi ancora una volta lo spumante trionferà sullo champagne, con il 91 per cento dei brindisi “tricolori” e una netta prevalenza nei gusti di quello dolce (57 per cento delle preferenze) rispetto ai secchi e “brut” (34 per cento) -aggiunge la Cia- mentre meno di un italiano su dieci sceglierà le bollicine “made in France”.

            A crescere quest’anno è anche la “spesa in campagna”, con un incremento del 7 per cento rispetto al 2013 -ricorda la Cia-. Sono milioni gli italiani che in questi giorni si stanno recando nelle aziende agricole che fanno vendita diretta e nei mercatini di Natale allestiti dagli agricoltori, soprattutto nelle zone rurali e periurbane. Una scelta che premia non solo la qualità, la tipicità, la freschezza e la salubrità dei nostri prodotti agricoli, ma alleggerisce lo scontrino. Nelle aziende agricole, infatti, si acquista a prezzi molto più contenuti, con un risparmio che può arrivare fino al 30 per cento.

 

Natale, gli italiani sognano il cibo

Natale: con la crisi vince il regalo utile, 9 milioni di italiani sognano cesto enogastronomico sotto l’albero

Secondo la Cia, la crisi taglia i budget di spesa per le feste (-5%) ma il cibo resiste e, anzi, cresce come idea regalo. Un italiano su tre dichiara di voler optare per doni “da tavola” a parenti e amici. Sempre più famiglie si recano nelle aziende e nei mercatini allestiti dagli agricoltori (+7%), dove si può risparmiare fino al 30%.   

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Roma: Attacchi insensati alla consigliera Erica Battaglia

 

 E’ che per troppi lunghissimi anni, troppi politici hanno taciuto. Non solo i politici.. come dice don CIOTTI, FORSE ANCHE DALLE PROCURE IN TROPPI NON HANNO FATTO IL LORO LAVORO… I NOMI CHE SONO SUI GIORNALI SI SANNO DA BEN PIU’ANNI DI QUELLO CHE E’VENUTO FUORI, QUINDI ?.. E’CHIARO CHE POI A RIMETTERCI LA FACCIA CI SIETE VOI ULTIMI ARRIVATI.. MAGARI ANDAVATE ANCORA ALLE MEDIE

ERICA

“Sono vittima oggi di un altro attacco. Un attacco a me e a quella cooperazione sana che Buzzi ha tradito, con il suo comportamento criminoso e offensivo delle difficoltà di tanti “esclusi”. L’inchiesta lo evidenzia. Non nego il mio lavoro nella cooperazione sociale. Ne vado fiera e difendero’ sempre gli ideali che ne sono alla base: un’economia più equa e una società inclusiva delle differenze. Buzzi ha tradito un ideale e oggi la cooperazione sana ha bisogno di essere difesa. Per tutto quella che ha dato alla nostra città. Inserendo tanti “fragili” cittadini al lavoro, arricchendo i nostri territori, alimentando un welfare di comunità e prossimità. Non sono indagata. Non sono sporca. Ho ricevuto un finanziamento in campagna elettorale. Un finanziamento registrato, tracciabile e depositato in Tribunale come vuole la legge (DPR 917/86 art.18). A maggior ragione resto al mio posto e a disposizione del Sindaco Marino e del mio Partito.”

ASSOCIAZIONE VALORE UOMO: Il ruolo delle istituzioni nella tutela della persona

Valore Uomo contro malasanità. Vargiu(Scpi):” è la persona che va tutelata”

 L’associazione Valore Uomo :”ci battiamo per i diritti della persona sanciti dalla Carta di Nizza. Una legislazione in questa direzione è quanto mai urgente. Nei contenziosi da malpractice sanitaria l’ago della bilancia non possono essere gli interessi di lobby assicurative

 Roma, 10 dicembre – “E’ la persona il centro costituzionalmente garantito nei casi di tutela della salute, non il medico, non le assicurazioni  e neanche le strutture sanitarie, solo ed esclusivamente la persona” così Pierpaolo Vargiu, deputato e presidente alla Camera in Commissione Affari Sociali che con il suo intervento ha dato il via ai lavori del convegno ‘Il Ruolo delle Istituzioni nella tutela delle persone, L’accertamento, la valutazione e la liquidazione dei danni’ che si è svolto oggi a Roma presso il Tempio di Adriano- Piazza di Pietra organizzato dall’Associazione Valore Uomo di cui è presidente l’Avvocato Giuseppe Mazzucchiello che, da anni, si batte per la difesa dei diritti fondamentali della persona così come sanciti dalla Carta di Nizza del  2000 . L’incontro, che ha visto la partecipazione di un centinaio di avvocati, è stato un momento di riflessione e di approfondimento su un tema tanto delicato quanto attuale: la tutela della persona nei casi di malasanità.IMG_20141210_101856

Una materia complessa che appare ancora più ingarbugliata a causa di una dicotomia che negli ultimi anni ha visto contrapporsi i diritti maturati dai percorsi giurisprudenziali ottemperanti in primis alle linee guida della Costituzione, contro le ipotesi legislative proposte nel corso del tempo e mai trasformate in un corpo unico, in una vera e propria legge che riesca a restituire dignità al tema centrale: la tutela della salute delle persone. A tal punto che una sentenza emessa nel luglio 2014 dalla prima sezione civile del Tribunale di Milano, che bollava il rapporto medico paziente come extracontrattuale, con conseguenti ripercussioni in termini di prescrizione e di ripartizione dell’onere della prova a svantaggio dei malcapitati vittime di incidenti sanitari, viene smentita in breve tempo da un’altra sentenza emessa dallo stesso Tribunale meneghino. “E se il Tribunale di Milano emette in poco tempo due sentenze contrapposte, anche a causa della forte influenza esercitata dagli interessi di lobby assicurative” spiega Pierpaolo Vargiu, impegnato nella commissione che presiede sulla ricerca di soluzioni possibili “ la classe medica lamenta a gran voce che non esiste una legislazione che trasformi il rapporto medico paziente da extracontrattuale a contrattuale.

Il risultato è che il medico evita di prendere in cura i pazienti più a rischio, coloro cioè che potrebbero creargli un contenzioso da cui difendersi”. Facendo un passo indietro, prima di giungere all’eventuale errore medico, va evidenziato che sia la struttura sanitaria che il medico in prima persona stipulano annualmente una cospicua assicurazione a proprie spese, che copra ipotetici danni futuri a discapito dei pazienti. “ Al termine del Governo Monti” riferisce Paolo Arbarello, ordinario di Medicina legale e già direttore del Dipartimento di Medicina Legale dell’Università La Sapienza, “fui chiamato in causa dal sottosegretario Antonio Catricalà per un parere su una ipotesi legislativa tesa ad assicurare tutti, medici e strutture sanitarie, fissando i premi in modo precostituito e similare alla regolamentazione dei danni da microlesione. In sostanza un individuo di circa 35 anni colpito da invalidità permanente al 50% a seguito di errore medico avrebbe visto ridotto il suo risarcimento, comprensivo di danno biologico ed esistenziale, da una somma di partenza non inferiore ai 700mila euro ad una più congrua e vantaggiosa per le compagnie assicurative di 350mila euro”. “ Il mio dissenso su tale incredibile prospettiva è stato netto e deciso: il centro dell’interesse del Governo non era più la persona e la sua tutela, bensì gli interessi economici delle lobby assicurative” conclude Arbarello. Un interesse che come emerge dall’incontro organizzato da Giuseppe Mazzucchiello, fa dimenticare al legislatore che il welfare sanitario italiano fonda su due principi: universalità ed equità che, in caso di danno alla salute, devono portare a soluzioni che riaffermino la certezza della giustizia e del risarcimento integrale del danno subìto.

Un convegno dal taglio estremamente tecnico e scientifico che non ha esitato nel trattare, con l’intervento del presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino,  anche l’aspetto più propriamente legato alla comunicazione ed al diritto del cittadino ad essere informato per capire e di conseguenza realizzare un personale convincimento volto ad indirizzare le opportune scelte politiche a difesa dei valori che la stessa Costituzione sancisce in modo chiaro ed efficace. “ Non siamo buche delle lettere” ha affermato Iacopino “ ed ogni volta che un giornalista affronta il dramma di persone colpite da malpratica sanitaria deve avere la consapevolezza che se usa le parole sbagliate rischia di moltiplicare i guasti.

Nostro compito è quello di informare e ancor di più occuparci dei più fragili nei momenti di loro debolezza. Stop al giornalismo d’assalto, lo abbiamo dimostrato negli ultimi tempi con una serie di interventi a danno di chi usa il dolore altrui per aumentare lo share”. Una promessa che non lascia spazio ad altri interessi, che siano quelli economici delle assicurazioni o delle strutture sanitarie, oppure degli stessi medici, se non a quello primario del cittadino e della sua tutela.

Adelfia Franchi

 

GOVERNO: presentata l’agenda ambientalista

L’ECCELLENZA IN CAMPO AMBIENTALE COME LEVA PER USCIRE DALLA CRISI

SEDICI ASSOCIAZIONI CHIEDONO UNA STRATEGIA INNOVATIVA DEL GOVERNO

Presentata oggi a Delrio a Palazzo Chigi

l’Agenda ambientalista per la ri-conversione ecologica del Paese

La giusta considerazione della dimensione ecologica nelle scelte di politica economica deve dar vita ad un nuovo Patto sociale basato sulla qualità, l’efficienza e la sostenibilità per far uscire il Paese dalla crisi. Bisogna mettere fine all’inazione, c’è bisogno di un programma collegiale e unitario del Governo che individui azioni innovative per garantire il benessere degli italiani e lo sviluppo del Paese dando valore alla ricchezza del suo capitale naturale (la più ricca biodiversità d’Europa) e superando il deficit ecologico che sta diventando un handicap per il rilancio dell’economia. E’ un deficit che, ad esempio, si rileva dalle 16 procedure d’infrazione comunitarie ancora aperte in campo ambientale (fonte: Dipartimento Politiche europee della Presidenza del Consiglio) e dalle emergenze nazionali relative a singoli casi come Ilva, Eternit, Vado Ligure o di sistema come la cementificazione e il dissesto del territorio, la gestione dei rifiuti, le bonifiche e la qualità delle acque.delrio

 

Questo chiedono al Governo 16 Associazioni ambientaliste riconosciute, presentando oggi al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio l’“Agenda ambientalista per la ri-conversione ecologica del Paese”: 55 proposte sui 15 filoni tematici salienti per il rilancio del Paese: clima e energia; trasporti e infrastrutture; consumo del suolo; difesa del suolo; bonifiche; biodiversità ed aree protette; mare; montagna; beni culturali e paesaggistici; agricoltura; turismo e ambiente; Ministero dell’ambiente; diritti e delitti ambientali; andare oltre il PIL; informazione e educazione ambientale. L’Agenda verrà successivamente presentata dal cartello delle associazioni anche alle forze economiche e sociali. Sui contenuti dell’Agenda le Associazioni ambientaliste, considerando come positiva l’apertura al dialogo da parte del Governo, chiedono che si possa avere un confronto più approfondito progressivo nel merito delle soluzioni proposte.

 Le Associazioni ricordano come l’ecologia sia già parte integrante dell’economia europea: sono 5 milioni i posti di lavoro che potrebbero essere creati in Europa conseguendo gli obiettivi dell’Unione Europea al 2020 su clima e energia (fonte: Commissione Europea, 2012) e sono già oggi 14,6 milioni i posti di lavoro assicurati dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici (Commissione Europea, 2011). In Italia, come documentato nel Rapporto GreenItaly 2014, elaborato da Unioncamere e dalla Fondazione Symbola, emerge che alla green economy si devono 101 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 10,2% dell’economia nazionale e che i cosiddetti green jobs sono oggi in Italia più di 3 milioni.

 All’incontro con Delrio sono intervenuti: Donagiuletta pagliacciotella Bianchi, presidente WWF Italia; Norberto Canciani, segretario nazionale Associazione Ambiente e Lavoro; Andrea Carandini, presidente FAI; Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente; Gino De Vecchis, presidente AIIG; Mauro Furlani, presidente Federazione Pro Natura; Giuseppe Gisotti, presidente SIGEA; Rosalba Giugni, presidente Marevivo; Domenico Iannello, presidente CTS; Franco Iseppi, presidente TCI; Ennio La Malfa, presidente di Accademia Kronos; Umberto Martini, presidente generale CAI; Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU; Giulietta Pagliaccio, presidente FIAB; Andrea Purgatori, presidente Greenpeace Italia; Graziella Zavalloni, presidente LAC .

Sintesi delle principali proposte dell’Agenda Ambientalista

 Tra le proposte che vanno ad incidere direttamente su settori strategici per la ri-conversione ecologica dell’economia, rilevanza ha innanzitutto la convocazione di una conferenza nazionale su Clima e Energia che definisca una Strategia Energetica Nazionale e un Piano per la de carbonizzazionecon obiettivi chiari al 2020 e al 2030 per raggiungere entro il 2050 l’obiettivo del 100% rinnovabili, procedendo subito alla progressiva chiusura degli impianti a carbone. Coraggio si chiede al Governo anche in relazione alle scelte su trasporti e infrastrutture nel procedere ad una profonda revisione delle procedure semplificate sulle grandi opere del Codice Appalti a tutela delle legalità e dei diritti dei cittadini alla partecipazione e informazione e l’abbandono dell’insostenibile Programma sulle infrastrutture strategiche (i cui costi sono lievitati dai 125,8 miliardi del 2001 agli attuali 375 miliardi di euro) in favore di Piano nazionale della mobilità che punti sul supermento dello squilibrio gomma/ferro e sull’adeguamento delle infrastrutture esistenti. In agricoltura si chiede che il previsto Piano operativo del Programma delle Rete Rurale Nazionale, alimentato con risorse comunitarie, contenga azioni a favore della biodiversità naturale, al contrasto dei cambiamenti climatici e alla gestione sostenibile delle risorse idrica. Nel settore del turismo si chiede un Piano nazionale della qualità che promuova l’eccellenza in campo ambientale della nostra offerta turistica.

 Si rende necessaria anche una nuova consapevolezza delle scelte macroeconomiche con l’adozione di nuovi indicatori della contabilità nazionale oltre il PIL, quali quelli definiti su scala internazionale dalle Nazioni Unite e dell’Unione Europea (System of Environmental Economic Accounting – SEEA e Beyond GDP) e maturati anche sul piano nazionale da ISTAT con i BES, indicatori del benessere ecologico e sociale.

 Per le associazioni ambientaliste la più grande opera pubblica di cui avrebbe bisogno il Paese è la manutenzione del territorio e la riqualificazione delle aree urbane. Per questo chiedono innanzitutto di entrare nel merito della congruità e dell’efficacia dei progetti definiti a suo tempo per contrastare il rischio idrogeologico, che sono attivati, attingendo al tesoretto di 2 miliardi di euro delle contabilità speciali dei Commissari regionali e una verifica dell’esatta consistenza e la reale disponibilità dei 7 miliardi aggiuntivi che dovrebbero provenire dai fondi di sviluppo e coesione (5) e dal cofinanziamento delle Regioni o dai fondi europei a disposizione delle Regioni (2). Il Governo solleciti il Parlamento alla veloce approvazione del testo unificato per il contenimento sul consumo del suolo. Venga avviata senza ulteriori ritardi la stagione della pianificazione paesaggistica evitando qualsiasi nuovo iniziativa anche governativa di bypassare la pianificazione urbanistica e il parere vincolante delle Soprintendenze. Si definisca una Strategia nazionale per le bonifiche dei siti inquinati, dotate di risorse economiche adeguate in accordo con le Regioni.

 Si deve considerare poi che il capitale naturale del Paese deve esser ancora opportunamente valorizzato. Per questo si chiede innanzitutto che si definiscano Linee guida per le Regioni e gli enti gestori per tutelare al meglio la Rete Natura 2000, tutelata dall’Europa, e che i Parchi nazionali facciano sistema dimostrando quanto stanno facendo sulla tutela e valorizzazione della biodiversità, come richiesto dal Ministero dell’Ambiente sin dal 2012. Per la tutela del mare – attraverso una visione coordinata di tutte le competenze – è indispensabile che l’Italia dia piena attuazione, alla Politica comune sulla pesca, in vigore dall’inizio del 2014 e alla Strategia Marina in modo che, come richiesto dalla Direttiva comunitaria quadro, si consegua il buono stato ambientale delle acque marine. A tutela dell’ambiente montano si chiede di riscrivere il Patto tra il Paese e la Montagna, valorizzando le zone montane e le aree interne d’Italia, le quali rappresentano un grande serbatoio di natura, paesaggio e cultura, anche valorizzando e mettendo in sicurezza la rete dei 1.000 rifugi e dei 65.000 km di sentieri e mulattiere.

 Tra gli interventi di sistema per garantire la governance ambientale nell’Agenda ambientalista si chiede di portare il bilancio annuale del Ministero dell’Ambiente, di gran lunga il dicastero con meno risorse tra quelli con portafoglio, dagli attuali 580 milioni di euro a 700 milioni di euro. Inoltre si ritiene indispensabile rendere finalmente effettiva la tutela penale dell’ambiente, sollecitando il parlamento alla veloce approvazione del testo unificato approvato a larghissima maggioranza alla Camera ed oggi fermo in Senato e esprimendo nel contempo preoccupazione per gli effetti che potrà avere il prossimo decreto legislativo in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto – in esecuzione della legge delega 28 aprile 2014, n. 67. Infine, si ritiene necessario, nel rispetto della strategie europee, che finalmente si introduca l’educazione per l’ambiente e la sostenibilità (EAS) nei piani di studio della scuola e nei programmi di formazione e educazione permanente.

 

 

LIBERA: Prefettura faccia chiarezza su cooperative

Duro comunicato di Gabriella Stramaccioni. E da Bruxelles il presidente dell’associazione contro le mafie, don Luigi Ciotti: «Mi stupisco di chi si stupisce, corruzione e mafia sono due facce della stessa medaglia. Bravi i magistrati a ricorrere al 416 bis».

 “Mafia Capitale”, Libera: Prefettura faccia chiarezza su cooperative

“Dopo l’indagine “Mondo di mezzo” e il coinvolgimento di alcune cooperative che operano con i migranti e i rifugiati, chiediamo chiarimenti anche alla Prefettura di Roma. Riteniamo che ci sia stato, in questi anni, quantomeno un comportamento opaco da parte di chi aveva il compito di controllare e monitorare queste realtà”.  Così  Gabriella Stramaccioni, dell’Ufficio di Presidenza di Libera, durante l’assemblea di chiusura della tre giorni di formazione del coordinamento di Libera nel Lazio. A Latina, oltre 50 fra volontari, attivisti e giovani studenti si sono dati appuntamento per una tre giorni di incontri, dibattiti e formazione. Con uno sguardo alla cronaca degli ultimi giorni che ha attraversato la Capitale e anche il basso Lazio. Nel suo intervento conclusivo Grabriella Stramaccioni è tornata sull’inchiesta “Mondo di mezzo” che ha portato all’arresto di 37 persone e oltre 100 indagati per mafia a Roma.  E ha chiesto di saperne di più “sui mancati controlli che hanno permesso di far crescere il sistema di potere descritto nelle carte dell’inchiesta”.imagesgabriella
 
 
Riferendosi alle indagini che coinvolgono la cooperativa 29 giugno ha ricordato: “Quella cooperativa è stata una bella esperienza di reinserimento lavorativo di ex detenuti inizialmente ma oggi secondo il capo della procura di Roma Giuseppe Pignatone, è un luogo di potere, criminalità e violenza. Si tratta di un fatto molto preoccupante – continua Stramaccioni –  e c’è da chiedersi: com’è potuto accadere senza che nessuno se ne accorgesse?”
 
Una richiesta di chiarimenti  –  quella fatta dalla Stramaccioni –  per “rintracciare la catena di responsabilità che ha portato al mancato controllo” sulla gestione della cooperativa, a capire anche “le responsabilità del mondo politico” della Capitale
 
       tratto da:Liberainformazione

 

 

DIRITTI UMANI: atti del discorso del Ministro dell’ Ambasciata Argentina

 

ATTO DEL 10 DICEMBRE 2014 ALLA CASA ARGENTINA DI ROMA

DISCORSO DEL MINISTRO CARLOS CHERNIAK

  1. Saluto i presenti, la Ministro della Cultura della Repubblica Argentina, Teresa Parodi, l’Ambasciatore argentino in Italia, Torcuato Di Tella, l’Ambasciatore presso la Santa Sede, Eduardo Valdés.

 2. Oggi si commemorano i 31 anni di democrazia in  Argentina, il periodo più lungo di tutta la nostra storia. Si commemora anche la Giornata Mondiale per i Diritti Umani. Queste due date hanno molto in comune, infatti la nostra democrazia é stata costruita tenendo come riferimento la chiave dei diritti umani.

 3. Che cosa significa costruire una democrazia tenendo come riferimento la chiave dei diritti umani?   Dopo la dittatura civico-militare più tragica che ha sofferto il nostro paese, la società argentina aveva di fronte a sé un dilemma: rispettare la legge di autoamnistia dettata dal regime, voltare pagina e far finta che tutto fosse ormai passato, o scegliere la strada più difficile, più etica, più democratica.

 4. Raul Alfonsín ha rappresentato la strada più difficile. Si è optato per la deroga della legge di autoamnistia, per la creazione della CONADEP e per il processo alle giunte militari. Ma le forze dell’antidemocrazia non erano morte, sono sopravissute e hanno costretto il governo a fare un grande passo indietro: le leggi di punto finale e di obbedienza dovuta.

 5. Nel decennio degli anni   90’ la retrocessione in materia di diritti umani é stata di gran lunga peggiore: l’indulto agli unici condannati per violazione dei diritti umani.

 6. C’era un solo attore che non aveva mai fatto un passo indietro, che non si era mai piegato durante la dittatura e neanche di fronte alle pressione delle forze dell’antidemocrazia in democrazia: la società civile, e cioè  leMadres e le Abuelas de Plaza de Mayo, Familiari, Figli e altre organizzazioni per i diritti umani.

 Ed  è proprio quella società civile a convincere la classe politica sul fatto che non è possibile consolidare il processo democratico in Argentina prescindendo dalla verità e dalla giustizia piena, avendo come fine quello di costruire la memoria.

 7. Il Governo di Néstor Kirchner e Cristina Fernandez de Kirchner si fanno carico di queste bandiere, le leggi dell’impunità vengono derogate, i centri clandestini di detenzione diventano luoghi di vita e di memoria, i processi giudiziari contro militari, poliziotti, servizi penitenziari, di intelligenza, imprenditori, religiosi, ecc. vanno avanti, con tutte le garanzie della Costituzione.

 8. In Italia, dai tempi in cui arrivavano i primi esiliati, poi la costituzione del CAFRA come strumento di tutela e di resistenza,  quel primo incontro all’Ambasciata con Hipólito Solari Irigogyen già in democrazia, e l’apertura dell’Ambasciata alla comunità di esiliati sotto la guida dell’Ambasciatore Taccetti e la gestione di Eduardo Zuain; oggi, sotto la guida dell’Ambasciatore Di Tella abbiamo realizzato un approfondimento delle azioni in materia di diritti umani.

 Definiamo quattro canali fondamentali di lavoro:

 1.- Il rapporto con le Autorità italiane:

 a)      Iter procedurali presso la Farnesina affinché consegni tutti gli archivi dell’Ambasciata Italiana di Buenos Aires durante la dittatura.  Tre settimane fa il  Presidente del Senato Grasso ha consegnato gli ultimi fascicoli.

 b)      Iter procedurali presso il Parlamento italiano affinché ratifichi la Convenzione contro la Sparizione Forzata di persone, promossa dall’Argentina.  Prima della fine di quest’anno verrà  ratificata.

 c)      sostenere le richieste di estradizione che la giustizia argentina porta avanti contro i torturatori o i responsabili del terrorismo di stato nascosti in Italia.downloadCOLORI UMANI

 

Questo argomento, che non dipende dalla nostra conduzione,  non ha avuto un riscontro positivo con la giustizia italiana, in particolare con la Corte di Cassazione di Roma. Due accusati per reati di lesa umanità – il prete Reverberis Boschi (che oggi vive tranquillamente in un paese vicino a Parma) e l’ex Tenente Colonnello Carlos Malatto che vive indisturbato nella città di Genova, quest’ultimo difeso dallo stesso avvocato – Augusto Sinagra  – che ha difeso Priebke, Licio Gelli e il torturatore Olivera. Entrambi, Reverberis Boschi e Malatto, non possono allontanarsi dal territorio italiano poiché è stato spiccato nei loro confronti una richiesta di cattura dall’Interpol.

 2. Portare avanti azioni che rafforzino la memoria collettiva come unico anticorpo per evitare che si ripeta la storia.

 Siamo andati nelle scuole, nelle università, nei sindacati, al Parlamento, in tutto il territorio italiano, accompagnati dalle Madres de Plaza de Mayo.

Ricordo l’atto nelle Fosse Ardeatine del 24 Marzo 2012, dove abbiamo detto che la tragedia del popolo italiano era la nostra tragedia e che la nostra era anche italiana. E’ stato un “abbraccio di memoria”. 

 3. Come rappresentanti dello Stato argentino ci assumiamo la responsabilità di portare avanti una Campagna per il Diritto all’Identità, lavorando con le Abuelas de Plaza de Mayo e con i nipoti recuperati, per ritrovare qualcuno dei nipoti che manca, in Italia. 

Siamo andati dappertutto, parliamo e continuiamo a parlare ovunque. Ci avvaliamo del sostegno dei sindacati, delle università, della Farnesina, dei Sindaci e dei Presidenti delle Regioni, nonché dei mezzi di comunicazione.

 4.- Portiamo avanti delle azioni che verranno approfondite nei prossimi mesi, per mostrare gli effetti devastanti della speculazione finanziaria internazionale sui diritti umani dei popoli. I fondi avvoltoi non rappresentano solo un pericolo per la democrazia argentina ma anche per la comunità internazionale.

 Abbiamo ottenuto l’appoggio di oltre 100 legislatori italiani e ora andremo avanti con i sindacati e con altri attori italiani di rilievo.

 Autorità, compagne e compagni,

 Stiamo commemorando l’ultimo 10 dicembre durante la Presidenza di Cristina Kirchner, e ho iniziato queste parole affermando che la democrazia argentina è una costruzione in chiave di diritti umani, e questi ultimi 11 anni sono stati fondamentali per questa tematica.

 Per coloro che credono che il lavoro sia ormai compiuto, che certe politiche in materia di diritti umani andranno avanti per grazia di Dio, ho una brutta notizia: le forze dell’antidemocrazia sono ancora presenti, sono le stesse che hanno fatto sparire Julio López, sono le stesse che minacciano i testimoni che devono dichiarare nei processi in atto, sono gli stessi che scappano o che aiutano a fuggire i torturatori detenuti degli ospedali militari, sono gli stessi che oggi dicono che dobbiamo parlare di riconciliazione senza chiedere perdono, senza assumersi la responsabilità di ciò che si è commesso, senza rendere conto della sorte dei desaparecidos e dei loro figli sottratti.

 Per coloro che dicono basta con il passato, vi informo che  l’ultimo ritrovamento dei nipoti risale a una settimana fa. Di quale passato stanno parlando?

 Sappiano le Madres e le Abuelas che anche se lasciano questo mondo la loro causa sarà portata avanti dalle nuove generazioni.

 Vi ringrazio.

     

Soffi vitali—Claudia Conte

C’è ancora spazio per il romanticismo?Dalla letteratura  alla musica come cambiano i sentimenti 

Dalla letteratura alla musica cambia il linguaggio dei sentimenti, che restano però motore della vita. Ieri fiumi di inchiostro, oggi parole che viaggiano tramite posta elettronica.

Nell’epoca del digitale anche le dichiarazioni d’amore si pongono al passo con i tempi e sarà proprio la giovane attrice e scrittrice Claudia Conte ad illustrare questo viaggio con tanti ospiti illustri che dibatteranno su un tema delicato ed attuale: “C’è ancora spazio per il romanticismo?”imagesclaudia

Motivo dell’incontro-spettacolo la presentazione della sua ultima opera letteraria, intitolata “Soffi Vitali: Quando il cuore ricomincia a battere”, che sta già riscuotendo un notevole successo di critica e pubblico e che sarà presentata, il prossimo 13 dicembre alle 18.30, nella scuola di musica “Sotto i raggi del Sol” del cantautore Edoardo Vianello, autore di canzoni indimenticabili che hanno fatto da colonna sonora a tante storie d’amore.

A presentare la serata l’attore e conduttore radiofonico Gigi Miseferi con Valentina Gemelli, che faranno gli onori di casa introducendo i relatori: il cantante Edoardo Vianello, il professor Antonio Lo Iacono, presidente della Società Italiana di Psicologia, l’attore Vincenzo Bocciarelli, protagonista di alcune letture estratte dal romanzo. Finale a tutta musica con il cantautore Alessandro D’Orazi, che coinvolgerà allegramente i giovani musicisti della scuola in un concerto dedicato ovviamente alle canzoni del cuore.

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Un viaggio alla scoperta di “Soffi Vitali”, il nuovo libro di Claudia Conte

 13 dicembre 2014 ore 18.00 – via Donato Menichella 100 (zona Torraccia)

Scuola di Musica “Sotto i raggi del Sol” di Edoardo Vianello e Alessandro D’Orazi

 

IL VIAGGIO

Un titolo che ci invita a sognare mondi nuovi, dorati, dove perdersi per dimenticare per brevi periodi le fatiche di tutti i giorni: sognare e, svegliarsi in un incubo è sempre più facile, attraversiamo questo territorio con le parole della scrittrice CLEMENTINA  MAGLIULO PODO

“Dedico questo racconto a tutti quei milioni di bambine sfruttate nel mondo; a tutte quelle che fra loro, hanno saputo o sapranno distaccarsi dal vincolo della schiavitù ed essere finalmente in grado di vivere libere da ignobili catene.”

Il libro racconta un percorso di vita che racchiude un viaggio che ognuna di noi percepisce come di altre… un racconto che riesce a dare misura delle tensioni intorno a noi ma, anche dell’ indifferenza che ci circonda.L’ autrice Clementina Magliuolo Podo, nel suo romanzo, muove la sua ricerca con la convinzione che nessuno di noi possa tirarsi indietro rispetto al crimine e, al dolore. Un testo che esplora i temi dell’ alienazione e della frustrazione,con uomini in viaggio come virus devastanti, a tratti un horror senza censura, come nei film a luci rosse…MINORI

 Lo sfruttamento della prostituzione infantile che viaggia nel romanzo edito da IBISKOS ULIVIERI, lo troviamo ovunque nelle nostre piccole città di province. Milano, Roma. Bologna, periferie, vie di lusso ; non si argina con nessuna legge, un degrado infinito di danno alla persona. E’ nelle piccole realtà che si consumano delitti passionali, si uccidono donne, spariscono bambine, si uccidono figli, ci si accanisce sugli indifesi, deboli innocenti e soli…

 La scrittrice viaggia sul filo del dolore, sulle difficoltà delle donne in un paese straniero,difficoltà iniziate nel loro paese d’ origine), donne che cercano riscatto da una vita difficile, una vita incastrata in un viaggio pieno di dolore, dove zombi famelici devastano le loro anime innocenti, impacchettate e buttate sulla strada, date in pasto ad altri zombi.

 Come comportarsi davanti al degrado, al dolore, al complicato mondo adolescenziale, dove gli zombi vanno a caccia  dove trovano porte aperte, dove il viaggio è facile, dove spesso i genitori non riescono a farne parte…

 Un viaggio descritto dalla scrittrice cosi distante dal mondo dei benpensanti da sembrare oltre anni luce da noi, eppure lo abbiamo sotto casa, appartiene al nostro condominio.

 In generale non accade spesso che in un romanzo scritto da una donna, si usino toni cosi diretti, di solito le parole sono più pacate, qui arrivano diritte al cuore, come una coltellata, crude, per molti forse anche volgari. Se lo scopo di Clementina Magliulo Podo era di scuotere la coscienza del viaggiatore , ci è riuscita perfettamente.

 Una full immersion di emozioni contrastanti, dolorosi, con un finale per la protagonista pieno di felicità.

 Tutto il resto rimane nel retro dell’ anima

 Adelfia Franchi

Contro la violenza “interno argentino con tango”

La memoria dei desaparecidos, la ricerca della verita’ delle abuelas e delle madri di Plaza de Mayo, il diritto alla ricostruzione dei propri natali da parte dei figli dati in adozione alle famiglie dei carnefici della ‘Meglio gioventu’ argentina, questi I temi al centro della rassegna di corti teatrali “Interno argentino con tango” in scena al Teatro Antigone il 12 dicembre prossimo per l’organizzazione della Compagnia Teatrale Factotum.imagestor bella minaca

Una pagina nera della storia contemporanea che ancora rivendica chiarezza e limpidezza e sulla quale l’ideatrice della rassegna,Stefania Catallo, nota alle cronache per il suo impegno contro la violenza di genere nel centro antiviolenza di Tor Bella Monaca, ha incentrato l’intera serata. Un impegno coraggioso che sara’ premiato dalla presenza in qualita’ di ospite d’onore di Giulia Spizzichino, sopravvissuta alla Shoah e accusatrice di Erich Priebke, per la quale la stessa Catallo ha scritto e diretto un monologo che sara’ recitato da Donatella Barbagallo, e suggellato dal patrocinio dell’Ambasciata Argentina in Italia. La rassegna, il cui  filo rosso sara’ il richiamo al teatro di denuncia e di impegno civile, prevede inoltre performance di ballerini di tango con esecuzione di musiche dal vivo. A privilegiare questa modalita’ di approccio alla storia contemporanea argentina anche la testimonianze di personaggi da sempre in prima linea per la difesa dei diritti umani. I corti in gara saranno sei, tutti interpretati e diretti da giovani artisti italiani ed argentini.

Venerdì 12 dicembre alle ore 20.30

Teatro Antigone di Roma, in via Amerigo Vespucci 42

Roma:presentazione prossima stagione agonistica Fiamme Gialle

 FIAMME GIALLE MERCOLEDI’ 17 DICEMBRE A ROMA IL TRADIZIONALE INCONTRO DI FINE ANNO.

 Mercoledì 17 dicembre, alle ore 16.00, nella splendida cornice del Tempio di Adriano della Camera di Commercio, in piazza di Pietra, il tradizionale appuntamento di fine anno delle Fiamme Gialle con la stampa.

 Nel corso dell’evento sarà presentata la prossima stagione agonistica ed il calendario da tavolo Fiamme Gialle realizzato, anche quest’anno, grazie alla preziosa collaborazione di “Marchesi Grafiche”.imagesfiamme gialle

 Durante l’evento, cui saranno presenti gli atleti protagonisti del calendario 2015, verrà assegnato il premio “Atleta dell’anno 2014” Fiamme Gialle. Saranno inoltre premiati i migliori atleti delle nostre Sezioni Giovanili che hanno ottenuto successi nazionali ed internazionali nel 2014.

Morassut: voce inascoltata nel PD dall’ anima persa…

#MafiaCapitale –  Morassut (Pd): «Sottovalutate e osteggiate le battaglie di chi denunciava distorsioni»

«Il partito democratico a Roma e nel Lazio ha bisogno di ritrovare l’anima perduta. Da troppi anni la politica è stata espulsa dalle nostre stanze, sostituita da tribù. Per troppo tempo la battaglia di chi ha segnalato e documentato distorsioni è stata sottovalutata, ignorata o perfino combattuta. L’occasione che si presenta ora per voltare pagina non deve essere perduta e occorre andare in fondo con radicalità». Lo scrive l’on. Roberto Morassut (PD) in una nota.downloadROBERTOOO

«Il Tesseramento, suggerisce Morassut, va rivisitato totalmente e – approfittando del nuovo anno – rifatto da cima a fondo con criteri di adesione che tutelino la libertà individuale degli iscritti e dei cittadini di aderire consapevolmente e per libera scelta non indotta da gruppi organizzati. L’Assemblea cittadina va sciolta perché è stata formata con liste bloccate dall’alto e con percentuali “a corpo” tra tribù, senza base democratica. Pertanto nella nuova fase non è più possibile considerarla l’organismo dirigente supremo in grado di guidare la nuova fase».

«Occorre poi indire – dopo il setaccio del tesseramento e lo scioglimento della Assemblea – un congresso che abbia un carattere “costituente”, svolto per tesi politico programmatiche, che rimetta al centro la politica ed i contenuti e che elegga organismi dirigenti su base di rappresentanza territoriale e dal basso», continua il parlamentare romano.

«Solo così si potranno cacciare via le tribù e far tornare le persone. Solo così si potrà restituire l partito il ruolo di costruttore di politiche e non di campo di confronto tra gruppi di potere. Tutti sanno bene i nostri congressi negli ultimi anni non si sono basati sulla politica. Non c’erano documenti in discussione e non si parlava di contenuti. Si votavano solo liste preconfezionate. Ricostruire tutto comporta la demolizione di tutto questo senza se e senza ma».

«E voglio essere chiaro, spiega ancora Morassut. Questo stato di cose non riguarda solo Roma. In tutta Italia esiste lo stesso problema magari con scale diverse. In troppe federazioni locali la politica è scomparsa, il tesseramento non è stato regolare con congressi finiti “tantissimo a pochissimo o a zero”. Questi fenomeni avrebbero già da tempo dovuto suggerire interventi seri perché dimostravano incontrovertibilmente la lacerazione gravissima del tessuto democratico interno. Penso che di questo si dovrà parlare senza reticenze all’Assemblea Nazionale del 14 dicembre. Facciamo attenzione a non perdere questa occasione».

«Per far tornare le persone e la politica  – conclude – occorre cambiare le basi del tessuto associativo attuale ormai logorato. È una riforma strutturale che implica una selezione dei gruppi dirigenti che metta al primo posto la loro onestà e la loro capacità. Cominciamo da Roma. E facciamolo in modo vero. Non vorrei, domani, trovarmi a dire come oggi che certe cose erano state dette, scritte e combattute senza ascolto».