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Autore: Giorgia Iacuele

La trilogia di Toshikazu Kawaguchi ambientata in Giappone

Diverse storie tutte appassionanti e con un risvolto significativo. I personaggi prendono direzioni inaspettate dopo essersi seduti proprio su quella sedia. I caffè della trilogia sono ambienti semplici ma ricchi di persone di valore. La composizione dei tre romanzi è la medesima, tante piccole storie ma con un filo conduttore. Ognuna di loro porta a riflettere sulla vita, l’amore, la famiglia e anche sulla morte.

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La libertà di stampa non è sempre rispettata

Il 3 maggio del 1993 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclama la Giornata internazionale per la libertà di stampa. 

Il giorno fu scelto per ricordare il seminario di quest’ultima per promuovere l’indipendenza e il pluralismo della stampa africana (Promoting an Independent and Pluralistic African Press) tenutosi dal 29 aprile al 3 maggio del 1991 a Windhoek (Namibia). Questo incontro portò alla redazione della Dichiarazione di Windhoek. Il documento è un’affermazione dei principi in difesa della libertà di stampa, del pluralismo e dell’indipendenza dei media come elementi fondamentali per la difesa della democrazia e il rispetto dei Diritti umani. Quando la libertà di stampa subisce una violazione, a farne le spese sono i cittadini ma anche, troppo spesso, i giornalisti, che in molti Paesi subiscono vessazioni di ogni tipo. L’obiettivo è sostenere e far rispettare la libertà di parola.

“Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera. Il presente articolo non impedisce agli Stati di sottoporre a un regime di autorizzazione le imprese di radiodiffusione, di cinema o di televisione”.

In relazione ai dati della Freedom House che si fonda sulla convinzione fondamentale che la libertà prospera nelle Nazioni democratiche in cui i Governi sono responsabili nei confronti del loro popolo ci sono ancora dei Paesi considerati “non liberi”. Ma la situazione è migliorata dato che nel 1985 erano 40 (principalmente in Asia e Africa) mentre oggi è avvenuto un calo del 20%.

L’edizione 2022 del World Press Freedom Index, che valuta lo stato di salute del giornalismo in 180 Paesi, sottolinea gli effetti disastrosi del caos generato dall’infodemia. Conseguenza di uno spazio informativo non regolamentato in cui proliferano fake news. Norvegia, Danimarca e Svezia sono sul podio della classifica generale. Infatti rappresentano un modello virtuoso della libertà di espressione. Mentre il gruppo dei dieci peggiori include anche la Cina (175°), il Myanmar (176º), il Turkmenistan (177º). L’Iran (178º), l’Eritrea (179º) e la Corea del Nord (180º). Rispetto al 2021, l’Italia ha perso 17 posizioni, passando dalla 41esima alla 58esima posizione.

Ogni anno la Giornata internazionale della libertà di stampa viene celebrata in una città dove convergono associazioni di giornalisti provenienti da tutto il Mondo, agenzie di stampa internazionali, rappresentanti dell’Unesco e istituzioni governative e viene assegnato il premio Unesco/Guillermo Cano per la libertà di stampa. Il quale prende il nome del giornalista colombiano Guillermo Cano Isaza, assassinato nel 1986 a Bogotà davanti alla sede del giornale El Espectador per il quale lavorava. Questo premio è volto a onorare persone, organizzazioni o istituzioni che hanno dato un contributo alla difesa e alla promozione della libertà di stampa, in particolare coloro che operano esponendosi a gravi rischi.

Nel 2022 la Conferenza mondiale della libertà di stampa si svolge a Punta Del Este, in Uruguay e il vincitore del premio è l’Associazione dei giornalisti della Bielorussia (AJB). Fondata nel 1995 come associazione non governativa di lavoratori dei media ha l’obiettivo di promuovere la libertà di espressione e il giornalismo indipendente in Bielorussia. Riunisce più di 1.300 giornalisti ed è membro della Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ) e della Federazione europea dei giornalisti (EFJ). Nell’agosto 2021, dopo una perquisizione della polizia nei suoi uffici, la Corte Suprema della Bielorussia ha ordinato lo scioglimento di questa organizzazione. A richiederlo il ministero della Giustizia.

Il premio, del valore di 25.000 dollari, riconosce i contributi eccezionali alla difesa o alla promozione della libertà di stampa, in particolare di fronte al pericolo.

«Per venticinque anni, il premio Unesco/Guillermo Cano ha attirato l’attenzione del Mondo sul coraggio dei giornalisti che hanno mostrato sacrificio di sé nella loro ricerca di verità e trasparenza. Ancora una volta, il loro esempio ci ispira e ci ricorda l’importanza di garantire che i giornalisti, ovunque si trovino, possano lavorare liberamente e in sicurezza». Ha dichiarato il direttore generale dell’Unesco Audrey Azoulay.

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Servono 5 mesi per pagare le tasse in Italia

Italia deludente rispetto agli altri Paesi europei. Nel 2020 (ultimo anno in cui è possibile effettuare una comparazione) i contribuenti italiani hanno lavorato per il fisco fino al 5 giugno (quasi 157 giorni lavorativi). Cioè 4 giorni in più rispetto alla media registrata nei Paesi dell’area euro. Invece, se il confronto è realizzato con la media dei 27 Paesi che compongono l’Unione europea si allungano a 6.

Comparando il “tax freedom day” italiano con quello dei principali competitori economici, solo la Francia presenta un numero di giorni di lavoro necessari per pagare le tasse nettamente superiore (+19). Mentre tutti gli altri lo fanno in anticipo. In Germania, ad esempio, questo è avvenuto 5 giorni prima che in Italia, in Olanda 11 e in Spagna 20. Il Paese più virtuoso è l’Irlanda; con una pressione fiscale del 20,7%, i contribuenti irlandesi assolvono gli obblighi fiscali in soli 76 giorni lavorativi, cominciando a lavorare per se stessi il 16 marzo: 81 giorni prima rispetto all’Italia.

Lo scorso anno la pressione fiscale in Italia ha toccato il record storico del 43,5% del Pil, nel 2022, invece, è destinata a scendere al 43,1. In virtù di ciò, solo il prossimo 7 giugno (un giorno prima di quanto successo nel 2021) gli italiani celebreranno il tanto sospirato giorno di liberazione fiscale (o “tax freedom day”).

In altre parole, dopo più di 5 mesi dall’inizio del 2022 (pari a 157 giorni lavorativi inclusi i sabati e le domeniche), il contribuente medio italiano smetterà di lavorare per pagare tutti gli obblighi fiscali dell’anno (Irpef, Imu, Iva, Tari, addizionali varie, Irap, Ires, contributi previdenziali, etc.). Quindi dal 7 giugno inizierà a guadagnare per se stesso e per la propria famiglia.

Dall’Ufficio studi della Cgia: “l’elaborazione di questo contatore è un puro esercizio teorico. Tuttavia, questa analisi è interessante perché dà la dimensione, quando la si compara con i risultati degli altri Paesi europei, di quanto sia spaventosamente elevato il prelievo fiscale e contributivo in capo ai contribuenti italiani”.

“Guardando la serie storica che è stata ricostruita fino al 1995,  il giorno di liberazione fiscale più precoce è stato nel 2005. In quell’occasione, la pressione fiscale si attestò al 39% e ai contribuenti italiani bastò raggiungere il 23 maggio (142 giorni lavorativi) per scrollarsi di dosso tutte le scadenze fiscali. Osservando sempre il calendario, quello più in ritardo si è registrato nel 2021, poiché la pressione fiscale ha raggiunto il record storico del 43,5% e, di conseguenza, il fatidico giorno è slittato all’8 giugno”.

Russia fuori dal Consiglio dei Diritti umani

L’Assemblea Generale dell’Onu ha sospeso la Russia dal Consiglio dei diritti umani di Ginevra. La richiesta avanzata dagli Stati Uniti, è stata accolta con 93 voti favorevoli.

Il Paese si è unito all’organismo del Consiglio dei diritti umani nel gennaio 2021 come uno dei 15 eletti dall’Assemblea Generale per servire mandati triennali. Secondo la risoluzione del 2006 l’Assemblea generale può sospendere un Paese dall’adesione se commette violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani. La Russia da ieri 8 Aprile 2022 non ne fa più parte del Consiglio.

Sui 193 membri la risoluzione ha ricevuto una maggioranza di due terzi dei votanti, meno le astensioni. Quindi 93 Nazioni hanno votato a favore. 24 contro, tra cui Russia, Cina, Cuba, Corea del Nord, Iran, Siria, Vietnam. 58 si sono astenuti, per esempio India, Brasile, Sudafrica, Messico, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Qatar, Kuwait, Iraq, Pakistan, Singapore, Thailandia, Malesia, Indonesia e Cambogia.

Nella bozza di risoluzione – tra i co-sponsor c’era anche l’Italia – si chiedeva di “sospendere il diritto della Russia di far parte del Consiglio. Esprimendo grave preoccupazione per la crisi umanitaria in Ucraina, in particolare per le notizie di violazioni e abusi del diritto internazionale umanitario da parte di Mosca”.

Le motivazione che hanno portato il consiglio dei Diritti umani a indire la votazione sono soprattutto le inquietanti immagini emerse da qualche giorno sulla città di Bucha, sobborgo della capitale Kiev. Centinaia i corpi di civili trovati nelle strade e nelle fosse comuni dopo il ritiro della Russia dalla zona. Immagini e fatti che hanno sconvolto il Mondo e hanno portato a conseguenze irrimediabili.

«Qui a Bucha abbiamo visto l’umanità andare in frantumi. Tutto il Mondo è con Bucha oggi». Così la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, in visita con l’alto rappresentante degli Esteri, Josep Borrell, nella città ucraina dove sono stati massacrati oltre 300 civili. «Qui è successo l’impensabile. Abbiamo visto il volto crudele dell’esercito di Putin, la sconsideratezza e la spietatezza di chi ha occupato la città».

Gennady Kuzmin, vice ambasciatore russo, nelle osservazioni prima del voto, ha invitato a «votare contro il tentativo dei Paesi occidentali e dei loro alleati di distruggere l’attuale architettura dei diritti umani».

Parlando dopo l’adozione della risoluzione, Kuzmin, ha improvvisamente dichiarato che la Russia aveva già deciso, quel giorno, di lasciare il Consiglio prima della fine del suo mandato. Ha sostenuto che il Consiglio è stato monopolizzato da un gruppo di Stati che lo usano per i loro scopi a breve termine.

«Questi Stati per molti anni sono stati direttamente coinvolti in palesi e massicce violazioni dei diritti umani, o hanno favorito tali violazioni. Nonostante la loro appartenenza al Consiglio, non sono pronti a sacrificare i loro interessi politici ed economici a breve termine a favore di una vera cooperazione e della stabilizzazione della situazione dei diritti umani in certi Paesi».

Anche l’ambasciatore ucraino Sergiy Kyslytsya, prima del voto, ha esortato i Paesi a sostenere la risoluzione. «Bucha e decine di altre città e villaggi ucraini, dove migliaia di residenti pacifici sono stati uccisi, torturati, violentati, rapiti e derubati dall’esercito russo, servono come esempio di quanto drammaticamente lontano sia andata la Federazione russa dalle sue dichiarazioni iniziali in materia di diritti umani. Ecco perché questo caso è unico e la risposta di oggi è ovvia e autoesplicativa».

Il voto ha avuto luogo nell’anniversario del genocidio del 1994 in Ruanda, e l’ambasciatore ucraino ha fatto dei paralleli con questa pagina buia della storia recente.

«Il genocidio in Ruanda è stato in gran parte dovuto all’indifferenza della comunità  mondiale. Quando l’Onu non ha risposto agli avvertimenti nel Consiglio di sicurezza e nell’Assemblea generale, un anno prima della tragedia che commemoriamo esattamente in questo giorno», ha affermato Kyslytsya. «Oggi, nel caso dell’Ucraina, non è nemmeno un anno, perché la tragedia si sta svolgendo proprio ora davanti ai nostri occhi».

«I criminali di guerra non hanno posto negli organismi delle Nazioni Unite preposti alla difesa dei diritti umani. Grazie a tutti gli Stati membri che hanno sostenuto la risoluzione dell’Assemblea generale e hanno scelto la parte giusta della storia», ha esultato invece il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.

Anche il Cremlino accusa il Consiglio Onu di «essere monopolizzato da un gruppo di Stati» e si è detto «dispiaciuto» ma ha ribadito che Mosca continuerà a «difendersi» con tutti i mezzi legali a sua disposizione e a manifestare il proprio punto di vista rispetto alla crisi.

L’Assemblea generale, a cui spetta il compito di eleggere i membri del Consiglio per i diritti umani, fino a oggi aveva sospeso solo un Paese: la Libia. Accadde nel marzo 2011, ma in un contesto completamente diverso da quello che riguarda la Russia. L’Onu decise l’esclusione della Libia dopo che il presidente Mu’ammar Gheddafi aveva sedato con violenza una manifestazione anti–governativa. Le rappresentanze libiche di New York e Ginevra avevano preso le distanze dal Governo.

La Cina è stata tra i Paesi che hanno votato contro la risoluzione. L’ambasciatore Zhang Jun, temeva che qualsiasi mossa affrettata nell’Assemblea generale sarebbe stata come “aggiungere benzina al fuoco”. In quanto avrebbe aggravato le divisioni, intensificato il conflitto e messo in pericolo gli sforzi di pace.

«Trattare l’appartenenza al consiglio dei Diritti umani in questo modo creerà un nuovo pericoloso precedente. Intensificherà ulteriormente il confronto nel campo dei diritti umani, portando un maggiore impatto sul sistema di governance delle Nazioni unite, e produrrà gravi conseguenze. Il dialogo e il negoziato sono l’unica via per uscire dalla crisi in Ucraina. Ci opponiamo fermamente alla politicizzazione delle questioni relative ai diritti umani», ha commentato l’ambasciatore cinese al Palazzo di vetro, Zhang Jun. Ha anche annunciato il no del Dragone (che nelle altre risoluzioni si era astenuto) e ha sottolineato che «questa risoluzione aggrava le divisioni tra gli Stati membri, aggiunge benzina al fuoco, e non aiuta i colloqui di pace».

Per l’Unione europea, la portata e la gravità delle violazioni della Russia in Ucraina, e dell’integrità territoriale e della sovranità del Paese, richiedono una risposta internazionale forte e unita.

«La rara decisione che l’Assemblea ha preso oggi invia un forte segnale di responsabilità. Speriamo che aiuti a prevenire e scoraggiare altre violazioni dei diritti umani», ha affermato l’ambasciatore Olaf Skoog, capo della delegazione dell’Ue.

E per il rappresentante permanente italiano Maurizio Massari è stato «un sì alla responsabilizzazione, al mantenimento dell’integrità del Consiglio per i diritti umani, alla credibilità del sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite e alla prevenzione di altre violazioni».

Gli Usa, dato che la richiesta proveniva da loro, sono stati l’ultimo Paese ad avere la parola durante la riunione.

L’ambasciatrice Linda Thomas-Greenfield ha descritto l’adozione della risoluzione come «un momento importante e storico. Ci siamo assicurati che a un persistente ed egregio violatore dei diritti umani non sarà permesso occupare una posizione di leadership sui diritti umani all’Onu. Continuiamo a ritenere la Russia responsabile di questa guerra non provocata, ingiusta e inconcepibile. E a fare tutto ciò che è in nostro potere per stare con il popolo dell’Ucraina».

La tutela dei diritti dell’uomo è uno dei fini delle Nazioni Unite. L’organismo politico incaricato di supervisionarne l’osservanza è il Consiglio per i diritti umani. Istituito con la risoluzione 60/251 dell’Assemblea generale Onu del 15 marzo 2006, in sostituzione della Commissione dei diritti dell’uomo.

Il Consiglio per i diritti umani (Human Rights Council, HRC) ha sede a Ginevra ed è organo sussidiario dell’Assemblea generale dell’Onu. Promuove la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Si occupa delle situazioni di violazione e formula all’Assemblea generale raccomandazioni orientate allo sviluppo della legislazione internazionale sul tema. Con la Universal Periodic Review-UPR il Consiglio sottopone tutti i membri dell’Onu a un esame periodico per valutare la situazione dei diritti umani.

La composizione del Consiglio tiene conto della rappresentanza geografica e i suoi 47 membri – eletti con voto segreto dalla maggioranza assoluta dei membri dell’Assemblea generale – occupano seggi assegnati. 13 ai Paesi africani, 13 ai Paesi asiatici, 6 ai Paesi dell’Europa orientale, 8 all’America Latina e Caraibi e 7 all’Europa occidentale e altri Stati. La durata del mandato è di tre anni per massimo due mandati consecutivi. Il Consiglio si riunisce per almeno tre sessioni l’anno oltre, se necessario, a sessioni speciali.

Alla carica di presidente del Consiglio dei diritti umani, che ha durata annuale, sono eletti alternativamente esponenti dei gruppi regionali. Dal 10 dicembre 2012 il presidente è il diplomatico polacco Remigiusz A. Henczel.

L’Italia, già membro del Consiglio per i diritti umani per il triennio 2007-2010, è stata nuovamente eletta per il triennio 2011-2014.

La guerra in Ucraina era già costata alla Russia l’esclusione dal Consiglio d’Europa. Organizzazione internazionale nata nel 1949 per difendere democrazia e diritti umani e che comprende tutti gli Stati del continente tranne la Bielorussia.

I ministri degli Esteri di Russia e Cina si incontrano

Si è svolto a Tunxi, provincia orientale cinese dello Anhui, l’incontro tra Russia e Cina. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e il suo omologo cinese, Wang Yi, durante il colloquio hanno rafforzato la cooperazione tra i Paesi e condannato le sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia. I due si sono visti a margine della della terza riunione ministeriale dei Paesi confinanti con l’Afghanistan. Nazione governata dai talebani.

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Trattati di Roma

I Trattati di Roma vennero firmati il 25 marzo del 1975 e diedero inizio alla Comunità europea, ma entrarono in vigore il primo gennaio 1958. Nacquero così la Comunità economica europea e la Comunità dell’energia atomica, Euratom. 

La prima sessione dell’Assemblea parlamentare europea si tenne il 19 marzo 1958, e venne fatta una disposizione specifica per l’elezione diretta dei membri che venne attuata nel 1979. Oggi i Trattati di Roma si chiamano Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

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Oscar 2022, tante emozioni e sorprese

La statuetta più ambita e “pesante” degli Oscar va a C.o.d.a. film trasmesso da Apple che lo ha acquisito per 25 milioni di dollari dopo il trionfo al Sundance Festival dove aveva già vinto i premi dai sindacati di produttori, attori e sceneggiatori. Racconta la storia di una famiglia di sordomuti e della figlia, che fa da interprete, e nel contempo sogna di diventare una musicista.

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L’eccellenza e la grandiosità dell’ospitalità italiana al DUCO TRAVEL ITALY, “Taccuino ideale” dei percorsi più belli in Italia

Le grandiosità dell’Italia in scena al Duco Travel Italy, il primo evento con focus su un’unica destinazione per esaltare l’eccellenza dell’ospitalità italiana ai più importanti buyer del mondo.  

«La missione di Duco» – sottolinea l’ideatrice del Duco Travel Italy Carolina Perez – «è promuovere tutte le Regioni d’Italia per far scoprire anche i luoghi meno conosciuti. Sono convinta che l’Italia abbia ancora grandi potenzialità nel turismo ma avere storia, bellezza e gastronomia non basta per realizzare una buona promozione. C’è bisogno di presentare questa nicchia tutta insieme. E di farlo non in una fiera internazionale dove si trovano offerte di ogni tipo e di ogni Paese, ma con un evento in Italia che facesse immergere nella cultura e nella conoscenza non superficiale del Paese. La cosa più importante nella vita ormai è il tempo per stare con le persone che amiamo. Per questo quando organizziamo un viaggio vogliamo che tutto sia perfetto».

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Pil in calo del 2,4% secondo Confcommercio

Frena ancora il Pil italiano che a marzo fa registrare un -1,7% su febbraio, consolidando la tendenza al rallentamento emersa nei mesi scorsi. Nel confronto annuo la crescita si dovrebbe attestare all’1,3%, in ridimensionamento rispetto ai periodi precedenti.

A rilevarlo è Confcommercio nella Congiuntura di marzo. “Nella media del primo trimestre il Pil è stimato in calo del -2,4% sul trimestre precedente, dato che porterebbe comunque a una crescita su base annua del 3,3%. Ma anche con il pieno sfruttamento delle risorse del Pnrr” – spiega il rapporto -“difficilmente si raggiungerà una crescita media 2022 superiore al 3%.

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Roma candidata all’Expo 2030

Presentata ufficialmente nel Padiglione Italia la candidatura di Roma a ospitare l’Expo 2030, avviata dal Governo e portata avanti dal Comitato promotore e da Roma Capitale.

A illustrarla il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri, il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Luigi Di Maio e quello delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Enrico Giovannini, intervenuti in collegamento. Il presidente del comitato di candidatura Giampiero Massolo, l’assessore alle Attività produttive e alle Pari Opportunità di Roma Capitale Monica Lucarelli. L’architetto Carlo Ratti, Paolo Glisenti, commissario generale per l’Italia a Expo 2020 e la pattinatrice di short track e vincitrice di 11 medaglie Olimpiche Arianna Fontana. Mentre l’ex sindaco Virginia Raggi è stata nominata presidente della Commissione speciale Expo 2030.

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I requisiti per la pensione non cambieranno nel 2023

L’Inps precisa che “i requisiti per l’accesso alla pensione nel 2023 non cambiano“, si andrà in pensione di vecchiaia a 67 anni e in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne), sulla base del decreto del ministero dell’Economia e di quello del Lavoro di ottobre 

In questo decreto si riporta il dato Istat sulla speranza di vita a 65 anni che a causa della pandemia si è ridotta nel 2020 di tre mesi. I requisiti per l’accesso alla pensione potranno cambiare dal 1 gennaio 2025 per quella di vecchiaia e dal 2027 per l’anticipata.

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PerdutaMente il film di Paolo Ruffini che parla di Alzheimer

In PerdutaMente il protagonista, Paolo Ruffini, si mette in viaggio per l’Italia alla ricerca di incontri, esperienze, confronti con persone affette dall’Alzheimer. Ma, anche, con chi se ne prende cura: parenti, amici, affetti, perché sono loro la principale fonte di aiuto e motivazione per continuare a vivere per chi ne è affetto. Quello che emerge, sorprendente e irrefrenabile, non è un resoconto della malattia, ma è un racconto d’amore. Di un amore come cura, e non di chi è colpito dall’Alzheimer, ma di chi è vicino ai pazienti. Il documentario ci racconta le storie di un’Italia nascosta, quella di cui si conosce poco, colpita da un male ma che con la straordinaria forza dell’amore riesce a reagire.

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Antonio Costa confermato come Primo ministro in Portogallo

Antonio Costa con la maggioranza assoluta ha conquistato le elezioni il Portogallo. Governerà in modo autonomo quindi senza dover chiedere opinioni all’estrema sinistra del Partito Comunista e del Bloco de Esquerda. 

Lo scorso 5 novembre il presidente, Marcelo Rebelo de Sousa, sciolse le Camere a causa della manovra di bilancio non approvata dal Governo socialista. «Lo scioglimento del Parlamento è stato deciso a seguito della bocciatura del bilancio che ha ridotto totalmente la base di appoggio del Governo. Mentre il 2022 sarà un anno decisivo per un’uscita duratura dalla pandemia e dalla crisi sociale che ci ha colpito», dichiarò il Capo dello Stato in un discorso televisivo.

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Alla scoperta di un luogo misterioso di Roma

Vari racconti avvolgono la misteriosa storia dell’Isola Tiberina a Roma. Due sono quelli ritenuti più attendibili. 

Si narra sia sorta da un cumulo di covoni di grano appartenuti ai Tarquini che furono lanciati nel Tevere dai romani quando Tarquinio il Superbo fu cacciato dalla città. Venne abitata fin dalle prime origini della città.

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Myanmar, Aung San Suu Kyi rischia 100 anni di carcere

Il portavoce della giunta militare, il maggiore generale Zaw Min Tun ha dichiarato al quotidiano Nikkei che “il Governo militare del Myanmar non intende sciogliere la Lega nazionale per la democrazia (Nld), il partito della consigliera di Stato deposta Aung San Suu Kyi, Nonostante nei mesi scorsi numerosi esponenti di spicco di tale forza politica siano stati arrestati e processati. Non abbiamo alcun piano per lo scioglimento della Nld sino alle elezioni di agosto 2023. Sarà lo stesso partito a decidere se prendere parte o meno alle prossime elezioni”. 

Aung San Suu Kyi è condannata a sei anni di detenzione. Stando ai media ufficiali è incolpata della provocazione di una perdita finanziaria allo Stato birmano per la violazione delle regole relative al noleggio e acquisto di elicotteri. Anche l’ex presidente della Repubblica, Win Myint, è stato colpito dalle stesse accuse. A queste si aggiungono 5 nuovi capi d’accusa.

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Nel 2022 l’economia si arresterà di nuovo

«Trentasei miliardi di moratorie ancora in essere a fine dicembre 2021 è un numero importante per l’economia. Ma è una percentuale contenuta a fronte di una crisi enorme e un ammontare complessivo iniziale pari a 300 miliardi. È un dato che non ci sorprende vista la dimensione della crisi e il permanere delle difficoltà in alcuni settori». Ad affermarlo in un’intervista al Sole 24 Ore è Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi (Associazione bancaria italiana).

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La svolta per il suicidio assistito in Italia

 

Il suicidio assistito è l’aiuto medico fornito a un soggetto che ha preso la decisione di terminare la propria vita. La persona viene affiancata da un operatore sanitario il cui compito è quello di prescrivere e fornire i farmaci che provocheranno la morte del paziente.

La Asl delle Marche (Asur) attraverso il comitato etico attesta che ci sono tutti i requisiti per l’accesso legale al suicidio assistito per Mario (nome di fantasia di un tetraplegico immobilizzato a letto da 10 anni). Si tratta del primo caso in Italia dopo la sentenza “CappatoDj Fabo“.

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Donatella Finocchiaro, i suoi vent’anni da attrice

Donatella Finocchiaro, nel 1996, dopo il debutto al Teatro dell’Orologio a Roma si rende conto che l’avvocatura non l’attrae per niente. La sua carriera di attrice iniziava proprio mentre frequentava la facoltà di Giurisprudenza a Catania. Ma porta comunque a compimento gli studi e mentre prepara la tesi partecipa ai provini per la scuola di recitazione del Teatro Stabile di Catania, dove viene ammessa poco dopo.

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