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Autore: Giorgia Iacuele

“Sorelle per sempre” di Mauro Caporiccio

 

Le pagine di “Sorelle per sempre” scorrono in modo fluido e leggero.

Una semplice battuta della maestra di una scuola materna a Mazara del Vallo bastò per stravolgere la vita di due famiglie. Questa è la storia, vera, raccontata nel libro. Apparentemente un normalissimo primo giorno di scuola, uno come tanti, ma che cambiò tutto in un istante.

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La Francia dal 1° gennaio al 30 giugno 2022 detiene la presidenza del Consiglio Ue

La Presidenza del Consiglio dell’Unione europea è esercitata a turno dagli Stati membri dell’Unione Europea per una durata di sei mesi. Il Paese che detiene la Presidenza guida le diverse formazioni in cui si riunisce il Consiglio dell’Unione europea presiede le riunioni a tutti i livelli nell’ambito del Consiglio, contribuendo a garantire la continuità dei lavori.

Gli Stati membri che esercitano la presidenza collaborano strettamente a gruppi di tre, chiamati “trio”. A introdurre questo sistema è stato il Trattato di Lisbona nel 2009. Il trio fissa obiettivi a lungo termine e prepara un programma comune che stabilisce i temi e le questioni principali che saranno trattati dal Consiglio Ue in un periodo di 18 mesi. Sulla base di tale programma, ciascuno dei tre Paesi prepara un proprio programma semestrale più dettagliato.

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“Una Rosa sola” di Muriel Barbery

Una rosa sola di Muriel Barbery, stessa autrice de L’eleganza del riccio, è un romanzo affascinante e che ti fa viaggiare con la mente.

Un testo molto descrittivo e denso di significato, un viaggio interiore alla ricerca di se stessi attraverso templi e giardini. “I muri non sono niente senza il giardino, né il tempo degli uomini senza l’eternità del dono”.

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Livelli altissimi di smog nel Mondo e in Italia

Lo smog, o inquinamento atmosferico è una preoccupazione che ormai dilaga ovunque nel Mondo. Si dipana attraverso l’atmosfera quindi non c’è una città esonerata completamente, e viene compromessa la qualità dell’aria anche nelle zone limitrofe.

Il particolato, il biossido di azoto e l’ozono troposferico sono attualmente considerati i tre elementi che incidono in maniera più significativa sulla salute umana. Le conseguenze, quindi, alle esposizioni prolungate allo smog varia dall’indebolimento del sistema respiratorio fino alla morte prematura.

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“Il silenzio degli Invisibili” di Giampietro De Angelis

Un viaggio attraverso sé stessi nei panni del protagonista. Tra presente e passato, tra insegnamenti e cose imparate. La felicità nelle piccole cose, ma anche in quelle grandi. La storia di una persona semplice ma dall’animo nobile che attraverso le difficoltà è riuscito a diventare ciò che è e a stare bene con sé.

Il testo parte dal prologo, sicuramente già di per sé intrigante come scelta, ma è ciò che c’è scritto che lascia molto perplessi. Le parole che più colpiscono sono “La vita è senza tramaE lo è questo libro, riconoscendo alla mancanza di trama la dignità del ruolo dominante”.

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Gaius Iulius Caesar Octavianus Augustus il primo imperatore di Roma

 

L’eredità di Ottaviano ha lasciato un’impronta culturale i cui segni sono ancora evidenti in molte parti del Pianeta nella linguanel diritto e nelle opere di ingegneria civile. Infatti, l’impero romano, sotto il suo comando, ha dominato su tutti i Paesi che si affacciano sul mar Mediterraneo. Estendendosi, poi, a nord fino alla Germania e alla Gran Bretagna e a est fino alle rive del Mar Caspio.

Nato a Roma il 23 settembre del 63 a.C. in una casa sul Palatino con il nome di Gaio Ottavio rimase orfano di padre a 4 anni. Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto (in latino Gaius Iulius Caesar Octavianus Augustus) cresce educato dal prozio Giulio Cesare. Infatti sua madreAzia Balba, è figlia di Giulia, sorella di Giulio Cesare, e di Marco Azio Balbo. Invece il padre, di nome anche lui Gaio Ottavio, discende da una ricca famiglia di Velletri. Il prozio si occupa della sua formazione culturale e militare. A questo proposito va ricordato che solo due persone hanno il loro nome ricordato nel calendario. Augusto, nel mese di Agosto, e Giulio Cesare (Julius Caesar), per suo volere legato al nome del mese di Luglio.

Da ragazzo Giulio Cesare lo invia ad Apollonia (attuale Albania) a studiare sotto la guida di Apollodoro di Pergamo. Augusto parte con Gaio Cilnio Mecenate e Marco Vipsanio Agrippa che rimarranno i migliori amici e consiglieri per il resto della vita. Purtroppo è proprio qui che Ottaviano viene a conoscenza della morte del padre adottivo. Il quale fu ucciso da una congiura organizzata da un gruppo di senatori che ritenevano il crescente potere di Giulio Cesare un pericolo per la Repubblica romana.

Nel 44 a.C., a soli 19 anni, quando il testamento di Giulio Cesare viene letto pubblicamente, Augusto scopre di essere stato adottato dal prozio che lo rende erede della sua fortuna e lo designa come suo successore.

Ovviamente la decisione non è vista di buon occhio dagli altri aspiranti al potere. Ma dopo qualche mese di scontri si arriva a un accordo tra AugustoMarco Antonio e Marco Emilio Lepido. I quali, dividendosi i territori, governano insieme. Nel 40 a.C. vengono firmati gli accordi di Brindisi che spartiscono il controllo dei territori tra i triunviri. Ad Antonio spetta l’Oriente, a Lepido l’Africa, mentre Ottaviano Augusto governa in Occidente. Ma la pace non dura a lungo e nel 31 a.C. con la battaglia navale di Azio la flotta di Augusto, comandata da Agrippasconfigge le navi di Antonio e di sua moglie Cleopatra, potente regina d’Egitto.

Rimasto solo al potere, Ottaviano Augusto, deve scegliere come governare. Con l’acclamazione del popolo, che vorrebbe vederlo alla guida, il Senato gli offre la dittaturaMa Augusto pensa che il volere del popolo sia la strada da percorrere perché una pace basata sulla dittatura non sia sicura. Così nel 27 a.C. restituisce la Res Pubblica nelle mani del Senato e del popolo romano.

Da allora fui il primo per considerazione e influenza, ma non avevo maggior potere di coloro che erano miei colleghi nelle varie magistrature”. Questo il commento nella sua biografia Res Gestae 34 (capitolo, ndr). Ma in realtà è un atto formale e lo stesso Augusto si assicura, attraverso l’assunzione di una serie di cariche incrociate, che il potere rimanga ben stretto nelle sue mani.

Augusto governa per quaranta anni durante i quali il popolo romano subisce una vera e propria trasformazione. Infatti da agricoltori e guerrieri diventano cittadini imperiali, padroni del Mondo, bene amministrati, culturalmente educati e tecnicamente insuperabili.

Ogni settore dello Stato viene da Augusto riformato: l’esercito, la giustizia, la religione. Crea corpi militari specializzati per la gestione dell’ordine cittadino e la guardia pretoriana per la protezione personale dell’imperatore. Inoltre, introduce leggi a difesa della famiglia e politiche sociali a sostegno della popolazione più povera. Garantisce ai militari congedati un vitalizio e costruisce grandi opere pubblicheterme e acquedottiTrasforma Roma in una città monumentale, degna capitale di un Impero potente. In ambito economico organizza il sistema monetario e facilita gli scambi commerciali.

La sua carriera è sapientemente gestita in modo graduale e tutti i poteri e le onorificenze gli vengono assegnati dal Senato e non per sua scelta personale. Già prima della battaglia di Azio aveva ricevuto il titolo di Imperator, riservato ai generali vittoriosi. Mentre quello di Augustus gli viene conferito dopo la vittoria in una riunione del 16 gennaio nell’anno 27 a.C. Infatti Augusto, che vuol dire degno di venerazione, sarà il nome che gli storici sceglieranno per ricordarlo nei secoli futuri.

Dal 31il Senato lo elegge console ogni anno e gli conferisce l’imperium proconsulare (potere militare ed esecutivo sulle province), infine nel 23 a.C. Augusto riceve la carica che segna indiscutibilmente l’inizio del potere imperiale: la tribunicia potestas a vita. Quindi, può intervenire in ogni questione amministrativa, ha diritto di veto sulle decisioni non gradite, a lui riportano tutte le province, quelle imperiali, già sotto il suo controllo e quelle senatorie, fino ad allora governate da consoli.

Augusto regala all’impero 40 anni di pace, che passerà alla storia con il nome di Pax Romana, anche se sulle frontiere è impegnato militarmente al nord in Europa, ad est in Asia e al sud in Africa per mantenere i confini delle terre conquistate in epoca repubblicana.

Augusto aveva sempre avuto un gruppo di potenti contrari alla sua ascesa, che agivano in nome di una Repubblica che non esisteva più. Purtroppo però il più grande tradimento arrivò proprio dalla figlia Giulia. Ella partecipò alla più importante congiura messa in atto contro di lui.

Augusto riesce a salvare la vita in varie occasioni ma non il matrimonio. La nascita di Giulia, infatti, decretò la fine del rapporto con Scribonia da cui divorzia proprio il giorno della nascita della figlia. Però, poco dopo Augusto incontra e sposa quella che sarà la donna che rimarrà al suo fianco fino alla morte, Livia.

In quanto donna, la primogenita Giulia non può aspirare al trono, quindi tutto va nelle mani di Marcello, figlio di Ottavia, la sorella di Augusto. Il quale sposa Giulia affinché sia chiaro a tutti che lo Stato passerà nelle sue mani, ma muore solo due anni più tardi.

In seconde nozze Giulia sposa Marco Agrippa, amico fraterno del padre, dal quale ha due figli Lucio e Caio, ma anche loro muoiono giovani.

Ad assicurare la discendenza ci pensa allora Livia, che appoggia Tiberio, nato dal suo precedente matrimonio. Il quale diventerà effettivamente il secondo Imperatore romano. Ancora oggi, però, rimane il sospetto che Livia fosse coinvolta in tutte le sciagure toccate in sorte agli altri eredi tranne che a Tiberio. E gli storici parlano anche di un coinvolgimento nella “morte accidentale” dello stesso Augusto, proprio sul letto di morte, in modo che non cambiasse idea all’ultimo momento sull’eredità.

Queste però sono dicerie, la versione ufficiale è che Augusto, come ultime parole abbia detto a Livia «Vivi nel ricordo del nostro matrimonio. Addio». Si spense nel suo letto nella casa di Nola, il 19 agosto del 14 d.C.

Lo stesso Augusto farà in modo di tramandare alla storia le sue imprese incidendo su tavole di bronzo le Res Gestae Divi Augusto (gli atti del divino Augusto). Una vera e propria autobiografia. Fortunatamente sono state fatte molte copie di questo testo su lastre di marmo e quella apposta sulla parete del tempio della dèa Roma e Augusto ad Ankara è arrivata a fino a noi. Una copia moderna si trova adesso sul lato del Museo dell’Ara Pacis rivolto verso il Mausoleo di Augusto a Roma.

Il Mausoleo con il suo diametro di 300 piedi romani (circa 87 metri) è il più grande sepolcro circolare che si conosca. Situato a Roma in piazza Agosto Imperatore si compone di un corpo cilindrico rivestito in blocchi di travertino. Al centro del quale si apre a sud una porta preceduta da una breve scalinata.

Nell’area antistante erano collocati due obelischi di granitopoi riutilizzati uno in piazza dell’Esquilino, alle spalle di S. Maria Maggiore (1587), l’altro nella fontana dei Dioscuri in piazza del Quirinale (1783).

Su un altissima struttura svettava, a 100 piedi romani di altezza (circa 30 metri), la statua di Augusto in bronzo dorato. Probabilmente era l’originale bronzeo della statua in marmo rinvenuta nella villa di Livia a Prima Porta.

Attraverso un lungo corridoio d’accesso, il dromos, si giunge alla cella sepolcrale, di forma circolare, con tre nicchie rettangolari ove erano collocate le urne. La nicchia di sinistra, ospitava le ceneri di Ottavia, sorella dell’imperatore e di suo figlio Marcello. Augusto era sepolto nell’ambiente ricavato all’interno del nucleo cilindrico centrale.

All’interno del sepolcro erano deposte le ceneri dei membri della famiglia imperiale: il generale Marco AgrippaDruso Maggiore, i due bimbi Lucio e Gaio CesareDruso MinoreGermanicoLiviaTiberioAgrippinaCaligolaBritannicoClaudio e Poppea, moglie di Nerone. Quest’ultimo fu invece escluso dal Mausoleo per indegnità, come già Giulia, la figlia di Augusto. Per breve tempo il Mausoleo ospitò le ceneri di Vespasiano e infine di Nerva e dopo oltre un secolo dall’ultima deposizione riaprì per ospitare le ceneri di Giulia Domna, moglie dell’imperatore Settimio Severo.

 

Giorgia Iacuele

“I sei giorni che sconvolsero il Mondo”

Presentato alla Biblioteca del Senato della Repubblica italiana il corposo libro (540 pagine) “I sei giorni che sconvolsero il mondo” pubblicato dallo storico Leonardo Campus dopo oltre 7 anni di ricerche in archivi internazionali. Quale sia il tema trattato lo chiarisce il sottotitolo del volume: “la crisi dei missili di Cuba e le sue percezioni internazionali”. Il braccio di ferro nucleare ingaggiato nel 1962 dalle superpotenze USA e URSS riguardo i missili di cui l’Unione Sovietica aveva segretamente dotato Fidel Castro portò il mondo letteralmente sull’orlo della Terza guerra mondiale, appunto per sei giorni (o tredici, secondo la prospettiva della Casa Bianca), fin quando Nikita Kruscev non annunciò di esser disposto a ritirare quei missili pur di evitare l’ormai imminente escalation bellica. Quest’episodio, che poi si sarebbe rivelato decisivo nell’andamento della Guerra fredda e non solo, è stato molto studiato all’estero ma pressoché totalmente trascurato in Italia.

L’arrivo di questo libro (pubblicato nella collana storica di Le Monnier) non si limita a colmare tale lacuna, ricostruendo in dettaglio l’evento e i suoi significati (nella Parte Prima), ma indica una via nuova alla storiografia di settore, cominciando ad indagare le percezioni di quell’evento, gli impatti che esso suscitò, su scala internazionale e a livello non più solo politico ma anche socio-culturale (Parte Seconda). In particolare Campus ha applicato questo suo approccio alla reazione di due Paesi (Italia e Stati Uniti) e di tre categorie transnazionali (religiosi, politologi, scienziati).

Tra i vari documenti e aspetti inediti che, a riguardo, sono emersi dalla gran mole di fonti consultate, ci limitiamo qui a segnalarne uno, rimarcato proprio dall’autore nel suo intervento alla Biblioteca del Senato: quello esposto nella Premessa che apre il libro. Si tratta di una convincente reinterpretazione di Fernand Braudel e Marshall McLuhan, due grandi pensatori del Novecento le cui teorie vengono rilette ed applicate alla crisi di Cuba e alla nuova era termonucleare.

Di lì in poi il libro scorre via in modo fluido, facendo emergere la ricchezza di reazioni suscitate da quella grave crisi, tra analisi approfondite, momenti narrativi e sorprendenti retroscena. Completa il quadro un apparato iconografico nel quale spiccano le “prime pagine” e le vignette prese dai quotidiani di quei giorni, per mostrare anche visivamente i vari modi (non sempre accurati ed obiettivi) in cui l’evento fu raccontato all’opinione pubblica. La crisi di Cuba, dice Campus, è un prezioso “scrigno” di lezioni da approfondire. Tanto più oggi che gli eventi internazionali ne ribadiscono l’attualità: si pensi alle nuove tensioni in corso tra l’Occidente e Russia di Putin, ai rischi connessi alla proliferazione nucleare, allo storico disgelo tra Usa e Cuba (recentemente annunciato da Obama e Raul Castro dopo 53 anni di ininterrotta ostilità). Tre buoni pretesti per leggere la storia avvincente e istruttiva dei “sei giorni che sconvolsero il mondo”.

 

Giorgia Iacuele

 

Onu, entro il 2030 ripristinare l’ecosistema

Il degrado degli ecosistemi terrestri e marini mina le condizioni di vita di 3,2 miliardi di persone e costa circa il 10% del prodotto lordo globale annuo in termini di perdita di servizi per specie e clima. Ecosistemi chiave, quelli che forniscono numerosi servizi essenziali per l’alimentazione e l’agricoltura, compresa la fornitura di acqua dolce, la protezione dai rischi e la fornitura di habitat per specie come pesci e impollinatori, stanno diminuendo rapidamente. Per questo l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dato il via oggi al decennio per il Ripristino dell’Ecosistema. Mira a combattere le crisi climatichemigliorare la sicurezza alimentare e l’approvvigionamento idrico.

Circa il 20% della superficie vegetata del pianeta mostra un calo della produttività con perdite di fertilità legate a erosione, impoverimento delle risorse e inquinamento in tutte le parti del mondo. Il recupero di 350 milioni di ettari di terreni degradati tra oggi e il 2030 potrebbe generare 9.000 miliardi di dollari in servizi eco-sistemici e liberare l’atmosfera di ulteriori 13-26 gigaton di gas serra. Altrimentientro il 2050il degrado e il cambiamento climatico potrebbero ridurre i raccolti del 10% a livello globale e in alcune regioni fino al 50%.

Questo decennio è un invito all’azione globale, metterà insieme il sostegno politico, la ricerca scientifica e le risorse finanziarie per potenziare l’azione portandola da iniziative pilota di successo ad interventi in aree di milioni di ettari. La ricerca mostra che potrebbero essere recuperati oltre due miliardi di ettari di terre disboscate e degradate. «Il degrado dei nostri ecosistemi ha avuto un impatto devastante sia sulle persone che sull’ambiente. Siamo entusiasti del fatto che lo slancio per ripristinare il nostro ambiente naturale abbia guadagnato terreno, perché la natura è la nostra migliore scommessa per affrontare il cambiamento climatico e garantire il futuro», ha dichiarato la tanzanese Joyce Msuya, direttrice esecutiva del Programma ambientale delle Nazioni Unite. Il decennio accelererà gli attuali obiettivi di ripristino globale, ad esempio la Bonn Challenge, che mira a ripristinare 350 milioni di ettari di ecosistemi degradati entro il 2030, un’area quasi delle dimensioni dell’India. Al momento 57 Paesigoverni subnazionali e organizzazioni private si sono impegnate a restaurare oltre 170 milioni di ettari. Questo sforzo si basa su iniziative regionali come l’Iniziativa 20×20 in America Latina che mira a ripristinare 20 milioni di ettari di terra degradata entro il 2020 e l’AFR100 African Forest Landscape Restoration Initiative che mira a recuperare 100 milioni di ettari di terreni degradati entro il 2030.

Il ripristino dell’ecosistema è definito come un processo per invertire il degrado degli ecosistemi, paesaggi, laghi e oceani, per riacquistare la loro funzionalità ecologica; in altre parole, per migliorare la produttività e la capacità degli ecosistemi di soddisfare i bisogni della società. Ciò può essere fatto consentendo la rigenerazione naturale degli ecosistemi sovra-sfruttati, ad esempio, o piantando alberi e altre piante. Il ripristino dell’ecosistema è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, principalmente quelli relativi ai cambiamenti climatici, all’eliminazione della povertà, alla sicurezza alimentare, alla conservazione delle risorse idriche e della biodiversità. È anche un pilastro delle convenzioni ambientali internazionali, come la Convenzione di Ramsar sulle zone umide e le Convenzioni di Rio sulla biodiversità, sulla desertificazione e sul cambiamento climatico.

 

Giorgia Iacuele

 

L’archetto luminoso conosciuto in 20 Nazioni

Andrea Casta, violinista e cantante, nasce in Lombardia e studia violino al conservatorio Luca Marenzio di Brescia. Nel 2002 si trasferisce a Roma e fa il suo esordio nel mondo dello spettacolo nel cast di “Domenica In“. Tra i protagonisti del musical “Fame – Saranno Famosi”, ha presentato programmi televisivi su Raidue, Raisat e Sky ed è diventato uno dei protagonisti della night life.

Negli ultimi anni ha avviato una collaborazione con i migliori dj internazionali e la sua anima di globe trotter lo ha portato ad essere un portavoce dello stile italiano all’estero: con il suo violino elettrico è protagonista nei maggiori festival e nei locali di tendenza toccando ormai più di 20 nazioni in tour, esprimendosi nei diversi ambiti della musica elettronica: HouseTechnoEdmLoungeDeep.

Andrea si è esibito nei locali notturni di mezzo mondo: dal 2010 compie circa un tour all’anno in Medio Oriente, dove ha suonato a Dubai, ad Abu Dhabi, in Bahrein, in Israele, in Libano e in Qatar. Altre mete largamente esplorate sono le Repubbliche ex-sovieticheRussiaUcrainaKazakistan, Turkmenistan. Nel 2015 ha compiuto un tour estivo che lo ha portato in Turchia, Grecia e Azerbaijan, insieme ad occasioni che lo hanno portato a MauritiusSeychelles, Egitto e Spagna. Anche i club dislocati nel nucleo centrale dell’Europa lo hanno ospitato: da Berlino ad Amsterdam, da Nizza Londra, dalla Svizzera alla Croazia per arrivare fino a Repubblica Ceca e Romania.

Le continue esibizioni di Andrea con i migliori dj in Italia e all’estero lo hanno spinto ad entrare nel mercato della musica dance con le sue produzioni originali, nate appunto da queste collaborazioni. Le prime canzoni sono pronte ad essere pubblicate nei primi mesi del 2018, sotto la regia di North Border Group, un management norvegese che annovera nel suo roaster dj e artisti internazionali di successo nel mercato della musica elettronica e dance. La produzione si comporrà di brani collegati tra loro in un racconto unitario, un progetto multimediale dal titolo The Space Violin”. L’obiettivo è valorizzare le potenzialità del violino elettrico, dell’archetto luminoso e delle capacità sceniche sviluppate negli anni dall’artista.

Andrea ti senti un artista europeo? Cosa pensi dell’Ue?
«Se penso all’Europa la prima idea che mi viene in mente è musicale: l’Inno alla Gioia di Beethoven! Credo che davvero la storia della musica e le similitudini armoniche e melodiche, che partono dalla classica per arrivare alla musica leggera percorrendo in lungo e in largo l’Europa, siano un esempio di come molti dei confini ai quali siamo abituati a pensare siano più convenzionali che altro. Ritenendomi un musicista e un uomo molto curioso e aperto al confronto mi piace pensare all’Europa come un primo contenitore di culture e umanità, spesso molto più connesse di quanto pigramente pensiamo, pronte ad incontrare e contaminarsi con gli altri grandi blocchi sparsi per il mondo. Ho sempre vissuto questo processo per arricchire la mia identità, anche culturale, senza perderla».

Sei cantante, violinista, entertainer. Come nasce “l’artista” Andrea Casta e cosa ti ha spinto a fare questo mestiere?

«È iniziato tutto con il violino, prima con studi privati da quando avevo 5 anni, poi al conservatorio, grazie al quale si sono aggiunti il pianoforte e il canto che poi mi hanno permesso di passare dagli studi classici al pop e al rock da adolescente su solide e ampie basi tecniche: in casa mia si ascoltava tanta buona musica di tutti i generi, devo molto alla musicalità dei miei genitori anche se non sono stato preceduto da altri musicisti in famiglia. Dal 2002 inizio a lavorare in televisione: quella è stata la vera e propria svolta – in particolare l’essere stato scelto per “Domenica In” e per la parte di Schlomo nel musical “Fame-Saranno Famosi” – ha dato il là ad una lunga corsa da “professionista” che, per fortuna, ancor oggi non si è fermata. Il musical, il teatro e la tv mi hanno permesso poi di completare la mia formazione extra-musicale “sul campo”. Ma posso dire che non si finisce mai di studiare, soprattutto il violino che richiede grande padronanza e connessione tra tecnica e spirito…».

Sei un personaggio poliedrico… una marcia in più in quest’epoca dove c’è un’elevata uniformità, sei d’accordo?

«La riconoscibilità è molto importante nella musica e nello spettacolo, perciò non nego che negli anni qualche crisi di identità mi abbia colto. In realtà il potersi esprimere con più mezzi significa dover studiare molto, regala grandi prospettive ma ha avuto bisogno di più tempo per la “messa a fuoco” di me stesso come artista, ma poi una volta scoperto davvero chi era Andrea Casta ho potuto lavorare su tutti i fronti sfruttandone le potenzialità ed è quello che continuo a fare quotidianamente».

Tu suoni il violino elettrico: come funziona, che tipo di suono e che differenze salienti ci sono con il violino “classico”?

«Da bambino ho inconsciamente individuato il violino come uno strumento tanto complicato quanto collegato all’anima e alla capacità di esprimersi, perciò quella sfida che ho “accettato” a 5 anni la sto portando avanti tutt’ora. Ho anche studiato pianoforte al conservatorio e, paradossalmente, nelle mie prime esibizioni dal vivo mi accompagnavo col pianoforte; maturare un utilizzo del violino giusto ed efficace per la musica pop-rock ha richiesto un lavoro di anni dietro le quinte, anche senza necessariamente usarlo nei live. In realtà lo strumento che suono è uguale ad un violino classico, almeno come tecnica strumentistica; contrariamente al violino acustico, però, c’è tutta una parte di elaborazione e personalizzazione del suono attraverso gli effetti che si avvicina all’esperienza di un chitarrista elettrico, questo mi permette di lavorare ancora una volta sulla riconoscibilità. Chi di voi, anche non appassionati, non saprebbe distinguere Santana da Jimi Hendrix? L’obiettivo è ottenere sempre di più un suono di violino che sia solo il mio, e con l’archetto luminoso, simile alla spada di Star–Wars, anche la riconoscibilità visiva è aumentata esponenzialmente».

Hai avuto diverse esibizioni all’estero. Secondo te perché gli artisti musicali italiani, spesso i più talentuosi, sono particolarmente apprezzati oltre confine?

«Beh se ci pensi anche noi in Italia ascoltiamo il 70% di musica non italiana: l’esterofilia nella musica vale per noi come per tanti altri popoli, ciò che è diverso e viene da lontano attrae! Anche e soprattutto in quei Paesi dove solo negli ultimi decenni l’apertura dei confini e una nuova curiosità verso il mondo ha permesso di scoprire la nostra musica e gli artisti italiani: noi comunque abbiamo una lingua che suona molto bene, una capacità melodica che ci portiamo avanti dai compositori classici e, per quanto riguarda il live, una bella “faccia tosta” che sul palco non guasta mai!».

Tu sei stato la special guest dell’Ambasciata d’Italia del Turkmenistan in occasione della celebrazione dei i 70 anni della Repubblica Italiana. Cosa ha significato per te?

«Mi ha riempito di orgoglio, tra l’altro pochi giorni dopo sono arrivati via posta anche i ringraziamenti ufficiali dell’ambasciatore che restano un ricordo indelebile. Diciamo che ho avuto molte esperienze all’estero ma questa, con la sua componente “patriottica”, mi ha portato in un Paese molto “particolare” al cospetto di un pubblico ancora più eterogeneo del solito, lasciandomi grande soddisfazione nel vedere quanto la musica, in questo caso italiana, sia comunque sempre pronta a parlare a tutti senza distinzioni».

Come e dove ti collochi nel panorama della musica italiana?

«L’Italia ha migliaia di cantanti e musicisti, per tutti i gusti e generi. Io ho la fortuna di abbinare in maniera inedita voce e violino e peraltro nella dance; questo, nonostante sia principalmente un cantante di cover, mi favorisce e permette di essere non solo seguito dal pubblico ma anche apprezzato dai colleghi sia del circuito discografico che di quello principalmente “live”: se qualcuno vuole collaborare con me chieda pure!».

Prossimi progetti?

«Il lavoro che già da mesi sta prendendo forma si chiama The Space Violin: abbiamo immaginato un futuro non troppo lontano in cui gli uomini si troveranno in conflitto sulla terra a causa della mancanza di comprensione, dovuta al trionfo della comunicazione attraverso le macchine e alla disgregazione dei rapporti umani. Una delle uniche speranze sarà la musica, e così attraverso un personaggio mi ritroverò comandante di una missione spaziale attraverso la quale cercare nuove forme di vita da approcciare attraverso la musica e l’arte, per poi convincerli ad allearsi con gli umani per un nuovo rinascimento, non solo sulla Terra. Questo viaggio verrà raccontato attraverso le canzoni, i video, i racconti sui social. È un progetto ambizioso, ma abbiamo raccolto un team internazionale che è al lavoro con grande entusiasmo: speriamo ne sentirete presto tutti parlare!».

Un sogno nel cassetto?

«Portare The Space Violin con la sua musica, il suo immaginario e i suoi racconti nei grandi Festival internazionali di musica elettronica: un passo alla volta ne ho realizzati parecchi di piccoli e grandi sogni, quindi mai smettere di sognare».

 

Giorgia Iacuele

L’Italia non ha città smart

Le città smart vengono studiate e analizzate da un azienda, la EasyPark, che la prima nell’utilizzo di tecnologie digitali per il miglioramento della mobilità in città. 

Tante le città che utilizzano tecnologie all’avanguardia per un futuro più sostenibile. Ma anche per migliorare il benessere dei cittadini con soluzioni intelligenti. Ad esempio la scelta di installare stazioni di ricarica per veicoli elettrici o parcheggi con videocamere.

Uno studio condotto dall’azienda ha analizzato un numero altissimo di città in tutto il Mondo. Il parametro principale su cui l’indagine è basata è la dimensione. Per questo motivo, in base alla popolazione di ogni città, risultano essere tre le categorie.

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Ondate di calore, in Italia stimati 700 decessi l’anno

 

Entro la fine del secolo la salute di due europei su tre (quindi una cifra pari a circa 350 milioni di personesarà messa a rischio da disastri climatici (in primis le ondate di calore) e il numero di decessi dovuti a questi fattori aumenterà sensibilmente fino a 50 volte, passando da 3.000 decessi l’anno nel periodo tra il 1981 e il 2010 a 152.000 morti l’anno attesi per il periodo 2071-2100. A fornire queste rilevazioni è la rivista scientifica “The Lancet”, che con il suo dorso The Lancet Planetary Health, illustra proiezioni complete sviluppate per i 28 Paesi dell’Unione europea più quelle di Svizzera, Islanda e Norvegia.

Ad essere maggiormente colpiti saranno gli abitanti dei Paesi dell’Europa meridionale. A provocare il 99% di tutti i morti dovuti a disastri legati a condizioni meteo eccezionali saranno le ondate di calore. «Il cambiamento climatico è una delle minacce globali maggiori per la salute umana del XXI secolo e il suo pericolo per la società sarà sempre più connesso a eventi legati a condizioni meteo estreme», spiega l’autore del lavoro Giovanni Forzieri, ricercatore del Joint Research Centre della Commissione europea, a Bruxelles. A meno che il riscaldamento globale non sarà messo a freno con misure appropriate e tempestive» – afferma l’esperto – «circa 350 milioni di europei potrebbero essere esposti a condizioni meteorologiche estreme su base annuale entro la fine del secolo».

Lo studio si basa su una vasta mole di dati, che includono la tipologia di disastro, l’anno e il numero totale di vittime, per stimare la vulnerabilità della popolazione a ciascuno dei disastri meteorologici considerati nello studio che vanno da incendi boschivi a siccità, da ondate di calore a ondate di gelo, da alluvioni che interessano coste e fiumi a tempeste di vento. Forzieri ha calcolato che – solo per le ondate di calore – si passerà da 2.700 morti l’anno a 151.500 decessi l’anno nei due periodi considerati. Il problema riguarderà soprattutto il Sud dell’Europa, quindi Cipro, Croazia, Francia del Sud, Grecia, Italia, Malta, Slovenia e Spagna. Nel Belpaese, entro fine secolo, per tutti i problemi meteo presi in esame sono attesi 700 decessi l’anno per milione di abitanti.

 

Giorgia Iacuele

 

Tevere day, un giorno dedicato al fiume di Roma

Domenica scorsa, 17 ottobre, è stata una data importante per Roma non solo perché c’era il ballottaggio per eleggere il sindaco della capitale d’Italia ma anche perché era il giorno in cui si svolgeva il Tevere Day. Cioè il giorno dedicato a ricordarci il fiume sacro di Roma, per storia il più importante del Mondo, oggi relegato a discarica en plein air e a rifugio della “marginalità”.

Il “Tevere Day“, giunto alla sua terza edizione, è il più grande evento culturale, sociale, sportivo e ambientale mai realizzato per celebrare il “biondo fiume“. Oltre 70 chilometri di sponde da Capena fino a Ostia/Fiumicino domenica hanno trasformato, per un giorno, il degrado e l’incuria in un teatro a cielo aperto. Una festa lunga 100 eventi, che ha coinvolto oltre 100 tra Enti e Associazioni, tra cui: Regione Lazio, Comunità Ebraica, Autorità Distrettuale Bacino Centrale, Federazione Italiana Sport Rotellistici, Federazione Italiana Canoa e Kayak, Federazione Italiana Nuoto, Touring Club, Marevivo, WWF.

Una domenica assolata che ha richiamato ancora più persone a uscir di casa e a godere delle tantissime iniziative proposte: dalla canoa al canottaggio, con il palio fluviale in cui 8 equipaggi in canoe canadesi si sono sfidati nella raccolta di rifiuti e plastiche nel fiume, alle corse in bicicletta sulla riva sinistra, a testimoniare l’esigenza di riqualificare anche questa sponda che ancora non si è dotata di una pista ciclabile, dalle passeggiate attive al mini tennis, al calcetto per i ragazzi.

Così come sono state tante le attività culturali, passeggiate con esperti d’arte e storia, tour cine-letterari, mostre, conferenze, musica dal vivo, street food, e quelle ambientali, dall’Oasi della biodiversità del WWF alle tantissime iniziative al Parco della Magliana. Un ricchissimo calendario di appuntamenti con l’obiettivo di coinvolgere la comunità – hashtag dell’evento è stato #nnamoafiume – e le Istituzioni sull’esigenza di tutelare un patrimonio immenso quale quello del Tevere. Con una partecipazione enorme, oltre 50mila, che ha fatto registrare un incremento del 15% sull’affluenza domenicale sul Tevere.

Simbolo della giornata l’inaugurazione del nuovo accesso da fiume del Parco Archeologico di Ostia antica, con la partenza del primo battello, con 107 passeggeri a bordo –  che è salpato da Ponte Marconi con destinazione Ostia Antica; un percorso che da fine ottobre sarà fruibile da tutti i romani e dai tanti turisti che avranno così l’opportunità di scoprire le bellezze archeologiche di Ostia antica e dei Porti imperiali attraverso una suggestiva ed emozionante discesa del Tevere, quale premessa importante della ripresa della navigabilità turistica.

Testimonial di questa edizione: il cantante Virginio che ha regalato un live speciale ai suoi fan e alla città di Roma, all’Arena Tevere Day, nel teatro naturale della Discesa degli Anguillara/Isola Tiberina; Chiara Censori, pluricampionessa mondiale di pattinaggio artistico inline e Lorenzo Guslandi, campione italiano Battle Inline Freestyle 2021; i neo-medagliati paralimpici, Alessia Scortechini, oro nella staffetta nuoto 4×100 stile libero, e Riccardo Menciotti, bronzo nella staffetta nuoto 4×100 misti, perché oltre alla riqualificazione ambientale occorre pensare anche all’accessibilità delle sponde del fiume.

Obiettivo raggiunto: portare i romani e non solo a riscoprire le tante bellezze del Tevere e la sua storia, nello spirito sociale e comune di prendersene di nuovo cura. Il Tevere Day ha voluto segnare, anche quest’anno, l’amore che la città ha per il suo fiume, perchè il Tevere Day non è solo un grande evento, ma un impegno comune e che continua, per far vivere il Tevere, il più antico monumento di Roma, che “ci scorre dentro”.

Con l’auspicio che questo si traduca in un impegno attivo delle tante, troppe, istituzioni preposte alla sua tutela e salvaguardia. Un appello che si rivolge in primis al nuovo sindaco, Roberto Gualtieri.

Giorgia Iacuele

Foto © Tevere Day

“Communicating Europe in Italy, Shortcomings and opportunities”

Quanto i cittadini italiani sanno dell’Europa? Come percepiscono le istituzioni europee? E soprattutto quali sono i mezzi con cui vengono informati? Queste e molte altre le questioni che vengono affrontate in Communicating Europe in Italy, testo scritto a quattro mani da Andrea Maresi, responsabile media del Parlamento europeo in Italia, e Lucia D’Ambrosi, ricercatrice dell’Università di Macerata.

Il tema è più che mai attuale: dopo le ultime elezioni europee, infatti, l’attenzione da parte dei media e dunque dei cittadini verso le tematiche dell’Unione è sicuramente aumentata. Ma non abbastanza. Si può fare ancora molto, come spiegano gli autori nel loro libro, per superare alcuni limiti che, per esempio, ancora non permettono ai cittadini italiani di percepire le problematiche europee come questioni di politica interna piuttosto che estera e per poter considerare l’Europa come un’opportunità e non soltanto come un ostacolo.

Riguardo l’Europa permangono infatti molti luoghi comuni difficili da sfatare e una diffidenza che stenta a sparire. Ed è proprio qui che i media svolgono un ruolo fondamentale. Il libro di Maresi e D’Ambrosi si propone appunto come prezioso strumento per approfondire le modalità con le quali chi si occupa di comunicazione e informazione affronta le tematiche europee. Ad arricchire il saggio, contributi di professionisti che si occupano di informazione all’interno delle istituzioni, ma anche di docenti e giornalisti. E infatti l’analisi di Communicating Europe in Italy non riguarda soltanto la comunicazione pubblica all’interno dell’Unione europea, ma anche il rapporto esistente fra  istituzioni europee e cittadini da una parte, e i professionisti che si occupano di informazione dall’altra. I media italiani, infatti, continuano a dare poco spazio alle tematiche europee, rispetto a quanto non facciano i canali di informazione in molti degli altri Stati membri.

«Da noi, in particolare – spiega Maresi intervistato in occasione di PolCom2014 – è un problema sia politico che culturale, che frena quello che dovrebbe essere il flusso naturale delle informazioni che non hanno confine. I media italiani dedicano poco spazio ai temi “europei” trattandoli come alieni, distanti e raggruppandoli nelle informazioni di “politica estera”, concentrandosi troppo nell’analizzare da tutti i punti di vista dell’informazione nazionale, tralasciando pezzi importanti di decisioni prese assieme a Bruxelles dai 28 Stati e dal Parlamento europeo». Eppure qualcosa sta cambiando: «Negli ultimi tempi – continua Maresi –  grazie o a causa della crisi finanziaria, i media sono stati obbligati a parlare d’Europa, per il suo crescente ruolo in campo economico e monetario. Ma un gap formativo e di conseguenza informativo non si risolve in quattro e quattr’otto».

 

 

 

Giorgia Iacuele

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Boom di energie rinnovabili in Unione europea

Roma, 8 Ottobre 2021 – Le energie rinnovabili sono la direzione da seguire per approdare a un mondo più green. Sono fonti che non inquinano e non si esauriscono. Quali sono?

Prima fra tutte l’energia solare. Sicuramente la più nota dato che è ottenuta direttamente dal sole ed è utilizzabile per riscaldare o raffreddare case e ambienti di lavoro. L’energia del sole, che naturalmente è illimitata, viene convertita in elettrica attraverso pannelli solari e impianti fotovoltaici.

Energia eolica: grazie alle pale eoliche l’energia meccanica prodotta dalla massa di aria spostata dal vento viene convertita in energia elettrica sfruttabile nelle nostre case.

Si parla di energia pulita anche con quella geotermica. La quale sfrutta, attraverso apposite apparecchiature, il calore della terra che si manifesta con fenomeni naturali come sorgenti termali, geyser e soffioni.

Anche la flora e la fauna ci danno una mano. Definita energia da biomasse, è la prima di tipo rinnovabile utilizzata dall’uomo. Infatti si tratta di quella prodotta da qualsiasi componente di origine biologica, dai microrganismi fino alle piante o agli animali. La legna da ardere ne è un esempio e, anche se si esaurisce, viene considerata rinnovabile perché gli alberi possono essere ripiantati.

Parlando di energia idroelettrica si scopre che nonostante sia esauribile è da considerarsi rinnovabile, a patto che l’uomo non la sfrutti in modo esagerato. L’acqua viene impiegata per generare energia, tramite l’installazione di generatori ad asse verticale e orizzontale.

Ultima, ma non per importanza, è l’energia marina. Questa è generata dalle correnti oceaniche, in pratica da enormi masse di acqua. Il suo sfruttamento e relativa conversione in energia elettrica avviene, come nel caso dell’energia eolica, grazie all’installazione di generatori ad asse verticale e orizzontale.

L’Eurostat certifica che in Uedurante il 2020la produzione di elettricità da fonti rinnovabili ha superato per la prima volta quella delle fonti fossili. Sui dati preliminari analizzati incidono anche forniture e consumi minori causati dal Covid-19 e dalla conseguente sospensione delle attività economiche. Ma il risultato è comunque in linea con una tendenza che dura dagli anni ’90. Lo scorso anno l’elettricità pulita ha superato la soglia di un milione di GigaWatt all’ora. Quasi 30mila GWh in più rispetto alla produzione da combustibili fossili, calata del 9,8% tra il 2019 e il 2020 toccando il livello più basso dal 1990. L’andamento è simile per il nucleare, con la produzione di elettricità diminuita del 6,3% rispetto al 2019 e al minimo dal 1990.

Una spinta ulteriore alla Decarbonizzazione del settore energetico (il 75% delle emissioni di gas serra nell’Ue) arriva il 14 luglio dal pacchetto clima con cui la Commissione inizia a declinare i target di riduzione delle emissioni (-55% al 2030, zero netto al 2050) in misure concrete. «Sulla base dei Piani nazionali per l’energia e il clima, già adesso prevediamo di raggiungere in 10 anni una quota di rinnovabili del 33% dei consumi lordi finali di energia (tutta, non solo quella elettrica)», spiega all’Agenzia Ansa la Commissaria Ue all’energia Kadri Simson. «Siamo già oltre l’obiettivo di almeno il 32% al 2030, fissato nella direttiva esistente e possiamo fare di più».

Il nuovo target dovrebbe essere tra il 38 e il 40%. A dare nuovo impulso alla transizione verde ci sono i provvedimenti del cosiddetto pacchetto clima. Infatti, in questi sono contenute misure anche per i trasporti con standard più ferrei per le emissioni di CO2 delle auto e proposte per lo sviluppo di infrastrutture per i carburanti alternativi.

Inoltre, l’Acea, associazione europea dei costruttori automobilistici, torna a chiedere punti ricarica per le auto elettriche in cambio di impegni a ridurre le emissioni del parco veicoli nuovi.  Insieme all’Ong Transport & Environment e all’associazione europea dei consumatori Beuc, Acea ha già chiesto all’Ue almeno un milioni di punti ricarica entro il 2024. Finalmente si concretizzerebbe anche in Italia la possibilità di acquistare un veicolo elettrico senza il rischio di rimanere a piedi. Infatti, il 70% delle colonnine (255mila) sono concentrate in tre Paesi: GermaniaFrancia e Paesi Bassi.

Tra le novità Ue in campo ambientale c’è anche l’entrata in vigore della Direttiva europea Sup sulla plastica monouso (Single Use Plastic). La messa al bando, quindi, degli oggetti usa e getta trovati più frequentemente sulle spiagge e nei mari: cannucce, cotton fioc, piatti e posate, palette da cocktail, bastoncini dei palloncini, contenitori per alimenti e bevande in polistirolo. Dal 3 luglio questi oggetti possono essere venduti soltanto per esaurire le scorte, quindi saranno vietati.

In Italia, secondo il Rapporto del Gse (Gestore servizi energetici), nel 2019 le fonti di energia rinnovabili sono state impiegate per il 40% nel settore Elettrico, per il 20% in quello Termico, e per il 9% in quello dei Trasporti. La quota dei consumi energetici complessivi18,6%supera per il sesto anno consecutivo quella prevista per l’Italia dalla Direttiva 2009/28/CE, cioè del 17%.

Il 28 giugno 2021 l’Europarlamento prende la decisione di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, con una legge che vincola l’Unione europea a diminuire del 55% rispetto ai livelli del 1990 le emissioni di gas serra entro il 2030. La legge pubblicata sulla Gazzetta europea e il primo pacchetto di norme, il “Fit for 55”, per il raggiungimento dello scopo presentato il 14 luglio.

Ma non tutti sono d’accordo, infatti, ha sorpreso la decisione dei Verdi di votare contro questa legge. Ciò, in seguito all’annoveramento del gas come fonte di energia rinnovabile a causa delle pressioni provenienti da industrie di estrazione e lavorazione di combustibili fossili. “Perché il calcolo netto include i depositi di carbonio, come le foreste e le paludi. Se si sottraggono questi serbatoi naturali di CO2, l’obiettivo climatico si riduce a solo il 52,8%”, si legge sul sito dei Greens/Efa in the European Parliament, e ciò non garantirebbe l’arresto dell’aumento medio della temperatura di 1,5 gradi. Forse bisognerebbe approfondire di più le motivazioni dei Verdi.

Solareeolico e altre fonti rinnovabili per la prima volta in 130 anni di storia hanno rovesciato il carbone nella generazione di energia negli Usa. Nonostante l’amministrazione Trump abbia annullato le leggi di Obama sulla protezione del clima, il consumo di carbone in America è diminuito del 15% – in calo per il sesto anno consecutivo – mentre le energie rinnovabili sono aumentate dell’1%. È la prima volta che questo succede dal 1885.

«Stiamo assistendo alla fine del carbone», ha affermato Dennis Wamsted, analista presso l’Institute for Energy Economics and Financial Analysis. «Non vedremo una forte ripresa della generazione di carbone, la tendenza è piuttosto chiara».

Ma nonostante ciò…

Gli Usa nell’estate del 2021 sono stati colpiti da un ondata di caldo senza precedenti. Le città maggiormente colpite sono Seattle e Portland e si verificano nuovi blackout a SpokaneWashington, a causa dell’eccessiva richiesta di energia elettrica.

La polizia riporta diverse morti nelle aree di Washington e nell’Oregon che possono essere legate al caldo intenso. Le temperature a Seattle e Portland hanno raggiunto per diversi giorni consecutivi picchi record da oltre 100 gradi Fahrenheit (37,7 gradi Celsius). Secondo il National Weather Service, si sono raggiunti i 108 F (42,2 °Cnell’aeroporto internazionale di Spokanela temperatura più alta mai registrata nella zona

Il nostro Pianeta sta cambiando oramai da decennima solo ora ci stiamo attivando per fare qualcosa. La speranza è che le cose in fase di attuazione possano veramente aiutare a fermare i cambiamenti climatici in atto. L’appello è impegnarsi tutti a fare qualcosa. Anche se ci sembra un gesto insignificante dobbiamo farlo. La somma di tanti piccoli gesti può smuovere mari e monti.

 

Giorgia Iacuele

Foto © Riscaldamentoglobale, Qualenergia, HomeGreenHomeBlog 

Sicurezza alimentare, controlli per pericoli chimici

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, i cittadini dell’Unione europea beneficiano di uno dei più elevati livelli di garanzia al mondo in materia di sicurezza alimentare, che costituisce una priorità importante per l’Ue e riguarda tutti. Per questo l’Unione europea vuole proteggere i cittadini dai pericoli che gli alimenti potrebbero comportare. La Corte dei Conti europea ha verificato se il modello di sicurezza alimentare dell’Ue, specificamente in relazione ai pericoli chimici, sia fondato su solide basi e attuato correttamente. La Corte ha rilevato che il modello di sicurezza alimentare europeo attualmente è sottoposto a forti pressioni e deve far fronte a determinate sfide. Motivo per cui la Corte formula raccomandazioni dirette alla Commissione su come superare tali sfide e migliorare il funzionamento del modello di sicurezza alimentare.

Il quadro giuridico disciplinante le sostanze chimiche in alimenti, mangimi, vegetali e animali vivi è tuttora in corso di elaborazione – afferma la Corte – e non ha ancora raggiunto il livello di attuazione previsto dalla legislazione dell’Unione europea sulla produzione di alimenti. Inoltre, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che fornisce consulenza scientifica per la definizione delle politiche europee, ha accumulato un arretrato di lavoro in relazione alle sostanze chimiche. Ciò incide negativamente sul corretto funzionamento di parti del sistema e sulla sostenibilità del modello nel suo insieme.

«La sicurezza alimentare è un tema altamente prioritario per l’Unione europea, ha un impatto su tutti i cittadini ed è strettamente collegata al commercio» – ha dichiarato Janusz Wojciechowski, il membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione – «L’attuale sistema dell’Ue deve però far fronte ad una serie di incongruenze e di problematiche”.

In alcuni Stati membri, i controlli per alcuni gruppi di sostanze chimiche sono più frequenti che per altri e il relativo quadro normativo è talmente esteso che le autorità pubbliche trovano difficile adempiere a tutti i propri compiti. A giudizio della Corte, i controlli eseguiti da organismi pubblici possono costituire solo una piccola parte di tutti i controlli effettuati e la credibilità del modello Ue può essere preservata al meglio affiancando ai sistemi di controllo pubblici quelli del settore privato. Tuttavia, solo di recente si è iniziato ad esplorare le sinergie tra i due sistemi.

L’Unione ha limitato l’uso di determinati antiparassitari sulla base di criteri di pericolo. Ciononostante, spiega la Corte, i residui di questi stessi antiparassitari potrebbero essere tollerati in prodotti importati nell’Ue se una valutazione del rischio ha indicato che non vi sono rischi per i consumatori. La Corte ha inoltre rilevato limiti nel sistema di controllo, giacché gli Stati membri hanno difficoltà nello stabilire quali misure esecutive adottare in caso di mancato rispetto delle norme.

La Corte raccomanda alla Commissione europea di valutare potenziali modifiche alla normativa che disciplina i pericoli chimici, alla luce della capacità di applicarla in modo uniforme; stimolare ulteriormente la complementarità, in modo che le autorità pubbliche degli Stati membri possano fare maggiore affidamento sui controlli svolti dal settore privato; spiegare quali misure intende adottare per i residui di antiparassitari presenti negli alimenti, al fine di mantenere lo stesso livello di garanzia sia per gli alimenti prodotti nell’Unione che per quelli importati, senza violare le norme dell’OMC; fornire agli Stati membri ulteriori istruzioni sull’applicazione di misure esecutive e rafforzare le proprie procedure atte a monitorare la conformità con la legislazione alimentare dell’Ue.

 

Giorgia Iacuele

 

Nel 2021 nell’Unione europea c’è ancora un Muro

Roma, 28 Settembre 2021 – L’isola di Cipro venne divisa da un muro, denominato Linea verde, dopo l’invasione turca. Ciò accadde il 20 luglio del 1974 e ne fu occupata circa il 40%. Inoltre comportò la separazione delle due comunità in Nord e Sud. Nel 2021, Cipro, è l’unico Stato dell’Unione europea diviso

Il movimento per l’annessione alla Grecia (ènosis), sviluppatosi fra i greco-ciprioti a partire dagli anni 1930, si intensificò dopo la Seconda guerra mondiale. Entrarono, così, in conflitto da un lato con gli Inglesi, dall’altro con la minoranza turco-cipriota e la Turchia. Furono vari i negoziati tentati dai Governi di Regno Unito, Grecia e Turchia e i rappresentanti delle due comunità cipriote. Nel 1959 fu raggiunto un compromesso, che prevedeva l’indipendenza di Cipro e una serie di garanzie per la minoranza turca. L’indipendenza fu proclamata il 16 agosto 1960 ed entrò in vigore la Costituzione, che assicurava la rappresentanza di ambedue le comunità nei principali organi politici.

Nel 1960 Cipro entrò a far parte dell’Onu e nel 1961 del Commonwealth. Ma il compromesso non fu di facile applicazione e nel 1963 i turco-ciprioti si ritirarono dal Governo e dagli altri organi, dando vita nel 1967 a una propria amministrazione autonoma.

Nonostante l’invio a Cipro, fin dal marzo 1964, di una forza di pace dell’Onu (Unficyp), la tensione e gli scontri proseguirono. L’avvento della dittatura militare in Grecia (1967) aggravò ulteriormente la situazione. Nel 1974 un Golpe appoggiato da Atene rovesciò Makàrios, arcivescovo ortodosso e primo presidente della Repubblica di Cipro dopo l’indipendenza politica, e tentò di insediare un Governo che procedesse all’annessione alla Grecia. La Turchia reagì immediatamente occupando la parte settentrionale dell’isola, dove nel 1975 fu proclamato unilateralmente uno Stato federato turco di Cipro con una propria Costituzione, un presidente della Repubblica, Rauf Denktaș, e un’Assemblea legislativa. Vari furono i tentativi di appianare le divergenze. Ma nel 1983 proclamò l’indipendenza della Repubblica turca di Cipro del Nord, riconosciuta soltanto dalla Turchia.

Neppure la mediazione condotta dall’Onu a partire dal 1985 portò a una conclusione pacifica. Il progetto era quello di uno Stato bifederale che prevedeva una larga autonomia per i turco-ciprioti. Ma tutto si arenò per il persistere di profondi contrasti fra le due comunità e il rifiuto della Turchia di ritirare le proprie truppe.

Nel 2004, il progetto di unificazione promosso dall’Onu, che prospettava la costituzione di uno Stato federale con la presidenza spettante a rotazione alle due comunità, fu bocciato per referendum dalla popolazione greco-cipriota. Lo stesso anno, la sola parte greco-cipriota, corrispondente alla Repubblica di Cipro, è entrata a far parte dell’Unione europea (dal 2008 anche nell’area euro).

Quindi Cipro risulta essere divisa tra Sud e Nord. Con “Sud” si indica la parte grecocipriota controllata dalla Repubblica di Cipro. Mentre con “Nord” ci si riferisce alla Repubblica turca di Cipro Nord. La linea verde segna tuttora un confine perennemente in tensione per gli scontri interetnici fra cittadini di origine greca e quelli di origine turca.

 

Giorgia Iacuele

Foto © InsideOver, Osservatoriodiritti

In Norvegia create nuove coalizioni politiche

Roma, 18 Settembre 2021 – Il responso elettorale porta la Norvegia a svoltare a sinistraDopo otto anni di Governo conservatore guidato dalla premier Erna Solberg, le elezioni generali di lunedì hanno premiato il Partito laburista. Il suo leader Jonas Gahr Støre, così, ha avviato i colloqui per la formazione di una coalizione con due partitila Sinistra socialista (Sv, leader Audun Lysbakken) e il Partito di centro (Sp, a capo Trygve Slagsvold Vedum). Il nuovo esecutivo, comunque, potrebbe arrivare non prima di qualche settimana.

La premier uscente rimane alla guida dei conservatori

Erna Solberg, che continuerà a guidare i conservatori, resterà al timone del Paese «finché un nuovo Governo non sarà pronto». Cambiamento climatico e industria del petrolio sono i temi intorno ai quali è ruotata la campagna elettorale e che saranno centrali anche nei colloqui. Petrolio e gas norvegesi vengono perlopiù dal Mare del Nord. Ma la maggior parte delle riserve non sfruttate si trova nel Mare di Brents, nell’Artico, una linea rossa per gli ambientalisti.

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Olimpiadi, Eurovision, Europei, una super Italia

Marzo 2021, un anno partito in sordina con un Sanremo diverso dal solito. Il pubblico non c’è ma la coppia Amadeus – Fiorello riesce comunque a creare un’atmosfera degna della manifestazione che tanti italiani attendono durante tutto l’anno. La vittoria va ai Måneskin, una band, rock, formata da 4 ragazzi romani che hanno iniziato la loro carriera sulle strade della Capitale. La conquista del festival italiano della musica è l’inizio di una storia d’amore tra talento e fortuna per loro.

Maggio 2021, dopo 31 anni, l’Italia ritorna a conquistare il podio degli Eurovision Song Contest. Ancora loro, i Måneskin, portano a casa la vittoria, ma questa volta lo fanno a nome di tutti i cittadini italiani e segna un altro punto di svolta. Volano nelle classifiche del Regno Unito e degli Stati Uniti. Il Belpaese da quel momento diventa inarrestabile.

Lo sanno bene in UK che l’Italia in questo 2021 è incontenibile. Parliamo di Wimbledon. Certo, Matteo Berrettini si è arreso al serbo Novak Djokovic, quindi letteralmente non possiamo affermare di aver conquistato il più antico evento nello sport del tennis, ma il ragazzo romano ha fatto vivere all’Italia la gloriosa emozione di essere arrivati in finale. Non era mai accaduto e dalle parole dello stesso Berrettini possiamo sperare che riaccadrà e magari la prossima volta la finale sarà nostra. Tanta anche l’umiltà del tennista: «Incredibili sensazioni da gestire, anche in questo Novak è più bravo di me. Sta scrivendo la storia di questo sport, merita tutto».

Invece, sulla sua prova: «Sono contento della mia finale, spero che non sarà l’ultima. È stato un onore, bellissima sensazione essere qui. Ringrazio la mia famiglia, il team, gli amici. È stato un lungo cammino, per me non è una fine ma l’inizio di una carrieraContinuiamo a provarci». Tutta l’Italia è con lui.

Un altro trionfo tutto Azzurro, quello dell’atletica negli Europei under 23 di Tallinn, in Estonia. Un bottino che non è mai stato così ricco: 13 medaglie in totale, di cui 6 ori, 5 argenti e 2 bronzi. Un primo posto da record: nessuna squadra italiana ha mai portato a casa un medagliere di tali proporzioni. L’Italia è prima, davanti a Germania e Repubblica Ceca. Gli atleti italiani, guidati dal vicedirettore tecnico Antonio Andreozzi, hanno conquistato la medaglia più importante, e sono stati ricevuti dal premier Mario Draghi a Palazzo Chigi nella giornata della cerimonia.

Wembley, basta questa parola per accendere il fuoco dei tifosi italiani. Gli Europei 2020 o 2021 (ognuno li chiami come vuole) portano il nome dell’Italia. Un edizione particolare e innovativa, a partire dal rinvio di un anno a causa della pandemia da Covid-19.

Il campionato europeo di calcio 2020 o Uefa Euro 2020, è stata la 16ª edizione dell’omonimo torneo, organizzato dall’Uefa. In occasione del 60º anniversario dalla sua nascita, la fase finale non ha avuto luogo in una singola Nazione o due, ma in 11 distinte città europee. La partita inaugurale si è tenuta allo stadio Olimpico di Roma, mentre le semifinali e la finale si sono disputate al Wembley Stadium di Londra. È stato il primo europeo a sedi miste e nessuna Nazionale è stata qualificata come squadra ospitante. Inoltre, è cambiato in parte il sistema di qualificazione, combinando i classici gironi (20 posti) con la Uefa Nations League (4 posti).

1968, era questo l’anno che decretava l’ultima vittoria della Nazionale a un Europeo di calcio. 53 anni fa la squadra era guidata da Valcareggi, e vantava in rosa giocatori del calibro di Zoff, Burgnich, Facchetti, Bulgarelli, De Sisti, Riva, Rivera, Mazzola e Anastasi. Nel 2021 si parla degli Azzurri di Roberto Mancini e sono tanti i giocatori a spiccare per vari motivi. Ma la caratteristica principale è che sono una squadra” con la S maiuscola. Ognuno eccelle con le proprie caratteristiche ma è l’unione che la rende una grande squadra. Chissà, forse, la complicità tra Roberto Mancini e Gianluca Vialli ha insegnato ai ragazzi cosa vuol dire vincere insieme. Le immagini più belle resteranno, ovviamente, quelle della Nazionale che alza la Coppa, ma le seconde saranno quelle che riprendono i due ex giocatori della Sampdoria in infiniti abbracci e lacrime.

E con la vittoria degli Europei l’Italia si rianima, forse troppo, ma la voglia di festeggiare è tanta, dovuta anche alle varie chiusure causate dalla pandemia. Primo fra tutti il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che allo stadio di Wembley esplode in festeggiamenti. Chissà se il premier Mario Draghi si sia pentito un po’ di non essere andato a Londra per la finale…

Voliamo a Tokyo, dove, ancora adesso, si stanno svolgendo le Olimpiadi. Anche queste rimandate di un anno a causa dei contagi da Covid-19. Proprio una manciata di ore fa arriva la notizia della quinta medaglia d’oro conquistata dall’Italia. Ruggero Tita e Caterina Marianna Banti portano la vela italiana nell’Olimpo di Tokyo 2020. La coppia azzurra domina nel Nacra 17. La prima medaglia d’oro, invece, arriva nel taekwondo dal ventenne Vito Dell’Aquila. Poi, gli ori italiani si tingono di rosa con la coppia Valentina Rodini e Federica Cesarini nel doppio pesi leggeri di canottaggio.

Ma i due ori azzurri che fanno parlare di più sono quelli di Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi. Il 2 agosto la pagina del New York Times titola “È italiano l’uomo più veloce del Mondo”. Jacobs ha scritto la storia dello sport italiano chiudendo la finale col nuovo record europeo di 9″80.

Come ha fatto anche Tamberi nel salto in alto vincendo la prima medaglia nell’atletica. Lui che aveva dovuto rinunciare a Rio 2016 a causa della rottura del tendine d’Achille (forse dovremmo pensare di rinforzare questa particolare parte del corpo dato che anche il grande Spinazzola ha dovuto interrompere gli Europei in anticipo proprio per questa rottura). Gimbo ha atteso, ha lavorato, è migliorato e ha trionfato, a pari merito con il qatariota Barshim, con il quale si è diviso la medaglia più preziosa al termine di una finale quasi perfetta. Arrivati appaiati allo spareggio, i due hanno deciso di comune accordo di spartirsi la posta in palio più ambita, in un finale da favola.

Nel 2020 l’Inno d’Italia lo abbiamo cantato e ascoltato dai balconi. Un po’ per commemorare i cittadini portati via dal Coronavirus, un po’ per sentirci una Nazione unita e forte che sarebbe venuta fuori dall’incubo della Pandemia. Invece nel 2021 l’Inno di Mameli è solo gioia e segna ogni conquista che l’Italia sta ottenendo. I brutti periodi non sono ancora terminati ma l’Italia c’è e si fa sentire.

 

Giorgia Iacuele

Foto © Sapere, Eurosport

Ue, gli Stati sono i responsabili degli sbarchi dei migranti

Un Consiglio europeo straordinario da tenere dopo l’estate, l’incremento del supporto di Frontex per assicurare la gestione adeguata nel Mediterraneo centrale e una maggiore solidarietà Ue in termini di ricollocamenti. Sono questi i punti su cui l’Europa comunitaria si vorrebbe impegnare nella gestione dei migranti e che sono stati al centro del colloquio telefonico di mercoledì tra la ministra dell’interno, Luciana Lamorgese, e la commissaria Ue agli affari interni, Ylva Johansson. In programma anche una possibile visita congiunta a Tunisi, una volta che si sarà stabilizzata la situazione politica.

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