
Bollino Azzurro consegnato a 94 strutture impegnate nella prevenzione e cura del tumore alla prostata
Nello scorso mese di novembre, dedicato alla salute maschile – tumore alla prostata in primis – Fondazione Onda, osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, ha avviato la prima edizione del bando Bollino Azzurro. Obiettivo principale, identificare a livello nazionale i centri che garantiscono un approccio multi–professionale e interdisciplinare nell’ambito dei percorsi diagnostici e terapeutici dedicati alle persone con questa tipologia di tumore.
In Italia gli uomini con tumore della prostata sfiorano il numero di 564.000. Ogni anno si contano circa 36.000 nuove diagnosi. E, purtroppo, non si tratta solo di over 50.
In questa fascia di età il tumore alla prostata rappresenta oltre il 20% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo, che si rivolge al medico dopo aver ignorato numerosi campanelli d’allarme.
Sintomatologia: non sottovalutiamola
Roberto Sabbatini, dirigente Medico di Oncologia presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, chiarisce che «i sintomi, in genere, compaiono con il progredire della malattia». Difficoltà nella minzione, bisogno di urinare frequentemente, sensazione di mancato svuotamento della vescica e presenza di sangue nelle urine, sono sintomi da non sottovalutare. Se, infatti, è vero che possono essere confusi con quelli di malattie benigne frequenti dopo i 50 anni di età, è vero anche che non devoni essere negati.
Parliamo del meccanismo di rimozione/negazione poiché esso influisce in maniera determinante nel ritardo della diagnosi. Le opzioni terapeutiche oggi disponibili sono meno invasive, l’efficacia dei trattamenti maggiore. L’importante è – vista la natura asintomatica della fase inziale della malattia – non misconoscere i primi segnali.
Rivolgersi allo specialista – l’urologo – per una visita di controllo diventa essenziale. La chirurgia non è più l’unica strada. La radioterapia, sempre più precisa, insieme alla sorveglianza attiva è di grande efficacia. Dice Sabbatini: «oggi, la ricerca e l’innovazione scientifica hanno permesso di migliorare le terapie oncologiche nel tumore della prostata e di offrire trattamenti sempre più personalizzati per rispondere al meglio ai bisogni dei pazienti, migliorandone le aspettative e la qualità di vita».
Insieme si è più efficaci
Giario Conti, segretario della Società Italiana di Uro-Oncologia, sottolinea che la comunità scientifica internazionale ritiene fondamentale l’approccio multidisciplinare alle patologie oncologiche. E non solo. Tale approccio si è rivelato vincente sotto molteplici aspetti, dai percorsi diagnostici alle scelte terapeutiche, dalla maggiore conoscenza e aderenza alle linee guida alla crescita culturale dei membri del team.
«La domanda che ci poniamo oggi, nell’era della medicina di precisione, non è più se dobbiamo utilizzare questa filosofia nell’approccio alle malattie neoplastiche, ma come possiamo realizzarla utilizzando modalità efficienti ed efficaci».
Verso la medicina personalizzata
Il dottor Conti nota che i team multidisciplinari stanno diventando sempre più multi-professionali, e i modelli organizzativi possono essere diversi in relazione alle diverse realtà regionali e territoriale.
«Dalle Unit d’organo, dove tutte le figure professionali e le risorse tecnologiche sono presenti in un’unica entità geografica, alle reti di patologia, spesso costruite su modelli del tipo hub and spokes».
Queste prevedono la realizzazione di strutture di comunicazione che consentono ai protagonisti di cooperare strettamente per poter offrire a ciascun paziente una proposta terapeutica personalizzata non solo sulla sua malattia, ma su di lui come persona.
Un lavoro di squadra
Il bando è patrocinato dalle principali società scientifiche e associazioni italiane del settore, con il contributo incondizionato di Bayer.
L’iniziativa, aperta a tutti gli ospedali, in primis le strutture ospedaliere che hanno già il Bollino Rosa, trae spunto dall’esperienza maturata sul campo da molteplici stakeholder. Si sono candidate 155 strutture ospedaliere, valutate in base alla compilazione di un questionario di mappatura articolato su 10 domande.
I fattori misurati sono stati la qualità e il carattere multidisciplinare dei servizi.
Requisiti
Uno tra i requisiti definiti essenziali dalla commissione è il numero medio di nuovi casi di tumore alla prostata trattati dalla struttura (≥ 100).
«Poiché esiste una correlazione tra il volume di casi osservati e gestiti e la qualità del trattamento offerto», ricorda Rolando Maria D’Angelillo, direttore UOC Radioterapia, Dipartimento di Oncoematologia Policlinico Tor Vergata. A questi si sommino l’offerta di un approccio multidisciplinare per la gestione della malattia e il core team. Che include almeno urologo, oncologo medico e oncologo radioterapista, anatomo patologo, specialista in diagnostica per immagini.
Infine, risulta fondamentale che i professionisti – tra cui anche medico nucleare e psicologo – siano sempre aggiornati. La formazione continua in medicina degli operatori sanitari e la partecipazione a congressi e convegni risultano fondamentali per operare secondo linee guida e protocolli attuali. Lo scambio di dati ed esperienze tra team diversi, inoltre, rende sempre più attuale e dinamica la formulazione di una proposta terapeutica ad hoc.
Riconoscimento di valore
Sono 94 le strutture cui è stato assegnato il riconoscimento Bollino Azzurro – il primo della Fondazione a favore della salute maschile. Di queste, 33 sono state insignite di una menzione speciale. Ciò in prospettiva di un miglioramento futuro proprio del percorso multidisciplinare nel trattamento del tumore alla prostata.
Francesca Merzagora, presidente di Fondazione Onda, spiega il valore aggiunto delle strutture premiate. «I centri che hanno ottenuto il Bollino Azzurro costituiranno una rete di scambio di esperienze e di prassi virtuose e offriranno alla popolazione l’opportunità di essere correttamente informata […] con l’obbiettivo di sensibilizzare e avvicinare a diagnosi e cure appropriate».
Obiettivi
I risultati da raggiungere sono:
- aumento dell’accessibilità ai servizi erogati dai centri
- potenziamento del livello di offerta terapeutica e diagnostica
- miglioramento della qualità della vita delle persone con tumore alla prostata
- promozione di un’informazione consapevole tra la popolazione maschile sui centri in grado di garantire una migliore presa in carico del paziente
Abbattere lo stigma
Consideriamo il tema della consapevolezza, tendenzialmente scarsa nella popolazione maschile.
L’idea di Fondazione Onda di partire dalle 355 strutture che a livello nazionale hanno già il Bollino Rosa è strategica.
Il motivo? Avviare un percorso di informazione capillare, di accompagnamento e guida dei propri partner, amici e colleghi, figli, circa l’importanza della prevenzione primaria. Che va fatta a partire dal pediatra di libera scelta, sino a fidelizzarsi con il medico di medicina generale, uomo o donna che sia.
Perché ogni giovane donna va dal ginecologo e i giovani uomini non sanno neppure chi siano l’andrologo e l’urologo? Lo stigma della malattia maschile fa danni, il dialogo con lo specialista diventa tabù, il timore di non essere più all’altezza rallenta la diagnosi. La salute passa anche dall’educazione, dalla cultura: le donne, leader nella lotta alle malattie di genere, possono essere – e spesso sono – il miglior tramite tra il paziente e la cura.
Dei miriam