
Caso Juventus: quali conseguenze?
Sono giorni di attesa. Oggi in un clima un po’ surreale ricorre il compleanno di Andrea Agnelli, presidente della Juventus da 11 anni, segnati da grandi trionfi, ma culminati pochi giorni fa con le dimissioni sue e di tutto il consiglio di amministrazione dopo gli scenari particolarmente gravi che la magistratura sta prospettando per loro. In ogni il club sul proprio sito invia un messaggio all’ex numero 1: “Grazie Presidente, non disperderemo la sua lezione”. Juve che ricorda “Non condividiamo rilievi al bilancio fatti da Deloitte”, la società fa parte delle cosiddette Big four (“Le quattro grandi”), cioè le quattro più grandi aziende di revisione, insieme a Pricewaterhousecooper, EY e KPMG.
Allegri cosa fa intanto?
Nel frattempo Allegri e la squadra proseguono il lavoro sul campo alla Continassa con coloro che non sono stati convocati dalle nazionali per la competizione del mondiale di calcio. L’inchiesta Juventus continua allora a far discutere e ha generato un vero e proprio terremoto del sistema calcio, almeno sul piano politico delle diverse aziende, tutto questo anche se i riflettori di tutto il Mondo siano puntati verso il Medio Oriente dove si sta tenendo in questi giorni la manifestazione di calcio più importante al mondo. Parliamo ovviamente dei mondiali di Qatar 2022. Tuttavia in Italia si é aperto un caso di portata mediatica enorme, equiparabile per misure e gravità soltanto a quello di “scommessopoli” del 2011 e quello di “calciopoli” risalente al 2006. Una situazione che appare sempre più ingarbugliata, con nuovi elementi che via via stanno emergendo e continuano a gettare sempre più forti ombre su quella che è stata la gestione del club (leggasi come eredi della famiglia Agnelli) negli ultimi anni.
Allo stato attuale delle cose i fatti evidenziano come lo scorso ottobre la Procura della Repubblica di Torino abbia notificato la conclusione delle indagini preliminari ai membri dell’allora consiglio d’amministrazione, ai componenti del collegio sindacale, al revisore legale del club bianconero e ai “dirigenti con responsabilità strategiche”. Secondo quanto riferisce Il Tempo, i magistrati hanno già firmato e depositato la richiesta di rinvio a giudizio nel procedimento sui conti della società bianconera. Le richieste, 13 in tutto, saranno notificate nei prossimi giorni, fra gli altri, anche ai vertici societari come Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e l’ex direttore sportivo ora al Tottenham Fabio Paratici. Ma quale è la fonte che ha innescato questo sisma sportivo? Quali sono le accuse mosse alla “vecchia signora”, ovvero la Juventus? I principali reati contestati sono il falso nelle comunicazioni sociali, ovvero falso in bilancio, e il falso nelle comunicazioni rivolte al mercato, essendo una società quotata in Borsa a Piazza Affari. Più precisamente si parla dell’ipotesi di reato di “ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza” e del delitto di “aggiottaggio informativo”, per ciò che riguarda la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (la Consob è l’organo di controllo del mercato finanziario italiano). Ad alcuni indagati è stato contestato anche “dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti, essendo emerso secondo i pubblici magistrati come Juventus abbia corrisposto ad agenti somme per prestazioni che non hanno trovato riscontro e che pertanto sono considerate inesistenti con contestuale danno all’Erario per indebita detrazione di Iva”.
Le plusvalenze
A questo proposito parlando di plusvalenze, le prove fin qui raccolte consentono di delineare “un’attività di alterazione delle poste di bilancio (e quindi dei risultati di esercizio) quale conseguenza, in primo luogo, di un anomalo ricorso a operazioni di scambio dei diritti alle prestazioni sportive di un elevato numero di atleti. Operazioni, per altro, nel complesso distoniche nel panorama nazionale”. Gli investigatori sostengono che queste operazioni di scambio sono state “concluse a valori stabiliti dalle parti in modo arbitrario e con lo scopo di far fronte alle necessità di bilancio del momento: tali operazioni sono state ritenute fittizie, anche alla luce del contenuto di conversazioni registrate nel corso delle indagini”. Vi sarebbero gravi anomalie anche per ciò che riguarda l’erogazione degli stipendi. Al vaglio dei pubblici magistrati anche le strane “manovre” utilizzate dalla dirigenza bianconera nella contabilizzazione a bilancio della voce salari. Infatti – sostiene l’accusa – durante i mesi in cui il mondo dello sport, come qualsiasi altro settore, era stato sospeso in seguito alla pandemia da Covid–19, furono messi in atto una serie di “artifizi” grazie ai quali si poté mettere in sicurezza i conti. Sussistono elementi concreti per ritenere che i giocatori, in accordo con la dirigenza, abbiano spontaneamente rinunciato a percepire una sola mensilità e non quattro, come ha invece comunicato la Juventus Fc nel marzo 2020. Le rimanenti mensilità, tre per l’esattezza, secondo l’accusa non sarebbero in realtà state oggetto di rinuncia, bensì di differimento a esercizi successivi“.
La manovra stipendi
Inoltre ci sarebbe un’altra “manovra stipendi”, che invece fa riferimento ad “accordi individuali di riduzione stipendiale per le mensilità marzo–giugno 2021”, con contestuale integrazione subordinata alla permanenza del calciatore interessato a una certa data, sono state rinvenute e sequestrate al di fuori della sede sociale, scritture private contenenti l’impegno incondizionato della società al pagamento degli stipendi oggetto di riduzione anche in caso di trasferimento del calciatore e pertanto di contenuto contrario a quanto risultante dai contratti depositati presso la Lega”. Intanto spuntano nuove intercettazioni. Come detto infatti le accuse sono diverse e molto pesanti, dall’aggiotaggio informativo, alle false comunicazioni al mercato, il falso in bilancio e le false fatturazioni in relazione a tre annualità di esercizio. Intanto in queste ultime ore sono emerse intercettazioni che certamente non migliorano la posizione del club, anzi, sembrano confermare le situazioni di irregolarità e di illiceità, e quindi confermano i reati nel caso particolare.
Cosa dicono i procuratori?
Hanno parlato di “frasi illuminanti” il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello, che coordinano l’inchiesta sui conti bianconeri. “Lì ormai son diventati talmente esperti a fare i trucchetti”, questa è la frase inquietante catturata al telefono all’attuale amministratore delegato Maurizio Arrivabene, parlando dell’area finanza Juve. Non è la sola intercettazione resa pubblica. Ma ce ne è un’altra che ha fatto rumore e vede coinvolto direttamente il presidente e numero 1 del board bianconeri Andrea Agnelli. Era il 24 aprile 2020, l’Italia in lockdown nel pieno della pandemia. Anche per il top management della Juventus che si riunisce per discutere della situazione finanziaria nel contesto Covid c’è un mea culpa: “Abbiamo vissuto oltre le nostre possibilità per diventare numeri 1. Abbiamo preso grandi rischi per esserlo”. C’è poi un altro fronte scottante. Un altro mistero è quello che riguarda il fuoriclasse portoghese Cristiano Ronaldo, acquistato nell’estate del 2018 per 117 milioni di euro, a cui aggiungere i 31 milioni netti di ingaggio, per tentare l’assalto a quella che era divenuta ormai un’ossessione: la Champions League. Nonostante un rendimento di assoluto livello, ma comunque abbastanza al di sotto delle attese, in campo europeo non si sono avverati i sogni della proprietà. Anzi, la squadra ha inanellato una serie di prestazioni mediocri e di eliminazioni precoci con squadre sulla carta inferiori. Un investimento che si sarebbe dovuto ripagare grazie all’appeal del fenomeno di Madeira e a quelli che sarebbero dovuti essere, nei desiderata societari, le grandi vittorie che avrebbero fatto decollare il fatturato. La storia però ha dimostrato ben altro e la pandemia ha dato il colpo di grazia a una serie di scelte rivelatesi controproducenti. L’investimento Ronaldo ha pesato enormemente sulle casse del club, che con gli stadi chiusi ha visto i suoi introiti ridursi drasticamente, infine con queste indagini piove sul bagnato. Pare infatti che CR7 non abbia mai ricevuto i salari arretrati contenuti nella ormai celebre «carta di Ronaldo». Questa sarebbe un documento relativo al contratto del giocatore. «Se viene fuori ci saltano alla gola… tutto sul bilancio, i revisori e tutto». A comunicare tramite telefono sono Cesare Gabasio, direttore dell’ufficio legale della Juventus, e il direttore sportivo (oggi ex), Federico Cherubini. Questa carta sarebbe una prova inconfutabile per lo meno del reato di false comunicazioni sociali rivolte al mercato. Consiste in un foglio excel denominato “Cr7 cartellina.xlsx“. È stato sequestrato dagli inquirenti i quali avrebbero trovato la contabilità esatta degli stipendi dovuti al giocatore portoghese per la manovra stipendi della stagione 2019-2020 e di quella 2020-2021 per un totale di 29.322.499,33 euro. A Ronaldo spetterebbero ancora ben 19,975 milioni netti. Si tratterebbe di salari arretrati che la società bianconera avrebbe dovuto versare anche dopo il passaggio al Manchester United, così come concordato con gran parte della prima squadra. Ma tali emolumenti sarebbero stati condizionati dalla permanenza dello stesso Ronaldo ai Red Devils, da cui però ha ormai divorziato. La verità è che i bilanci sono molto nebulosi.
La perizia sulle manovre della Juventus effettuata dalla procura
In base a quanto stabilito dalla perizia contabile commissionata dalla procura di Torino queste manovre sarebbero veri e propri raggiri fatti col fine, poi concretizzato, di portato ad avere numeri profondamente diversi tra i bilanci presentati e quelli effettivi in quei tre anni. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori c’è in particolare la figura dell’ex direttore sportivo Fabio Paratici, considerato un “mago delle plusvalenze”. La procura rende noto che “tutti sapevano”, a partire dal presidente bianconero: le “manovre correttive” in questione, tuttavia, sono “manovre illecite” e Agnelli era pienamente consapevole di questo. La situazione contabile del club arrivò anche all’orecchio di John Elkann (non indagato), con il quale Agnelli parlò al telefono: «L’azionista di maggioranza» – commentano i pubblici magistrati – «nelle persone del legale rappresentante Elkann o dei dirigenti di volta in volta interessati, appare pienamente a conoscenza delle problematiche finanziarie della Juventus e, soprattutto, delle manovre correttive (in particolare, plusvalenze), studiate al fine di “alleggerire” i bilanci e di consentire la permanenza “sul mercato” di Juventus senza la perdita dei “pezzi pregiati”». Qui ci si riferisce ai grandi giocatori per l’appunto.
C’è già chi prova a prevedere quelle che saranno le conseguenze giuridiche che deriveranno da tutte queste operazioni illegali che sarebbero state commesse. Addirittura si paventa l’idea, che a dire il vero appare abbastanza complessa di rivedere i bianconeri retrocessi in Serie B proprio come ai tempi dello scandalo calciopoli. Il rischio per i bianconeri ci sarebbe secondo l’avvocato Mattia Grassani, massimo esperto di diritto sportivo. Le sue parole hanno fatto molto rumore e suscitato molte polemiche. Il legale, sollecitato in una sua intervista su Rairadio1 sostiene che, nel caso in cui le accuse dovessero essere accettate, la pena potrebbe essere pesantissima: «i bianconeri rischiano molto di più che un’ammendo o una penalizzazione».
«Le dimissioni in blocco ricordano la scelta della Juventus nel 2006 -continua l’intervista- e costituiscono un segnale positivo all’interno di un quadro preoccupante. Queste però non bastano a ridurre la portata dei fatti, se saranno accertati ma la dicono lunga sulla volontà della società di tentare di arginare il problema. A livello penale credo che si sia già pronunciato un giudice per le indagini preliminari sulla non attualità della richiesta cautelare per Andrea Agnelli, in quanto si tratta di reati societari non più reiterabili con le dimissioni».
E’ peggio adesso o era peggio Calciopoli nel 2006 per la Juventus?
Ma soprattutto: «Penso che questa sia l’indagine più pesante della storia della Juventus, anche superiore rispetto a quella di Calciopoli nel 2006. L’indagine riguarda una serie di irregolarità che non ha precedenti. Dal punto di vista sportivo, se le accuse saranno provare, il club rischia di più dell’ammenda o della modesta penalizzazione: quando ci sono alterazioni di documenti ci possono essere conseguenze più pesanti. In caso di ottenimento dell’iscrizione a un campionato con dei documenti alterati ci può essere infatti l’esclusione dal campionato, la retrocessione all’ultimo posto o la revoca dello scudetto».
Ma non c’era solamente la sua figura all’interno dell’orchestra che operava questi presunti “magheggi”, infatti riportano i magistrati nelle richieste di misure: “Si è trattato di una decisione aziendale complessiva, imposta e condivisa dai vertici”. Le richieste sono state tuttavia rifiutare dal gip ”per difetto di esigenze cautelari”. La norma di riferimento è l’articolo 31 del codice di giustizia sportiva, in particolare il secondo comma, che parla di “violazioni in materia economico-finanziaria e gestionale”, stabilendo che, in caso di “alterazioni di documenti, quindi scritture private che posticipano il pagamenti degli stipendi”, si può arrivare a “conseguenze superiori alla penalizzazione”. L’avvocato dunque sostiene che le dimissioni rassegnate dal cda siano state un modo per fare meno trasparenza: «Con le dimissioni del Cda il rischio di reiterazione dei reati non esiste più, e a questo punto credo che la Procura faccia ricorso verso il rigetto della custodia cautelare chiesta per Agnelli. La vicenda penale prosegue con protagonisti e indagati in libertà».
Francesca marti