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Colloquio ad ampio raggio con Federico Zanon Vicepresidente ENPAP

ENPAM: INIZIATIVE, OBIETTIVI, PROGRAMMI & STRATEGIE 

a cura di Raffaele Panico 

Prima di riportare l’intervista a Federico Zanon, in sintesi, ecco cos’è l’ENPAP. L’Ente Nazionale Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi è una fondazione di diritto privato che attua tutele previdenziali e assistenziali in favore degli psicologi che esercitano la loro attività come liberi professionisti. L’obbiettivo principale è quello di proteggere e far fruttare i risparmi degli Psicologi per dar loro una pensione futura. Questo punto l’ENPAP lo porta avanti attraverso una gestione del bilancio e degli investimenti molto accurata, che giunge a risultati concreti. Per esempio? Far fronte alle attuali oscillazioni del mercato grazie a una visione di lungo periodo che rendiconta tutto il target del 2020, già a fine febbraio. Praticamente, come se una famiglia avesse guadagnato già a febbraio tutto ciò che le occorre per l’intero anno.

Il “welfare – stato di benessere” nel suo insieme, l’ENPAP lo considera anche come una scelta etica intimamente collegata. Ovvero, l’Ente vuole facilitare la vita privata e professionale degli iscritti, al fine di trovare serenità e maggiore autonomia di scelte libere, affrancate dalle incertezze varie, per dedicarsi interamente alla professione, versare contributi per la pensione e, come ci si prefiggeva solo alcuni anni o pochi lustri fa, ottenere attraverso il lavoro la crescita nei sensi e nei termini della felicità del singolo, della famiglia e della società a cui si appartiene.

L’emergenza Covid-19 ha chiamato l’Ente ad affrontare un compito per cui non era stato istituito, anche perché era difficilmente immaginabile una tale contingenza. Difatti, l’emergenza Covid-19 ha chiamato ad operare inaspettatamente con altra tempistica. Anche l’ENAP ha adottato misure che lo Stato ha indicato in queste settimane. Allo stesso tempo occorre seguire con medesima scansione di tempi lunghi proiezioni sui periodi medio-brevi.

Tanto è utile la verifica dei tempi e dei metodi per operare nella maggiore correttezza per il raggiungimento dei risultati. Tanto utile è la verifica quanto è necessario dare assistenza nel medio periodo alle famiglie più bisognose e allo stesso tempo sostenere la professione con interventi di sostegno strutturati, mi ha riferito sin da subito il Vicepresidente Federico Zanon.

Abbiamo raggiunto, telefonicamente il Vicepresidente dell’ENPAP, l’Ente di Previdenza degli psicologi, e gli abbiamo formulato nel merito alcune domande.

1) Domanda. Come ENPAP protegge e fa fruttare i risparmi degli Psicologi iscritti all’Ente di Previdenza?
> Risposta di ZANON. “In due modi, che si combinano fra loro. Da una parte abbiamo ottenuto di poter rivalutare i risparmi dei nostri Iscritti in base ai risultati dei nostri investimenti e non in proporzione al PIL. Questa riforma previdenziale, attiva dal 2015, è una particolarità di ENPAP, e di pochissimi altri Enti di previdenza, e ci ha permesso di dare un rendimento costante ai nostri iscritti del 2-3% contro lo 0-1% minimo indicato dalla legge”. 
“Dall’altra parte, per distribuire rendimenti serve denaro, e questo denaro deriva da una gestione accurata ed efficiente del patrimonio. Attualmente, abbiamo 1,6 miliardi di euro di capitale gestito, che stiamo investendo secondo un programma strutturato di lungo periodo i cui cardini sono ovviamente la diversificazione, la divisione delle decisioni in più fasi e attori così da evitare bias, il monitoraggio per ridurre errori e mitigare i rischi, e un processo di selezione dei gestori svolto da una società internazionale che ci permette di scegliere i gestori migliori a livello mondiale per ogni specifica asset class”.

2) D./  Quali misure ha adottato ENPAP per far fronte ai rischi legati agli investimenti a causa dell’emergenza Covid?
> R./  ZANON. “Il nostro sistema di investimenti è progettato per limitare strutturalmente i rischi. Per fare un paragone automobilistico, noi adottiamo principalmente sistemi di sicurezza attiva che ci permettono di evitare incidenti, o comunque di limitarne la portata. Lo facciamo attraverso un sistema molto accurato di progettazione dell’architettura del portafoglio, di scelta dei gestori finanziari e di monitoraggio continuo. Questo non ci ha evitato un primo impatto con il crollo dei mercati, ma ci ha permesso di risalire rapidamente e in questi giorni abbiamo ormai recuperato tutto il valore e siamo ormai tornati alla quota di pareggio. Ovviamente contiamo di riprendere ad accumulare valore”.  
“Inoltre, periodicamente raccogliamo profitto dagli investimenti in presenza di alcuni trigger, e quest’anno a febbraio avevamo già incamerato tutto il valore necessario per la rivalutazione dei montanti degli iscritti secondo il nostro target (in genere rivalutiamo al 2-3% annuo)”. 
“Tuttavia, abbiamo comunque voluto salvaguardarci anche in senso passivo, in fase emergenziale: alla prima risalita subito dopo la caduta dei mercati, abbiamo coperto una parte del nostro portafoglio con prodotti finanziari che, se da una parte hanno rappresentato un costo, dall’altra sono una sorta di assicurazione contro le perdite, che in caso di nuova improvvisa caduta dei mercati ne ridurrà l’impatto sul portafoglio ENPAP”.

3) D./ Ci sono stati problemi con il decreto Cura Italia nell’erogare i 600 euro a tutti i professionisti di tutte le Casse di Previdenza, ora se ne presentano dei nuovi con il Decreto Rilancio: come si comporterà ENPAP?
> R./ ZANON. “I problemi sono vari, a partire dall’approccio generale della distribuzione di denaro a pioggia che ha comportato una distribuzione inefficiente delle risorse. Hanno percepito l’indennità professionisti con una solida situazione economico-patrimoniale (pochi, in verità), ma anche una vasta platea di persone che nemmeno prima avevano un reddito professionale. Per migliaia di persone l’indennità Covid-19 di Marzo da 600 euro equivale o supera i guadagni dichiarati per un anno intero anche prima del Covid-19, ed è evidente che non rappresenta l’indennizzo per una perdita di attività professionale. Inoltre abbiamo avuto per decreto l’esclusione di categorie intere di iscritti, con criteri che non tengono conto né del bisogno delle persone né della loro reale situazione economica. Sono così stati esclusi senza una motivazione sociale i pensionati ancora in attività, o i pensionati di invalidità, o i professionisti che per vivere svolgono anche altri lavori. Il mix di tutti questi fattori rende in generale questo intervento poco equo e poco efficace”. 
“Se il denaro per queste indennità fosse gratis per la collettività, potremmo anche non preoccuparci. Ma invece costa, e molto: solo per i professionisti degli Enti di previdenza arriveremo al miliardo di euro”.  
“Gli Enti di Previdenza si sono trovati ad essere erogatori e anche finanziatori delle indennità Covid-19, perché al momento non abbiamo ricevuto alcun rimborso. ENPAP finora ha anticipato circa 20 milioni di euro, ed è denaro sottratto agli investimenti, mancato profitto che genera un minore rendimento per i risparmi pensionistici. Più si attende, più denaro si dovrà anticipare, e più questo fattore avrà un peso”.

4.) D./  Quali le prospettive future per la professione di Psicologo, alla luce dell’emergenza Covid?
> R./  ZANON. “Difficile fare previsioni, al momento. Probabilmente la sanità riceverà molti finanziamenti nei mesi a venire, ma la salute mentale spesso viene finanziata per ultima: i disturbi mentali, anche quelli molto comuni, scontano ancora una certa invisibilità per il loro decorso lento e la loro natura immateriale, ma producono danni tangibili perché aumentano i costi sociali in termini di riduzione della produttività lavorativa, di perdita della piena capacità di gestire la propria vita, di crescere figli con la necessaria attenzione. A questo va aggiunto che ci sono interi settori produttivi in fase critica, e questo impatterà anche sulle spese delle persone. La nostra professione è generalmente svolta in forma autonoma e si basa in larghissima misura sulla spesa out-of-pocket dei cittadini”. 
…. Difatti, sottolinea il dottor Federico ZANON, un fronte applicativo sociale importante molto critico e sensibile per la professione e la formazione, per gli studenti specie delle elementari e dell’obbligo scolastico, le loro famiglie, un intero anno di scuola, e le succedanee intervenute lezioni con l’insegnamento a distanza e le relazioni formative che hanno dimostrato carenze progettuali: “Ci sono poi settori sociali critici in cui i nostri professionisti sono fortemente coinvolti, che richiederanno un’attenzione che in questo momento, personalmente, non vedo. Pensiamo solo alla scuola: l’anno scolastico italiano è sostanzialmente un anno perduto, perché l’insegnamento a distanza organizzato in modo repentino ed estemporaneo e la permanenza forzata a casa dei bambini, dei ragazzi e dei loro genitori avranno effetti difficili da prevedere. A cui si aggiunge l’incertezza di un progetto di istruzione per l’intero Paese che non può essere pensato per settembre, va pensato ora, per dare certezze alle famiglie e per limitare il grave danno culturale che i provvedimenti restrittivi hanno inflitto all’Italia”.

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