Skip to main content

Covid 19: …..Pensieri in libertà, nonostante la detenzione ai domiciliari

DAI NOSTRI SPIELBERG DOMESTICI,
mandiamo in volo i nostri  “Pensieri in Libertà …Vigilata”
 

a cura di LIDIA D’ANGELO

La televisione, in questi tempi difficili, inonda letteralmente a tutte le ore, con tutte le sue emittenti e canali grandi e piccoli, le nostre case con una ridda di servizi, inchieste, documentari, talk show, interviste e dibattiti che vertono su un unico argomento: il coronavirus.

Tutti ne parlano, tutti disquisiscono, tutti sono diventati esperti virologi, tutti distribuiscono informazioni, consigliano corretti comportamenti  da seguire per contenere l’avanzata del morbo.  La sera, poi, da parte dei dirigenti della Protezione civile, ci viene propinato il freddo bollettino di guerra, i cui numeri sui decessi e sugli ammalati, sono sempre in costante ascesa.

Se volessimo per un attimo allentare la tensione, non possiamo farlo, la TV implacabilmente ci sbatte in faccia la dura realtà, fatta di chiusura totale di negozi e attività commerciali, si salvano solo le farmacie e i supermercati. Possiamo dunque mangiare, ma che fatica fare la spesa! Ci dobbiamo bardare con mascherina d’ordinanza e guanti, facciamo ordinatamente e in silenzio lunghissime file in cui siamo tutti rigorosamente distanziati. Finalmente entriamo nel supermercato e ci muoviamo tenendoci a debita distanza l’uno dall’altro, deviando se vediamo qualcuno muoversi verso la nostra direzione.

Vedere le strade e le piazze totalmente prive di traffico e gli autobus del trasporto pubblico viaggiare vuoti, rende la città surreale. Le foto pubblicate dai giornali, di piazza di Spagna, di piazza della Rotonda, di fontana di Trevi e di piazza Navona, restituiscono un’immagine di Roma, strana, quasi spettrale; la città espone le sue meravigliose architetture in tutto il loro splendore,come se  tutto fosse sospeso in un’aura magica.

Di questa tragedia nazionale rimarranno impresse nella memoria collettiva alcune immagini simbolo. 
# La visione della lunga teoria dei camion dell’esercito che portano nei forni crematori le bare con i nostri sfortunati fratelli, è un pugno allo stomaco: un pezzo d’Italia se ne va per sempre. Intere generazioni che hanno fatto grande la nazione sono cancellate; sono uomini e donne che, negli anni Sessanta , pieni di ottimismo e entusiasmo, hanno gettato le basi del boom economico. 
# La figura bianca del Papa, che, col suo incedere barcollante, attraversa la vuota immensità del sagrato di piazza San Pietro, è un altro pugno allo stomaco; nel buio della sera anche il cielo partecipa al dolore universale, piangendo le sue lacrime per l’umanità messa a dura prova. 
# Il minuto di silenzio con il quale si sono onorati tutti i morti, caduti sul fronte di questa guerra, ha coinvolto la nazione intera che si è fermata, qualunque cosa essa stesse facendo. E’ un altro pugno allo stomaco che toglie il fiato.

Non è il tempo, e nemmeno il caso, di fare della dietrologia becera, però un pensiero mi attraversa la mente, forse l’epidemia avrebbe nuociuto di meno, se si fossero presi provvedimenti drastici quando ancora si era in tempo.

 

Lascia un commento