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COVID-19

Il Coronavirus sta degenerando in una pandemia, l’allarmismo è troppo alto per la sua portata.

Cornavirus è la parola più ascoltata tra giornali e televisione

nell’ ultimo mese, in maniera sempre più ossessiva, di ora in ora. Dovuta alla sua diffusione in Italia, terzo paese più colpito al mondo. Un protagonista oscuro che sta gettando malessere e contrizione tra la popolazione, alimentato anche da immagini televisive di personale sanitario in maschera, totalmente coperto, come se stesse in una zona radioattiva. Probabilmente tale influenza sta degenerando in una pandemia, ma anche se forte rispetto a una comune influenza, rimane mortale solo in casi particolari. Nulla a che vedere con la Spagnola del 1918-19 di cui non si è mai saputo se fossero stati 50 o addirittura 100 milioni i morti, l’olocausto medico che eguagliò la terribile Peste Nera. Il male, tanto nominato attualmente, si differenzia pure tra altre influenze aviaria come l’Asiatica e l’influenza Suina. Appartiene a una famiglia di virus con il suo stesso nome.

I Coronavirus per l’appunto sono un genere di virus a RNA, scoperti negli anni sessanta; il termine deriva dalla parola latina corona in quanto se osservati al microscopio sembrano essere ricoperti da un’aureola. Sono i responsabili dei comuni raffreddori, di febbri e adeonoidite acuta, nei casi più gravi polmoniti, polmoniti virali o batteriche, bronchiti e bronchiti batteriche. Dei sette ceppi riconosciuti in grado di infettare gli esseri umani, gli ultimi tre hanno creato epidemie.

La SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus) detto anche SARS-CoV diffusa dal Novembre 2002 all’Agosto 2003, il MERS (Middle East Respiratory Syndrome), MERS-CoV diffuso da Settembre 2012 a fine Aprile 2014 e l’attuale COVID-19 o SARS-CoV-2.

Tra queste la SARS produsse 8.096 contagiati in 17 paesi del mondo, prevalentemente dove si è sviluppato, a Canton in Cina e nella zona di Hong Kong, causando 774 decessi, persino la morte del medico italiano Carlo Urbani che lo identificò per primo. Mortale quindi nel 10% dei casi.

Il tasso di mortalità della MERS è stato del 38%, più di un terzo, il più alto di tutti i Coronavirus, provocando 322 morti su 842 casi. La malattia era meno contagiosa, limitata nella penisola Araba e in altri paesi che avessero parte della popolazione con legami con la penisola, come per migrazione araba in Francia e Inghilterra.

Nella SARS i responsabili erano le feci dei pipistrelli con gli zibetti come intermediario della trasmissione all’uomo. Nella MERS non si è mai saputo con precisione: si ritiene che feci di pipistrello con datteri e cammelli come intermediari per l’uomo, ne abbiamo provocato la diffusione.

L’attuale COVID-19, sviluppatosi nel Dicembre2019 nella città cinese di Wuhan si sta moltiplicando in Corea del Sud, Giappone e prevalentemente tra i paesi occidentali: l’Italia (terzo paese al mondo più colpito), e buona parte dell’Europa, Australia e Asia., anche se togliendo i primi quattro paesi più colpiti sono sporadici casi nel resto del mondo.

Secondo i dati del 22 Febbraio2020, si parla di 77.990 casi, con 21.318 guarigioni e 2.363 morti.

A differenza degli altri Coronavirus, il COVID-19 si trasmette meglio e risulta mortale in caso in cui viene aggredita una persona con determinate patologie e difesa immunitaria bassa. Risulta a tutti gli effetti un’influenza che può essere più aggressiva e quindi sconfinare in una polmonite.

Non esiste un vaccino, una cura specifica, come è stato così in passato per altre epidemie di virus della stessa natura. Il COVID-19 risulta meno grave rispetto gli altri della sua stessa famiglia e allo stesso tempo anche quello che si diffonde maggiormente. Misure particolari di contenimento non sono state prese, nemmeno in Italia, dove strutture alberghiere in Sicilia e Liguria hanno ospitato gente proveniente da zone focolari della Lombardia. Tale influenza sta gettando timore a causa di un forte e ingiustificato allarmismo dovuto ai media. Le misure di precauzione che saranno prese e quelle che sono già state prese comunque sia non devono preoccupare la popolazione, la priorità rimane quella di bloccare il virus per evitare che possa trasmettersi su chi ha patologie di altra natura.

                                                                                                                                                      om Enrico Paniccia          

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