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Dall’ U.R.S.S. alla geopolitica

La caduta di una SuperPotenza

Dopo il disgregamento dell’URSS, la Russia cerca primati
e secondi posti per essere considerata ancora una Superpotenza

La caduta dell’U,R.S.S. – Unione Repubbliche Socialiste Sovietiche – sprofondò la Russia in un baratro senza precedenti, riportandola indietro di oltre 300 anni, non solo per la perdita di 180 milioni di cittadini e oltre 5 milioni di chilometri quadrati per la ricomparsa di stati come Armenia, Azerbagian, Bielorussia, Estonia, Georgia, Lettonia, Lituania, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Tagikistan, Turkmenistan, Ucraina e Uzbekistan; paesi determinanti per il controllo geopolitico di certe aree e per risorse ricercate come il petrolio Azero, ma la Russia fu investita da una grossa crisi economica, venne distrutto il bipolarismo e fu la fine dell’URSS, potenza che all’epoca era creduta grande come gli USA. Finì così l’influenza Sovietica sull’Europa Orientale, su l’ Asia Meridionale e parte dell’America Latina.

La Russia così è stata esclusa dal nuovo bipolarismo tra Cina e USA, tanto che ha cambiato persino la propria guerra Fredda con gli USA. Attualmente è ancora la nazione più estesa del mondo, su undici fusi orari, occupa circa un settimo della terraferma del pianeta e possiede il 20% dell’Artico, sfruttando più di qualsiasi paese la zona a Nord del Mondo. Mantiene sempre il suo seggio permanente con diritto di veto al consiglio di sicurezza delle nazioni unite. Possiede enormi risorse di gas e petrolio, fornisce gas all’Europa, come suo punto forte. Anche se la Russia ha investito molto in queste risorse a discapito dell’export da cui è dipendente. Nel settore bellico navale è il secondo paese al mondo ad avere investito più di tutti, ritornando a una corsa degli armamenti.

La Russia attuale vuole ritagliarsi il ruolo di superpotenza rendendosi competitiva nel settore nucleare. Non ha le capacità politiche degli USA per creare tensioni e colpi di stato nel mondo, nemmeno le finanze della Cina. Ha ottimi contatti con la Cina, quasi un’alleanza, dovuta all’importanza strategica dei due paesi. La Russia per il gas alla Cina  e le rotte polari, la Cina per il resto delle risorse di cui dispone. Ambedue sono accomunate per fermare gli USA.  

In mancanza di risorse come altri paesi, diverse accuse non sono mancate su come la Russia influenzi la politica mondiale. Sono circolate teorie sui metodi del controllo sulle votazioni estere tramite i social network. Sembra che la vittoria del partito laburista inglese sia dovuto anche a 6500 account russi su twitter. Sono stati creati bot prodotti di serie, nel momento cruciale della campagna elettorale, che hanno mandato messaggi a favore, o meglio disinformazione con profili falsi sempre pronti a intervenire a difesa del candidato da loro scelto. Discutibile l’intervento russo sulle votazioni francesi. Come è avvenuto in Madagascar, dove il presidente Andry Rajoelina ha vinto grazie al giornale più diffuso del paese controllato da società legate a Mosca. La Russia in alcune zone africane si ritrova in competizione con la Cina, come in Sudan, e soprattutto nella Repubblica Centrafricana. Fornisce persino aiuti militari, come nel colpo di stato in Sudan. La Russia non si tira mai indietro dal punto di vista bellico, come ha dimostrato con l’appoggio al regime militare di Assad e come in Donbass, assoldando persino mercenari.

Sembra che la Russia favorisca quindi determinati partiti politici europei con il sistema della disinformazione, prevalentemente partiti di destra e populisti che promuovano malcontento contro il programma missilistico della NATO   e contro tentativi di trovare energie alternative a quelle russe. Tra i paesi ci sono Austria, Francia, Paesi Bassi, Ungheria, Repubblica Ceca e l’Italia con la Lega Nord.

La Russia quindi tende a riconoscersi come superpotenza con il nucleare e gli armamenti. Rafforza il suo potere decisionale di paese con veto permanente con armi e sistemi computerizzati di disinformazione politica in tutto il mondo. Il gigante russo, un blocco di 17 milioni di chilometri quadrati, è stato detronizzato geopoliticamente ma cerca disperatamente collocazioni di secondi posto nel mondo, per assicurarsi l’identità di Superpotenza.                                                   

   om   Enrico Paniccia

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