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Ecco l’inverno: che bollette ci aspettano

Sono state settimane fondamentali quelle che ha vissuto l’Italia, ma in generale anche gli Stati europei, nel cercare una risposta il più efficace possibile per contrastare la pesante crisi energetica da cui è derivata la recessione economica. Di certezze ancora non ve ne sono, anche perché fondamentale sarà capire il livello di rigore della stagione invernale alle porte.

 Eppure gli scenari più nefasti paventati la scorsa primavera ed estate, per quanto in parte reali, sembra possano comunque essere, se non scongiurati, almeno un po’ attenuati. Ci sono stati infatti da inizio autunno una serie di avvenimenti che comunque sono riusciti in maniera più o meno efficace a fare da argine a questa congiuntura economica drammatica.

G20 in Indonesia

Si pensi, in ordine di cronologico dal più recente G20, con l’apertura di credito importante da parte di Biden alla neo premier Meloni, per incrementare le quantità di gas liquefatto, importati in Italia dagli Usa, a un costo che dovrebbe essere più conveniente, di quello attualmente paga il nostro Paese.

Legge finanziaria

C’è chi dice che la forza di una democrazia si vede anche nella validità delle transizioni governative, si può dire che questa volta l’Italia ha dato prova di affidabilità. Una staffetta quella tra governo Draghi e Meloni velocissima, caratterizzata da unità di intenti e condivisione dei dossier, che hanno consentito di non far fibrillare i mercati.
I conti  sono andati meno peggio del previsto, con le stime di crescita del Pil previste in aumento rispetto alle precedenti indicazioni per l’anno prossimo, che ha lasciato più margine al governo appena insediatosi nella manovra di bilancio 2023. Correlata al fatto che l’inflazione, per quanto drammatica e ai massimi dal 1984, ha provocato una leggera riduzione del debito pubblico italiano, anche in questo caso permettendo all’esecutivo margini di flessibilità più grandi per il sostegno verso famiglie e imprese. Nella legge di bilancio, prossima all’arrivo nei rami del Parlamento, saranno destinato la quasi totalità dei 30 miliardi di euro totali.

Consiglio europeo straordinario

Infine, lo scorso 20 e 21 ottobre si è tenuto proprio sulla crisi energetica un cruciale Consiglio europeo straordinario. I leader di tutti i Paesi dell’unione europea si sono riuniti per definire una agenda politica ed economica da attuare in tempi rapidi per far fronte alle urgenze più impellenti che attanagliano l’Europa.
Era anche l’ultimo Consiglio europeo per Draghi da presidente del Consiglio italiano

L’obiettivo prefissato era quello del raggiungimento del cosiddetto Price Cap, cioè il tetto al prezzo del gas. Come prevedibile non si è raggiunto l’obiettivo. Troppo forti gli ostruzionismi messi in campo da alcuni paesi come Germania, Paesi Bassi e Austria. Berlino in particolare è quello che più si sta opponendo al tetto massimo uguale per tutti per il prezzo delle importazioni di gas. La ragione di questa indisponibilità risiede nel fatto che la Germania ha scelto di “fare da sola”, percorrendo la strada di un piano nazionale da 200 miliardi di euro contro il caro-energia.

Piano che, per ovvie ragioni l’Italia non potrebbe mai attuare, a causa della differenza di debito pubblico che sussiste tra il nostro Paese e quello tedesco. La posizione del Governo Scholz è inflessibile: la contrarietà, ha indicato una fonte diplomatica, non è dovuta a “ragioni ideologiche”, ma alle preoccupazioni sulla sicurezza degli approvvigionamenti e all’eventualità che il Continente venga tagliato fuori dalle forniture e il gnl, gas naturale liquefatto, fugga verso l’Asia e oltre. Berlino sostiene che il rischio più grande, per uno Stato che, ricordiamo, è tendenzialmente molto più al freddo dell’Italia, nonché sicuramente anche molto più dipendente energicamente dal gas russo, è che non si riescano a garantire le forniture di gas necessarie per affrontare l’inverno, in quanto con un tetto ai prezzi i fornitori potrebbero rivolgersi ad altro Paese, fuori dall’Europa.

La bozza dell’intesa in questione prevede diverse misure che sono ritenute particolarmente valide per alleviare l’impatto economico derivante dalla crisi energetica e per contrastare  la speculazione che caratterizza sempre le varie depressioni economiche. Verrà poi introdotto un meccanismo di correzione del prezzo del gas sul mercato, da usare in situazioni di emergenza e in via temporanea. L’accordo comprende anche un sistema di acquisto in comune di idrocarburi e la creazione entro Marzo 2023 di un nuovo indice di riferimento per fissare il prezzo del gnl. La piazza virtuale di Amsterdam fissa il prezzo “virtuale” del gas. il TTF olandese per l’appunto  ( Title Trasfer Facility), che poi è visto da tutti per effettuare le contrattazioni reali.

La trattativa è finita dopo nove lunghe ore: alla fine del negoziato i ventisette Paesi si sono accordati nel dare mandato alla Commissione europea affinché “sottometta loro urgentemente concrete decisioni”. Quindi, adesso, tocca all’esecutivo comunitario e ai ministri dell’energia in particolare, i quali, dovranno mettere in atto un difficile negoziato tecnico.

Il presidente Draghi come scritto, congedandosi, ha esternato la sua soddisfazione per il compromesso finale che è riuscito a portare a casa per l’Italia: «È andata bene» ha dichiarato.

In effetti almeno sui mercati gli effetti sono stati subito visibili. Infatti il prezzo del gas cala ancora, scendendo sotto i 100 dollari al megawatt-ora sul TTF di Amsterdam (97,7) e riportando le quotazioni ai livelli di giugno 2022, dopo aver raggiunto un picco di quasi 340 dollari/Mwh (circa € 300) ad agosto. Nei giorni passati c’era stato un lievissimo rialzo di circa il 2%, ma al di là di queste deboli variazioni l’andazzo che si protrae da giorni vede una continua diminuzione del prezzo del gas.

Cerchiamo di delineare in concreto cosa significhi tutto questo e proviamo ad analizzare quanto queste misure mitigheranno i costi che dovranno sostenere famiglie e imprese, la risposta un interrogativo così probante potrebbe essere considerata tanto insoddisfacente quanto, ironia della sorte, “inflazionata”: la verità è che dipende da troppi fattori. È chiaro che ancor non si può asserire con certezza quale sia lo scenario che attende nei prossimi mesi i cittadini, anche se è inevitabile constatare che saranno tempi molto difficili. I motivi da cui origina questa contrazione dei prezzi sono molteplici e non si limitano alle misure prese dagli Stati con leggi interne e quelle sopracitate in fase di adozione a livello europeo. In primis ha avuto un impatto sul calo del prezzo anche la diminuzione dei consumi energetici da parte delle imprese, che non è detto sia legata a una migliorata efficienza, ma può darsi sia dovuta anche a una diminuzione della produzione per mancanza di commesse o costi troppo alti. Rilevante sicuramente è anche la stagione autunnale estremamente calda. E quanto freddo sarà l’inverno sarà indubbiamente una variabile determinante.

Ci aspettano mesi duri

Stando alle proiezioni stagionali, solitamente molto attendibili, del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF, European Centre for Medium-Range Weather Forecasts) l’inverno 2022/2023 si preannuncia molto mite, sulla falsa riga delle ultime stagioni anche se con anomalie che dovrebbero far tendere ad un clima ancora più caldo. È previsto solamente nel mese di Marzo una fase che potrebbe essere più rigida rispetto alle normali medie del periodo. È opportuno sottolineare che il prezzo attuale del gas è sì il più basso da giugno 2022, ma se si prende come riferimento la media del TTF di tutti gli anni antecedenti al 2020 siamo oltre tre volte quello che si pagava prima, il che rende bene l’idea del peso che sta gravando e graverà comunque su famiglie e imprese. In tutto questo apre in rialzo il gas naturale sulla piazza Ttf di Amsterdam anche nella giornata di ieri.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              Di francesca marti

foto @Ravennatoday

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