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Fiera Libraria a Roma – PiùLibriPiùLiberi

Visti qua e là

La 17a Fiera della Piccola e Media Editoria, a Roma, chiusasi il giorno 9 dicembre, ha trovato come sempre grande successo. Un afflusso eccezionale di visitatori, dovuti anche all’istallazione della mostra nella Nuvola di Fuksas, in bilico sulla ragione per la quale è vista da turisti ed interessati oppure per l’esistenza della Fiera stessa, ha percorso in lungo e largo la vasta area di esposizione, dal soffitto nero e percorso da fili e filami tecnici.

L’organizzazione dell’evento non è stata della migliore, dalle file interminabili all’ingresso, che hanno scoraggiato non si sa quanti soggetti, ad alcune carenze in opposizione all’esito del vero e proprio commercio offerto. Ad esempio, cellulari e POS non hanno funzionato, impedendo le comunicazioni al di fuori dallo spazio, con interessati, distributori e clientela, ed anche i relativi pagamenti anche cospicui di libri acquistati presso questo o quello stand.

In nessun luogo fieristico e di scambio imprenditoriale e/o commerciale si è impedita qualsiasi transazione, per motivi che sfuggono a tutti e non mancano di far commentare negativamente, dal ” … non è il mio sindaco! ” al ” ecco come ci hanno ridotto con i loro servitori!” . Questo anno per fortuna le toilettes erano provviste di carta, e gli spifferi degli aeratori erano meno vistosi, così si sono risparmiati i salaci appunti dell’anno scorso. E’ stato invece stigmatizzato l’esoso prezzo delle ristorazioni e dei bar, così come il costo dell’ingresso, che è stato platealmente riconosciuto come sostegno della visita o della manutenzione della Nuvola, dalle rifiniture in oro zecchino e dal controvalore al tiepido apprezzamento di circa, dicono, cinquecento milioni di euro. Evviva l’autore, che, nella lingua goetica, potrebbe esitare in Fuchs, Volpe.

Facce vecchie e nuove sono state oggetto di meraviglia e di improvvisato corteo, o di codazzo in stile classico, contornando cioè la celebrità come si fosse clientes verso il patronus. Valdo Spini, ad esempio, che marcava e rimarcava il suo nome, o il correttissimo Edoardo Bennato, o la bella pantera matura Maria Rosaria Omaggio, reduce da una sofferta e viva interpretazione di Oriana Fallaci, e poi l’austero simpaticone Pietrangelo Buttafuoco, e Gianrico Carofiglio, Licia Troisi . Si sono inoltre alternati, con un’idea piacevolissima, stands per bambini e severi tavoli ricoperti di ostica scienza come quella della fisica, addolcita dalla presenza di astri e comete d’ogni tipo, dovuta all’Editore Dedalo, contornata da classici in rilegatura impeccabile come l’Editore Carocci.

Se ogni visitatore interessato ai libri soltanto, lasciata dov’era la Nuvola, che sembra interpretare un mero desiderio di farla finita qui e di scappar su Marte, avesse potuto contemporaneamente prendere anche per consultazione tutti i testi sui quali puntava gli occhi ed agitava il naso, avrebbe avuto bisogno di otto mani almeno, fra romanzi di scrittori neofiti, testi di economia come da Aracne editrice, esoterismo puro come presso gli editori Tipheret, Aseq, Odoya, testi ed illustrati di vario genere o di arte e storia circoscritti a regioni italiane, come Effigi e le Regioni Piemonte e Veneto. Un’esposizione che somigliava ad una console di pasticceria, come Mediterranee, dalla scienza antica all’esperimento olistico, dal sacro di iniziazioni e gradi di conoscenza alle discipline orientali. Non c’era dove non ci si potesse sorprendere ed appetire: forse si può ingrassare di libri.

Qua e là qualcosa di tessile, come Harry Potter ed il suo College, il grande Giordano Bruno a sovrintendere libri di sperimentazione presso Tempesta Editore, bambini buttati come cenciosi prepotenti sui dolcini di Pagine editore, specialista di testi politici dal Novecento, l’oscura camicia dei libri eccezionali di Sellerio, con Montalbano, Schiavone o Commissari altri a farla da padroni. A nominare tutti non si può, ci si deve limitare, riservandosi di focalizzare altri in un momento dedicato, o lasciandoli nelle loro orchestrazioni di prosecchini o di firme speciali o di indovina-indovinelli.

Si ha solo timore di trascurarne alcuni, quelli più affollati o quelli meno dediti a lasciarsi consultare o a favorire dialoghi, come Liberilibri o ancora le editrici dove il difficile Anarchismo è purtuttavia spiegato chiaramente, cosa da uomini d’élite, o i maestosi giacobini che si gabellano per reali. La memoria, usciti dalla Nuvola dell’EUR, fa affiorare nuovi posti e nuovi nomi come ninfee in uno stagno, c’è bisogno di un caffé, una comoda poltrona, e sospirando si apre il sacco più grosso di quello di Babbo Natale, per perdersi negli acquisti librari.

 

Marilù Giannone