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Giochi di Geopolitica

Multipolarismo ?

Nuova guerra fredda Cina-USA. Russia sempre una superpotenza con armi sofisticate, gas, nucleare e petrolio. L’India cresce. Giappone, Australia, Sudafrica e Brasile hanno ottime caratteristiche per spiccare il volo.

 

Mentre Cina e USA combattono una guerra fredda economica, la Russia spende nel settore bellico e nucleare per impressionare ed essere considerata sempre una superpotenza. L’India cerca di sedare le sue lotte di caste affermandosi nello scacchiere mondiale, ambendo a un seggio permanente nel consiglio di Sicurezza delle Nazioni Uniti … e il resto del mondo ?

Il Giappone, da decenni considerato come il paese più tecnologico del mondo e tra i più ricchi, si attesta come terza potenza economica mondiale. Se le crescite economiche del PIL continuassero in questo modo, l’India si ritroverà terza e il Giappone al secondo posto dopo la Cina, come era una volta sotto gli USA. Considerando che Cina e India messe insieme contano una popolazione di oltre 2 miliardi di abitanti, il Giappone coi suoi 128 milioni di abitanti potrebbe essere considerato, come lo è già, lo stato più ricco del mondo, in quanto ciò che determina la ricchezza di un paese è la proporzione tra PIL e numero degli abitanti.
Il Giappone è molto aperto a investimenti esteri, eccetto nell’ agricoltura, nel settore minerario e nella sicurezza nazionale. Essendo un paese con alti tenori di vita è quindi uno dei maggiori sostenitori del Made in Italy, un mercato molto costoso. Per problemi nucleari come quello di Fukushima e per brutti ricordi atomici del passato, il Giappone investe sulle Energie Rinnovabili. Eolico, Idrico, Fotovoltaico, Geo-Termico e delle Bio-Masse.
Il Giappone è il paese che detiene nel mondo la più alta speranza di vita, anche per questo investe sul farmaceutico e sull’ elettromedicale. Investe nei computer, elettronica e ottica. La nanotecnologia è la base degli investimenti. La fioritura del Giappone è dovuta anche all’equilibrata pressione fiscale. Le similitudini tra Italia e Giappone sono molte, il rapporto commerciale tra i due paesi per questo è molto stretto. Alla base ci sono gli stessi problemi di fondo, invecchiamento della popolazione, povertà in materie prime, energie rinnovabili.

L’Australia è un paese ricco di materie prime, in netta crescita economica, con record economici in 27 anni consecutivi, senza andare in crisi. Dal 2018 si ritrova un economia instabile, non c’è rischio di crisi ma sono dati non buoni, a maggior ragione dopo una crescita australiana sempre molto positiva. Il problema è dovuto al fatto che si trova nel mirino di USA e Cina. Sono state per lei i maggiori partner per le esportazioni (Cina) e  nelle importazioni (USA). L’Australia ha dei grandi requisiti per svilupparsi al meglio, anche se questa guerra economica tra Cina e USA la sta indebolendo.

L’Africa è un continente che ospita tre potenziali giganti economici, la Libia, l’Angola e il Sudafrica. Per problemi interni che ancora si succedono dopo la morte di Gheddafi: la Libia, con il suo petrolio considerato il più raffinato al mondo, è in una fase di confusione. L’Angola dopo la fine di 27 anni di guerra civile ha ripreso una grande crescita, ma dal 2002, appunto dalla fine della disfatta locale, ogni cosa costruita sul territorio Angolano è Cinese. Una politica dipendente dalla Cina non si può definire autonoma. Per quanto riguarda il Sudafrica è un paese che ha cambiato la propria economia dopo l’Apartheid, crescendo sul manifatturiero e sul terziario. Anche se ha spesso segnali di piccola crisi, gli investitori continuano a scommettere su di lei. Sta perfino crescendo una nuova classe ricca nera, anche se la disoccupazione e la povertà del paese limitano la sua scalata  la successo.

Il Brasile, paese con molte risorse incontra sempre più investitori. Cresce a dismisura, ma come ogni paese ricco di risorse ma con la popolazione povera ha molti problemi. Bolsonaro ha vinto le elezioni promettendo una lotta contro la burocrazia e la criminalità, ma seppur abbia sempre ammesso di non essere pratico in economia, sta attivando delle manovre di liberalizzazione, di cui non si possono prevedere gli effetti. Si spera che esse possano allontanarlo dall’ottica della Cina. Il 26,6% delle esportazioni brasiliane sono dirette in Cina e tra le importazioni dalla Cina giungono il 19% del totale, con un avanzo di 29 miliardi di dollari.

La potenza che però potrebbe contrastare tutte sul punto di vista economico sarebbero gli Stati Uniti d’Europa. Si piazzerebbero al primo posto nella classifica mondiale del PIL, raddoppiando quello degli USA. Certamente le risorse sarebbero scadenti, ma con un fondo del genere si troverebbero soluzioni.

La fine del bipolarismo ha portato nell’ultimo decennio del XX secolo a un mondo unipolare in mano agli USA. Dall’inizio del secolo stati considerati terzomondisti hanno sfruttato la propria grandezza facendosi strada nel sistema globale fino all’attuale guerra fredda commerciale tra Cina e USA, una guerra fredda che non è assolutamente bellica, ancora meno di come lo era la precedente con picchi di tensione della crisi missilistica cubana e nell’invasione dell’Afghanstan. Il sistema però lascia sempre più protagonisti come la Russia bellica e nucleare e l’India. L’economia contemporanea non è stabile e ogni dieci anni cambia e risulta sempre più difficile fare un’ipotesi su Giappone, Australia, Sudafrica, Brasile e anche altre nazioni in crescita come Nigeria, Argentina e Messico. I protagonisti sono sempre due, Cina e USA, ma da quando è stato coniato il termine Globalizzazione nessuno ha mai ipotizzato che potrebbe essere un sistema economico adatto a un mondo multipolare.

                                                                                                                                                om   Enrico Paniccia

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