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Giornata Mondiale della Lingua e Cultura Ellenica

Alla Sapienza di Roma, venerdì 8 , nella Facoltà di Economia e Commercio una grande festa per la Cultura Ellenica Italiana ha entusiasmato un numero così grande di persone da stupire veramente chi vi ha preso parte per mero interesse culturale: bambini delle scuole elementari, medie, ma soprattutto ragazzi dei migliori Licei di Roma e Lazio (ahimè il Giulio Cesare, decaduto a radical-chick con progetti di dubbia riuscita) hanno fatto rinascere quella base di pensiero e d’arte che tanto caratterizza lo Stato.

Guardandosi in viso si è trovato che l’anima italica è costituita da millenni di bellezza, scienza, poesia, teatro, ed i cellulari, vivaddio, sono serviti solo a fare la ola luminosa ai compagni seduti sotto la cattedra con chitarre, flauti, tamburi in mano, per accompagnare la recitazione di un incantevole Creonte (Flavio Tempesta) e, nella lingua grecoantica, di Antigone (Aurora Transelica) non meno coinvolgente.

L’Ambasciatore di Grecia, Thasia Afanasiou, che aveva aperto la manifestazione, era estasiata come tutti coloro che apprezzano altro che le disquisizioni politico-sociali in TV o le massaie recitanti una quotidianità non vera. L’apertura dell’evento era stato uno studio approfondito sulla lingua Neogreca, sviluppata dal greco antico in terra di Calabria, Puglia, Basilicata soprattutto ed ancora vivente ed attuale, nonostante le curiose limitazioni date da un’interpretazione malintesa del Nazionalismo fascista (Prof.Maria Olimpia Squillaci, autrice e relatrice della ricerca) per le quali si era giunto a vere e proprie repressioni anche violente a chi lo parlava. Luci ed ombre di un secolo, ancora da purgare e riscoprire, e per questo intelligenti discenti si sono impegnati l’anima per fare amare ed imparare la Cultura Greca, e dove questa eccellesse si è messa in luce senza risparmio. Magnifica, meravigliosa giornata, da far proseguire anche per la valutazione delle ombre della Cultura detta: maschilismo esasperato, che ancora fa brace nelle menti degli uomini, corroborato da religione; considerazione della poesia, che è la più libera e profonda espressione umana come il canto, come semplice teknè, cioè arte sottoposta a canoni o decadente perchè imitazione del vero (Erwin Panofsky): Due caratteristiche fra tante, ma importanti se si nota che ciò rivela una dicotomia sociale fra assolutismo e democrazia, quella vera, ben lontana dalla presente, cariata da un sinistrismo di tipo kennediano. Nessun filosofo greco “posava” come i politici dei tempi attuali, simulacri perfetti di un terribile vuoto di umanità. 

Ma i ragazzi hanno spazzato tutto. Citazioni e riprove delle maggiori correnti di pensiero greche e delle migliori loro applicazioni sono state la bandiera di un movimento sorto quasi in sordina, e recentissimo, che fa pensare con gioia che un’era trista è in agonia, e che si ricomincerà ad amare il vero uomo, quello che non l’erudizione o la preparazione finta, ma la conoscenza caratterizza e fa bello, quello che per economia sa che è la “scienza della casa”, la cura per la propria Nazione.

Marilù Giannone