
HARVESTELLA: tanta potenzialità in un progetto ancora acerbo…
La difficoltà nel reperire una copia fisica del gioco ha aumentato la mia curiosità e le aspettative per il nuovo titolo di Square Enix, pubblicato il 4 novembre 2022.
Personalmente ripongo molta fiducia nel marchio di Square Enix quindi, dopo oltre 80 ore di gioco, non posso non essere deluso da HARVESTELLA che presenta però interessanti spunti che ne fanno un crossover tra farm SIM e JRPG con grandi potenzialità che tuttavia rimangono parzialmente inespresse.
L’aspetto grafico è decisamente gradevole tant’è che non rimarrei indifferente se tra qualche anno venisse pubblicato anche un “trading card game”.
La nota più positiva rispetto ai tanti farm SIM già visti, è proprio la gestione della stamina, uno degli aspetti nuovi introdotti da questo titolo.
Nei precedenti giochi life-sim nei quali mi sono imbattutto, ho sempre trovato frustrante la gestione della stamina, ovvero l’energia del personaggio che, dopo aver curato coltivazioni e allevamenti, rimaneva regolarmente “spompato” durante le esplorazioni di dungeon o regioni sconosciute. In HARVESTELLA la gestione del tempo e dell’energia ricalca sì quella dei classici farm-sim ma c’è un elemento nuovo: è possibile recuperare progressivamente stamina fintanto che la nostra eroina avrà letteralmente lo stomaco pieno (c’è proprio un’icona che lo rappresenta). Sarà veramente difficile rimanere a corto di stamina nel corso della giornata.
Quello di non riuscire a completare l’esplorazione di un piano di un dungeon, è un incubo che mi ha fatto sempre mal digerire i vari farm SIM con cui mi sono cimentato. Nei casi precedenti il problema era “il tempo”, sempre insufficiente” ma in Harvestella il fluire delle ore è ben bilanciato rendendo l’esperienza veramente gradevole.
Come negli altri titoli dello stesso genere, per recuperare energia e vitalità bisogna mangiare frutta o verdura piuttosto che piatti cucinati da noi stessi ma il mangiare riempirà anche l’icona dello stomaco che, fintanto non rimarrà vuota, permetterà la rigenerazione della stamina, quindi nella seconda parte della giornata, dopo aver accudito galline e capre, saremo ancora in grado di esplorare sotterranei e castelli sterminando ogni cosa che si muove.
Il sistema di classi nel combat-mode è una caratteristica già vista in altri titoli e che funziona bene anche in Harvestella. Anche qui Square Enix introduce una novità che mi sembra molto efficace: lo “sblocco” delle abilità speciali delle diverse classi si ottiene non solo tramite acquisizione di esperienza (non sarà più sufficiente sterminare mostriciattoli più o meno potenti per salire di livello nella classe), sarà necessario altresì completare delle side quest per aumentare l’affinità con gli NPG dai quali abbiamo ereditato la classe stessa.
Ciò che mi ha lasciato decisamente deluso é l’aspetto jrpg: dovendo ottimizzare il tempo che posso dedicare alla mia Switch, ritagliandolo da quello dedicato a famiglia e lavoro, non ho seguito attentamente i dialoghi (per altro manca la lingua italiana nel gioco) skippandoli il più possibile e mi sono reso conto che, interagendo con i vari NPG, non c’è nessuna differenza nel selezionare una risposta piuttosto che un’altra durante i dialoghi: l’interazione del giocatore non influisce assolutamente sulla storyline che procede sempre nello stesso verso, senza alterazioni ne variazioni, rendendo l’interattività dei dialoghi assolutamente inutile e derubricandoli a semplici cut-scenes.
Per aumentare l’amicizia con gli altri npg del gioco, non serve distribuire omaggi o regali ma si progredisce nella relazione portando a termine le varie Quest che di volta in volta vengono proposte, in maniera sequenziale e senza possibilità di variazione della narrazione.
Insomma, il gioco sembra abbastanza acerbo perché, anche se il filone sia stato già abbondantemente sfruttato, presenta degli spunti decisamente interessanti.
“Coltiviamo” la speranza che il gioco cresca bene nelle prossime edizioni, io sono tra quelli che si augura che HarveStella diventi una saga e, in questo senso, anche lo stesso Daisuke Taka, il produttore di Harvestella, ha affermato che certi aspetti sono stati volutamente non approfonditi rimandando, per un ulteriore sviluppo, ai capitoli seguenti…