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Il Quotidiano “La Stampa” contro la Mostra
“O ROMA O MORTE. Un secolo dalla Marcia”

IL GRANDE SUCCESSO DI UN EVENTO CULTURALE, IMPOSTATO TRAMITE UN’ANALISI STORICA, ACCURATA E RIGOROSA, SCATENA IL LIVORE DI ALCUNI ORGANI DI STAMPA TRA CUI, GUARDA CASO, PROPRIO DA PARTE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA” DI TORINO 

Alcune doverose precisazioni di FRANCO D’EMILIO 

In questi giorni, da domenica 21 ad oggi, mercoledì 24 agosto, sulla mia persona e su quella di Francesco Minutillo  (quali curatori della mostra storico-documentaria “O ROMA O MORTE. Un secolo dalla Marcia”, sino al 6 novembre visitabile a Predappio (FC) in via Roma 51) grava il peso di una campagna giornalistica, chiaramente in malafede, faziosa, soprattutto bugiarda ad opera del quotidiano “La Stampa”.

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Infatti il giornale di Torino ritiene detta Esposizione Culturale di essere la fiancheggiatrice di una montante “ondata nera di pericoloso neofascismo”, in grado di condizionare la stessa Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, al punto che quest’ultima esiti a prenderne le dovute distanze.

                                 

                                                                                           La Stampa, domenica 21 agosto 2022

Ha, tuttora, ancora tanta ragione Mark Twain quando sentenzia che “il giornalista è colui che distingue il vero dal falso … e pubblica il falso”. In questo mordace ritratto della figura del giornalista rientra appieno, purtroppo non ne ricordo più il nome, come spesso mi accade con persone per me insignificanti, chi da domenica 21 agosto sull’ex gran giornalone torinese (un tempo organo della Fiat), ormai in marcescente calo vendite, ha scritto falsità, travisando, di proposito, la mostra predappiese O ROMA O MORTE come manifestazione apologetica neofascista.
E pensare che con costui, quando mi ha raggiunto telefonicamente (perdinci il nome proprio mi sfugge), sono stato prodigo di informazioni, chiarimenti e quant’altro potesse risultargli utile per il suo lavoro d’informazione! Mi sono illuso: a detto giornalista interessava solo carpire notizie, poi manipolabili, travisabili per rafforzare l’idea di una mostra inutile perché neofascista e, a tal proposito, pure con un curatore, l’Avv. Minutillo, segnato da trascorsi politici, seppur lontani, con ambienti di estrema destra.

Io ho parlato di lucciole e lui ha scritto lanterne, io ho detto fischi e lui, sempre volutamente, ha capito fiaschi, ma credetemi, ci sente benissimo, ha solo l’ordine di scrivere ad ogni costo secondo quanto imposto da mandanti e complici del suo giornale, La Stampa, in questa campagna elettorale.
L’ex gran giornalone piemontese, vistosamente declinante con appena 66.331 copie vendute in edicola a giugno 2022, si è posto al servizio della residua accozzaglia politica, sopravvissuta al disfacimento della sinistra e dei suoi supporters cattolici, quindi al servizio del PD, garante il nuovo direttore Massimo Giannini (questo sì me lo ricordo per la sua frequente presenza nel salotto “ciance e sorrisetti” della Lilly Gruber !). 
Ecco, dunque, in azione a Predappio il giornalista (purtroppo per me dal nome sfuggevole) a manipolare le notizie, fornitegli dall’addetto alla mostra o dalla mia stessa persona, oppure, addirittura e incautamente per mancato controllo delle fonti, ad incontrare, intervistare un predappiese defunto nel 2013!
E pensare che, poi, lunedì 22 agosto lo stesso Giannini nel suo editoriale “I fascisti di Predappio e le minacce alla Stampa” ha descritto il suo giornalista come “cronista onesto e oggettivo”. Alla faccia!

 

                                                                                                         La Stampa, martedì 23 agosto 2022

Non ho mai detto di essere stato presente presso la Comunità di San Patrignano per la questione del patrocinio poiché la parte organizzativa della mostra è stata curata, come ho ribadito al giornalista, esclusivamente dall’ Avv. Francesco Minutillo; non ho parlato di rapporti diretti, ripeto diretti, con chicchessia o chissà quale università o personalità accademiche per portare la mostra a Roma, ma solo di un impegno dell’Agenzia Giornalistica CONSUL PRESS di Roma, con la quale ho l’onore di collaborare, ad adoperarsi nel mondo culturale capitolino per una o anche più presentazioni, non escludendo pure ambienti accademici; lo stesso professor Giuseppe Parlato, noto storico, da me solamente citato, è diretta conoscenza soltanto del vertice della CONSUL PRESS – editata dall’Associazione Culturale PANTHEON – e, quindi disposta a verificare e chiedere la disponibilità di tanto studioso per una presentazione romana della mostra predappiese.

Sino al 6 novembre 2022 la mostra “O ROMA O MORTE – Un secolo dalla Marcia” raccoglierà, ancora e fortunatamente, consensi e plauso nella sede predappiese;  poi, statene certi, andrà altrove, offrendo al giudizio critico e alla riflessione altrui i contenuti di un’esposizione storico-documentaria imparziale, obiettiva sul centenario di un avvenimento che tanto ha segnato la storia del’900 italiano.
Il giornalista de La Stampa non ha dato nemmeno un’occhiata frettolosa a tutta la mostra; nonostante sui manifesti d’ingresso sia scritto a grandi caratteri “mostra storico-documentaria”, nel suo reportage di domenica 21 agosto lo stesso giornalista ha scritto di “un museo O ROMA O MORTE di proprietà dell’Avv. Francesco Minutillo: troppa e davvero cattiva consigliera la fretta di gettare fango sull’onestà altrui.

             

 

 


Franco D'Emilio

Storico, narratore, una lunga carriera da funzionario tecnico scientifico nell'Amministrazione del Ministero per i beni e le atiività culturali

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