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“ITALIA CHE PIANGE” ….. Craxi dall’esilio di Hammamet

Urna elettorale tricolore o solo ceneri e vaso funereo?
Questo è il dilemma!

Raffaele Panico

L’“Italia che piange” è una serie di opere artistiche in terracotta decorate da Bettino Craxi negli anni di esilio ad Hammamet fine anni Novanta.
Esilio, oggi parola chiave tornata per un senso di tristezza e purtroppo spesso di rancore che accompagna l’emigrazione per quanti giovani (sono oltre 165 mila molti laureati), altri eccellenti lavoratori, che sono espatriati all’Estero, dal 2011 ad oggi. Senza considerare i tanti nostri buoni pensionati che vanno in zone non pressate dalle bolge italiane della burocrazia, tassazione, inefficienza, lungaggini varie e postille farraginose a leggi e leggine a godersi la meritata pensione, o quanti imprenditori e via dicendo convertiti sulla Via dell’Estero,  perché in patria non possono reggere le sfide.

I dati ISTAT, è inutile ricordare – tutti lo sanno – quanto avverrà nel 2050 in Italia se il Paese non si dà una svolta con un colpo di timone alla nave di 180 gradi. Siamo al punto di non ritorno. Come le previsioni sull’innalzamento del livello del Mare Nostrum nello stesso arco di tempo, nefasta scadenza il prossimo 2050.
Un problema di antropologia ambientale da far tremare le vene ai polsi, come si diceva un tempo. E chi se ne fa portavoce?  La piccola Greta come una moderna fiaba a diffusione satellitare attraverso la rete mondiale interconnessa del web. Non può fare nulla invece il popolo italiano esprimendo la propria “voce” e volontà per un futuro magnifico e progressivo con la democrazia e l’espressione della rappresentanza politica nel parlamento?
Allora sarà inesorabile la spada di Damocle, ci ridurremo a ceneri da deporre nel vaso. Basta il detto fare i conti della serva, e spesso il Conte torna, il Barone più esigente forse si, e il Marchese del Grillo che fa, se la ride pur non portando i baffi?   Italia che piange da troppo lungo tempo.

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