
L’Abito non fa la monaca…. e nemmeno la diva!!!
“al brillare degli specchi, segue poi il frastuono del loro frantumarsi”
I segreti delle donne che non si vogliono rassegnare all’essere soltanto “delle casalinghe”. E’ quello che promette di raccontarci lo spettacolo teatrale “L’abito non fa la monaca… e nemmeno la diva!!!”, scritto e portato sulla scena dalla regista e scrittrice Laura MASIELLI, Presidente e curatrice dell’Upter di Ladispoli, e che vede come protagonista Francesca MARTI.
Lo spettacolo andrà in scena il prossimo 18 settembre, alleo ore 21:00, presso il Centro di Arte e Cultura di Ladispoli.
La poliedrica attrice romana Francesca MARTI, in un dinamico gioco di ruoli, tra realtà e sogno, ironia e malinconia, desiderio e disperazione, interpreterà, oltre a quattro dive del passato, anche la protagonista della vicenda, una casalinga ambiziosa di diventare una diva. La casalinga incontrerà lo spirito di quattro grandi dive del passato che paleseranno come anche le donne famose, lontano dai riflettori, vivono forti emozioni come l’odio, la sofferenza e l’isteria, il dolore, anche fisico, come tutte le donne comuni, alle quali sono unite dalla sensibilità e dalla tenerezza.
La protagonista, Francesca MARTI, ci racconta la “sua casalinga”
“E’ personaggio comunque ironico e solare, nel perdersi nel sogno delle paillettes e dei lustrini, incontrerà dapprima lo spirito di Marlene Dietrich e la sua tristezza, una donna profondamente legata alla propria identità tedesca ma in aperto contrasto con il regime nazista che invece la voleva elevare ad icona del terzo reich. Dopo l’incontro con lo spirito di Rita Hayworth, disperata per l’appellativo di “atomica” e che porterà la testimonianza del profondo dolore fisico per le ripetute sedute di elettrolisi cui si dovette sottoporre per motivi estetici, la casalinga incontrerà lo spirito di Marilyn Monroe, una delle dive cronologicamente a noi più vicine. La Monroe, presenterà alla donna la testimonianza del dolore di una bambina abusata, di una ragazza illusa e tradita ma sempre dolcissima, splendida sulle scene ma dilaniata dentro da tanto dolore, un dolore che la spingerà al suicidio con i barbiturici. L’ultima diva che si presenterà, contemporanea della Monroe, è la nostra Anna Magnani, una donna semplice che è l’antidiva per antonomasia, quint’essenza del mondo fumoso e dorato che è il teatro”
L’autrice e regista dello spettacolo, Laura Masielli
Curatrice del Centro di arte e cultura di Ladispoli (RM) e già autrice de “La sposa bambina” e “Tacchetti rossi, storia di uno stupro“, solo per citare le sue due opere più recenti. Due opere dal forte impatto sociale.
“La mia scelta di percorso è sicuramente quella sociale, quella di un teatro d’impegno civile che non cada nella politica. Non è che non mi piaccia la politica ma non voglio servire alla politica con i miei spettacoli. Sono una donna libera e voglio essere libera di scrivere”.
“Quando ho scritto La sposa bambina, se ci sono delle culture che vedono con semplicità il fatto che una bambina di 10-12 anni vada in sposa, capita che qualcuno mi chiami per dirmi “certe cose tu non devi scriverle” ma da artista libera, da donna libera, io le scrivo e proseguo per la mia via. Anche perché non riesco a scrivere di argomenti che non abbiano un forte impatto sociale”.
L’abito non fa la monaca…
“Lo spettacolo – ci dice – l’ho scritto attagliandolo a Francesca MARTI, per lo spirito e per il corpo di Francesca MARTI, con la quale da anni abbiamo un sodalizio artistico. Francesca ha il dinamismo, il ritmo e la fisicità per entrare ed uscire dal ruolo della casalinga desiderosa e sognante, alternandolo a quello delle quattro dive. Penso che a Francesca lo spettacolo piaccia molto perché, alla fine, lei distrugge la diva in quanto tale. Le dive interpretate da Francesca sono veramente Dive, perché hanno saputo realizzarsi attraverso la sofferenza e andando oltre le loro fragilità”.
Dive e …dive
“Spesso – continua la regista – mi trovo in contesti dove ci sono persone che, solo perché magari sono giovani e belle (parlo ovviamente delle donne), credono di poter entrare nel mondo dello spettacolo e fare di tutto e di più. Sicuramente si, possono farlo, ma serve quel qualcosa in più che non tutte hanno o che non tutte riescono ad acquisire attraverso la formazione ed il lavoro. E allora, al rumore degli specchi, segue poi il frastuono del finire in frantumi degli stessi, il boato di un illusione che poi scaraventa a terra.”
“In TV ci sono degli esempi di personaggi improponibili, la cui arte è inveirsi contro, urlarsi addosso in maniera becera e volgare. Questo è ciò che ci viene proposto, dei mostri per la nostra società. Noi siamo ciò che mangiamo ma anche ciò che pensiamo. E certi personaggi, che portano con loro un messaggio o un pensiero non sano, ci intossicano la mente. La televisione, negli ultimi anni, ha contribuito alla maleducazione e alla disinformazione del Paese”. Una lezione di vita, un mio modo di pensare, un mantra che ripeto sempre a me stessa: calma, slowdown, goditi il momento…”.