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A colloquio con Mario Vattani per meglio comprendere i suoi libri

Più volte la Consul Press ha seguito con vivo interesse alcuni incontri / dibattiti sui libri scritti da Mario Andrea Vattani – con la partecipazione dello stesso autore,  apprezzandone i suoi interventi – sia presso il Circolo degli Esteri, sia presso la Sede dell’ UNAR e della UGL.   
A Mario Vattani (attualmente Ministro Plenipotenziario coordinatore UE – Asia Pacifico) la Consul Press ha richiesto un’intervista, cortesemente concessa, intrattenendoci tutti in una lunga e cordiale chiacchierata a 360°, riscontrando opinioni e punti di vista condivisi, nonché comuni amicizie, tra cui anche con Romano Vulpitta.
Qui di seguito si riportano due “spezzoni” riguardanti alcune sue opere di narrativa, unitamente alle sue personali sensazioni e riflessioni sui quei Paesi e  quei Popoli ove le stesse risultano ambientate.  (G.M.)

MARIO VATTANI: la “Realtà Decantata di Doromizu e Al Tayar

_______________a cura di SVEVA MARCHETTI

Mario Vattani, diplomatico e scrittore, dopo il successo del suo primo noir giapponese Doromizu. Acqua torbida”,  ha ambientato il suo nuovo libroAl Tayar. La corrente” in Egitto, nella sua capitale, Il Cairo, affascinate ma al tempo stesso caotica.

In entrambi i paesi, l’ autore ha vissuto e lavorato come console, prima in Egitto, negli anni ’90 molto giovane, poi successivamente in Giappone. Una volta tornato, dopo aver scritto un breve saggio e diversi articoli, arrivò il primo romanzo commissionato da Mondadori.
Protagonista di entrambi i racconti è Alessandro Merisi, venticinque anni e un lavoro da fotografo ormai abbandonato, catapultato in due mondi e culture diverse tra loro.

 “Attraverso l’incantesimo della scrittura sono voluto tornare in Egitto”, spiega l’autore, “è un paese di cui mi sono subito innamorato. I suoi colori e i suoi sapori, gli uomini e le donne egiziani mi hanno trasformato, la loro intensità ha profondamente influenzato il mio modo di vedere e sentire il mondo. È stata un’esperienza intesa ed il lavoro da console mi ha portato a contatto con le persone, con le loro difficoltà e fallimenti. Ho voluto quindi rivivere questa situazione, insieme a quella giapponese, attraverso gli occhi di un altro personaggio, creando per lui avventure diverse a partire dall’ambientazione”.

Una scrittura chiara con concetti veloci che non affaticano il lettore; capitoli brevi, scene immediate e poi al momento opportuno descrizioni ed immagini. Due testi completamenti diversi rispetto a “La Via del Sol Levante” nel quale con il racconto di un viaggio in moto si scopre quanto possa essere stretto il rapporto tra l’Italia ed il Giappone. Un metodo di scrittura che ricorda quello del prendere appunti, perché è così che sono nate queste storie, dall’annotazione di stralci di vita quotidiana, di scelte fatte e non.
Annotare tutto, in modo che poi possa essere ripreso e consultato al momento necessario, quando ci si trova davanti ad un bivio. “Un modo di pensare un po’ giapponese ma un sistema di sicurezza efficace” afferma Vattani e prosegue ” soprattutto dove la diversità culturale può causare difficoltà. Bisogna entrare nel wa, nell’armonia e non è facile, ci vuole del tempo perché in Giappone non si impara ascoltando, ma guardando.”.

I suoi, li definisce racconti della fiction, perché parlano di un personaggio ed un concetto inventati ma ambientati in un modo reale. Una realtà decantata (un modo elegante per dire digerita) nel quel però il lettore può perdersi.

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IL GIAPPONE …. e LA VIA DEL SOL LEVANTE 

a cura di ALESSANDRO PUBLIO BENINI

Oggi, quando tutti scrivono e pochi leggono, non è frequente emozionarsi per le vicende narrate, per i luoghi descritti, per i sentimenti che affiorano negli animi.
Nei volumi pubblicati da  Mario Vattani, diplomatico e scrittore, traspare un preponderante desiderio di vivere e far rivivere una realtà intrisa dai miti e dalle situazioni drammatiche dei luoghi visitati dall’autore con occhi freddi del professionista e cuore caldo dell’ Uomo-Cavaliere.

In effetti, nel libro di Vattani, ”La via del Sol Levante“, più un saggio che una narrazione itinerante in luoghi per noi lontani, l’Uomo-Cavaliere è lo stesso autore; in sella a una motocicletta percorre le desuete strade di un Giappone già scoperto, presumibilmente nei sogni e nei desideri adolescenziali.  Su quelle strade secondarie dove  aleggiano ancora storie e leggende di una antica civiltà, la cui struttura solo in parte ha subito i danni di una modernità frettolosa e poco incline ad ogni tipo di meditazione; l’autore segue quell’insieme di ricordi – memorie giungendo a traguardi di grande suggestione quando, in particolare, si scoprono identità, quasi a specchio di due culture, che, malgrado l’incommensurabile distanza, appaiono prepotentemente camminare lungo una medesima strada maestra.
La spontaneità di Mario Vattani ci permette di approfondire senza gli orpelli di una trita retorica la natura del moderno Giappone, dove la corsa ai consumi non  è stata in nessun modo una corrosiva miscela del profondo sentimento nazionale,  né ha attenuato l’orgoglio dell’Impero del Sol Levante.

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