MELUZZI, nostro Fratello Cristiano
Un anno fa, all’inizio di dicembre del 2023, una malattia cattiva, il cui decorso continua ancora adesso, ha colpito un vero guerriero, certamente un eroe operante nell’epoca moderna. Si tratta del medico psichiatra Alessandro Meluzzi.
Di lui si conosce l’attività politica, l’attività di medico coraggioso che gli ha portato la simpatia di migliaia e migliaia di cittadini, l’attività di volto televisivo.
Meluzzi però è stato ed è un cristiano impegnato ed anche una guida spirituale. Studioso di filosofia non è mai stato uomo arido. Il suo percorso inizia da lontano. E prima di divenire punto di riferimento di un gruppo di Cristiani Ortodossi e orientali, il suo cammino inizia nelle Logge massoniche torinesi del Grande Oriente d’Italia.
Poi un incontro folgorante nella sala vip Freccia Alata dell’aeroporto di Roma Fiumicino: quello con Don Pierino Gelmini.
Vi era un ritardo spaventoso nei voli e Meluzzi e Don Gelmini si misero a parlare di fede e di cristianesimo per circa due ore. Meluzzi, al cui cuore – similmente all’Innominato di manzoniana memoria- bussava Gesù Cristo, all’improvviso, tra lo stupore dei potenti che erano nella sala, si inginocchiò ai piedi di Don Gelmini e decise di abbracciare il cristianesimo.
Meluzzi abiurò la Massoneria e cominciò ad aiutare Don Gelmini nelle sue opere di carità e di accoglienza, divenendo quindi persona di fiducia del presbitero fondatore della Comunità Incontro.
Don Gelmini, oltre ad essere presbitero nell’ordine latino occidentale, era anche prelato cattolico orientale Greco Melchita e vista la grande attenzione di Meluzzi per le chiese cristiane orientali, Meluzzi fu ordinato “diacono permanente” in medio oriente.
Dopo la morte di Don Gelmini, avvenuta nel 2014, in maniera controversa, la Chiesa Cattolica si ricordò che Meluzzi era stato massone e con impedimento del Santo Uffizio, la Santa Sede gli impedì l’ingresso in Chiesa, sostanzialmente scomunicandolo.
Fu allora che Meluzzi fece un altro incontro decisivo nella sua vita, quello con Padre Adeodato Mancini, il Patriarca per l’ Europa della Chiesa Assiro Caldea Ecumenica.
Padre Adeodato Mancini viveva a Torino ed era famoso per la sua dedizione totale ai derelitti che giacevano negli ospedali, nelle carceri e agli abbandonati. Viveva in povertà Mancini, tutto quello che aveva lo donava agli altri. Meluzzi sapeva del patriarca Mancini, forse si erano visti in diverse occasioni ma non si erano mai confrontati sui temi della fede, ma in quel 2014 i due ebbero modo di parlarsi e Mancini e Meluzzi si accorsero di avere le stesse idealità e gli stessi principi cristiani riconducibili al Messaggio Evangelico di Gesù:<<Io sono la Via, la Verità e la Vita>>.
Da quel momento Mancini, gravemente ammalato, decise che a proseguire il suo percorso sarebbe stato Meluzzi. Bisogna dire che Meluzzi si rendeva conto che quanto chiestogli da Mancini era un’opera “temibile” e cercò in tutti i modi di sfuggire all’idea di vedersi affidata la Chiesa Assiro Caldea in Italia. Mancini ordinò presbitero Meluzzi. E quando la fine della vita di Padre Mancini era vicina, Meluzzi ordinato Vescovo, accettò l’incarico di succedergli alla guida della Chiesa.
Era il 15 giugno del 2015. Fu così che alla fine del 2015 in una commovente cerimonia tenuta in un povero locale di Roma, ricavato in un arco di un acquedotto romano, ma alla presenza di diversi vescovi e decine di prelati, Meluzzi fu insediato alla guida della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala, rimanendo contemporaneamente Patriarca della Chiesa Assiro Caldea affidatagli da Padre Mancini. Il suo nome ecclesiastico fu quello di Alessandro I, Vescovo di Aquileia, Ravenna e Siracusa – quest’ultima, per pochi anni, capitale dell’impero Romano d’Oriente.
Nel 2016 la nuova chiesa Ortodossa autocefala fu resa anche legale con atto pubblico davanti a un notaio di Torino. La scelta di creare una chiesa ortodossa italiana autocefala fu una intuizione non da poco conto. Infatti, nel nostro Paese operavano diverse Chiese Ortodosse: Quella russa del Patriarcato di Mosca, quella greca, quella rumena, quella etiope, ed altre ancora in qualche modo derivanti da patriarcati non italiani. Finalmente anche l’Italia poté avere una sua Chiesa Ortodossa Autocefala – che quindi decide da se le sue regole- e che pian piano sarebbe cresciuta, pur mancandole il riconoscimento da parte di Patriarcato di Costantinopoli che tradizionalmente dà il riconoscimento alle chiese autocefali, riconoscimento (Tomos) che a volte giunge dopo centinaia di anni alle nuove chiese autocefale.
Nella veste di primate della Chiesa Ortodossa Italiana autocefala e di Patriarca della Chiesa Assiro Caldea per l’Italia, Meluzzi è stato vulcanico. Intanto ha ridato una “casa” riammettendo alla comunione le persone che avevano sciolto il matrimonio. Si è stata una scelta significativa da parte di Meluzzi e la sua Chiesa. Appariva infatti ingiusto che anche il coniuge che avesse “subito” il divorzio non potesse essere ammesso ai sacramenti della Chiesa latina occidentale. Ma non fu solo questa iniziativa a dare notorietà e …a far discutere.
Meluzzi e i suoi collaboratori sapevano perfettamente che ai primordi del cristianesimo, operavano le “diaconesse” poi misteriosamente sparite nella gerarchia ecclesiastica. Sul tema, molto controverso, per cui la Chiesa Cattolica molto maschilista si accanisce nel dichiarare che non esiste una evidenza storica nell’esistenza delle diaconesse, Meluzzi non si è fatto intimidire è ha creato un nucleo di diaconesse presiedute da Marzia Vicenzi che per anni fu stretta collaboratrice di padre Adeodato Mancini e che può testimoniare la vita e la santità del patriarca Mancini.
Altro tema spinoso affrontato da Meluzzi, quello del matrimonio degli ecclesiastici. Posto che sino a Papa Gregorio VII i presbiteri erano sposati ed avevano una famiglia, cosa normale nelle Chiese ortodosse, Meluzzi prendendo le mosse da quello che scrive San Paolo in una delle sue lettere apostoliche, quella a Timoteo, che nel parlare dei “vescovi”, scrive che questi devono essere sposati anche se una “sola volta”. Come sposati? Questa è una bella novità “nascosta” sia dalla chiesa occidentale che da quelle orientali.
Meluzzi non si lasciò intimidire da scelte dettate dalla pressione dei poteri politici che nel corso della storia hanno indirizzato la Chiesa Cattolica e quelle ortodosse a non avere Vescovi sposati. E per questo ha voluto avere al suo fianco anche Vescovi sposati. E non solo, volle aggiungere al nome della Chiesa anche l’aggettivo “Antico Orientale”, per ricordare la chiesa delle origini, tanto diversa da quella di oggi.
Coerentemente a quello che fu l’agire di Padre Adeodato Mancini, Meluzzi ha prestato spesso la sua opera professionale gratuitamente, a chi non aveva. Si prodigava ad Albugnano nel celebrare tutte le domeniche la Divina Liturgia. Alla sua celebrazione partecipavano sia fedeli ortodossi che, incredibile a credersi, anche prelati cattolici (lo testimoniano le foto).
Successivamente, per essere più vicino a sua moglie, Meluzzi, pur rimanendo Vescovo della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala, passò il suo pastorale di capo della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala e quello di Patriarca della Chiesa Assiro Caldea di padre Mancini, a Padre Cosma, al secolo Antonio Parisi, che detiene attualmente la successione ad Alessandro I e ne custodisce i titoli vescovili e patriarcali.
Il passaggio avvenne ad Albugnano alla presenza di prelati e di decine e decine di fedeli.
Tale passaggio di mano non ha significato però un abbandono da parte di Meluzzi del suo cammino spirituale divenendo in un certo senso un faro in tutta Italia, con le sue celebrazioni della Divina Liturgia ad Albugnano.
Proprio alla vigilia, il giorno prima, di un grande evento religioso organizzato da Meluzzi, a cui avrebbe partecipato anche Cosma I, diversi sacerdoti cattolici e fedeli giunti da ogni parte d’Italia e d’Europa, nonché personaggi dell’informazione, Meluzzi fu colpito a Cesena da un ictus, che lo ha portato ad appartarsi, per il momento, dalla vita attiva.
Per la sua salute pregano in migliaia.
Padre Cosma e i vescovi della Chiesa Italiana Ortodossa Autocefala Antico Orientale, i Cavalieri della Pietà del Pellicano, creati da Padre Mancini, oggi guidati da Antonino Aloi e i tanti estimatori di Padre Alessandro, sono certi che Maria, Madre di Dio, lo aiuterà a tornare ad essere guida di preghiera.
______________Antonio Parisi
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Alessandro I fotografato davanti alla fontana settecentesca posta all’inizio dell’antico acquedotto romano della via Tuscolana.
“L’acqua e la parola di Dio – dice Alessandro I – sono simili: la prima disseta il corpo materiale; la seconda disseta lo Spirito che arde alla ricerca di Verità e di Vita “.
Alessandro I, Alessandro Meluzzi, Don Pierino Gelmini, Padre Adeodato Mancini, Padre Cosma