Iniziamo dal Giappone dove i cristiani costituiscono una piccola una minoranza e quindi il Natale non è considerato una festa Nazionale. Non per questo, però, non si esce a cena fuori, e cosa si mangia? Il pollo fritto! E non il classico chicken katsu ma il pollo fritto della famosa catena americana Kentucky Fried Chicken. Una tradizione recente legata a una riuscitissima campagna marketing di KFC lanciata nel 1974 dove, al posto dell’americano tacchino, proponevano un menu più economico a base di pollo. Takeshi Okawara, il manager ideatore della campagna, è diventato una leggenda del marketing, e oggi per avere diritto a un cesto di pollo fritto è necessario prenotare addirittura con un mese di anticipo.
 
Tornando indietro nel tempo, durante i Saturnali, le festività dell’antica Roma che si tenevano dal 17 al 23 dicembre, le regole abituali di rango e galateo venivano ribaltate. E così che gli schiavi era permesso di banchettare venendo addirittura serviti dai loro padroni e tutti, poi, si scambiavano i doni in segno di uguaglianza sociale. 

In Cina durante le feste è comune trovare le mele avvolte con la carta colorata e questo perché sono un apprezzatissimo regalo di Natale. Nella cultura cinese, infatti, questo frutto indica buon auspicio. La parola mela in mandarino è píngguǒ ed aha los tesso suono della parola pace, inoltre píngguǒ richiama Ping’an Ye che significa Vigilia di Natale e corrisponde alla traduzione del canto “Silent Night”. 

Il 23 dicembre, a Oaxaca in Messico, si celebra la Noche de Rabanos tradotta in notte dei ravanelli. Ebbene sì questa curiosissima usanza sembrerebbe sia nata grazie ai commercianti di ravanelli, che per aumentarne l’appeal, cominciarono a intagliarli fino ad ottenere delle vere opere d’arte. Il 23 dicembre del 1897 fu organizzata la prima mostra con relativa premiazione delle migliori sculture. Ancora oggi, nei giorni prima di Natale, ci sono code lunghissime per vedere queste sculture di ravanelli.

In Repubblica Ceca sono molto superstiziosi. Indipendentemente dall’essere cristiani, il Natale è un momento da trascorrere insieme con la famiglia gli amici, con l’unica attenzione che la tavola per la Vigilia deve essere apparecchiata sempre per un numero pari di persone, altrimenti porta male.

A Cuba il Natale per qualche anno ha addirittura cambiato mese, da dicembre è stato posticipato a luglio. Dal 1968 al 1997  è stato infatti sospeso per non interrompere la zafra, la raccolta della canna da zucchero. Durante questi anni il 25 dicembre rappresentava un giorno lavorativo e quindi i festeggiamenti erano stati spostati in estate. Dopo l’incontro tra Papa Wojtyla e Fidel Castro, fortunatamente, anche Cuba ha iniziato a festeggiare il Natale come il resto del mondo.

Negli Stati Uniti sono famosi tra gli addobbi i Christmas pickle. La loro storia però non è ben chiara, sembrerebbe che nasca da un’antichissima tradizione tedesca, eppure ancora oggi vengono nascosti questi finti cetriolini sottolio tra le palline dell’albero, e chi li trova ha diritto al doppio dei regali

Rimanendo in tema addobbi, sempre negli Stati Uniti e adesso anche da noi, molto diffuso è il candy stick, il bastoncino di zucchero dalla forma allungata a strisce bianche e rosse. Il primo bastoncino risale al 1837 e all’inizio erano solamente bianchi, in seguito sono state aggiunte le fasce rosse e hanno cominciato ad essere collegati al Natale. La forma per alcuni indica l’iniziale di Jesus, mentre per altri e secondo una leggenda, furono ideati dal direttore del coro della Cattedrale di Colonia nel tentativo di placare la fame dei bambini durante le celebrazioni religiose e allo stesso tempo per ricordare loro la visita dei pastori alla grotta dove nacque Bambin Gesù, e per questi la forma sarebbe quella di un bastone.