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Il Maestro di Leonardo da Vinci: l’evento “Verrocchio, maestro di Leonardo” a Palazzo Strozzi

Il 9 marzo si è aperta a Firenze, a Palazzo Strozzi, un’ esposizione di quadri, sculture e disegni di Verrocchio, allo scopo di spiegare la genesi artistica di Leonardo da Vinci, suo allievo, che oggi, 2 maggio 2019, viene celebrato nel cinquecentesimo anno del suo transito.

La manifestazione è ricchissima di opere riguardanti anche altri frequentatori e studiosi del maestro  Andrea di Cioni Verrocchio, ma essa è soprattutto mirata a decantare le evidenze del magistero di questi sul suo eminente allievo: 120 opere offrono un excursus esaustivo del pensiero e delle espressioni del periodo, degli impegni sociali, della fiducia filiale di Leonardo verso chi seppe trarre alla luce le potenze del suo genio.

Dopo la rincorsa ad una Storia dell’Arte “alternativa” che andasse alla ricerca di artisti minori o poco conosciuti, accantonando i Grandi Maestri per non indulgere alla “poco democratica” esaltazione di un “leader”, l’equilibrio ritrovato nella cultura attuale ha focalizzato lo studio su altri  nomi dell’Arte Italiana ed ha così messo in evidenza Maestri che hanno dimostrato come l’eccellenza artistica e letteraria è un acme trovata da più voci, tutte diverse, tutte notevoli, tutte collegate, tutte madri di un Genio. Così è avvenuto per molti inarrivabili personaggi, soprattutto, ma non solo, in quel ricco e difficile momento sociale e storico che si chiama Rinascimento.

Se si guarda bene, sono diversi anni che le opere critiche di Vittorio Sgarbi lo esprimono, e recentemente il pensiero filosofico di Marcello Veneziani, quando spiega cosa è la “dea” Comunità. Si tratta infatti di idee e concetti che vengono condivisi, discussi, ma dimostrati univoci nei protagonisti di un percorso storico, e dunque scambiati, accettati o respinti, elaborati : attività non solo intellettuali che rivelano il Pensiero di un dato tempo.

Una delle più belle ed esaustive dimostrazioni della formazione creativa di un Genio come Leonardo da Vinci viene offerta per celebrare il miglior artista e scienziato italiano, per la cinquecentesima ricorrenza della sua morte, dal questa mostra ” Verrocchio, il Maestro di Leonardo”, esposizione ricca quel che basta di esempi e capolavori per chiarire come è impossibile separare o contrapporre, come voleva la cattiva critica artistica ottocentesca, diversi grandi artisti, inseparabili, invece, e lodevolmente attivi a perfezionarsi ed a perfezionare il loro linguaggio per raggiungere un’unità di alte opere. Nel corso di questo lavoro ben presto emergono le personalità eminenti, ma si leggono anche le matrici, come una genitorialità scritta o dipinta.

Andrea di Francesco Cioni, il Verrocchio, come si vede nell’esposizione,  forma nella sua scuola molti valenti artisti senza perdere nulla della sua indiscutibile grandezza. Nella sua bottega si  trovano pittori e scultori i quali, pur trascorrendo la loro vita spesso in luoghi lontani da essa, non hanno mai perso quel filo conduttore che li rende fratelli: la Madonna realizzata con gli occhi abbassati, presagio doloroso del trauma che la ferirà, lo studio realistico delle mani curato fino al più piccolo particolare, la sua posizione e la figura del Bambino, gli sfondi, la riproduzione di panneggi e paesaggi, la scelta dei colori. Sulla base degli insegnamenti di Verrocchio l’elaborazione differente nella resa materiale e nella maggiore o minore cura di altri corollari, come l’ornamento di alcune parti o alcune variazioni sul tema, si possono riconoscere gli allievi che, divenuti maestri e capiscuola, capillarizzano nell’unico corpo della Storia del Quattrocento i pensieri di questo scultore, architetto, pittore, uno dei numerosi gioielli italiani voluti dal Mecenate de’Medici.

Andrea di Cioni non dà nulla di stabilito; invece, sperimenta, creando una Madonna inquieta, o dà importanza alla presenza ed alla leggibilità dei simboli nelle sculture, come si può vedere da alcuni particolari degli elmi, arricchiti da citazioni del mondo classico come la Medusa, girali naturalistici, o dell’età medievale, come la presenza di un drago sull’armatura o sul cimiero, (fino al Monumento a Bartolomeo Colleoni) come di seguito gli allievi migliori, fra i quali Leonardo, rammentano nelle sculture. La preziosità dei particolari è data dalla lunga esperienza di orafo nella bottega di Verrocchio, dal quale Andrea di Cioni prende il secondo cognome, come prende la morbidezza della resa scultorea da Desiderio da Settignano: qui un’altra dimostrazione che nessuno è genio da solo, ma è figlio di altri maestri.

Le mani cesellate della Dama col Mazzolino sono ritrovabili nei disegni preparatori o di esercizio di Leonardo da Vinci, come gli sfondi di colline azzurre dei quadri che addirittura lasciano studiare anche scientificamente l’evanescenza di un colore di particolari lontani al Da Vinci, e così il serpeggiare di un fiume, che non ha soltanto il significato del percorso vitale contrastato, visto come accesso iniziatico a dimensioni superiori, ma è una nota di riconoscimento del luogo dove la figura ritratta ha vissuto o si è trovata. Realismo e voce dell’intelletto: la riga chiara porta la luce al piano di veduta: ciò che sarà unione di natura e storia qui è comunicazione fra di loro, contrappunto fra cielo e bambino nella Madonna di Volterra, conclusi in una intuibile losanga che richiama al grembo generatore, e, nelle sculture, la realizzazione di forme che facciano trascorrere la luce vitale su di esse, siano panni o arti, siano storie bibliche della Porta del Battistero, siano visi che essa vivifica nelle espressioni: tutto ciò è con certa frequenza ritrovabile in Leonardo, ma anche nell’allievo meno espanso Francesco Ferrucci. E’ arduo spesso riconoscere le varie mani in un’opera, cosa che denota l’assoluta stima degli apprendisti verso il maestro. Se Ferrucci rimane sempre con Verrocchio, Perugino, come Leonardo, porta l’arte del Maestro nella sua terra e, con il Pinturicchio, a Roma. Ma è Leonardo che, pur non oscurando mai la scuola del grande Andrea, finisce per risplendere nel mondo per le caratteristiche sue proprie impegnate ad unire scienza ed arte, fede e architettura militare, amore, come la Gioconda, e caricatura, accesa distorsione dei tratti di soggetti così ben incisi e perfezionati di Verrocchio fatta da uno spirito umano assai più acuto ed osservatore del proprio e dell’altrui “motus animi” mediante una profonda conoscenza . In tutto ciò, e con il massimo dell’ammirazione per il Verrocchio, Leonardo da Vinci ha esteso all’infinito il linguaggio umano scritto e figurato più vicino alla somma Divinità: l’arte.

Marilù Giannone

Confsal: superamento del reddito di cittadinanza e salario garantito

IERI I° MAGGIO 2019  – GIORNATA del LAVORO   
LA CONFSAL propone un “Patto Sociale” per lo sviluppo,
superamento del reddito di cittadinanza e salario garantito

una nota di GIAN PAOLO MENEGHINI

“Patto sociale per lo sviluppo, superamento del reddito di cittadinanza con il rilancio delle politiche attive per il lavoro e trasformazione della paga minima in salario garantito”. Questi i temi che sono stati al centro della seconda manifestazione organizzata in occasione del 1° Maggio, in Piazza del Plebiscito a Napoli, dalla Confsal, la quarta confederazione sindacale italiana, quella autonoma.

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Sottosegretario Siri indagato per corruzione

“Siamo alla follia”, queste le parole del sottosegretario al ministero dei Trasporti, Armando Siri della Lega, indagato per corruzione in un’inchiesta coordinata dalla Dia di Palermo e Roma.

Siri, secondo gli inquirenti, avrebbe intrattenuto rapporti, ancora da verificare, con Paolo Franco Arata, consulente della Lega sull’energia, docente universitario, ed ex parlamentare di Fi. Secondo i pm, Arata avrebbe offerto e ricevuto frequenti favori con Vito Nicastri, imprenditore nel settore eolico. Repubblica precisa che Nicastri si trovava ai domiciliari una vicinanza al clan di Matteo Messina Denaro.

Gli addetti ai lavori hanno portato avanti un’indagine accurata, dove emerge, da alcune intercettazioni, che Arata avrebbe promesso 30 mila euro a Siri modificare la legge sull’energia eolica. 

Per i pm di Palermo Siri e Arata avrebbero intrattenuto diversi rapporti. Perquisizioni hanno avuto luogo per provare le accuse mosse agli indagati e avere a disposizione elementi che potrebbero tornare utili in sede investigativa. Una decina, per ora, gli indagati, tra questi Alberto Tinnirello, ex funzionario del Dipartimento Energia della Regione, Giacomo Causarano, funzionario dell’assessorato all’Energia, e il funzionario del Comune di Calatafimi Angelo Mistretta.

Repubblica ha reso noto che la mattina del 18 aprile, le forze dell’ordine hanno arrestato Nicastri per violazione degli arresti domiciliari. Le indagini non riguarderebbero solamente il capoluogo siculo, ma anche quello laziale. Armando Siri respinge ogni accusa e parla di “follia”. Nelle prossime settimane, si potrà disporre di dettagli su questo episodio. Siri, circa 4 anni fa, era stato indagato per un reato penale, ma aveva patteggiato per una condanna per bancarotta.

Più Imprese, più Italia, nell’Europa dei Popoli
….una “svolta” per le Elezioni del 26 Maggio

UN PATTO  per  LO SVILUPPO, L’IMPRESA, IL LAVORO   

Mercoledì 17 Aprile nella Sala dell’Hotel Santa Chiara il Presidente dell’Associazione Farefuturo, Adolfo Urso, ha raccolto i rappresentanti delle Confederazioni delle Imprese Italiane, per esporre le necessità di ogni settore in vista delle elezioni europee prossime.

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Google riduce i profitti del 30% a causa di una sanzione della Commissione Europea

Alphabet, la società madre di Google, ha chiuso il primo trimestre con un utile di 6,66 miliardi di dollari, il 30% in meno rispetto al periodo di un anno fa per l’impatto dell’ultima sanzione inflitta a fine marzo dalla Commissione Europea per le sue pratiche nel settore pubblicitario. Il reddito della più grande società Internet è migliorato del 17%, a 36.340 milioni. Ma la crescita ha dovuto subire un rallentamento proprio dalla maggiore concorrenza, ovvero la pubblicità. Le sue azioni stavano precipitando di oltre l’8%.

Il regolamento europeo della concorrenza ha sanzionato Google tre volte in meno di due anni per aver abusato della sua posizione dominante, quasi monopolistica. Questo gli consente di imporre condizioni molto restrittive a terzi e impedisce ai concorrenti minori di partecipare al mercato. Il valore complessivo delle sanzioni ammonta a 8.250 milioni di euro.

Google è il motore di ricerca onnipresente, in quanto controlla oltre il 35% del business della pubblicità elettronica negli USA. Segue Facebook con una parte della spesa degli inserzionisti e Amazon, che comincia a mangiare terreno grazie al crescente interesse per la sua piattaforma, Amazon Prime. L’attenzione degli investitori si è focalizzata su come Google riesce ad attirare la pubblicità, soprattutto quella audiovisiva. Google sta espandendo l’offerta di dispositivi per aggiungere nuovi follower. Ha appena presentato la piattaforma per videogiochi Google Stadia ed è fortemente impegnato nell’auto autonoma con Waymo, con l’apertura di una fabbrica a Detroit.

Alphabet, sta dando la priorità agli investimenti in aziende con il potenziale di generare entrate in futuro, piuttosto che raccogliere profitti a breve termine. Un altro campo di battaglia è la distribuzione di contenuti audiovisivi. La piattaforma YouTube (proprietà di Google) ha come concorrenti Netflix, Amazon e Google e Disney+.

I risultati delle azioni pubblicati da Netflix, Facebook e Amazon hanno già dato agli investitori un’idea di dove sarebbe andata la loro performance all’inizio del 2019, dopo una fine dell’anno molto volatile per le società tecnologiche sul mercato. 

Città di Fiume 1919-20 la costituzione estetica dinamiche e interconnessioni nell’Europa post bellica della Reggenza del Carnaro

A colloquio con RAFFAELE PANICO sulla QUESTIONE ADRIATICA  

Intervista a cura di Marilù Giannone

Dopo aver partecipato ad una “Tavola Rotonda” ad alto livello organizzata a Roma dall’Accademia Angelico Costantiniana sul Tema “Onore, Patria, Poesia: D’Annunzio e la Reggenza di Fiume”,  abbiamo ritenuto interessante cercare di approfondire alcuni argomenti. Al riguardo abbiamo chiesto a Raffaele Panico – uno dei Relatori nel sopracitato Convegno, nonché nostro amico e raffinato conoscitore sulla Storia delle Terre d’Istria, Fiume e Dalmazia  – di poter conversare con lui.  
Qui di seguito il riepilogo del nostro incontro.

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Post una “rapina e tentato omicidio”, come nel videogioco, un intervento di Giuseppe Lavenia (Di.Te)

LA NECESSITA’ DI RIPRISTINARE IL DIALOGO TRA GENITORI E FIGLI 

«Pensare che il videogioco sia il responsabile di quanto accaduto, non serve: il videogioco è un mero strumento». Dopo l’ennesimo caso di arresto di sei ragazzi, poco più che maggiorenni, accusati di rapina e tentato omicidio, sono arrivate, laconiche, le parole di Giuseppe Lavenia, Presidente di Di.TeAssociazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, Gap e Cyberbullismo  a commentare l’accaduto.

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XXI APRILE 2019

A NOME della CONSUL PRESS,  A TUTTI I PROPRI LETTORI  – assidui od  occasionali –

I più fervidi Auguri per la SANTA PASQUA,
 unitamente agli Auguri per  
il 2772° Anniversario del  NATALE di ROMA

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MMDCCLXXII ad Urbe Condita

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AMSI: la situazione in Libia

Libia, Foad Aodi (Amsi): 190 morti di cui 60 minorenni, 850 feriti, piu’ di 22 mila sfollati.

Con questi dati il fondatore dell’Associazione Medici di origine Straniera in Italia (Amsi) e Consigliere dell’ Ordine dei Medici di Roma, Foad Aodi, in contatto con i medici libici, aggiorna il bilancio del conflitto in Libia. Proseguono gli scontri feroci nelle zone sud di Tripoli e nel quartiere Abo Salim, con morti per le strade e dentro le case, con tante vittime tirate fuori da sotto le macerie da giorni, e non identificate .

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Libia e Italia: è tempo di essere franchi, fare chiarezza anche sul colonialismo italiano

Durante gli anni del governo Berlusconi, in occasione delle visite del Colonnello Gheddafi a Roma, si è detto delle atrocità compiute in Libia, a partire dal settembre 1911, quando gli italiani sbarcarono per liberare i libici (osservazione geopolitica vista da italiani, del Regno d’Italia, e degli anni dei governi giolittiani). Libia, allora, infatti divisa in Tripolitania e Cirenaica, ancora sotto il giogo dei turchi ottomani.

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CONFSAL il 1° Maggio a Napoli in piazza del Plebiscito Si rinnova la “sfida” con la piazza dei confederali

Dopo il successo registrato lo scorso anno, con una grandissima affluenza di partecipanti giunti da tutta Italia – con pullman, auto, aerei, navi e treni freccia rossa dedicati – la CONFSAL, quarta Confederazione sindacale italiana, quella autonoma, anche questo primo maggio celebrerà la Festa dei Lavoratori nella storica Piazza del Plebiscito di Napoli, rompendo il monopolio a lungo detenuto dalla triplice sindacale.

Si rinnova quindi la “sfida” a distanza tra la piazza confederale e la piazza della CONFSAL che, a detta di tutti i mezzi di informazione, si aggiudicò ampiamente il “duello” 2018. “L’intenzione – spiega il segretario generale Angelo Raffaele Margiotta – è di fare il bis, tenendo ben presente che la vera sfida non si combatte a colpi di manifestanti, ma con l’impegno quotidiano, con l’attenzione costante alle nuove esigenze dei lavoratori in un mondo in continua evoluzione e con la convinzione che il sindacato autonomo, che si ispira da sempre ai principi dell’indipendenza e del pluralismo, sia la risposta giusta in questa delicata fase politico-economica del Paese.
La scelta di manifestare a Napoli è chiaramente simbolica: significa avere ben presente che la rinascita del Mezzogiorno è una sfida che riguarda la crescita economica dell’intero Paese.
Avevamo riposto grandi speranze nel governo del cambiamento, prosegue Margiotta, ma purtroppo buona parte di esse è andata delusa”.

La manifestazione del 1° Maggio sarà l’occasione per ribadire la necessità di un nuovo Patto sociale per lo sviluppo, per la valorizzazione del Lavoro pubblico e privato, per la crescita economica e la ripartenza dell’occupazione, attraverso politiche del lavoro a misura della persona e politiche economiche a misura dell’impresa, a partire da un concetto d’Europa solidale. Esso richiede un’assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori del sistema Paese (governo, istituzioni e parti sociali) e cittadini.
Quindi, un Patto del lavoro fondato su una contrattazione collettiva di qualità, come leva strategica per eliminare qualsiasi forma di dumpingcontrattuale e assicurare un salario minimo garantito nella misura stabilita dai CCNL di riferimento. L’incremento del salario netto nel pubblico e privato impiego andrà perseguito attraverso la revisione delle aliquote fiscali.
I giovani saranno protagonisti della prima parte della giornata, lo scorso anno sul tema “I giovani nel futuro occupazionale”, quest’anno su “Destinazione lavoro, verso una nuova prospettiva”. Le nuove leve del sindacato affrontano due grandi questioni: il confine tra etica ed economia e il passaggio generazionale tra la solidarietà dei lavoratori e la condivisione del lavoro nella nuova era dell’intelligenza artificiale.

Per approfondire gli aspetti di maggior rilievo legati alle iniziative previste per il 1° maggio:

CONFERENZA STAMPA CONFSAL
Roma, 29 aprile dalle 11 alle 12
presso la Sala conferenze del Senato “Caduti di Nassirya”

È possibile accreditarsi inviando una mail a: ufficiostampa@confsal.it

Emanuela Orlandi, svolta storica sul caso

Il 22 giugno 1983 scompare nel nulla la quindicenne Emanuela Orlandi, mentre si recava a scuola di musica.

Oggi, a quasi 36 anni di distanza, il Vaticano avrebbe dichiarato l’autorizzazione per l’apertura di un’indagine interna. La notizia è stata data dal legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò “Stiamo seguendo gli sviluppi delle indagini delle Autorità vaticane auspicando in una piena collaborazione, proseguendo comunque nelle nostra attività di indagini difensive”. Alla notizia della riapertura del caso, Il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, ha commentato: “Dopo 35 anni il Vaticano finalmente indaga ufficialmente sulla scomparsa di mia sorella. Speriamo che sia arrivato finalmente il momento per giungere alla verità e dare giustizia a Emanuela”.

“Stiamo seguendo gli sviluppi e auspichiamo una piena collaborazione, proseguendo comunque nelle nostre attività di indagini difensive” ha successivamente aggiunto Laura Sgrò. La scorsa estate il legale della famiglia Orlandi aveva ricevuto una lettera anonima con allegata la foto di una tomba, recante un messaggio: “Cercate dove indica l’angelo”. La lettera si riferisce alla statua di un angelo, con l’indice puntato al basso, che sostiene un foglio riportante la scritta “Requiescat in pace” (riposa in pace).

La tomba in questione si trova nel campo santo dei Teutonici e dei Fiamminghi,accanto alla chiesa di Santa Maria della Pietà, all’interno delle Mura Vaticane. A intervenire sulla notizia anche Antonietta Gregori, sorella di Mirella, quindicenne romana scomparsa in circostanze misteriose il 7 maggio del 1983. “È una svolta importante. Sono contenta per la famiglia di Emanuela e spero si arrivi finalmente alla verità. Non credo che la vicenda della tomba nel cimitero teutonico riguardi mia sorella, ma spero che la sua scomparsa non rimanga nell’oblio. Io, come la famiglia Orlandi, sono qui a lottare per arrivare alla verità anche dopo 36 anni”.

La madre e il fratello di Emanuela, insieme al proprio legale, hanno presentato istanza al cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano e ha richiesto l’apertura di un’inchiesta. L’avvocato ha precisato che Gian Piero Milano, promotore di giustizia del Tribunale vaticano, aveva annunciato che la Santa Sede avrebbe deciso di prendere in mano la vicenda.

  • La vicenda

Emanuela Orlandi era iscritta a una scuola di musica sita in piazza Santa Apollinare. Mercoledì 22 giugno 1983 Emanuela aveva terminato la lezione in anticipo e aveva contattato telefonicamente la sorella per comunicarle che un uomo le aveva offerto un piccolo lavoro come promotrice, retribuito esageratamente. Quella telefonata è stato l’ultimo contato che la ragazza ha avuto con un suo familiare. Le ultime notizie di Emanuela risalgono circa alle 19.30 di quella stessa sera, mentre attendeva l’autobus in Corso Rinascimento. La ragazza non salì mai sul bus e non fece più ritorno a casa. Di lei si persero le tracce.

Sovranità Popolare:
la rivista del Popolo Sovrano

NASCE LA RIVISTA del POPOLO SOVRANO 
che si racconta, riflettendo su sé stesso

Indipendenza, libertà e pluralità dell’informazione sono irrinunciabili in un cammino di progresso sociale. Eppure, il controllo che il grande capitale privato esercita su bona parte del sistema mediatico rischia di soffocare questa esigenza. In risposta, un piccolo gruppo di amici un po’ folli ha deciso di lanciare un ambizioso progetto editoriale con l’intento preciso di condividere gestione e responsabilità con il numero più ampio possibile di partecipanti.

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DP Magazine: l’intervista alla sua ideatrice Paola Piscopello

Digital Professional Magazine è una rivista online che si occupa di notizie, eventi formativi, workshop e comunicazione dell’area digitale, fiscale per il mondo imprenditoriale, le PMI e gli studi professionali. DPM è anche uno spazio dedicato allo storytelling ed al brand-journalism, della comunicazione e formazione digitale per le aziende e gli studi professionali.

Riportiamo un’intervista fatta alla sua ideatrice Paola Piscopello, Dott. commercialista ed esperta in Comunicazione.

1. Cosa l’ha portata a ideare Digital Professional Magazine, e com’è nata l’idea di un magazine interamente al servizio del professionista?
La trasformazione digitale ed il cambiamento conseguente per le professioni (come da me definite: liberi professionisti ed imprenditori) richiedono un costante aggiornamento e dunque l’idea è nata da questa “necessità”.

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Uno degli ultimi misteri della guerra: le fosse di Katyn

Per trovare verità e menzogna politica all’Horafelix

MERCOLEDI’  10  APRILE  ore 19  per gli appuntamenti  di  ‘Sapere e Sapori’
tagliere di formaggi e salumi con birre polacche. A seguire proiezione del film
di Andrzej Wajda  KATYN – Il mistero di un crimine mai raccontato-
Circa 22.000 ufficiali polacchi assassinati e poi ritrovati nell’aprile 1943 nella foresta di Katyn.
Contributo alla serata 10e.  Info e prenotazioni:3711278745
 
GIOVEDI’  11  APRILE  ore 18 presentazione del periodico per una 
democrazia partecipativa  ‘Sovranità Popolare’.  Illustrerà le finalità Guido Grossi
 
VENERDI’ 12  APRILE ore 18.30 La cinematografia di fine ‘900.
Conversazione sul libro di Giuseppe del Ninno “Piombo,sogni e celluloide:gli anni ’70. ’80 e ’90 al cinema”
parte cipano Maurizio Cabona, Luciano Lanna e Massimiliano Serriello
 
SABATO 13 APRILE ore 18  per gli incontri Insieme per la Cultura presentazione del volume 
di Maria Grazia Ferraris  “Marina Cvetaeva, ma non è anche l’amore un sogno?”
 
DOMENICA  14 APRILE ore 17.30  Aperitivo in musica – concerto dell’ ALSIUM ENSEMBLE 
saranno eseguiti brani di Albeniz, Joplin, Fabbri, Bontempi, de Abreu e Williams
 
 
HORAFELIX Caffè Letterario
 via Reggio Emilia 89 – 06 45618749

Italiani ed il primato del lavoro in Libia

A proposito dell’emigrazione, degli italiani e la Libia: modernità e rispetto della natura e del lavoro da parte del Regno d’Italia 

 

Nel 1924 c’era stato un censimento degli italiani all’estero. È riportato in uno studio del 1996 di Liauzu Claude edito a Bruxelles sulla storia delle emigrazioni nel Mediterraneo occidentale. Questi i dati sugli italiani: Tunisia 91.000 presenze; in Marocco 12.000; in Egitto 45.000, e in Algeria 37.000 residenti. Non sono riportati gli italiani in Libia, dal 1911 era territorio del Regno d’Italia e dove risiedevano, insieme all’elemento arabo ed ebreo dai tempi di Leptis Magna, divenuta seconda città dell’Impero romano e metropoli per tanti decenni della storia antica, città imperiale dove si parlava un latino con accenti tipici della Libia di allora… invece la presenza italiana in Tunisia è testimoniata anche ai tempi di Giuseppe Garibaldi e da alcuni recenti scritti di un altro importante esule politico: Bettino Craxi. L’incremento della presenza italiana avviene però a partire dal 1881 quando la Francia occupa la Tunisia, dove ancora partivano sbarchi e rapimenti fin sulle coste laziali come confermato in una tesi di laurea della fine anni ottanta, ricerca fatta presso l’Archivio di Stato di Roma sotto la voce “rapimenti a Nettuno a opera di pirati nordafricani”. Ma non è questo il punto. La cosa interessante è rileggere una storia dimenticata attraverso la serie di pubblicistica, giornali, riviste, libri, sull’applicazione del lavoro degli italiani in quelle terre. Tra questi citiamo Benedetti Achille “Tenaci rurali italiani vittoriosi in Tunisia” (Corriere della Sera del 24/071938); Pendola Marinette, “La riva lontana” (Sellerio, Palermo 2000); Vito Magliocco, “La nostra colonia di Tunisi” (Edizioni La Prora, Milano 1933); De Martino Giacomo, “Cirene e Cartagine, Note e impressioni della carovana De Martino Badari – giugno-luglio 1907” (Zanichelli, Bologna 1908); Poggi Tito, “Dalla vigna alla cantina. Lettera ai contadini – Il Viticoltore tunisino” (edizione del 10/11/1938). Insomma da questa breve e scarna raccolta di produzione intellettuale in lingua italiana può vedersi l’approccio pre-consumistico, prima cioè del fallimento generale della seconda guerra mondiale e dei successivi anni di cosiddetto boom economico, di miracolo eccetera, che forse a ben vedere ne scontiamo oggi il caro prezzo di tanta economia Americanizzata prima che modernizzata e meccanizzata a modo del buon lavoratore italiano che sapeva dare un approccio umanistico al lavoro ben eseguito, e nel rispetto di parametri ecologici e antropologici insiti in popolazioni da sempre insistenti e coesistenti nel bacino del Mediterraneo. Scrive Magliocco: “Fate il conto di quanto costa mettere al mondo, allevare, educare curare un bambino, che poi sarà un ragazzo, che poi sarà un giovane, che poi sarà un uomo, che poi sarà un emigrante: ossia uno che all’economia italiana sarà costato decine di milioni e, poi, andrà a produrre ricchezza in un altro paese”. Scrive queste parole Vito Magliocco nel 1957, quando edita il volume “Dall’Italia alle rive della Sirte” (Milano, 1957 Nuove ed. d’Italia, di pagine 92), ritrovato nella Biblioteca di Anzio (Roma) “Fondo Misiti”. Nato in una città dell’Africa mediterranea, Magliocco frequenta le scuole italiane all’estero, poi le francesi e il Politecnico in Francia, dove aveva anche lavorato. Poi emigrato negli USA, fece lavoro da operaio nelle officine Ford di Detroit. Pubblica varie opere e, prima del secondo conflitto mondiale, viene premiato dalla Reale Accademia d’Italia. Di alcuni suoi successi, i tedeschi negli anni ’50 comprano i diritti letterari. Nel 1957 Magliocco da Pisa parte in aereo per un viaggio in Libia, in piena estate, stagione meno propizia, per ritrovare a 10 anni dal Trattato di Parigi le terre dissodate dal sudore e dal sangue degli italiani. Per 21 giorni documenta la realtà con coscienza di uomo civile, e scrive: “La terra di Cirenaica è bruna, buona come quella che conosco: «Cirenaica verde». Ma non ci sono più gli italiani e nessuno coltiva la terra: è abbandonata. Dall’aeroplano hai la visione delle tappe della riconquista del deserto che avanza nuovamente verso la fascia costiera: e dalle zone che continuano a resistere; perché certi uomini (italiani) resistono ancora. E quando questi Italiani «molleranno», dopo aver resistito alla guerra, dopo aver resistito alla pace peggiore della guerra, il deserto compirà la sua opera”. E subito dopo: “Tobruk è base navale inglese. È in affitto. Nella Marmarica gli inglesi cercano il petrolio. La Mellaha, presso Tripoli, è base strategica americana. È in affitto. Gli americani cercano il petrolio nel Fezzan (i francesi, dopo di noi, volevano tenerselo [il Fezzan. Ndr ] : hanno dovuto sgomberarlo pochi anni addietro per fare largo agli altri). A Tripoli gli alberghi sono zeppi di coloro di cui già vi dissi. A Bengasi idem (i cercatori di petrolio e loro cortigiane. Ndr). Villette qua e là sulla costa sono sorte per il riposo e le distrazioni di questi signori, signore e relativa prole. L’opera dell’Italia è spezzata. E tutto è rimasto fermo. Si attende il petrolio? Si attende che la terza guerra mondiale chiarisca le posizioni? si attende. Gli italiani da 150.000 (il programma era di due milioni) si sono ridotti a 35.000: nuovi arrivi non ne vogliono, nuove partenze, sì. A poco a poco, si ridurranno ancora: la stessa politica che in Egitto. Un paese non si tiene con le «basi», qualunque sia la loro potenza. Si tiene popolandolo, amministrandolo, incivilendolo, possedendolo. «Fortuna che non siamo più in Libia», dicono certuni in Italia davanti alle difficoltà della Francia nel Nord Africa. Se non ci avessero tolto la Libia, con quel Trattato di pace accettato da un Governo che sembrava avere il sadico piacere di «bere l’amaro calice» dell’espiazione fino in fondo, di colpe non sue, le cose nel Nord Africa sarebbero andate diversamente. L’Europa cominciò a perdere l’Africa il giorno in cui fu firmato il nostro Trattato di pace. (…) Gli uomini passano, i problemi restano, si complicano, e altri problemi sorgono.”  

Parole profetiche dell’ingegnere Magliocco, oggi dalla Libia verso l’Europa solo barconi di disperati, senza speranza da quella che era una area ben governata e amministrata come per la Somalia lasciata dopo l’Amministrazione italiana, voluta dall’ONU dal 1947 fino al 1960, un giardino ben organizzato con infrastrutture civili, ospedali strade ecc. Per concludere, dalle pagine “attuali” ricavate da Vito Magliocco si aggiunge: “dare lavoro a una popolazione che non ha sufficienti risorse nel suo paese, che non ne avrà mai, con o senza la Cassa del Mezzogiorno, con o senza redenzione delle zone depresse, con o senza valorizzazione del turismo”. Sugli Stati Uniti aggiunge non senza ironia: “conseguirono la più grande vittoria di tutti i secoli e i governanti di uno dei popoli più dinamici credettero di poter fermare il tempo e congelare gli altri popoli in stati di fatto al momento T (Trattati di pace. Ndr) in cui furono firmati i trattati, i quali non risolvevano nulla”. L’Europa divisa in due anglo-americani e sovietici: “In nome di chi abbiamo deciso di ucciderci con le nostre mani? A quale limite è arrivata la stoltezza dell’Europa! Se questo è il risultato del veleno russo che immobilizza il cervello dei nostri uomini politici, dove sono i politici, coloro il cui mestiere dovrebbe essere di sapere sintetizzare i problemi? Qualunque promessa non servirà a nulla”.

Parole profetiche meno che su alcuni cambiamenti strutturali che l’ingegner Magliocco non poteva prevedere (la vita si allunga, presto parti bioniche, trapianti e così via migliorano enormemente e diventa ludica la longevità presto anche dopo gli ottanta anni, per gli europei e loro popolo amici e assimilati, ci sono le comunicazioni che uniscono il Globo e preparano l’Unità del Mondo. La terza guerra mondiale è stata sì combattuta, ma non con armi convenzionali e meno che mai con l’uso dell’atomo, ma tra le pieghe e diplomazie vere e di circostanza degli Stati. L’opzione atomica, l’olocausto, è stata solo un deterrente che, unito alla propaganda sovietica – ma non solo dei sovietici – che alimentava come fiume sotterraneo i partiti eurocomunisti, soprattutto in Francia ed in Italia, ha fatto una guerra psicologica, in cui si versava di tutto sulle piazze, caso emblematico la Berlino Ovest tarlata dal consumismo, vizi slogan vogliamo tutto e subito (ma che cosa?) e fiumi di stupefacenti vari (si vedano i film, “I ragazzi dello zoo di Berlino, e “Cristiana Effe”) che hanno inondato e così spezzato generazioni di giovani tra la fine degli anni ’60, ’70, e ancora prosegue oggi, con l’arrivo di nuove leve che portano le stesse sostanze dalle vie del mare con mezzi di fortuna coadiuvati da chi dall’antico business di fine Novecento con gli allora Centri di Accoglienza e disintossicazione dei tossicodipendenti, oggi ha eretto il suo muro psicologico sado-masochista e perseguita nel male assoluto. Questi pro-nipoti nullatenenti, respinti dalle propaggini di fine Ottocento e inizi Novecento se leggessero la loro situazione psichica così sintetizzata dalle parole pronunciate da Lenin pochi lustri prima del secondo conflitto mondiale, in termini così efficaci: “Fra cinquant’anni le armi avranno ben poco senso. Avremo ‘imputridito’ abbastanza i nostri nemici prima dello scoppio delle ostilità, perché l’apparato militare possa venire utilizzato nell’ora del bisogno…” Morto nel 1924, Lenin passa il testimonio del conflitto prossimo venturo del suo Paese, l’Unione sovietica, che in 10 anni doveva veder l’ascesa della Germania nazionalsocialista, quindi con questa allearsi e spartirsi la Polonia nel 1939 a seguito del Patto Molotov-Ribbentrop, voluto dal suo successore Stalin e da Hitler. A voler vedere oltre nel tempo di 50 anni, come giusto Lenin pre-disse, era quanto doveva poi avvenire nel tempo della Guerra fredda, nel mondo diviso in due blocchi. Tanto è vero che 10 anni dopo il secondo conflitto mondiale, nel 1955 Khrusciov dichiarava lungo la stessa linea: “La vittoria del socialismo (sovietico. Ndr)? Non è più necessario andare in guerra per ottenerla. Basta la competizione pacifica”.

Oggi il mondo non è più dualistico?… si obietterà! Alcuni speravano nella multipolarità…Peggio ancora dunque. La coesistenza a due blocchi era relativamente gestibile. Coesistenza che già allora significava nel senso proprio, conquista del potere con ogni mezzo, tranne che con lo scontro armato diretto. Nel campo della Guerra fredda la sovversione era una lotta condotta senza che vi fosse il bisogno di ostilità fra le forze armate regolari delle potenze appartenenti agli opposti blocchi. Finita la Guerra fredda la sovversione non è finita, anzi è penetrata nella cosiddetta globalizzazione che, a ben vedere, ha azzerato 100 anni di lotte sociali e socialiste in Europa occidentale. La globalizzazione dei mercati ha anticipato lo stravolgimento. Rovesciare leggi e regole ben note: diritto al lavoro e allo studio, alla tracciabilità igienico-sanitaria dei prodotti alimentari, alla sicurezza, allo Stato sociale ecc. Barriere ad un mercato globale, nel quale si devono abbattere i concorrenti con ogni mezzo: lavoro minorile, delle donne e violenza sulla dignità, giornate di 12 e più ore di lavoro, uso indiscriminato di prodotti chimici tossici… in agricoltura, in fabbrica sui prodotti commerciali e per i giochi dei bambini…ecc. Peccato che negli anni Settanta si gridava “Lavorare meno, lavorare tutti” e gli operai aspettavano il lavoro liberato, anche creativo, grazie alle tecnologie, la sicurezza sul lavoro, insomma il tempo dell’uomo libero e del lavoro liberato. Viva la fantasia al potere! Viva il salario garantito! Ah! Ecco, la melassa succitata è sinergicamente aggravata da chi predica il primato delle religiosi sulla sovranità degli Stati sovrani e popoli, che l’altro profeta Marx sintetizzò in Oppio dei Popoli.  

 

 

 

 

Bambino oggi, Uomo domani:
……… seguire il Codice dell’Amore

Il “Codice dell’Amore – sorriso e gentilezza
contro femminicidio e violenza”

Presso la Casa dell’Aviatore a Roma, venerdì 5 aprile,  si è svolto il Convegno sulle Relazioni interpersonali organizzato dall’ Associazione Onlus “Bambino Oggi… Uomo Domani”, in occasione della IX edizione del Premio Generatore di Valori, per illustrare l’importanza delle Relazioni interpersonali. L’evento ha ricevuto il supporto del Centro Servizi Volontariato Lazio.

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Il Premio Generatore di Valori è stato assegnato quest’anno allArma dei Carabinieri nell’ambito dell’espletamento del Servizio di Istituto e verrà conferito in differita per l’indisponibilità del ricevente causata da motivi di servizio. L’Associazione Onlus “Bambino Oggi… Uomo Domani” svolge un’attività di sensibilizzazione e formazione sulla capacità di migliorare il dialogo e la comunicazione tra le persone.
Tutto questo può avvenire solo attraverso il riconoscimento delle proprie emozioni e di quelle dell’altro. A tal fine è stato ideato il Progetto Comunichiamo PositivaMente. Infatti, è stato scoperto che per avere relazioni più costruttive con il prossimo basterebbe mettere in atto azioni efficaci. Trasmettere, per esempio, le competenze per la vita emotive, sociali, pratiche funzionali all’adeguata comprensione e all’utilizzo delle regole di interazione sociale, come indicato nel Documento WHO’93 emanato dall’O.M.S.
 
La Onlus da circa dieci anni porta nelle scuole un Metodo centrato sull’acquisizione con la pratica e l’allenamento del nucleo di tali competenze, attraverso laboratori gratuiti, indirizzati a genitori e insegnanti. Ad occuparsi dei laboratori è il Professor Andrea Pagani, fondatore della Casa della Coppia e cofondatore dell’Emotionally Focused Therapy EFT Italia, che ha esposto all’interno del Convegno le basi scientifiche di questo approccio, spiegando come sia possibile aiutare le coppie in difficoltà e chiunque desideri migliorare le proprie relazioni interpersonali.
A seguire l’intervento della Dr.ssa Mariangela Treglia, psicologa e ricercatrice dell’Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale ItCi, che ha esposto alcuni approfondimenti sui nativi digitali, l’uso responsabile della tecnologia digitale e il ruolo degli adulti.
Nel corso della serata, gli ospiti sono stati intrattenuti dalle musiche della cantante Elena Presti, accompagnata alla tastiera da Gianni Gandi, e da un sensuale ballo di coppia di due ballerini professionisti, ​verso il riconoscimento delle proprie emozioni e di quelle dell’altro.

 a cura di GIAN PAOLO MENEGHINI 

 

 

 
 

La Lega espone il Programma per il Sud alla Camera, in un evento del Centro Studi Machiavelli

Il Sud Italia plaude alla Lega ed al Mov. 5-Stelle

Martedì 3 aprile, nella Sala del Refettorio della Camera dei Deputati un convegno eccezionale organizzato dall’Istituto Machiavelli ha illustrato ad un numeroso uditorio un tema ad altissimo interesse: il futuro della Lega nel Sud Italia.

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