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L’Ordine della Concordia presso il Ra.Lo.Ce. Roma … a breve Istituzione di Nuove Rettorie

Sabato 16 marzo presso il Circolo del Ra.Lo.Ce. dello Stato Maggiore dell’Esercito, in Roma a via della Lungara, l’antico e nobile Ordine della Concordia ha riunito i propri componenti con amici ed ospiti accanto al Gran Maestro, Principe Mario Augusto Petricca Giordani. Con l’occasione si è proceduto alla nomina di Pari, tra i quali l’ Avv. Andrea Pistilli, il Dr. Antonio Luigi Liuzzi, il Dr. Antonio de Felicis e alla nomina a Terziario del Precettore Manlio Mochi della Rettoria di Santa Maria del Tempio della Concordia.

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Pietrangelo Buttafuoco e la magia delle “Uova del Drago”

“LE UOVA DI DRAGO”: UN’OPERA DI POESIA PIÙ FORTE DEL DIKTAT DELLA LOGICA

una analisi “politicamente scorretta” di MASSIMILIANO SERRIELLO * 

“Non ho sogni nel cassetto, preferisco metterci la biancheria”. Probabilmente il compianto attore palermitano Pino Caruso stemperava nel gusto della battuta l’attitudine ad aggiungere sentimento al sentimento. Tuttavia non si paga dazio a nessun tipo d’ipertrofia sentimentalista nel coltivare i sogni nel cassetto. In cima alla lista per chi ama appunto la fabbrica dei sogni, il cinema, allo stesso modo dei legami di sangue e di suolo, la più fulgida delle speranze risiede nel veder realizzare un film in grado di mettere pienamente in luce le zone d’ombra dell’atroce guerra civile, la cui prima vittima resta il senso di fratellanza tra italiani.

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La Cina in Italia: Via della Seta o Via della Sete (di Diritto)?

Il 23 marzo il Partito Radicale ha manifestato davanti alla sede RAI in occasione della visita del Presidente cinese Xi Jinping in Italia per siglare numerosi accordi nell’ambito del progetto della “Via della Seta” o “Belt and Road Initiative” che la Cina sta promuovendo in tutto il mondo per volere del Presidente Xi Jinping. Accordi di cui si sa poco o nulla, in perfetto stile cinese. Radio Radicale ha raccolto le dichiarazioni dei vari partecipanti ed esponenti del Partito Radicale che hanno illustrato le ragioni della manifestazione che non si è potuta svolgere nel centro di Roma proprio per non “disturbare” la visita del Presidente Xi. Roma come Pechino.

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L’Italia si unisce alla “nuova” via della seta

Nonostante i dubbi dell’Europa, L’Italia si unisce alla nuova via della seta cinese, diventando il primo Paese del G-7 a farne parte, percependo l’accordo come una tregua, e la Cina è consapevole del valore simbolico e politico del riavvicinamento per rafforzare il proprio ruolo a livello globale.

Il progetto è senz’altro ambizioso: mira, infatti,  a collegare Europa, Medio Oriente e Asia. Nonostante i timori dell’Unione Europea, che vede a Pechino un “rivale sistemico”, il presidente cinese Xi Jinping e il premier italiano Giuseppe Conte hanno siglato questo sabato a Roma un protocollo d’intesa per garantire l’ingresso del Paese transalpino nella grande rete infrastrutturale cinese diffusa nei cinque continenti e anche una trentina di accordi di collaborazione in diversi campi.

Si potrebbe parlare di un doppio interesse. Da una parte l’Italia, con un pressante bisogno di investimenti e finanziamenti, percepisce l’accordo come una tregua e, dall’altra parte, la Cina, che vede nei porti italiani un luogo ideale da cui diffondere i propri prodotti e investimenti, è consapevole del valore simbolico e politico di approccio per consolidare il proprio ruolo a livello globale.

Mentre l’Italia stringe questo accordo, La pressione e la riluttanza dell’Unione Europea e degli Stati Uniti nelle ultime settimane, che temono un aumento dell’influenza asiatica nel vecchio continente, hanno parzialmente limitato i negoziati. Dei 50 accordi iniziali previsti, solo 29 sono stati firmati. E’ stato compiuto un significativo passo indietro con il blocco dell’ingresso di Huawei, azienda cinese leader nella tecnologia mobile di quinta generazione, nello sviluppo delle reti 5G in Italia.

Luigi Di Maio, ministro dello sviluppo economico, ha tentato ancora una volta di fugare i dubbi di Bruxelles e dei suoi partner dell’Alleanza Atlantica, dichiarando: “L’Italia è arrivata prima, ma nessuno vuole superare i propri alleati. A livello europeo, quello che possiamo fare insieme, lo faremo“.

Insieme al memorandum, Italia e Cina hanno sottoscritto 19 accordi istituzionali e altri 10 commerciali, che aprono le porte a collaborazioni in ambiti come tecnologia, agricoltura, cultura, energia o turismo. Di Maio spiega che l’obiettivo dei patti è aumentare progressivamente l’export italiano e “iniziare a riequilibrare una sproporzione” della bilancia commerciale, che finora avvantaggia la Cina. “C’è troppo Made in China in Italia e poco Made in Italy in Cina. L’accordo vuole invertire questa tendenza ”, queste le sue parole. E ha stimato che i nuovi patti bilaterali valgano 2.500 milioni di euro, ma raggiungono un valore potenziale di 20.000 milioni di euro.

L’apertura della Belt and Road Initiative, conosciuta come la nuova Via della Seta e l’avvicinamento al colosso asiatico è da anni in Italia ed è una somma del lavoro di diversi Dirigenti. Tuttavia, nell’attuale governo di coalizione tra il Movimento 5 stelle e la Lega, non regna il pieno consenso. Mentre il M5S ha portato il peso della trattativa, la Lega, pur non essendo contraria al progetto, è stata fredda e ha preso le distanze. Il partito ha avvertito che il memorandum non può portare alla “colonizzazione” da parte della Cina, e il ministro dell’Interno e vicepresidente Matteo Salvini non ha partecipato alla cerimonia ufficiale della firma.

 

Il Primato di Roma Eterna e la Russia

LA RUSSIA IERI E OGGI e l’imponente eredità della MADRE ROMA CAPITOLINA  
Appunti sull’età profonda della civiltà nell’anno 2.772 dal mito della fondazione della Città Eterna

Raffaele Panico *

L’anima del contadino russo e italiano erano simili nella sopportazione del lavoro e della guerra, la Grande Guerra, in terre dure segnate dalla fatica e dove i confini sono estesi lungo migliaia di chilometri terrestri, con popoli al Sud e altrettanto lungo chilometri di coste nella piccola Italia con altre genti che ancora dalla stessa area premono alle frontiere dell’Europa marittima.

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Farefuturo: Evento sull’accordo “la Via della Seta”

CINA:  Non scherzare con le armi cariche!

Mercoledì 20 marzo, nella Sala della Lupa, a Montecitorio, Farefuturo ha accolto esperti e visitatori per esporre i rischi e i vantaggi previsti nell’accordo da ratificare fra l’Italia e la Cina, la Via della Seta, proposto dal M-5S. L’interesse destato da questo tema ha raccolto numerose persone alle quali i Relatori hanno via via illustrato i molteplici lati che si evidenziano trattando l’argomento.

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Roma: nasce l’ Associazione dei “Rudy” italiani, per un nuovo tipo di lotta al fumo

 

Presso lo “Spazio Europa” della Commissione e del Parlamento europeo a Roma, col patrocinio della Rappresentanza italiana della Commissione europea si è svolta la presentazione dell’Associazione dei “Rudy” Italiani, ovvero dei NonFumatori. Il Presidente Rudy PuntoRudy ha spiegato come la “Benessere SenzaFumo ONLUS” si è costituita per occuparsi di un problema immenso come quello del fumo (volutamente sottovalutato a livello di pubblica percezione) non cercando risposte secondo i tradizionali criteri accademici del mondo scientifico, ma utilizzando le idee e le competenze del Marketing e della Comunicazione. Occupandosi di una Droga legale, l’Associazione ha come “Mission” di “Cambiare la noncultura del fumo”, e come “Vision” la “massima” : “Non vogliamo scoprire presto i tumori, vogliamo non farli arrivare affatto” . L’obiettivo, quindi, è quello di fare vera prevenzione, primaria e assoluta, per restare sani e senza dipendenze; non di fare “prevenzione secondaria” (arrivando, cioè, quando il tumore o le altre patologie sono ormai partite), oppure “limitare i danni” (ovvero tenendosi stretto il Cliente malato, consumatore, magari anche per raccogliere più facilmente nuovi adepti). In base a un progetto del tutto innovativo (un vero Format itinerante), viene organizzata una Campagna Culturale Permanente (denominata “Rudy=NonSmokers”) che avrà progressive edizioni annuali, operanti per dodici mesi in tutte le venti Regioni italiane.

Al via la campagna antifumo nelle “Città del benessere”

In 100 gemellate “Città del Benessere” saranno portati sia i “RudyParty” (eventi speciali riservati solo ai Rudy Italiani), sia le Conferenze “InfoRudy” (dedicate alle scuole secondarie, dagli 11 anni in su). Prima di tutto, però, è stata eliminata l’illogica negatività lessicale per cui da sempre viene “bollato” come un “non” chi fa, invece, la cosa giusta ( cioè non fumare). Col neologismo indeclinabile “Rudy” viene indicato finalmente “in positivo” l’80% degli italiani, che non fuma, mentre i fumatori (il 20%, in realtà non colpevoli e non viziosi, ma solo vittime truffate, purtroppo ormai tossicodipendenti dalla nicotina) diventano negativi, sfortunati “NonRudy”.

Le leggi italiane del 2003 e 2005 sui diritti dei non fumatori

Se già tanti organismi giustamente si preoccupano dei consumatori, chi pensa in particolare a quell’80% di non consumatori di fumo, in realtà molto consumati sia dal fumo passivo che dalle pesanti tasse pagate indirettamente al Servizio Sanitario Nazionale per le lunghe e costose cure ai fumatori? L’ associazione dei Rudy Italiani viene ad essere, quindi, la prima associazione al mondo specializzata in “NonConsumatori”. Dando loro sia assistenza per i danni subiti (come spiegato dal relatore, avv. MaxGarofalo PuntoRudy, che ha ricordato la legge Sirchia del 2003, sulla completa proibizione del fumo nei luoghi chiusi, e il “Codice del consumo” del 2005, che ha iniziato a tutelare maggiormente i diritti anche dei non fumatori richiamandosi all’ art. 32 della Costituzione, e prevedendo – sull’esempio anglosassone – la possibilità della “Class action” contro le multinazionali del tabacco), sia più forza per il sacrosanto diritto di non essere avvelenati un po’ ovunque dai troppi NonRudy in giro senza regole.

Alla presentazione il mondo medico ha portato il suo saluto con altri tre relatori: LukasFusaro (che ha evidenziato le connessioni tra fumo, antropologia ed estetica), Klaus Cerrone, dentista (pensando soprattutto ai denti dei giovani, con le mille patologie della bocca regalate dal fumo), e Giacomo Mangiaracina, docente alla facoltà di Medicina e Psicologia della “Sapienza”, rappresentante dell’ Agenzia Nazionale per la Prevenzione e già consulente della Commissione europea per le campagne contro il fumo, con la sua lunga esperienza professionale interamente dedicata alla prevenzione . In conclusione, è stato annunciato che il prossimo 15 gennaio sarà presentata a Roma la prima Edizione 2020 della Campagna.

 

Sulla “Idea d’Europa” un dibattito al Parlamento Europeo in Roma

Venerdì 15 marzo la Fondazione per l’Europa delle Nazioni e delle Libertà ha ospitato un evento che ha attratto moltissime persone per gli argomenti assolutamente attuali ed esplicativi della situazione presente, in attesa delle prossime elezioni.

Erano partecipi diverse ambasciate e non solo del mondo europeo, si trovavano infatti rappresentanti della Corea, della Bielorussia, del Congo ed altri ancora. Diverse pubblicazioni dei Lincei erano offerte per fornire approfondimenti sui vari temi trattati.

Danilo Oscar Lancini, ha introdotto il convegno citando le fondamenta del pensiero europeo, codificate dall’opera di San Benedetto da Norcia ed evidenziandone l’ essenza come comunità di genti diverse unite sotto un medesimo assetto giuridico e storico. E’ poi intervenuto Georg Meyer, Presidente della Fondazione, con alcune riflessioni sul Continente e sui principi di libertà su cui si deve fondare la sua stessa consistenza. L’ idea che ne è nucleo, oggi denaturata, dev’essere ripristinata dalla cultura e dalla spiritualità, rivelandola come potere e forza d’equilibrio. Mario Borghezio ha ricordato successivamente l’eccellenza delle sue imprese ed industrie, sottolineando la necessità della loro difesa, così come il lavoro e le tradizioni che da millenni ne fanno il cuore del mondo.

Edoardo Maria Anghinelli, riferendosi all’opera instancabile di Matteo Salvini, ha precisato gli obiettivi della Lega per evidenziare le attitudini e la consistenza delle Nazioni europee che devono essere autonome, stabilendo che ‘l’Idea d’Europa va a chi ha costruito l’Europa stessa’. Ciò vuol dire che l’Unione trae forza da tutti quegli uomini che hanno combattuto per formare un insieme di Stati non omogenei, ma lealmente e fattivamente collaboratori per un fine che è Cultura e Cristianità. L’Europa, dunque, non è la macchina tecnocratico-bancaria che attualmente viene forzata a poter essere, ma una spontanea ricerca di collaborazione e costruzione di un futuro fondato sull’unico ed invincibile comandamento di Cristo: ama il tuo prossimo.

E’ dunque da cancellare la via del ‘villaggio globale’ e la presunzione che l’Europa sia uno spazio economico pronto per la finanza internazionale protetta da Stati Uniti, Cina e Giappone, piuttosto bisogna ricordare che, come sostiene Nicolas Bay, ‘l’Europe est faconnée de la Rome antique pour la loi et l’histoire commune des Nations, qui a la capacité de nous faire rélancer le project que nous avons cherché et voulu. Pas selon Merkel et Macron, mais pour protéger notre économie: nous ferons de mieux’. Viene quindi letto un messaggio di Lorenzo Fontana, Ministro per la Famiglia che, non potendo intervenire personalmente,  ribadisce che ‘si deve riprendere dalle remote origini della storia per rinnovare il presente ed il futuro‘, i tre settori del tempo che muovono la vita, imprescindibili.

L’uditorio viene poi “coinvolto ed affascinato” dall’intervento di Marcello Veneziani, fresco di presentazione della forza del suo ultimo lavoro: La Nostalgia degli Dei. Con la stessa energia di un milite vittorioso, Veneziani afferma che bisogna salvare l’Europa dagli europeisti di professione, e basarsi sui singoli sovranismi nazionali per una unificazione europea. “L’Europa, dice chiaramente, è un fatto politico e non una moda. E’ doveroso reintegrare le nazioni che il globalismo vuole disintegrare, e che per questa azione negatrice si polarizza a cancellare le origini, cercando di farle dimenticare, ed a distruggere i confini per globalizzare tutto. L’Europa concepita come sovranista non è basata soltanto su economia e finanza senza il cuore. Deve rimediare a dolorosi difetti, e stabilire strategie militari e politiche, negare il concetto che sia concepita come interesse, fissare i confini e fermare l’immigrazione, cessare di essere vessatoria con il suo interno ed inerme verso gli estranei (Cina, migranti, poteri internazionali interessati), perché è da qui che si produce la frattura fra popoli e classi dirigenti, senza votanti alle elezioni, e senza idea di protezione verso l’esterno. Il Nazionalismo non è male da sradicare, ma è misura difensiva contro le crisi, le discrasie, l’occupazione incontrollata, decadenza, denatalità, gli egoismi. Nulla ha a che fare con l’Europa o con un’idea di 70 anni fa ormai slavata, il Nazionalismo non è nè causa, nè esito delle cause rovinose nostre, e dipende dalle nostre democrazie. Nessuno sa più cosa è, e che era crescita anche demografica, giovinezza, baluardo contro le solitudini e l’aggressività, malesseri, al contrario, tipici della globalizzazione. La Civiltà è Europa, il suo concetto è salvezza, ed ha radici greche, romane e poi cristiane. Il cammino dell’Europa dev’essere scandito così: protezione, proiezione, connessione.” Un lungo applauso ha salutato la relazione di Marcello Veneziani, quasi una “Lectio Magistralis”

Alberto Rosselli, storico e saggista, è intervenuto sostenendo come la depressione sorga dalla “mancanza dei credo” e soprattutto dalla polverizzazione degli europei per mancanza dell’idea di se’ stessi e delle proprie origini. Dopo aver citato vari  filosofi come il Vico e l’Abate Galliani, Rosselli ha proseguito consigliando di riempire il vuoto privo di valori – e stagnante in Europa – con le nostre radici, ribadendo che come ” l’accoglienza è rifiutare di amare se’ stessi”. 

Gianandrea Gaiani successivamente si è soffermato sulle inutili operazioni contro i trafficanti di carne umana, sulla mancata considerazione della forza dell’Islam che va contro i diritti umani, sull’assenza di una politica per la famiglia ed il dispendio del denaro non applicato per essa e devoluto, invece, per i migranti, e soprattutto sul trattato franco-tedesco che condanna a morte l’Italia, sommersa da cattive politiche ed economie vessatrici. L’esperto di Geopolitica evidenzia che le due nazioni-guida del trattato si armano tranquillamente e mettono a punto novità militari e strategiche senza la partecipazione italiana, che organizzano un Consiglio per la difesa e la sicurezza, mostrando un egemonismo rovinoso per tutti e di amara memoria.

Mario Borghezio è quindi intervenuto per concludere la prima parte del Convegno, ribadendo la necessità sia di utilizzare il  sovranismo come arma anti globalizzazione, sia di dotare questa Europa di una visione politica tutt’ora mancante, sia di estendere la sovranità alla natura e all’ambiente, curando e proteggendo maggiormente acque, mari, monti, boschi, monumenti, cattedrali.

L’evento è poi ripreso più tardi, nel pomeriggio, con lo studio su alcuni filosofi quali Ortega, con gli interventi del Dr. Giovanni Devoto e Pierpaolo Saleri, del Prof. Paolo Becchi e Nenad Krstic, nonché di Gilles Lebreton, Professore di Diritto Pubblico, per concludersi con le numerose domande di partecipanti e di giornalisti.
Il pensiero va e resta a questa parte di mondo infinitamente benedetta e creatrice, come Madre di tutte le genti e di tutte le Possibilità.

Marilù Giannone

Onorevole in rosa, Debora Serracchiani si racconta: “il Partito Democratico diventi un’alternativa”

È Debora Serracchiani, deputata del Partito democratico e capogruppo PD in Commissione Lavoro della Camera dei deputati, l’ospite del primo appuntamento primaverile del ciclo “Ego: le personalità si raccontano”, che si è svolto ieri presso la sede nazionale di Confcoperative a Roma. Primo appuntamento primaverile, ma anche quarto incontro di un ciclo che prevede di approfondire nel tempo la conoscenza di personalità che caratterizzano la vita democratica del nostro Paese.

La Rassegna è nata da un’idea della Dott.ssa Jasna Geric – interprete e traduttrice – con il patrocinio della Ad Maiora – Editore, casa editrice di spicco nei settori economico e giuridico: il primo incontro si è tenuto il 7 dicembre 2018 con il senatore e giornalista, Gianluigi Paragone, che ha presentato il suo libro “Noi no!”; il secondo ha avuto luogo il 14 dicembre 2018 con l’onorevole Alessandra Moretti, ospite dell’incontro sul tema “Una madre ai vertici della politica”; il terzo si è svolto, infine, il 15 gennaio 2019, con Piercamillo Davigo del Consiglio Superiore della Magistratura sul tema “Io e la giustizia”.

Diverse le tematiche affrontate dalla deputata Serracchiani durante l’incontro di ieri pomeriggio: dal lavoro all’Europa, dai timori derivanti dall’incertezza della Brexit alla gestione dei flussi migratori. Un personalità politica divisa tra Roma – dove avviene la sua prima formazione scolastica ed universitaria – e il Friuli Venezia Giulia, dove intraprende i primi passi nel mondo del lavoro come avvocato esperto in diritto dei lavoratori per poi approcciarsi più tardi alla politica “per un impegno più civico e civile, che politico in senso proprio”. Così si descrive l’onorevole Serracchiani in apertura ai lavori dell’incontro, ripercorrendo anche gli anni trascorsi come deputata al Parlamento europeo per il Partito democratico (dal 2009 al 2013), in cui si dedicava principalmente al tema delle infrastrutture.

Proprio sull’Unione europea, Serracchiani ha precisato che il Parlamento europeo viene percepito il più delle volte come qualcosa di estremamente distante dai cittadini dei singoli stati membri e per questo è interpretato sempre in chiave negativa, ma che in realtà “ svolge un ruolo molto interessante” e determinante ai fini di una mediazione tra i diversi contesti culturali e sociali dei paesi europei. L’onorevole si è detta anche preoccupata per le conseguenze che rischiano di travolgere tutto il contesto europeo – e, dunque, non soltanto quello italiano – derivante da un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione (la Brexit) senza la stipulazione di un previo accordo tra le parti, di cui si discute ferventemente in questi giorni. Ci saranno certamente impatti notevoli anche sul mondo del lavoro: “a rischio 600 mila posti di lavoro in tutto il contesto europeo”, dice Serracchiani, soprattutto perché non è noto come si svolgeranno le trattative.

“Insistere per cambiare le cose che non vanno” è questa poi la sua idea di sinistra “il che significa anche prendersi le proprie responsabilità”. Quella descritta dall’onorevole “è una sinistra che si impegna anche su alcuni temi legati alla modernizzazione del Paese o del lavoro; una sinistra che fa scelte politiche importanti”. Preparazione, competenza e capacità di leggere i cambiamenti prima che questi arrivino: sono queste le premesse per una buona politica.

Sui flussi migratori, “non si governano facendo finta che queste persone non ci siano, ma si governano facendo scelte importanti e significative che non riguardano solo il tema dell’accoglienza o dell’emergenza ma anche dell’integrazione (dove, per “integrazione” intendiamo conoscenza reciproca, ma anche accettazione delle regole del paese che accoglie) e processi legislativi che devono essere modificati, come la legge Bossi-Fini o trattati bilaterali per il ricollocamento che devono essere necessariamente aggiornati”, ha spiegato Serracchiani. Quanto al tema della violenza sulle donne – in un clima di costante escalation – “è un tema molto attuale su cui occorre sicuramente fare una valutazione sia psicologica che sociale. Ma non basta una norma per pensare che il problema possa essere esaurito solo attraverso una legislazione, che ad ogni modo deve essere rivista ed aggiornata. Il tema è certamente di natura culturale e riguarda tutto il paese”.

Rispondendo a una domanda della Consul Press posta a margine dell’evento sulla nuova leadership di Nicola Zingaretti nel Partito Democratico, l’onorevole Serracchiani ha risposto di voler aspettare per vedere i risultati del cambiamento che il nuovo segretario ha promesso, “anche per capire cosa fare per aiutarlo in questa fase di transizione. Dal Congresso è emersa una gran voglia di unità e quindi cercheremo di fare del nostro meglio per diventare un’alternativa concreta“.

Intervista a Paolo Ambrosini, Presidente dell’ A.L.I.

La LEGA lancia una legge a sostegno delle librerie:
ne parliamo con il Presidente dell’Associazione Librai Italiani

Le difficoltà del mercato editoriale e il calo dei consumi, la concorrenza con la vendita online e la necessità di investimenti pubblici per la promozione della cultura e della lettura. Sono questi alcuni dei temi più caldi che attualmente riguardano il sistema editoriale e librario italiano;  problematiche che recentemente sono tornate a far capolino anche nelle aule parlamentari. Diverse sono infatti le iniziative messe in campo, mirate a risollevare e promuovere il settore, che fanno pensare ad un approccio finalmente organico alle difficoltà del sistema librario, editoriale e culturale del paese.

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Ad HoraFelix una “conversazione forte e chiara” su Economia e Finanza

QUANDO LA CULTURA SI INTERSECA  CON TEMATICHE ECONOMICHE E FINANZIARIE 

L’incontro presso la libreria Horafelix sabato 9 marzo, organizzato dall‘Associazione Giampiero Arci – Società Civile, presieduta dalla Prof. Enrichetta Arci, per “Comprendere Economia e Finanza”  ha registrato una notevole partecipazione, come previsto per l’interesse del tema, essendo l’Economia alla base della politica, almeno quando a “fare politica” sono uomini e donne con esperienza e competenza e non “avventizi-apprendisti”. L’attenzione è stata polarizzata dagli interventi di illustri relatori e, precisamente, da Massimiliano Lapi, Enea Franza  e Stefano Bellu.

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Roma, è crisi Ama

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L’azienda non riesce più a coprire le spese inerenti il gasolio che fa andare avanti i camion, i pezzi di ricambio, il trasporto dei rifiuti al nord e così l’immondizia rimarrà per strada mentre i dipendenti rischiano di non percepire puntualmente lo stipendio. L’agonia per Ama potrebbe finire il 19 aprile, quando le banche, valuteranno la possibilità di riattivare il credito di 200 milioni se soddisfatte le  tre condizioni poste in precedenza.

I tre vincoli riguardano: approvazione del bilancio, nuovo contratto di servizio e lettera di pegno di Roma Capitale. Mauro Lonardo, presidente del collegio sindacale di Ama, alla domanda “poteva essere evitata la paralisi?” ha risposto: “secondo me sì, hanno avuto tanti mesi davanti. Si poteva evitare di arrivare fino a oggi”. 

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Senza percepire il credito l’attività dell’Ama va incontro alla paralisi, con un aggravamento della crisi della raccolta rifiuti. Lonardo sui tre punti si è espresso così: “bisogna fare presto nel rispettare le tre condizioni poste dalle banche. Ne abbiamo parlato l’altro giorno in Ama con il dg di Roma Capitale, Franco Giampaoletti, e con l’amministratore unico Massimo Bagatti. Non abbiamo discusso della macrostruttura e del cambio dei dirigenti”.  il Consigliere M5S Roma Capitale, Pietro Calabrese, in un post pubblicato su Facebook ha scritto: “Zero fatture sui 18 milioni/2011 Ama? La risposta è semplice: Roma Capitale non paga. Benvenuto al nuovo Amministratore Bagatti, e alla prima mossa sul cambio della vecchia dirigenza”.

Ricapitolando, siamo stati eletti per approvare bilanci estremamente limpidi, e legali, specie se in presenza di scheletri mantenuti in vita dai predecessori, per decenni. Anzi, quando apriamo i cassetti dei bilanci delle nostre partecipate con dentro i cadaveri non si fa finta di nulla, si prendono e si rispediscono al mittente.

A dicembre 2017, a chiusura del bilancio consolidato su debiti/crediti fra Roma Capitale e le sue partecipate, emergono due cadaveri, uno per Atac e uno per Ama. All’azienda dei trasporti non vengono riconosciuti ben 100 milioni perchè derivanti da fatture forfettarie. Ripeto, forfettarie. Significa che in passato i conti li facevano ‘alla carlona’, “quanto te devo dà? Tiè, tanto che ce frega, mica so soldi nostri”.

Il segnale era chiaro. Il tempo degli occhi bendati è finito. Non si fanno sconti a nessuno, nemmeno agli amministratori nominati da noi.

Invece Ama che fa? Nello stesso bilancio consolidato non gli vengono riconosciuti proprio quei 18 milioni, e le fatture non erano neanche forfettarie, non c’erano proprio. Ma niente, Ama li infila lo stesso nel bilancio che approva a marzo 2018. Incredibile. Il resto lo sapete tutti. La nostra amministrazione ha concesso il tempo necessario a chiarire, ma quei milioni sono rimasti nel bilancio, senza nessuna fattura.

Il colmo è che l’ex AD di Ama ora va in giro a dire che 18 milioni su un bilancio di 800 sono irrilevanti. No, ma proprio NO. Forse per alcuni non è ancora chiaro, per noi anche 1 euro fuori posto non è per niente irrilevante. A maggior ragione, visti anche i risultati al di sotto degli impegni: si accomodi, quella è la porta.

Ora quella porta, finalmente, si aprirà anche per la vecchia dirigenza. A tutti gli altri lavoratori dell’azienda ancora un grazie infinito, nessun passo indietro, rimettiamo a posto anche Ama”.

È importante che Bagatti approvi il bilancio, alla data prevista, durante la sua provvisoria gestione. Ama deve far fronte a 18 milioni di spese cimiteriali non riconosciute dal Campidoglio e 42 milioni per manufatti cimiteriali.

Roma, le buche incrementano gli incidenti del 20%

Carlo Verdone, nei panni di Furio in Bianco Rosso e Verone esclama: “Anteriore destra, come volevasi dimostrare!”. Il numero degli incidenti causati dalle buche è salito del 20% in più rispetto due anni fa, secondo il centro di servizi Assartigiani il 2018 ha registrato un record di pneumatici bucati. Questi dati, ovviamente, vanno a vantaggio di gommisti, i quali hanno visto i propri guadagni in notevole crescita.

Di seguito le vie che hanno registrato il maggior numero di incidenti legati alle buche: Casilina, Cassia, Tiburtina, Flaminia, Cassia, Salaria, Colombo, Prati Fiscali, Casal del Marmo e Tuscolana, a tal punto che in quest’ultima un automobilista, per evitare una buca, era finito per ribaltarsi.

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Francesco Mea, presidente del Car, il Consorzio degli Auto Riparatori ha dichiarato che: “negli ultimi due anni sono aumentate le sostituzioni di diversi pezzi: sospensioni, ammortizzatori, cerchioni, bracci oscillanti, quelli che collegano la ruota al telaio. La verità è che l’aumento degli incidenti va di pari passo col peggiorare delle condizioni del manto stradale. E più una buca è profonda, più crea danni. Non solo agli pneumatici, ma anche a tutti gli altri componenti dell’auto intorno alla ruota”. Cosa si può fare in caso di incidenti causati dalle buche? Il consiglio è quello di fotografare il manto stradale e chiedere il verbale alle autorità competenti per ottenere il risarcimento dal Campidoglio e la denuncia deve essere sempre corredate con le immagini. È necessario recarsi personalmente in un commissariato, in caso di impossibilità, da parte degli agenti, di recarsi nel luogo indicato. Una volta fatta la denuncia, è possibile inviare il materiale per la richiesta di risarcimento a Adir (Assicurazioni di Roma) che rimborserà una percentuale dell’importo richiesto, nel caso in cui la pratica venisse accettata.

Una vernice singolare : CArt Gallery

La prima Galleria del Fumetto: CArt Gallery

Si è finalmente aperta a Roma la prima Galleria del Fumetto, a via del Gesù, con una serie di tavole disegnate dai classici Maestri del Fumetto, quali Crepax, Breccia, Eisner ed altri ancora.

L’evento è stato ricco di appassionati ed estimatori di questa particolare arte che unisce la perfezione formale figurativa e grafica alla migliore tradizione della resa del movimento tramite le consone frasi chiaroscurali, atte a donare una singolare vivezza alle storie che il Fumetto narra e che costituiscono l’anima comunicativa immediata di ogni racconto, sia di tipo fantasy sia di tipo letterario. Per molto tempo ed ingiustamente si è data taccia al Fumetto di ‘Arte Minore’ , dimenticandosi, forse sulla falsariga di una gerarchia che in ogni attività umana creatrice è fuori posto, che tutte le produzioni aventi lo scopo di portare un messaggio all’osservatore, che si avvalgono della bellezza come perfetto equilibrio della resa e del motivo riprodotto sono, semplicemente, Arte, e come tale godibile ed esemplare.

Sarebbe stato inoltre inopportuno in una Capitale di uno Stato che ha l’Arte come colore eccelso della sua bandiera, far mancare un punto di riferimento come CArt Gallery, dalla elementare osservazione allo studio dei linguaggi adoperati dagli artisti che rappresentano al meglio questa categoria del visibile, e che non manca mai di qualificarsi come eccezionale. A tale scopo, cioè per curare la conservazione di capolavori come quelli di Hugo Pratt ed altri, Luca Reinero, gestore della CArt Gallery, dispone accuratamente del Restauro delle opere danneggiate. 

Ci si augura, ringraziando Luca Reinero,  che a seguito di questa prima esposizione ne seguano altre e che ogni Artista del Fumetto possa diffondere la parola disegnata a beneficio di ogni estimatore.

Marilù Giannone

Marcello Veneziani e la sua filosofia alla Libreria Horafelix

Lunedì 4 marzo Horafelix ha accolto Marcello Veneziani ed il suo ultimo lavoro, Nostalgia degli Dei. La sala consueta e le salette afferenti erano letteralmente gremite di persone del mondo letterario, politico, giornalistico, in una forma che, animata, ricordava il raccogliersi classico di numerosi antichi intorno al proprio filosofo.

Il dialogo è stato aperto da Simonetta Bartolini, che conosce ed apprezza a fondo Veneziani e le sue opere, che ha definito questo ultimo libro come un Pantheon di idee, corrose dai cattivi tempi e rinnovellate dall’autore in una primavera di certezze e di speranze. L’abile artista che ha risvegliato le coscienze ottenebrate e confuse della presente era è il pensiero, già stimato come potenza irresistibile dall’antichità classica di Platone soprattutto, ma anche di altri filosofi del calibro di Aristotele, per citarne pochi.

Le idee, gli Dei appunto, fondamentali sono dieci, legate fra loro, una più imprescindibile dell’altra per la vita vera, senza nulla negare, senza negarsi in un assolutismo da dannati dietro un’insegna più o meno globalizzante. Le idee basilari per dare un senso alla vita di ogni umano e di ogni cosa della quale esso si avvantaggia: “basilari” sia la raffigurazione di una base per un volo, e sia il concetto greco di” basilèus”, idee regali e dominanti. La studiosa sostiene che Nostalgia degli Dei è una via, di tipo dantesco, della quale ,il pensiero è Virgilio, ma anche della quale il fuoco segreto dell’amore verso la vita è la sua Beatrice, che riallaccia il pellegrino al sorridente Spirito che sa, che loda, che accoglie.

Il Pensiero di Veneziani è compagno per uscire dalla selva oscura dei nostri secoli sclerotizzati e sclerotizzanti la fede nell’uomo e nel suo Autore. Egli vuole liberare e confermare l’essenza guerriera e gioiosa dei percorsi di ogni soggetto verso la realizzazione, attraverso la catena luminosa di parole-chiave che porta alla trascendenza, vera dimensione, e cancella la solitudine di un presente preso come dominante assoluto ed ipocritamente distruttore.

Le parole degli Dei sono moderne, perchè nulla è da annientare e tutto è da adeguare allo Spirito che conduce , ma esse sono prese nella profondità del significato, una discesa alla fonte sotterranea, alla sacralità del logos, un ritrovarsi alla voce mormorante della Matrice universale. E’ un passo in più della Magia delle Parole di Pavel Florenskiy, perchè, più che impiego del loro potere, è il cammino verso l’Origine, e l’Origine stessa. Non c’è nulla al mondo che renda più ricchi e meno soli.

Ritrovare gli Dei, la Nostalgia di essi è l’attesa di ciò che verrà, il Futuro figlio del Passato che trascorre dinamico nel Presente, unione di stasi ed azione dei loro DNA. Famiglia è, appunto, il fondamento dell’uomo, la fonte creativa come essi sono per l’esistenza tutta, e Pensiero è Famiglia. Impiegare per questo gli altri Dei, le altre Idee: Comunità, Civiltà, Patria, e così via.

Marcello Veneziani perfeziona il dialogo attraverso cenni della genesi del suo lavoro e precisa, in accordo con le aspettative degli uditori, tesi al riconoscimento del loro intimo sentire con quanto egli afferma, che nelle parole, appunto, ci si riconosce, che la Fede è scommessa, e che Dio non può essere assoluto, poichè sarebbe guerrafondaio: gli Dei creano Armonia.

L’Armonia genera protezione, e cessa la paura della morte, aumenta per contro la volontà di Verità, che esiste ma è più grande di noi: l’uomo non può comprenderla tutta insieme. Cita Gioberti, quando definisce la Verità come poligonale. Nel suo Nostalgia degli Dei Marcello invita a guardare il cielo stellato sopra di noi, dentro di noi come senso morale che dà voglia di conoscenza. Le stelle sono punti fermi, molla per incontrare il trascendente, e rimanda infine alla parola Mito, fondamentale perchè, come ha detto Simone Weil, Mito è il Bello del Vero.

La Felicità, conclude Veneziani, sicuro e tranquillo ma anche coinvolto, da vero filosofo, è vedere gli Dei, e vedere con gli occhi degli Dei, che è Sapienza.

A questo, veramente, non c’è niente da aggiungere, solo una felice gratitudine.

Marilù Giannone

Francia versus Italia: addio Libia?

Martedì 5 nella Sala Nilde Jotti della Camera dei Deputati, un convegno ha fatto il punto della situazione dei rapporti internazionali in corso da parte dell’Italia: Francia versus Italia: addio Libia?, che in particolare osservano lo svolgimento, da una diecina di anni, delle azioni intraprese fra la Nazione e la Francia per la questione spinosa del Nordafrica, con il focus sulla Libia.

E’ stato innanzitutto evidenziato che i rapporti internazionali anche al di là del continente europeo sono tesi talvolta e perfino ai ferri corti, con spostamenti di corpi militari e minacce di interventi che allarmano il resto del mondo e conducono gli Stati collegati a quelli sotto pressione a regolarsi anche loro con una disamina degli armamenti relativi.

Il convegno, Francia versus Italia: addio Libia? è stato condotto da Adolfo Urso, Presidente di Farefuturo e del Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, che ha presentato un ampio quadro d’insieme della politica degli Stati del Mediterraneo.

Giorgia Meloni, Segretario di Fratelli d’Italia, ha aperto l’evento dal punto di partenza del contenzioso interno della Libia e della politica ostile verso l’Italia. Si tratta, ha detto, di un’operazione di quella politica estera che mai si dovrebbe notare, quella aggressiva. In effetti l’inizio della decadenza libica è iniziata con l’inasprirsi e poi lo spezzarsi dell’equilibrio fra i due Stati per i fatti del 21 luglio del 1970, che hanno visto depredare e poi cacciare i nostri connazionali dal territorio libico. Nel turbine seguito, la Francia, possibile sobillatrice di quel danno, ha letteralmente portato altri Stati a rovesciare il governo ed uccidere Gheddafi, che, con l’intervento diplomatico permesso da Silvio Berlusconi, si era mostrato favorevole al dialogo civile fra i due Stati. L’intervento del 2011, ha continuato Giorgia Meloni, è avvenuto per inglobare le monete africane nel Franco “Coloniale” privo di sovranità, di possesso francese, che ha determinato disordini, migrazioni e miseria nel continente dirimpettaio.

Inoltre, la stessa ha dichiarato che 20 anni fa la Francia aveva fondato la Scuola di Guerra Economica, con possibili interventi di aggressione anche armata in favore della economia e supremazia francese.

Adolfo Urso ha sottolineato la crescente ingerenza cinese da quell’instabilità perniciosa dell’Africa, dalla tecnologia alla politica, che nessuno soppesa con dovuta lucidità.

Giulio Terzi di Sant’Agata, Ambasciatore e già Ministro per gli Affari Esteri, – allontanatosi allora volontariamente per contrasto alla fragile e colposa politica di sinistra – , ha ribadito che i rapporti diplomatici italiani verso gli altri Paesi non sono mai stati seriamente sviluppati, preferendo un sonnacchioso acquietarsi sullo stato di cose ed una rinuncia addirittura, in nome di una curiosa “pace” che sa di buonismo, di una reazione doverosa ed a pugno fermo. Ha detto che l’impegno economico italiano nei confronti degli Stati intorno allo Stivale è maggiore per le Nazioni africane rispetto a quelle Balcaniche o Mediorientali . Ha più volte dichiarato che la politica estera attuale internazionale è fatta di slogan e rabbia, cosa che destruttura le relazioni internazionali ed irrita con il suo atteggiamento declaratorio , mentre si dovrebbe operare a chiarimenti e soluzioni comuni per i problemi. Per questo, rivela che l’atteggiamento ultimo di Macron per l’Italia a proposito della TAV nei giorni scorsi è stato dettato dalla volontà di risolvere opportunamente gli screzi, in base al fatto che i due Stati hanno in comune una quantità notevole di rapporti e di cooperazioni industriali che non vanno negati. – L’Italia – continua l’Ambasciatore – dovrebbe affrontare gli ostacoli guardando nell’insieme gli Stati Nordafricani, sapendo che la protagonista della gestione politica è la Francia.

Ha fatto ricordare ancora che la malagrazia diplomatica, con minacce, insulti e violenze verbali è ormai comune nel mondo, e che spesso è seguita dall’uso della forza e dall’impiego di militari: ciò è da limitare, ma si deve rispondere con energia e facendo presenti possibili reazioni militari: “se non ci si fa sentire, – ha sostenuto  il diplomatico, a contrasto con l’anguillesco e tremante pacifismo della sinistra – ci si isola: l’Italia si sta isolando per l’eccessiva remissività in politica estera.”

Il Generale dell’Associazione Paracadutisti, Marco Bertolino ha fatto presente che la Francia è da ammirare per il Nazionalismo, la politica estera adeguata a questo, e la Pubblica Amministrazione ineccepibile. Inoltre ha detto che la politica militare comune in questa Nazione prescinde dalla politica interna, ed ha auspicato infine una piattaforma comune, con l’Italia, atta a superare le discrepanze.

L’evento è stato concluso da Del Mastro, di Fratelli d’Italia, che stigmatizza, riferendosi all’incontro di Palermo, la mancata esecuzione di quanto in esso si era proposto: si era d’accordo, vista l’evidente debolezza di Al Serraj, di intervenire. Lodata la politica dell’ENI, ha  sostenuto che l’intervento in Libia sarebbe doveroso per i vuoti di potere che spesso sconnettono un andamento commerciale e dunque, economico, che andrebbe salvaguardato. Ha rimproverato il governo di non aver mai intrapreso una politica corretta ed a favore degli interessi nazionali, preferendo misure non efficaci come l’individuazione dei covi degli scafisti e loro distruzione. Si sarebbe dovuto, invece, operare manu militari in quanto la sicurezza e la politica estera vanno su operazioni e trattati militari.

SI FA PRESENTE CHE IL 26 Marzo, NELLA STESSA SALA DEL PARLAMENTO, AVRA’ LUOGO UN MEETING SULLA CINA, DI PROFONDO INTERESSE PER LA POLITICA ESTERA ITALIANA.

Marilù Giannone

Tullio Gregory

Università listate a nero

 

Sabato 2 marzo, quasi in punta di piedi sulla frenetica vita cittadina, si è spento Tullio Gregory, Docente universitario della migliore provenienza e della migliore cultura, apprezzato e celebrato anche negli States, per partire da Roma, sua città natale, fino all’Inghilterra e la Francia, che gli aveva donato la Laurea ad Honorem e la nomina di Chevalier Officier de l’Ordre des Arts et des Sciences.

Il mondo accademico si è fermato, contrastato da questo atto di guerra dell’ignoranza che spesso affligge anche gli ambienti della Cultura, addolorato per la perdita di un uomo che aveva dato del suo meglio nella vita, e con grande semplicità.

Innamorato della vita, del Medioevo che percorreva nella Filosofia come una sua personale tenuta, era però scettico di fronte a Wikipedia, che considerava “un coacervo di notizie senza sistemazione critica, insicuro nell’informazione” e fiducioso esploratore della Lingua e della sua spiritualità realistica e simbolica, considerata un punto di partenza irrinunciabile per la riflessione vuoi da ricercatore, vuoi da filosofo.

Non è esaustivo elencare i Dipartimenti e le Istituzioni Umanistiche e Scientifiche che diresse, ognuna con spirito, benevolenza e con la massima serietà, ma è più vicino raffigurarlo per ciò che era: un ineguagliabile professore anche nella gentilezza colloquiale con qualche studente disperso, come chi scrive, nel mare delle bibliografie e voglioso di trovare la sua accademica Itaca. Particolare soggetto senza confini, quasi, dello scibile, appassionato gourmet anche e goloso del pomodoro, ma sostenitore di quella ragione che non è fuori dai confini di una tranquilla umanità. Sua frase ripetuta era ” Chi invita alla ragione dovrebbe impegnarsi per essa, usandola nei confronti degli altri”.

Un rispettoso ed ammirato saluto, con la certezza filosofica di aver passato un confine permeabile, dal quale si ritorna.

Marilù Giannone

Adolescenza Futura…. Letcio Magistralis di Massimo Ammaniti

ALL’AULA MAGNA della SAPIENZA 

Giovedì 28 Febbraio nell’Aula Magna dell’Istituto di Neuropsichiatria Infantile della “Sapienza” di Roma si è svolto un Convegno sulle Riflessioni e Visioni sul Futuro dell’Adolescenza, con la “Lectio Magistralis” del Prof. Massimo Ammaniti, Onorario della Cattedra di Psicanalisi della stessa Sapienza di Roma.

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Il Vaticano apre un’indagine sul cardinale George Pell

Papa Francesco ha incontrato ieri mattina il cardinale spagnolo e prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (CDF), Luis Ladaria, per discutere la questione del cardinale ed ex ministro delle finanze vaticano, George Pell. La condanna era già nota, i dettagli dello stupro a cui il cardinale aveva sottoposto uno dei due ragazzi di cui aveva abusato nel 1996 e il suo prevedibile ingresso in carcere (entrato in vigore questo mercoledì). Così entrambi hanno convenuto che il dipartimento che si occupa dei processi canonici su questi crimini avrebbe avviato un’indagine che avrebbe consentito di perseguire il cardinale. La decisione è stata presa anni dopo che voci e accuse su Pell sono giunte al papa. 

La CDF non aveva mai aperto un’indagine su un membro di così alto livello nella gerarchia vaticana. Il problema è che in questo momento non potranno inviare i propri ufficiali in Australia per non interferire con il processo civile. Per il momento, le indagini si limiteranno a una raccolta di informazioni sulle notizie che compaiono con l’avanzare del ricorso. Quando il caso sarà chiuso, si potrà studiare l’opportunità di prendere una decisione radicale come l’espulsione dal sacerdozio, come è stato fatto due settimane fa con il cardinale americano Theodore McCarrick.

Il Vaticano ha sempre creduto che le accuse contro il cardinale, a cui il Papa ha affidato uno degli ambiti più importanti della sua riforma, sarebbero andate a vuoto. Il Papa lo ha tenuto in carica in ogni modo e fino alla scadenza del suo mandato domenica (esattamente cinque anni dopo la sua nomina), non ha cessato di essere il prefetto della Segreteria per l’Economia del Vaticano. La sua innocenza, in alcuni settori della curia, era data per scontata. Ma le notizie dall’Australia suggeriscono il contrario.

Il giudice questa mattina ha ordinato la prigione di Pell, 77 anni, senza cauzione. La sensazione è che il magistrato sia abbastanza chiaro sulla colpevolezza del cardinale. Soprattutto, dopo aver ascoltato la difesa, apparsa delirante, del suo avvocato, Robert Richter, il quale, secondo l’EFE, ha assicurato che i crimini del suo cliente “non sono altro che un semplice caso di penetrazione sessuale convenzionale a cui il bambino non partecipa volontariamente o attivamente “. Poi la stampa lo ha intervistato una volta uscito dal tribunale e l’avvocato ha dichiarato: “Non so di cosa stanno parlando“.

Richter ha anche sottolineato che l’evento è durato solo cinque minuti e non è stato premeditato, ma è stato dettato da un impulso, al quale il giudice ha risposto che si trattava di un “reato crudele e spudorato” e ha ricordato che non ci sono cartelle cliniche che dimostrano che Pell è un uomo con disturbi mentali. Il giudice ha spiegato che “c’era un elemento di brutalità in questo attacco, è stato un attacco. Questo implica una violazione della fiducia e un sentimento di impunità. pensi di poterla far franca? “.

Afghanistan: ritirarci al più presto

La spedizione italiana in Afghanistan, inviata laggiù senza un piano strategico, senza conseguire il minimo vantaggio politico per l’Italia, senza che ricorressero ragioni di minacce concrete per sventare minacce alla sicurezza nazionale, ma solo per appagare l’ego di vari primi ministri desiderosi di sedersi a tavola alla Casa Bianca, è stata spacciata al popolo italiano per missione di pace, ma ha fatto la guerra ed ha avuto i suoi caduti, feriti, mutilati, con vedove e orfani che si domandano ancor oggi per quale motivo nazionale siano caduti i loro cari.

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