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“un perdente di successo”

Giorgio Albertazzi ci ha lasciato

Alla veneranda età di 92 anni Giorgio Albertazzi ci ha lasciato, in Tv sono state trasmesse vecchie interviste andate in onda quando l’attore era ormai più che ottantenne, i quotidiani hanno riempito intere pagine con interviste a critici e ad attori e registi che avevano avuto il piacere di lavorare con lui.

Al cordoglio di un paese si è aggiunto anche il presidente della Repubblica Mattarella che, in una dichiarazione diffusa dall’ufficio stampa del Quirinale, così si è espresso. “Con Giorgio Albertazzi scompare uno dei massimi interpreti del teatro e del cinema italiano contemporaneo. Attore versatile e innovativo, ha saputo unire nella sua lunga carriera tradizione e modernità. Le sue interpretazioni dei grandi classici restano una pietra miliare nella storia dello spettacolo. Albertazzi, che ha dedicato al teatro l’intera esistenza, è stato punto di riferimento e maestro per generazioni di attori e registi”:

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In ricordo di un Maestro

In ricordo del Maestro Giorgio Albertazzi, che dire … certo un personaggio, talvolta scomodo, di grande importanza nel mondo della Cultura non solo teatrale ma tout court; una figura di spicco che ha attraversato la Storia d’Italia traghettando diverse generazioni di spettatori tra le quinte, sotto i riflettori, sulle tavole del palcoscenico perché lui il Teatro lo viveva in ogni angolo più remoto e poco importano le provenienze o le simpatie politiche.

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“Linea di Onore”

Ogni uomo, ogni creatura, forse, ha una sorta di richiamo sottile e mai invadente, ma ostinato, che lo porta ad un tipo di vita unico ed irripetibile. Quella voce non sempre è  la scelta di una professione, ma è un’intima coerenza con il rapporto che egli ha con il percorso esistenziale.
GIORGIO ALBERTAZZI aveva come richiamo la linea d’onore.

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A Favore del “SI”

Una “Costituzione” che non merita essere difesa !

RECITA L’ ART. 1 – “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul Lavoro  … “   – In effetti, questa è una affermazione che può significare tutto e, pariteticamente, idonea a non spiegare nulla.

Mi ricordo che, quando ero ancora studente diplomando (Roma 1961, V° anno nel blasonato Istituto “Duca degli Abruzzi”, nella allora “mitica sezione A”), il nostro Docente di materie giuridiche ed economiche – Prof. Salvatore Marino – durante una lezione di diritto pubblico, commentando sarcasticamente tale enunciazione della Costituzione, ci fece osservare come uno Stato non potesse, ovviamente, “fondarsi sull’ Ozio”.

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LA DIALETTICA DEI TRE STOMACHI

Questa era l’acida definizione della filosofia hegeliana che ha più volte fatto sorridere contemporanei e studenti. La voglia di riadoperarla, modificata leggermente, è veramente irrefrenabile per la precisa e speculare evidenza del momento sociale e politico d’ Italia. Ciò può avvenire per tramite di un quieto ragionamento, tenendo presente il punto di partenza di una testata giornalistica, il Giornale, che lamenta il rovesciamento tributario di due classi, quella ricca che paga di meno ed i pensionati vessati a morte.

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MARCO PANNELLA

Giacinto, il suo vero nome, troppo floreale per il suo piglio guerriero e d’avanguardia, che sfidava tutto e tutti al novanta per cento col sorriso sulle labbra: solo la luce mutevole degli occhi lasciava capire che sarebbe scattato per una risposta, un’iniziativa, un contrasto gridato, lanciato, buttato addosso a ciò che non approvava.

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A proposito di “Referendum”

Un Referendum “archiviato “, ove il “SI” pur vincendo è  stato sconfitto per il Quorum non raggiunto

 Un  Referendum Costituzionale, ove deve prevalere il “NO” 

di  Stelio W. Venceslai

I risultati del referendum svoltosi il 17 aprile sulle trivellazioni sono noti: non si è raggiunto il quorum. Gli elettori non si sono dimostrati interessati e sono anche stati mal consigliati da chi, invece, aveva il dovere di tacere. Conclusione: 300 milioni di euro sono stati inutilmente spesi per fare del Presidente Emiliano il principale oppositore politico di Renzi nel PD.

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Riforma della Costituzione

Il “Vizio Capitale”  e i dettagli sconosciuti  della “Riforma Costituzionale” 

Per capire il vizio capitale della nuova Costituzione italiana, targata Renzi, prima ancora di scrutarne le trappole e i trabocchetti sconosciuti al grande pubblico, è necessario fare una piccola premessa interrogandoci su cosa sia la Costituzione.

Questo termine sul piano meramente descrittivo indica la legge fondamentale di un ordinamento giuridico, la fonte principale o primaria da cui le altre fonti traggono la propria legalità e legittimità; ma sul piano politico-filosofico, cioè del pensiero concreto, come abbiamo imparato dall’illuminismo e dalle  rivoluzioni americana prima e francese poi, significa legge fondamentale che costruisce il sistema della separazione dei poteri che debbono coesistere in equilibrio senza che l’uno prevalga sull’altro.

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Verso il Referendum Costituzionale

REFERENDUM,  QUORUM, Democrazia (?)  & Responsabilità

Dopo il Referendum  su cui il Paese è stato chiamato al voto  il 17 Aprile (ove,  purtroppo,  ha stravinto l’assenteismo) si inizia oramai a guardare con grande attenzione (o preoccupazione) il prossimo referendum che riguarderà la riforma costituzionale. Su questo web, sono già apparsi alcuni articoli riguardanti il referendum sulle trivellazioni e i giacimenti petroliferi in mare e si è discusso altresì sulla opportunità di vincolare la validità dello stesso referendum alla mannaia del quorum. Io ho ritenuto corretto esercitare il diritto di voto ed ho espreeso chiaramente il mio NO, … che è stato surclassato da milioni di SI ma, causa l’assenteismo, i SI – pur raggiungendo percentuali bulgare sul totale dei votanti – hanno perso con buona pace degli opinabili e presunti valori della democrazia !

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Giro di poltrone

Carlo Calenda torna da Bruxelles e diventa il nuovo ministro dello Sviluppo economico. L’annuncio è arrivato a sorpresa direttamente dal premier Matteo Renzi, ospite del programma tv Che tempo che fa, dove ha precisato che “in settimana giurerà al Quirinale”. Calenda lascia così Bruxelles dove si era insediato lo scorso 21 marzo come rappresentante italiano alla Ue. Per Renzi, quello di Calenda “è un ritorno, è stato vice ministro” allo Sviluppo economico fino all’inizio dell’anno, ruolo in cui era divenuto il principale punto di riferimento, a livello istituzionale, per il settore della moda.

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“Stop TTIP” – una intervista alla Prof.ssa Di Sisto

Limiti e i rischi per i consumatori europei sul TTIP   

MONICA DI SISTO,  Docente alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, è vice presidente di “Fair Watch” e portavoce della campagna “Stop TTIP” – Trattato di partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti. In questa intervista rilasciata a RAINEWS , la docente definisce quali sono i limiti di questo trattato e chiarisce se si tratta di un’opportunità o un inganno.

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QUANDO SI RISORGE ?

Sui maggiori quotidiani nazionali dei giorni scorsi è apparsa la entusiasmante notizia che la Francia ha respinto ben venticinquemila rom alla frontiera, naturalmente, italiana. Ancora, la Germania nega a tutti gli stranieri residenti ma privi di cittadinanza ogni facilitazione sociale che giustamente è concessa ai tedeschi .

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The Quirinal and the Trilateral

Il discorso del Presidente Sergio Mattarella ai partecipanti della Commissione Trilaterale il 15 aprile 2016.

Presidente Trichet, Presidente Secchi, Sottosegretario Amendola, Illustri delegati, Signore e Signori, Sono davvero lieto di ricevere al Palazzo del Quirinale i partecipanti alla riunione Plenaria della Commissione Trilaterale. Quando, oltre quaranta anni fa, David Rockfeller ebbe l’intuizione di dar vita alla Commissione, si mosse nell’intento di capitalizzare le risorse e le energie degli ambienti imprenditoriali, culturali e sociali in America, Europa e Giappone, per superare le rigidità che sovente accompagnano le relazioni ufficiali tra Governi, così da fornire interpretazioni non formali ma originali di fenomeni complessi e dalle ampie ramificazioni.

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L’ Inesistenza di un “Bon Ton Istituzionale”

Gli utili idioti e i maleducati istituzionali

Il referendum, per definizione, non ammette interpretazioni, né distinguo o mediazioni politiche. Ci sono solo due opzioni: Si oppure NO. E’ uno solo il segno che prevale in senso assoluto, ma c’è un terzo incomodo “l’astensionismo” che si comporta come il monello che ruba il pallone ed invalida la partita. Di fronte al risultato del referendum del 17 aprile la domanda più ricorrente, ma francamente oziosa, è quella relativa a chi abbia vinto e chi abbia perso dato che il terzo incomodo, senza la minima formulazione di un pensiero politico, ma anzi dimostrando disinteresse e addirittura astio verso il fair play di una partita onesta gli ha tolto ogni validità.

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Sarà l’oro a vincere la disoccupazione

Ricordo quello che probabilmente fu il mio primo incontro con l’arte orafa, in una splendente mattina estiva. Avevo forse undici o dodici anni e mi trovavo a Firenze insieme a mia madre, durante una delle nostre vacanze di agosto. Passammo per Ponte Vecchio, già brulicante di turisti nonostante l’orario mattutino, ricordo il sole che illuminava le vetrine delle botteghe incastonate nei passaggi laterali del ponte, ricordo la meraviglia nello scoprire in ognuna di esse dei piccoli capolavori che mi colpirono più per la loro bellezza artistica che per il loro valore economico.
Sicuramente, a giudicare dalle espressioni di ammirato stupore pronunciate intorno a me in mille altre lingue, non fui l’unica persona a venire catturata quella mattina dal fascino dell’oreficeria, né certamente fui la prima.

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Una RAI “negazionista”

Comunicato stampa –    LA RAI CENSURA IL GENOCIDIO ARMENO 

Ecco perché l’Italia è scesa al 77° posto nella classifica della libertà di informazione nel mondo.

Nessuna risposta è pervenuta dalla Rai riguardo alla richiesta di spiegazione per la mancata messa in onda, sabato scorso, di un documentario sul genocidio armeno la cui emissione sul canale Rai Storia era stata annunciata dalla stessa azienda in un comunicato di lancio.

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