
Ufficiale Trump, correrà per le presidenziali 2024
Lo avevo presentato come «Big Announcement» e in effetti il «grande annuncio» sulla sua discesa in campo in vista delle elezioni presidenziali è arrivato come da previsioni.
Perché ormai della sua nuova candidatura si sapeva da giorni, ma Donald Trump ha preferito che passassero le elezioni di metà mandato per renderla di dominio pubblico.
Non è un momento facile per Trump, visto che le consultazioni di mid-term non possono essere considerate soddisfacenti per i repubblicani ed in particolari per i seguaci di Trump, che sono riusciti sì a strappare la Camera ai democratici, ma la Camera alta (Senato) è più importante, alla fine resterà a maggioranza blu quindi democratica.
L’annuncio nella notte
A rendere ufficiale la corsa per la casa bianca è stato lo stesso Trump con un discorso ufficiale iniziato alle ore 21:00 statunitensi, le 3 del mattino in Italia, direttamente da Mar-a Lago, sua dimora in Florida, con un intervento durato 68 minuti più simile ad un comizio, denso di attacchi contro Biden e le politiche della sinistra americana.
Davanti ad una folla in estasi, l’ex presidente ha toccato alcuni dei temi che hanno fatto largamente parte delle sue scorse campagne elettorali, accusando i migranti, dicendo che “Li stanno avvelenando” e parlando delle città americane come luoghi di criminalità e insicurezza. Ha detto che sosterrà la pena di morte per gli spacciatori di droga e che riassumerà i membri dell’esercito che erano stati congedati per essersi rifiutati di fare il vaccino contro il coronavirus.
Make America great again
“Mi candido perché credo che l’America non abbia ancora visto la vera gloria“. Così ha dichiarato l’ex presidente nel discorso tenuto dalla sua tenuta di Mar-a-Lago. Il ritorno dell’America comincia oggi – ha aggiunto – “saremo una grande nazione di nuovo”. Trump si sente come una “vittima” per le inchieste che lo riguardano, lamentando un perseguimento giudiziario degno neanche di Al Capone. Durissime le parole su Biden: “Ha distrutto l’economia americana – noi costruiremo rapidamente la più grande economia della storia, lo abbiamo fatto due volte. Farò in modo che Biden non abbia altri quattro anni”.
Accuse all’attuale presidente anche sul fronte della politica estera, colpevole – dice il repubblicano – del “declino” e dell “umiliazione” della Nazione, in contrapposizione al periodo del suo mandato, durante il quale il Paese sarebbe invece stato “in pace, prospero e rispettato sulla scena internazionale“: “A differenza di Biden -continua Trump- che ci potrebbe portare alla Terza guerra mondiale, io terrò l’America lontana dalle guerre”.
E ancora Donald Trump ha detto: “proteggeremo il nostro popolo dalla minaccia impensabile delle armi nucleari e costruiremo lo scudo missilistico di cui abbiamo bisogno”.
Molti repubblicani non sono convinti
“The Donald” sa che è l’ultima opportunità per “riprendersi” la Casa Bianca è una rivincita dopo la rocambolesca condotta del 2020. È un uomo ancora ferito per come andarono le cose, raccontano fonti molto vicine al magnate new yorkese.
Prima del Covid, fino a marzo 2020 quindi, Donald Trump controllava agevolmente il partito conservatore, era in alto nei consensi tra il popolo statunitense, l’economia cresceva e la disoccupazione era ai minimi storici.
Gli avversari o meglio l’avversario, il partito democratico, era ancora in crisi, diviso, “vedovo di Obama” e alla ricerca di una guida che potesse essere la più competitiva e unitaria possibile per le elezioni che ci sarebbero state a Novembre 2020, in cui erano sfavoriti contro un uomo e politico sicuramente carismatico e popolare come Donald Trump. Tant’è che alla fine virarono su colui che fu il vicepresidente nei 2 mandati dello stesso Obama, Joe Biden appunto.
La pandemia ha cambiato tutte le carte in tavola. Una gestione del Covid discutibile, una politica più inclinata sulla sottovalutazione e la minimizzazione, quasi d’accordo con il negazionismo e i no-vax . La conseguente recessione economica e alcune gaffe durante la campagna elettorale, gli costarono caro elettoralmente. Seppur poi la sconfitta elettorale fu per pochi voti. Un risultato contestato, mai accettato, denunce che caddero però nel vuoto, tra presunte truffe, brogli mai provati e anomalie mai dimostrate sul discusso “mail voting” e “ballot harvesting” che culminarono con lo storico attacco al Congresso. Proprio per i fatti di Capitol Hill Trump è ancora sotto accusa. Attualmente quindi non è più sicuro di avere il totale appoggio del partito conservatore: in molti negli ultimi giorni si sono detti favorevoli a una candidatura differente, facendo un neanche tanto velato riferimento soprattutto al governatore della Florida Ron DeSantis, che ha stravinto le elezioni di metà mandato nello Stato, confermandosi governatore e rappresentante politico molto apprezzato dall’opinione pubblica.
Sarebbe un’impresa storica
La strada che attende Trump, dunque, è stretta e impervia. Non solo per la forza e la popolarità del suo principale sfidante alle primarie del Grand Old Party, Ron- l’uomo del futuro-DeSantis, come è stato ribattezzato da alcuni, ma anche perché i numeri non sono incoraggianti per il tycoon: soltanto un presidente nella storia americana è riuscito ad essere rieletto per due mandati non consecutivi: Grover Cleveland, che vinse le elezioni del 1884, perse quelle del 1888 e trionfò di nuovo nel 1892.
francesca marti
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