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Un esempio di eccellenza medica:
intervista al Prof. Vito Pansadoro

Il professore Vito Pansadoro racconta la storia e le attività della prestigiosa “FONDAZIONE PANSADORO”, Centro di Urologia Laparoscopica e Robotica  presso la Clinica Pio XI a Roma.

Continua il viaggio conoscitivo della Consul-Press alla scoperta delle eccellenze mediche del nostro paese; questa volta infatti vogliamo raccontare l’attività della “FONDAZIONE  PANSADORO attraverso la voce del Professor Vito Pansadoro, primario Urologo emerito dell’ Ospedale San Giovanni di Roma, che da circa 30 anni si dedica alla ricerca clinica in campo Uro-Oncologico. La Fondazione inoltre è tra i poli d’eccellenza della sanità italiana vantando un Centro di Urologia Laparoscopica e Robotica che ha sede presso la Clinica Pio XI a Roma.

La prima domanda rivolta al Prof. Vito Pansadoro ha riguardato la Fondazione e la sua storia. Quest’ultima fondata nel 1987, è stata creata per onorare la  memoria di suo padre Vincenzo Pansadoro, uno dei primi urologi di Roma.

“La Fondazione, sottolinea sempre il Professore, è il nostro biglietto da visita scientifico, noi facciamo attività di ricerca, di insegnamento, e organizzazione di congressi e pubblicazioni.  E’ riconosciuta a livello internazionale per la ricerca clinica all’avanguardia e per la sua opera di educazione e formazione dei giovani urologi che si realizza attraverso l’organizzazione di Corsi e Congressi Internazionali, circa 25 fino ad oggi, e la pubblicazione di numerosi contributi originali ogni anno”. Entrando nel cuore dell’attività il professore Pansadoro ci spiega cosa sono la laparoscopia e la robotica.

“La Laparoscopia è una tecnica chirurgica che permette di operare all’interno del corpo umano senza necessità di una incisione. Noi siamo stati i primi urologi in Italia, fin dal 1994, ad operare con la Laparoscopia ma all’epoca gli interventi si limitavano a delle patologie non oncologiche. Eravamo ai primi passi ed ogni intervento veniva preparato, studiato e valutato sotto tutti gli aspetti. Poi dagli anni 2000, forti dell’esperienza acquisita, iniziammo ad applicare la laparoscopia alle patologie oncologiche. Quindi la prostatectomia radicale, la nefrectomia e le nefrectomie parziali cominciarono ad entrare nella routine di tutti i giorni. Qualche anno dopo, negli anni 2000, fece la sua comparsa in particolare in campo urologico il Robot che, con una magistrale operazione di Marketing a costo zero, fu chiamato Leonardo da Vinci!

Con questa fantastica tecnologia oggi i chirurghi possono operare a 3D, in HD, fino a 10 ingrandimenti e con una demoltiplica dei movimenti da 5 ad 1. I vantaggi sono evidenti con la possibilità di effettuare degli interventi molto più precisi in campi, per lo più esangui. Il primo Robot a Roma fu installato presso la Fondazione Vincenzo Pansadoro nel 2008 ed ebbe subito uno straordinario successo. In pratica la chirurgia urologica era definitivamente cambiata!

In questa prospettiva le tecniche chirurgiche si sono sempre più evolute in senso mini-invasivo: ormai il 90% degli interventi viene eseguito per via transuretrale o percutanea o laparoscopica. La chirurgia Laparoscopica in questi ultimi anni ha totalmente cambiato la terapia chirurgica dei tumori del rene.

Le ampie incisioni, con danni anche permanenti della parete addominale e dolori non indifferenti nel post-operatorio, sono fortunatamente un ricordo del passato. Oggi è possibile asportare un rene con il suo tumore per via laparoscopica attraverso 4 o 5 minime aperture per gli strumenti ed una piccola incisione prepubica per la rimozione del rene”.

Per quanto riguarda la robotica, invece, il professore ha dichiarato: “Il robot ha democratizzato la chirurgia, perché l’ha resa più facile, più pulita, con meno rischi e meno complicanze. Abbiamo una demoltiplica dei movimenti da 5 a 1, cioè se con la mano ci muoviamo di 5cm, il braccio del robot nell’addome del paziente si muove di 1 cm; se con la mano ci muoviamo di 5mm, il robot si muove di 1mm“. Numeri che parlano da soli.

La robotica inoltre è fondamentale per il rene, il professore spiega: “per quanto riguarda il rene, l’applicazione della chirurgia robotica è ancor più importante perché oggi, grazie all’ecografia, la diagnosi dei tumori del rene è molto precoce rispetto al passato. Oggi oltre il 75% dei tumori del rene viene diagnosticato in una fase iniziale, siamo in grado di salvare l’organo evitando la rimozione di tutto il rene e riusciamo ad eliminare solo il tumore.

Oggi grazie alla robotica non abbiamo più questi problemi ed i pazienti che riescono a mantenere il rene hanno qualità e durata di vita migliore. Inoltre bisogna ricordare che il tumore al rene è asintomatico. La prevenzione in questo caso è fare un’ecografia una volta l’anno, controllando se possibile anche gli altri organi”.

Un ulteriore approfondimento che il Professore ci ha fornito riguarda il PSA, valore di riferimento per controllare la salute della prostata. “Si tratta di una glicoproteina prodotta esclusivamente dagli acini ghiandolari della prostata, ovviamente non lo misuriamo dentro la prostata ma nel sangue periferico, quindi è ovvio che misuriamo il PSA che esce dalla prostata.

E sappiamo che può uscire per svariate motivazioni: per un’esplorazione rettale, per 20km in bicicletta, per un rapporto sessuale, per un’infiammazione, per dei calcoli nella prostata, per un adenoma prostatico o un carcinoma prostatico. Il dato di avere un PSA aumentato, non significa automaticamente che c’è un cancro.

Significa solo che esce PSA dalla prostata. Bisogna capire perché questo accade. Se non ci sono altri motivi e c’è un dato palpatorio o ecografico, a questo punto si fa una risonanza magnetica che oggigiorno è molto superiore all’ecografia, per capire esattamente quante lesioni ci sono e dove sono, se sono anteriori, laterali o posteriori.

A questo punto si fa la biopsia con una tecnica che abbiamo introdotto per primi, la Fusion Biopsy, che ci consente di sovrapporre le immagini della risonanza magnetica e dell’ecografia. Quindi la biopsia procede su guida ecografica, in una zona dove l’ecografia non vede nulla ma la risonanza ha visto che c’è un sospetto.

Per quanto riguarda la diagnosi precoce del tumore della prostata il PSA va fatto circa una volta l’anno, è un esame molto importante non tanto per il valore assoluto, quanto per il suo andamento nel tempo. Se c’è un tumore, anche piccolo iniziale, il PSA inizia a salire nel tempo e questo è un elemento molto importante!”.

Inoltre il professore aggiunge due importanti considerazioni sul tumore del testicolo e della vescica: “un altro punto da mettere in evidenza è la diagnosi precoce del tumore al testicolo, diffuso negli uomini dai 15 ai 30 anni. Non c’è una causa vera e propria per questa patologia, è importante per la prevenzione che tutti gli uomini che rientrano in questa fascia di età, verifichino, tramite la palpazione delle zone interessate durante la doccia, che la dimensione dei testicoli non sia diversa l’una dall’altra, in tal caso bisogna rivolgersi a uno specialista. Per il tumore alla vescica è fondamentale sapere che la prima causa è il fumo. Quindi i fumatori, in attesa di smettere, devono fare una ecografia annuale!”.

L’intervista si conclude con la notizia del prossimo evento internazionale organizzato dalla Fondazione. Il congresso si terrà a Lipsia nei giorni 28-29-30 Giugno 2018. Si tratta di un incontro internazionale di chirurgia laparoscopica e robotica, “Challenges in Laparoscopy & Robotics“, che è considerato il migliore al mondo, perché ha delle caratteristiche particolari e ospita ogni anno circa 700 partecipanti da oltre 60 paesi differenti.

____________Rossella Di Ponzio