a cura Agostino Agamben
Mercoledì 24 settembre si è svolto un Convegno di tutti i Sindacati aderenti all’U.A.P. – Unione Nazionale Ambulatori Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata. A tale manifestazione hanno partecipato sia tutti i Medici (indossando il loro camice bianco, come divisa di appartenenza e di riconoscimento), sia le Associazioni di Categoria rappresentative di una realtà di ben oltre 27.000 Realtà Sanitarie.
L’incontro è stato organizzato dall’U.A.P. ed alla manifestazione hanno partecipato anche Filippo Anelli –Presidente Fnomceo, /Antonio Maggi –Presidente Ordine Medici di Roma, /Foad Aodi – Presidente Amsi, nonché altre importanti Associazioni e Sindacati di Categoria per alcuni specifici comparti da loro rappresentati, tra cui ConfCommercio Salute-Sanità & Cura,
Tra i presenti anche Francesco Rocca –Presidente Regione Lazio, oltre a vari Parlamentari di Gruppi e Partiti Politici che nei loro interventi hanno espresso un’ampia disponibilità ad ascoltare le proposte dei Rappresentanti e Promotori della Manifestazione.
All’interno ed esterno del Teatro Brancaccio si è riscontrata una presenza senz’altro superiore a duemila persone, provenienti da numerose Regioni d’Italia e tra tutti i Partecipanti – quali Attori della Sanità – si è altresì riscontrato un notevole spirito di collaborazione, elevando la qualità della stessa manifestazione.
L’Arch. Mariastella Giorlandino –Presidente dell’U.A.P, di Fondazione Artemisia, nonché A.U. Rete Artemisia Lab. e Presidente CONFAPI Lazio Sanità e Salute– ha chiesto al Governo maggior chiarezza sulle normative e sul rispetto delle procedure per tutelare la salute dei nostri Cittadini.
Le tariffe vigenti risultano ancora ferme al 1991 sia per gli Ospedali Pubblici che per le “Strutture Private Accreditate”, alle quali poi pervengono i relativi rimborsi dal S.S.N., tra l’altro a rischio di riduzione avendo il Governo legiferato un prossimo ribasso all’80% …legge già in vigore, ma rinviata al 1° gennaio 2025.
Sostanzialmente il Presidente dell’UAP (che rappresenta anche altre Associazioni tra cui Anaoo, Anmed, Federlazio, Fnomceo, Omnoceo) ha richiesto sia di annullare il prossimo ribasso del tariffario, proponendo altresì una sua indicizzazione uguale ai parametri del Fondo Nazionale, sia di ricevere notizie e precisazioni sui fondi destinati alle Regioni per la salvaguardia delle Strutture Ospedaliere, ovvero sui L.E.A. – Livelli Essenziali di Assistenza, come concordati da un lavoro condiviso tra Stato, Regioni, Province Autonome e Società Scientifiche. Per l’aggiornamento di tale provvedimento, infatti, in base alla Legge di stabilità 2016, è stato vincolato un importo pari ad €. 800 Milioni.
La Dr.essa Elisabetta Argenziano, Segretario Naz.le FederBiologi, ha successivamente precisato come nulla sia cambiato in questo periodo, evidenziando tutto il dolore del “Paese Italia”, sia da parte dei Medici e degli Ausiliari, sia da parte delle Persone Assistite e come tutto ciò possa essere migliorato anche tramite la politica del riutilizzo (Green Economy). Ha poi ricordato Tina Anselmi, già Ministro e socialista, firmataria di molti provvedimenti tesi a migliorare le condizioni di lavoro nel nostro paese ed anche in Europa, concludendo con un appello alla speranza.
Pier Paolo Colizzi ha altresì suggerito di riservare maggior attenzione alle trattative ed ai relativi risultati ottenuti (Es: bicchiere 1/2 pieno – 1/2 vuoto) e sul perché si debbano richiedere differenti professionalità per coloro che operano nelle Farmacie rispetto a coloro che operano in una una Struttura Ospedaliera, con particolare riferimento alle analisi del sangue.
Anche il Sen. Maurizio Gasparri è intervenuto su tale argomento, ricordando il suo passato di giornalista ancor prima che di politico per evidenziare come, in caso di necessità, il comune cittadino tenda a rivolgersi inizialmente alle Farmacie che (forse e/o probabilmente) potrebbero affidarsi per il trasferimento dei “prelievi da esaminare” ai rider o pony utilizzati da Amazon & Co. i quali, ovviamente, non possiedono tutti quei requisiti di igiene e di esperienza, invece doverosamente richiesti alle strutture pubbliche o convenzionate.
Considerazioni diverse ed Episodi vari
I c.d. “Grandi Gruppi” la fanno da padrone in Italia al Centro-Nord con l’81% nella distribuzione territoriale, mentre al Centro-Sud altre Aziende sono costrette ad applicare il tariffario minimo e, quindi, a subire una serie di eventuali abusi da coloro che, detenendo posizioni dominanti, tramite la loro notevole forza economica potrebbero azzerare od ostacolare ogni concorrenza.
Il nuovo nomenclatore/tariffario creerà soltanto opportunità per i grandi gruppi internazionali, che spesso godono di nebuloso anonimato, mentre l’ U.A.P. richiede di confermare l’attuale nomenclatore ma indicizzandolo all’incremento annuale del fondo nazionale. Se non dovessero essere cambiati gli attuali parametri si rischierà una vera e propria corsa all’oro come nel Far West, estendere le competenze delle farmacie assimilandole a centri di servizi di laboratorio di diagnostica e di visite mediche: il farmacista non avendo l’anamnesi nei suoi canonici, non è in grado di valutare un paziente nel suo quadro complessivo.
Il medico fa la diagnosi e prescrive la cura, il farmacista eroga il medicinale: secondo un Regio Decreto del 1934 non deve esserci commistione tra le due categorie mentre invece novanta anni dopo la federazione dei titolari di farmacie italiane sente il bisogno di allargare il proprio raggio d’azione dichiarando “La farmacia può dare un contributo importante nella riduzione delle liste d’attesa come erogatrice di servizi sanitari qualificati sul territorio”.
Il farmacista vuole sostituire il medico? Il medico lavorerà in farmacia? Ai politici l’ardua sentenza.
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«Il diritto alla salute, sancito dall’art. 32 della Costituzione, non può e non deve essere sacrificato per favorire interessi di lobby o per imporre alle aziende sanitarie economie di scala che massificano le attività a scapito della qualità dell’assistenza. È inaccettabile che il Governo continui a ignorare le richieste e le proposte di un settore che rappresenta un pilastro fondamentale per la sanità italiana.
Le strutture sanitarie private autorizzate e accreditate sono sottoposte a rigidi controlli regionali, con oltre 420 requisiti tecnici, strutturali e professionali da rispettare, mentre si permette alle farmacie di operare in deroga a questi standard, senza le necessarie autorizzazioni regionali, senza garanzie di responsabilità civile e penale in caso di errore diagnostico e senza il rispetto delle normative sulla privacy. Questa disparità di trattamento è semplicemente inaccettabile.
Amsi e Uniti per Unire e Umem, da sempre, con le proprie battaglie, condividono a pieno il senso dell’allarme lanciato dall’UAP, e come nei fatti viene anche dimostrato dalla recente creazione del Manifesto “Uniti per i Medici”, con 45 punti a favore dei diritti dei professionisti sanitari, sottoposto all’attenzione del Ministro della Salute Schillaci e già sottoscritto da oltre 450 soggetti, tra associazioni, sindacati e singoli.
Non c’è dubbio che in questo momento storico, così delicato per le professioni sanitarie e per il futuro delle strutture sanitarie private, occorre, tutti uniti, “richiamare” il Governo a ripristinare l’equilibrio perduto, con l’obiettivo da una parte, di valorizzare finalmente, economicamente e contrattualmente, i professionisti, dall’altra per sostenere le 95mila strutture, tra laboratori e ambulatori privati, che rappresentano la linfa vitale della sanità territoriale, offrendo competenza, professionalità, impegno, al fianco della collettività.
Senza dimenticare che per noi ha un valore immenso anche quella pubblica, che non abbiamo mai abbandonato, che abbiamo sempre sostenuto e che continueremo a sostenere, Regione per Regione, con le nostre campagne di comunicazione, con i nostri eventi-dibattiti, con i nostri appelli alla politica, con il Manifesto “Uniti per i Medici”, che abbraccia la necessità di un impegno collettivo di tutti noi per il pubblico e per il privato, per la crescita delle professioni sanitarie, in nome della qualità delle prestazioni offerte ai cittadini.
Il tema forte, oltre a quello della valorizzazione dei professionisti sanitari, in questa manifestazione, è stato quello della tutela del lavoro dei laboratori e degli ambulatori e delle tante strutture private dislocate sul territorio, la cui esistenza e il cui futuro non può essere messo a rischio da un eccesso di burocrazia.
C’è una richiesta molto importante dal privato, dice ancora Aodi, riguarda i medici specialisti, in particolare i responsabili di branca e direttori tecnici di branca, e poi c’è tanta richiesta di fisioterapisti, osteopati, podologi, logopedisti, e poi, per quanto riguarda la collaborazione inter professionale, si registra la sempre più forte necessità di favorire l’autorizzazione per far esercitare i professionisti della sanità presso i poliambulatori, abbattendo i muri burocratici e “la zona grigia”, come abbiamo già chiesto alla Regione Lazio e con una proposta da Uniti per Unire e Amsi.
Ovvero, chiediamo alla Regione di consentire ai professionisti della sanità, non medici, di esercitare normalmente nei poliambulatori autorizzati a fianco dei medici specialisti, anche se per loro non si possono rilasciare dichiarazioni dalla regione come responsabili di branca, al pari dei medici specialisti. È questa la nostra richiesta che abbiamo avanzato, già da tempo, al sistema sanitario della Regione Lazio per garantire i servizi di qualità ai pazienti e di mettere al centro dell’attenzione il paziente con maggiori collaborazioni interprofessionali.
A conclusione di questa manifestazione, emerge in modo inequivocabile che solo attraverso l’unità di intenti si arriva a ottenere grandi traguardi, e in questo caso ambedue le parti sono chiamate a fare il proprio dovere, la politica da una parte e i professionisti sanitari (associazioni, federazioni, sindacati, singoli professionisti dall’altra), in un percorso dove tutti fanno la propria parte».
LE NOSTRE STASTISTICHE PIU’ RECENTI A DISPOSIZIONE DEI RELATORI DELLA MANIFESTAZIONE CHE SARANNO ARGOMENTO DI DISCUSSIONE NELLA NOSTRA RELAZIONE AL TEATRO BRANCACCIO.
CARENZA PROFESSIONISTI DELLA SANITA’
Negli ultimi 5 anni, come Amsi, abbiamo avuto oltre 12 mila richieste di specialisti, fisioterapisti, infermieri, logopedisti, psicologi. È indubbio che c’è penuria di personale, sia per il pubblico che per il privato. Di queste richieste il 57% è arrivato dal pubblico, il 43% è arrivato dal privato. Inoltre registriamo, sempre negli ultimi 5 anni, l’aumento del 42% della fuga dalla sanità pubblica verso la sanità privata e l’estero.
Ai professionisti della sanità dell’Amsi e del Movimento Uniti per Unire fanno riferimento più di 73 studi medici di cui 17 mila strutture accreditati e poliambulatori e centri di fisioterapia.
AGGRESSIONI PROFESSIONISTI SANITARI
• Italia: aumento del 43% degli episodi di violenze fisiche e psicologiche contro le professioniste sanitarie negli ultimi 3 anni di cui il 26 % nelle strutture private
• Italia: 72% dei professionisti sanitari italiani che subisce una violenza è una donna, di cui il 33% nelle strutture private
• Mondo: 84% dei professionisti sanitari che subisce violenza è una donna ,di cui il 46% nei paesi poveri ed il 54% nei paesi ricchi.
• Mondo: il 71% delle professioniste della sanità, in primis per le aggressioni, è a rischio potenziale suicidio. di cui il 72% nei paesi ricchi ed il 28% paesi poveri.
• Mondo: negli ultimi 5 anni aumento del 42% delle aggressioni contro i professionisti della sanità, la metà degli aumenti è collegato a violenze contro le donne. di cui il 55% paesi ricchi ed il 45% paesi poveri.
VOGLIA DI FUGA ALL’ESTERO
Circa 12.020 mila professionisti della sanità italiani dal 2023 a oggi hanno chiesto all’Amsi informazioni per andare a lavorare all’estero, in particolare nei paesi del Golfo, Svizzera, Norvegia, Regno Unito. Da Gennaio 2023 a oggi .per colpa di tutte le criticità sollevate da noi negli ultimi 20 anni ;al primo posto le aggressioni e poi medicina difensiva ,turni massacranti mancanza di sicurezza e valorizzazione e poi gli stipendi.
DAL 01.08 più di 1000 professionisti della sanità ci ha chiesto di andare a lavorare all’estero il 25% da Roma e Lazio ,23% Lombardia ,20% veneto 10% da Emilia Romagna ed il resto da tutte le regioni italiane.
CHIUSURA E ACCORPAMENTO REPARTI.
Solo in questi mesi di luglio e agosto, secondo le nostre indagini aggiornate, in Italia più di mille reparti ospedalieri hanno subito una riduzione della mole di lavoro o addirittura la chiusura, per mancanza di professionisti, a discapito della qualità delle prestazioni offerte ai cittadini; in particolare Lazio, Sardegna, Sicilia, Calabria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte.
Così conclude il Prof. Foad Aodi. Presidente Amsi e del Movimento Uniti per Unire e dell’UMEM, Unione Medica Euromediterranea, esperto di salute globale, corrispondente dall’Italia per prestigiose testate straniere nonché membro del Direttivo Aisi, Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti, direttore sanitario e portavoce della USEM e della Nazionale del Regno delle due Sicilie, corrispondente dall’Italia per Agenzie di Stampa, giornali e Tv di Paesi Arabi e del Golfo, nonché docente all’Università di Tor Vergata e già 4 volte Consigliere dell’Ordine di Roma e membro registro esperti della Fnomceo, e ancora direttore sanitario del Centro Medico Iris Italia insieme al Dr.Nadir Aodi Podologo coordinatore Commissione Nuove generazioni di Amsi e Uniti per Unire, coordinatore commissione podologi Amsi e Uniti per Unire e vice segretario generale dell’USEM. Il Prof. Aodi è anche giornalista iscritto all’ordine dei giornalisti di Roma e del Lazio, esperto in divulgazione scientifica.
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