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Potere Nascosto: Economia, Politica e Salute tra Accordi Segreti

Scritto da Ottavia Scorpati il . Pubblicato in .

A cura di Ottavia Scorpati

Come farmaceutiche, energia e geopolitica intrecciano interessi opachi che influenzano l’accesso alle cure, la stabilità economica e la sostenibilità globale, rivelando disuguaglianze sociali e tensioni geopolitiche nascoste dietro la pandemia e la crisi energetica.

Nel mondo contemporaneo, l’intersezione tra politica, economia e salute pubblica si manifesta attraverso una fitta rete di accordi riservati e giochi di potere che spesso sfuggono al controllo democratico. Fino al 2022, settori strategici come quello farmaceutico e quello energetico hanno rappresentato i principali teatri di questo complesso intreccio, dove interessi economici globali e dinamiche geopolitiche si mescolano profondamente, condizionando la vita quotidiana di milioni di persone.

La pandemia di COVID-19 ha messo in luce come il mercato e le alleanze segrete tra multinazionali e governi possano influenzare non solo la gestione delle emergenze sanitarie, ma anche il destino di malattie croniche spesso marginalizzate, come l’emicrania. Questo quadro evidenzia un sistema in cui brevetti, lobbying e scelte politiche si intrecciano, generando disuguaglianze nell’accesso ai farmaci innovativi e amplificando divari economici e di genere.

Parallelamente, la crisi energetica, aggravata dal conflitto in Ucraina, ha trasformato l’energia in uno strumento di pressione geopolitica, alimentando tensioni che si riflettono nell’inflazione globale e nell’instabilità economica. Le strategie di transizione green, a loro volta, sono influenzate da accordi riservati che coinvolgono grandi attori economici, ritardando talvolta la diffusione di soluzioni sostenibili.

Questa convergenza tra salute pubblica, economia e geopolitica sottolinea la necessità urgente di trasparenza e responsabilità, per evitare che il potere nascosto dietro accordi segreti continui a generare esclusione sociale, disuguaglianze e instabilità. Solo con un impegno collettivo verso una governance più aperta e inclusiva sarà possibile trasformare queste sfide in opportunità per un futuro più equo, sostenibile e accessibile a tutti.

Il mondo contemporaneo si muove su un complesso intreccio di accordi segreti, interessi economici e dinamiche geopolitiche che influenzano profondamente la vita quotidiana di milioni di persone. Fino al 2022, i principali ambiti coinvolti sono stati quelli delle farmaceutiche, dell’energia e delle strategie geopolitiche che ne derivano, riflettendo una realtà in cui i confini tra politica, economia e salute pubblica si fanno sempre più sfumati e interconnessi.

La pandemia di COVID-19 ha portato alla luce, in modo drammatico, come i meccanismi di mercato e i giochi di potere influenzino non solo le scelte politiche ma anche le vite di chi soffre di malattie come l’emicrania, spesso trascurata e marginalizzata. Oltre alla crisi sanitaria, la pandemia ha svelato le dinamiche nascoste delle multinazionali farmaceutiche, capaci di negoziare accordi riservati con governi e istituzioni, talvolta in modo poco trasparente, alimentando sospetti e polemiche.

Questi accordi segreti hanno un impatto diretto sull’accesso ai farmaci innovativi, soprattutto in ambito neurologico, come nel caso dell’emicrania, che colpisce circa sei milioni di italiani, di cui due terzi sono donne. La gestione di questa patologia, pur essendo un tema di salute pubblica, riflette perfettamente le disuguaglianze economiche e di genere, nonché la lentezza delle istituzioni nel garantire cure adeguate e tempestive. Il business dei farmaci innovativi è fortemente condizionato da brevetti, lobbying e da relazioni non sempre trasparenti tra industrie farmaceutiche e governi.

In parallelo, il settore energetico ha visto un’escalation di tensioni geopolitiche che hanno inciso profondamente sui mercati globali. Le crisi di approvvigionamento del gas e del petrolio, esacerbate dalla guerra in Ucraina, hanno spinto i Paesi a stringere alleanze strategiche spesso poco visibili al pubblico, con accordi bilaterali o multilaterali dal contenuto confidenziale. Questi accordi hanno trasformato l’energia in uno strumento di potere geopolitico e di pressione economica, con ripercussioni pesanti sui prezzi dell’energia, sull’inflazione e sulla stabilità economica mondiale.

L’interconnessione tra il settore farmaceutico e quello energetico emerge anche nell’ambito delle politiche climatiche e della transizione energetica, che richiedono ingenti investimenti in ricerca e sviluppo, in cui grandi multinazionali e governi negoziano accordi con clausole riservate. Questi accordi condizionano i tempi e i modi della rivoluzione green, con un impatto non solo ambientale ma anche sociale ed economico. La gestione di queste dinamiche si rivela fondamentale per comprendere le attuali crisi economiche, l’instabilità geopolitica e le disuguaglianze di accesso ai servizi essenziali.

Un elemento centrale di questa complessità riguarda la trasparenza e la responsabilità: gli accordi segreti, per loro natura, sfuggono al controllo pubblico e alle logiche democratiche, alimentando fenomeni di corruzione e di esclusione sociale. Nel campo farmaceutico, ciò si traduce in ritardi nell’introduzione di cure innovative, in disparità di trattamento tra Paesi e classi sociali, e in una gestione spesso distorta della salute pubblica come mero business. Nel settore energetico, i giochi di potere si traducono in ricatti energetici, instabilità dei mercati e impatti devastanti sulle popolazioni più vulnerabili.

L’emicrania, ad esempio, seppur rappresenti la terza patologia più diffusa al mondo, soffre di una gestione che riflette tali disparità. I ritardi nella diagnosi, le differenze di genere nella percezione e cura del dolore e l’accesso diseguale ai farmaci innovativi sono il frutto di un sistema che privilegia gli interessi economici rispetto alla tutela della persona. Le donne, colpite in misura maggiore, subiscono un doppio svantaggio: sono spesso caregiver invisibili e, allo stesso tempo, ricevono meno attenzione medica personalizzata. Questo fenomeno si iscrive in una cornice di politica sanitaria che deve confrontarsi con lobby farmaceutiche potenti e con un sistema di distribuzione dei farmaci che privilegia i profitti a scapito dell’equità.

Nel 2020, l’Italia ha fatto un passo avanti con la legge 81/2020 che riconosce la cefalea primaria cronica come malattia sociale, ma l’attuazione concreta è ancora frammentata e disomogenea sul territorio nazionale. L’accesso ai farmaci innovativi, quali gli anticorpi monoclonali per l’emicrania, è spesso ostacolato da procedure burocratiche complesse e da una rete di assistenza sanitaria insufficiente e poco integrata. Tale scenario riflette una crisi più ampia nel sistema sanitario globale, dove gli interessi economici e i monopoli brevettuali delle grandi farmaceutiche influiscono sulle scelte politiche e sulle disponibilità terapeutiche.

Accanto a ciò, i rapporti tra multinazionali farmaceutiche e governi sono stati oggetto di indagini che hanno rivelato la presenza di accordi confidenziali che riguardano prezzi, distribuzione e strategie di mercato. La pandemia ha amplificato queste dinamiche, con un aumento delle acquisizioni e delle fusioni tra big pharma e una concentrazione del potere economico nelle mani di pochi attori globali. Questo fenomeno ha forti implicazioni geopolitiche, perché la produzione e distribuzione dei vaccini e dei farmaci essenziali sono diventate leve di influenza internazionale, generando tensioni e competizioni tra grandi potenze.

Parallelamente, nel campo energetico, la crisi ucraina ha accelerato la corsa al riarmo e alla ricerca di nuove fonti energetiche alternative alla Russia, tradizionale fornitore di gas e petrolio dell’Europa. L’Unione Europea ha dovuto rivedere le proprie strategie energetiche e stringere accordi con Paesi del Medio Oriente, Africa e America Latina, spesso in modalità poco trasparenti e con ripercussioni geopolitiche importanti. Tali accordi segreti sono stati fondamentali per evitare una crisi energetica totale, ma hanno anche acceso nuove tensioni e alimentato instabilità regionali.

Questa situazione ha evidenziato la vulnerabilità delle economie occidentali, dipendenti da risorse energetiche importate e da una catena di approvvigionamento globale fragile. Il rialzo dei prezzi dell’energia ha influito sull’inflazione, sui costi di produzione e sul potere d’acquisto delle famiglie, creando una crisi economica a livello planetario. L’impatto è stato particolarmente forte per i Paesi più poveri, che si sono trovati a dover scegliere tra sviluppo economico e sostenibilità ambientale.

Le politiche energetiche, inoltre, sono state influenzate da gruppi di pressione che hanno utilizzato la crisi come leva per ottenere concessioni favorevoli o per rallentare la transizione verso fonti rinnovabili. Le lobby del petrolio e del gas hanno mantenuto un ruolo dominante nelle negoziazioni, sostenendo accordi riservati che spesso hanno ignorato gli interessi pubblici e ambientali. La mancanza di trasparenza ha reso difficile valutare l’effettiva efficacia di tali accordi e ha sollevato dubbi sull’impatto reale di alcune iniziative “green”.

Il legame tra salute pubblica, economia e geopolitica emerge anche nelle strategie di investimento in ricerca e sviluppo. I fondi destinati a nuove tecnologie farmaceutiche e a soluzioni energetiche sostenibili sono oggetto di trattative riservate che coinvolgono governi, istituzioni finanziarie e multinazionali. L’accesso a queste risorse diventa quindi un fattore di potere e di influenza globale, contribuendo a disegnare un mondo sempre più diviso tra chi detiene le tecnologie e chi ne resta escluso.

A questo proposito, l’Italia ha cercato di ritagliarsi un ruolo importante, promuovendo normative innovative come la legge 3/2018 sulla medicina di genere, che mira a integrare le differenze biologiche nelle pratiche cliniche e nella sperimentazione farmaceutica. Tuttavia, l’effettiva applicazione di tali leggi dipende fortemente dalla capacità di contrastare gli interessi economici che spesso privilegiano un approccio uniforme e standardizzato, anziché personalizzato e inclusivo.

L’accesso equo ai farmaci innovativi è uno dei nodi principali di questa complessità, specie per malattie croniche e debilitanti come l’emicrania. Le nuove terapie, costose e protette da brevetti, sono spesso riservate a una parte ristretta della popolazione, mentre il resto si confronta con cure obsolete e una rete di assistenza insufficiente. Il divario tra Nord e Sud del mondo, così come tra aree più o meno sviluppate all’interno di un Paese, rischia di ampliarsi ulteriormente, alimentando ingiustizie sociali e crisi di fiducia nei confronti delle istituzioni.

In tale contesto, la ricerca di trasparenza e di un maggiore controllo democratico sugli accordi segreti diventa un tema centrale per il futuro. Organizzazioni internazionali, associazioni di pazienti e movimenti civici stanno chiedendo a gran voce l’abolizione delle clausole di riservatezza e la pubblicazione integrale degli accordi che riguardano la salute pubblica e l’energia. Solo una maggiore partecipazione e consapevolezza collettiva può arginare il potere delle lobby e garantire che le risorse pubbliche siano impiegate per il bene comune.

L’intersezione tra economia e geopolitica, quindi, non riguarda solo la dimensione macro, ma incide profondamente sulla vita delle persone comuni, sulle opportunità di cura e sui diritti fondamentali. L’emicrania, con le sue dimensioni di malattia invisibile e sottovalutata, è emblematico di come queste dinamiche si traducano in sofferenza individuale e disuguaglianze di genere. La sfida per il futuro è costruire sistemi più equi e trasparenti, che mettano la salute e l’ambiente al centro delle politiche economiche e geopolitiche.

L’analisi delle crisi fino al 2022 mostra che il vero nodo è la gestione dei poteri nascosti, delle reti di influenza e degli interessi economici che agiscono dietro le quinte. Disinnescare questa complessità richiede uno sforzo collettivo, che coinvolga istituzioni, società civile, comunità scientifica e cittadini, per creare nuovi equilibri e garantire una governance globale più giusta e responsabile. Solo così sarà possibile trasformare le sfide odierne in opportunità per un futuro sostenibile e inclusivo, in cui la salute, l’energia e lo sviluppo economico siano diritti accessibili a tutti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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