
Il Corpo
Scritto da Massimo Rossi il . Pubblicato in Attualità.
Una riflessione si fa strada nella mia mente con sempre maggiore insistenza: il corpo.
La naturale essenza del corpo di un individuo come metro e misura della essenza e naturale contenitore di quanto in definitiva è e resta essenziale. Se riflettiamo un attimo noi siamo quanto è il nostro corpo ed il nostro limite fisico è il nostro corpo. Alla nascita siamo in quanto fisicità. Siamo in quanto essenza e proiezione delle nostre membra racchiuse in un sacco detto pelle. Non siamo altro e seppur modificati cresciamo nel nostro corpo e con esso facciamo i conti.
Nel bene e nel male tutto quello che noi nella nostra vita attraversiamo, tocchiamo, sfioriamo, desideriamo di entrare in contatto si riferisce, in modo inevitabile, al nostro corpo. Niente di diverso è se non il nostro corpo nella cruda e semplice nudità. Una nudità che non è pudore o narcisismo che appartengono alla sfera della morale e della psiche, ma una nudità data dalla cruda essenza di un limite e di una vita che è racchiusa dentro quel limite. Quella massa di organi tra loro concatenati e racchiusi in un involucro di pelle, siamo noi.
Subito ci obietteranno che il nostro essere è anche intelletto e psiche e noi non possiamo negarlo, ma non è di ciò che ci stiamo occupando. Ci interessa il corpo che si forma ancora prima di essere toccato, si forma in modo embrionale nella pancia della madre e si moltiplica già lì, ai suoi esordi, ha un limite ed una definizione. Già lì c’è una definizione ed una essenza. Nel corpo della madre trova forza e contiene e delimita. Il corpo è già. Il corpo è già una entità a se, e sarà una entità a se anche dopo. Ma già lì ha trovato il limite e l’essenza.
Il corpo, in un corpo, ha già uno spazio che occupa e che impegna. Il corpo già in quella naturale fisicità è. La nascita è quando il corpo – non più contenuto – prende spazio nel mondo esterno ed occupa il suo spazio in uno spazio più ampio che è la vita oltre il contenitore precedente. Da quel momento il corpo, come entità fisica, occupa spazio e ha la caratteristica di modificarsi in consistenza, grandezza e volume. Il corpo impegna anni per andare ad occupare in modo stabile quanto spazio gli occorre, ma diventato completo ed adulto, non occupa più spazio oltre. Quello spazio è il suo, ma non è uno spazio stabile e fisso è uno spazio che viene occupato in movimento.
Il corpo poi, negli anni, ha una inevitabile attitudine alla modificazione, alla decadenza e, quindi, alla sua autodistruzione che in verità – come ci insegna la biologia e la medicina – avviene in ogni istante. In ogni istante ci sono parti del nostro corpo che ci lasciano ed altre che prendono il loro posto. Se è vero che non ci possiamo bagnare sempre nelle stesse acque dello stesso fiume è, altresì, vero che noi non siamo mai sempre noi stessi nel senso che il nostro corpo cambia in modo tale che in ogni istante il nostro corpo, la nostra “scatola”, il nostro involucro non è mai uguale a se stesso. Una mutabilità ed una mutazione sorda, esatta, continua, senza sosta, senza che in noi vi sia la minima percezione di tutto ciò.
Le cellule che mutano vengono sostituite da cellule identiche, portatrici delle medesime materialità e delle medesime qualità. Appare corretto dire che siamo dei soggetti in continua e costante decadenza. Siamo delle arabe fenici che dalla polvere della materia che decade risorge altra materia che è destinata a breve a decadere in un ciclo di tipo “naturale” che non ci accorgiamo che esiste, ma esiste anche se noi non ne abbiamo la percezione.
Il nostro corpo quanto di più solido e fisso riteniamo di avere, in verità, non è affatto saldo e fisso, ma è una materia in totale e continua modificazione. Ma tutto ciò ci porta ad una considerazione che si apre ad una realtà ben diversa da noi e se volgiamo lo sguardo alla natura, alla fisicità della natura (animale e vegetale) che ci circonda, tutto ciò, è vero e confermato. Siamo tutti corpo in un movimento perenne che implica la decadenza degli stessi e la loro perenne e continua trasparenza nella loro unicità ed essenza fisica. Ma se volgiamo lo sguardo oltre la nostra terra che è corpo in movimento anch’essa, ci accorgiamo che la vera spinta vitale non è la stasi, ma la cinetica, il movimento. La terra si muove nel senso che occupa spazio diverso e si modifica nel tempo.
E così fanno tutti i corpi celesti che conosciamo. E così fa l’Universo nella sua rappresentazione scientifica più probabile: il Big Bang. Movimento e mutazione. Questa è la chiave della vita che è all’origine CAOS e poi ancora CAOS almeno ai nostri occhi. Dove non è movimento e mutazione si assiste a stasi e, quindi, a morte.
La nostra fisicità che abbiamo lasciato in movimento e trasparenza, ad un certo punto, ha un processo di decadimento senza nuova genesi e le cellule che finiscono per sostituire sono meno forti delle precedenti e questo determina che il processo di generazione delle cellule si arresta ed il corpo che è entità materiale finisce per occupare (per lo più) una fisicità nel terreno che l’accoglie. Terminando così la sua genesi, la sua trasformazione, il suo decadimento in qualcosa che non è.
Il corpo è tutto quello che abbiamo e solo quello che ferisce il nostro corpo o lo annienta è male e va evitato. Noi non possediamo nulla in vita ed anche il nostro corpo, a pensarci bene, è in prestito. Se noi pensiamo al nostro corpo come involucro ci rendiamo conto di quanto sia importante preservarlo e curarlo, ma non in senso estetico che non è il versante che mi interessa, ma nel senso di preservarlo da tutto e da tutti, ed anche da noi stessi.
Il corpo è importante in se perché, in realtà, ci definisce, ci costituisce e ci impone all’esistenza. Senza il corpo non siamo, senza la fisicità del corpo non siamo, senza le cellule che lo compongono non siamo. Ed è in questa essenza che si rinviene l’esistenza fisica di un individuo, e con ciò di ogni forma di vita ed anche ogni forma di una consistenza fisica (es. pietra) che occupa uno spazio nella entità che noi definiamo Universo.
Universo che anch’esso è in movimento ed in espansione sebbene sia ignoto in quale materia la materia dell’Universo si espanda. Questo è un tema che non trova una spiegazione razionale e non può trovarla per le nostre menti. Il vero limite di questi stadi, infatti, è quello di trovare una collocazione spaziale a concetti che configgono con la possibilità di pensiero umano. Vi è, però, una realtà innegabile noi siamo fino a quando il corpo occupa uno spazio. Non siamo prima e non siamo dopo. Siamo universi finiti nello spazio e nel tempo. Entità, corpi, universi che si sfiorano e si toccano restando entità separate.
