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Opportunità di crescita Italia-USA 2025

Tra Crescita Moderata e Trasformazione Strutturale

Scritto da Ottavia Scorpati il . Pubblicato in .

A cura di Ottavia Scorpati

Il passaggio da una crescita accelerata a un’era di sostenibilità e complessità

La Cina nel duemila ventiquattro si presenta in una fase di crescita economica moderata, con un aumento del PIL che si attesta intorno al 4,9%. Sebbene questo tasso rappresenti un rallentamento rispetto ai ritmi vertiginosi degli anni precedenti, è indicativo di un momento di trasformazione profonda per la seconda economia mondiale. Questa dinamica non è semplicemente una contrazione o una decelerazione fine a se stessa, ma piuttosto il risultato di una complessa riorganizzazione strutturale che coinvolge aspetti economici, sociali, demografici e tecnologici. Le politiche di stimolo fiscale messe in atto dal governo centrale hanno giocato un ruolo cruciale nel sostenere la ripresa post-pandemica, dimostrando la capacità dello Stato di intervenire in modo mirato per mantenere la stabilità e la continuità dello sviluppo economico. Tuttavia, non si può ignorare la presenza di molteplici criticità che influenzano la traiettoria della crescita, in particolare i problemi legati all’invecchiamento della popolazione e all’alto livello di indebitamento, soprattutto a livello delle imprese statali e delle amministrazioni locali. Questi fattori pongono sfide importanti che rischiano di condizionare il cammino della Cina nel medio e lungo termine, sia dal punto di vista economico sia sociale.

Il rallentamento della crescita cinese si inserisce in un contesto globale segnato da una serie di tensioni economiche e geopolitiche che amplificano l’incertezza. La guerra commerciale con gli Stati Uniti, insieme alle dispute tecnologiche che riguardano settori strategici come i semiconduttori, l’intelligenza artificiale e le telecomunicazioni, continua a generare uno scenario di instabilità che complica le strategie di investimento e di commercio internazionale della Cina. Queste tensioni non si limitano al solo campo economico ma si estendono anche alla sfera geopolitica, dove Pechino si impegna a rafforzare la propria influenza nella regione Asia-Pacifico e oltre, attraverso iniziative di ampio respiro come la Belt and Road Initiative (BRI), che mira a costruire una rete di infrastrutture e relazioni commerciali in Asia, Africa e America Latina. Allo stesso tempo, il governo cinese deve affrontare pressioni internazionali crescenti su temi delicati come i diritti umani e la sicurezza regionale, che aggiungono un ulteriore livello di complessità al panorama delle relazioni internazionali.

Questo momento di crescita più contenuta segna un passaggio da un modello di sviluppo caratterizzato da un’espansione rapida ma basata su investimenti massicci in infrastrutture e un’economia orientata all’export a basso costo, verso un modello più sostenibile e qualitativo. L’economia cinese sta gradualmente virando verso un modello di crescita centrato sull’innovazione tecnologica, sul rafforzamento del consumo interno e su una maggiore integrazione con i mercati globali di fascia alta. Il cambiamento di paradigma rappresenta una sfida complessa, perché richiede un adattamento profondo delle strutture economiche e sociali, ma anche un nuovo equilibrio tra Stato, imprese e società civile.

Tra le sfide più rilevanti vi è senza dubbio l’invecchiamento demografico, che rappresenta una trasformazione strutturale destinata a influenzare pesantemente il futuro della Cina. I dati più recenti indicano che la popolazione attiva ha raggiunto il picco e che la quota di persone anziane è in rapido aumento, un fenomeno che porta con sé molteplici conseguenze. Dal punto di vista economico, l’invecchiamento riduce la forza lavoro disponibile, incidendo negativamente sulla produttività complessiva e aumentando i costi legati alla previdenza sociale e all’assistenza sanitaria. La fine della politica del figlio unico, sebbene abbia allentato alcune restrizioni demografiche, ha prodotto un aumento della natalità limitato e insufficiente a invertire la tendenza verso una popolazione che invecchia, influenzata da fattori socioeconomici e culturali come il costo crescente della vita, la preferenza per famiglie più piccole e le mutate aspirazioni personali. Questo scenario demografico mette sotto pressione il sistema pensionistico e il mercato del lavoro, influenzando direttamente la domanda interna e la capacità di sostegno del consumo, che è fondamentale per una crescita economica equilibrata.

Oltre a queste difficoltà demografiche, il livello di indebitamento rappresenta un problema cruciale per la stabilità economica. Le imprese statali, insieme alle amministrazioni locali, hanno accumulato debiti considerevoli nel corso degli anni, generando rischi che il governo cerca di gestire attraverso politiche di contenimento e ristrutturazione. Tuttavia, il controllo del debito resta una sfida complessa, soprattutto in un contesto in cui la crescita economica rallenta e la fiducia degli investitori è condizionata da segnali di incertezza. Un settore particolarmente esposto è quello immobiliare, che dopo anni di espansione ha visto un rallentamento significativo, influenzando negativamente la fiducia degli investitori e riducendo i consumi correlati alle attività edilizie. La gestione di questo debito e la prevenzione di una possibile crisi finanziaria rappresentano dunque un punto delicato per il futuro economico cinese.

Sul versante delle politiche economiche, il governo ha adottato una politica fiscale espansiva che ha fornito un sostegno importante, soprattutto attraverso investimenti pubblici in infrastrutture e programmi di sostegno rivolti in particolare alle imprese tecnologiche e alle iniziative green. La crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale si riflette nell’impegno della Cina a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060, un obiettivo ambizioso che ha spinto il governo a favorire investimenti in energie rinnovabili, tecnologie pulite e mobilità sostenibile. Queste iniziative rappresentano anche nuove opportunità di crescita e innovazione, ponendo la Cina come potenziale leader globale nel settore delle tecnologie ambientali e della transizione energetica. Il cambiamento climatico e la protezione dell’ambiente si configurano quindi non solo come una sfida, ma anche come un motore di trasformazione industriale e di sviluppo tecnologico.

Le relazioni con gli Stati Uniti continuano a essere il fattore più determinante per le prospettive economiche e strategiche della Cina. Nel 2024, nonostante un allentamento degli scontri commerciali rispetto agli anni precedenti, la situazione rimane caratterizzata da un alto livello di incertezza. Le restrizioni all’export di tecnologie avanzate e i controlli sugli investimenti cinesi in settori strategici hanno spinto Pechino a intensificare gli sforzi per sviluppare un’autonomia tecnologica, con un crescente focus su settori chiave come i semiconduttori, l’intelligenza artificiale e le biotecnologie. Questo percorso verso l’autosufficienza tecnologica si traduce in massicci investimenti in ricerca e sviluppo e in un crescente supporto alle startup e alle imprese high-tech, nonché in una forte attenzione alla formazione di talenti scientifici e ingegneristici.

Contemporaneamente, la Cina ha rafforzato i propri legami economici e politici con altri paesi tramite accordi commerciali multilaterali come la Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) e la continuazione della Belt and Road Initiative, che si estende a paesi in Asia, Africa e America Latina. Questi progetti mirano a consolidare la posizione di Pechino come un hub centrale nel sistema commerciale globale, offrendo alternative ai tradizionali centri di potere occidentali e favorendo l’integrazione economica e politica delle regioni coinvolte, con un impatto strategico significativo sullo scacchiere internazionale.

Tuttavia, il panorama internazionale della Cina è anche caratterizzato da tensioni regionali che riguardano in particolare il Mar Cinese Meridionale e Taiwan. Le dispute territoriali e l’aumento dell’assertività militare di Pechino hanno allarmato i paesi vicini e gli Stati Uniti, che mantengono una presenza militare significativa nella regione per garantire la sicurezza strategica. Questo contesto di instabilità geopolitica potrebbe avere ripercussioni negative sulle catene di approvvigionamento globali e sugli investimenti esteri diretti in Cina, aumentando ulteriormente il livello di incertezza che già grava sull’economia cinese.

Il Partito Comunista cinese ha mantenuto un controllo rigoroso sulla stabilità sociale ed economica, con una particolare attenzione alla gestione del consenso e alla sicurezza nazionale. Le riforme economiche procedono in modo graduale, cercando di bilanciare la necessità di liberalizzare alcuni settori dell’economia con la volontà di mantenere un ruolo centrale e strategico allo Stato. In questo quadro, la digitalizzazione e la trasformazione digitale rivestono un ruolo centrale nelle strategie governative, con l’obiettivo di aumentare l’efficienza produttiva, sviluppare nuovi modelli di business e rafforzare la competitività dell’economia cinese sui mercati globali.

Nonostante le molte sfide, il mercato interno della Cina continua a rappresentare una risorsa di enorme potenziale. La classe media in espansione sostiene una domanda crescente di beni e servizi, che spazia dai prodotti tecnologici a quelli culturali e di lusso. Il settore dei servizi ha acquisito un’importanza crescente nel PIL, alimentato dall’urbanizzazione e dal cambiamento degli stili di vita della popolazione. Il miglioramento delle infrastrutture urbane, la diffusione delle tecnologie digitali e le politiche sociali rivolte alla riduzione delle disuguaglianze territoriali contribuiscono a creare un quadro di crescita più equilibrata e sostenibile.

Tuttavia, le disparità regionali rimangono un elemento strutturale che caratterizza il panorama economico cinese. Le grandi metropoli della costa orientale, come Shanghai, Pechino e Shenzhen, continuano a registrare una crescita robusta e ad attrarre investimenti e talenti, mentre le regioni interne e occidentali, pur beneficiando di programmi di sviluppo mirati, mostrano ritmi di crescita più contenuti e affrontano maggiori difficoltà infrastrutturali e sociali. Per contrastare questo divario, il governo ha aumentato gli investimenti nelle regioni meno sviluppate con l’obiettivo di migliorare la coesione territoriale e garantire stabilità socioeconomica nel lungo termine, considerando questo intervento fondamentale per la sostenibilità complessiva del sistema.

Le politiche ambientali, oltre a rappresentare una sfida imprescindibile, si stanno trasformando in un vero e proprio volano per la trasformazione industriale. La riduzione dell’inquinamento, la gestione sostenibile delle risorse naturali e la promozione di tecnologie verdi sono sempre più integrate nei processi di pianificazione economica. Le imprese cinesi stanno adattando le proprie strategie per rispondere a queste nuove esigenze, accelerando la transizione verso un’economia circolare e puntando alla decarbonizzazione. In questo modo, la Cina può giocare un ruolo chiave nella lotta globale contro il cambiamento climatico, posizionandosi come uno degli attori principali a livello internazionale nel campo della sostenibilità ambientale.

L’anno incorso si configura come una di transizione per la Cina, in cui la crescita economica moderata riflette un equilibrio delicato tra opportunità e rischi. La capacità del Paese di gestire efficacemente le sfide interne, in particolare quelle demografiche e finanziarie, unita alla sua abilità di navigare nel complesso scenario geopolitico internazionale, saranno determinanti per definire il ruolo futuro della Cina nell’economia globale. L’attenzione crescente al mercato interno, all’innovazione e alla sostenibilità ambientale emerge come un elemento chiave per accompagnare questa fase di trasformazione, che segna la fine di un’era caratterizzata da una crescita accelerata e l’inizio di un nuovo ciclo caratterizzato da maggior complessità e responsabilità.

Il rallentamento della crescita e la necessità di affrontare le sfide strutturali richiamano a riflessioni profonde. L’idea cristiana della “moderazione” come via di equilibrio e saggezza si applica efficacemente alla situazione cinese, dove l’abbandono di un modello di sviluppo basato sull’accumulazione illimitata può essere visto come un invito a una nuova armonia tra uomo, natura e società. Questa fase può essere interpretata come un riconoscimento dei limiti imposti dalla realtà materiale e dalla finitezza umana, un messaggio che invita a un rinnovato equilibrio e a una crescita sostenibile.

Il fenomeno dell’invecchiamento demografico e l’aumento del debito richiamano anche il concetto aristotelico di mesotes, ovvero la virtù della giusta misura tra eccesso e difetto. La Cina, con la sua complessità e vastità, è chiamata a incarnare questa virtù, gestendo con saggezza le proprie risorse per evitare gli eccessi che potrebbero compromettere la stabilità futura. Anche le tensioni commerciali e strategiche con gli Stati Uniti sottolineano l’importanza del dialogo e della mediazione tra visioni diverse, ricordando il pensiero filosofico di Hans-Georg Gadamer sulla comprensione autentica che nasce dalla comunicazione e dalla ricerca del consenso.

Il vecchio Dragone nella contemporanea appare dunque come un laboratorio di sfide e opportunità, in cui la crescita moderata è un indicatore che invita a riflettere sul significato più profondo dello sviluppo umano. Solo attraverso l’equilibrio, la saggezza e il dialogo sarà possibile costruire un futuro sostenibile e condiviso, capace di coniugare progresso tecnologico, sviluppo economico e tutela ambientale.

Imboccato un percorso di innovazione multidisciplinare delle scienze, fondamentali per affrontare i limiti della crescita tradizionale. Nel settore della biotecnologia, gli sviluppi riguardano farmaci per malattie legate all’invecchiamento, tecniche avanzate di ingegneria genetica come CRISPR e dispositivi medici per la cura personalizzata, con un impatto diretto sul miglioramento della qualità della vita. La fisica applicata è al centro della transizione energetica, con progressi significativi nei materiali semiconduttori, nei dispositivi fotovoltaici e nelle tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio, mentre la chimica contribuisce con l’innovazione nelle batterie e nei processi industriali più sostenibili, necessari per l’espansione della mobilità elettrica e delle energie rinnovabili.

La chimica verde si afferma come un ambito strategico, con lo sviluppo di processi produttivi più puliti, materiali biodegradabili e tecnologie di riciclo innovativo, a sostegno dell’economia circolare e della tutela ambientale. Le nuove frontiere tecnologiche includono anche la fotonica, con applicazioni in telecomunicazioni, informatica e sistemi di monitoraggio ambientale, e la tecnologia quantistica, con investimenti significativi in reti di comunicazione ultra sicure e computer quantistici capaci di rivoluzionare la capacità di calcolo.

L’automazione e la robotica rappresentano inoltre un elemento chiave per compensare la riduzione della forza lavoro dovuta all’invecchiamento, permettendo di mantenere elevata la produttività e la competitività industriale. I progressi nell’intelligenza artificiale, con l’uso di algoritmi sempre più sofisticati, trovano applicazione in ambiti che spaziano dalla gestione delle risorse naturali alla sanità, dal controllo della qualità nella produzione industriale fino alla guida autonoma.

In Cina nel 2024 è un Paese che, pur confrontandosi con limiti e sfide significative, punta con decisione verso un futuro di innovazione, sostenibilità e maggior equilibrio socioeconomico. La sua capacità di integrare tradizione e modernità, pragmatismo e visione, forza politica e apertura tecnologica, sarà determinante per definire non solo il proprio destino, ma anche l’equilibrio globale nei prossimi decenni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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