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Un Cammino di Fede e Identità

Scritto da Fulvio Muliere il . Pubblicato in .

a cura di Fulvio Mulieri

Dalla devozione medievale alla trasformazione contemporanea: come il Giubileo riflette le dinamiche umane, sociali e culturali attraverso secoli di storia. Un percorso che intreccia la ricerca di salvezza con il desiderio di appartenenza e trasformazione collettiva.

Il Giubileo non è solo un rito religioso, ma anche un fenomeno antropologico che incarna le dinamiche sociali, culturali e psicologiche di ciascun periodo storico. Da quando Papa Bonifacio VIII istituì il primo Giubileo nel 1300, il pellegrinaggio a Roma è divenuto un simbolo di speranza e di redenzione, ma anche un riflesso della ricerca umana di significato e di identità. Se dal punto di vista teologico il Giubileo rappresenta la possibilità di un nuovo inizio spirituale attraverso il perdono dei peccati, dal punto di vista antropologico è un rito che segna il passaggio di individui e comunità attraverso la sofferenza, la purificazione e il confronto con l’altro.

Nel corso dei secoli, il Giubileo ha accolto una molteplicità di pellegrini, provenienti da contesti culturali, sociali e geografici molto diversi, ma legati da una motivazione comune: il desiderio di trovare un posto nell’ordine cosmico e spirituale che la Chiesa rappresentava. La loro peregrinazione, tuttavia, non era mai solo un atto di fede pura, ma un vero e proprio viaggio sociale e identitario, in cui la speranza si mescolava con il desiderio di appartenenza a una comunità più grande.

Le tragedie, gli scandali e le curiosità che hanno segnato ogni Giubileo, come la calca mortale del 1450 o la figura controversa di Alessandro VI Borgia, ci raccontano di come il pellegrinaggio sia stato anche un terreno di incontro tra l’individuo e la collettività, dove il sacro e il profano, l’ideale e la realtà, si sovrappongono. Ogni Giubileo, da quello medievale al moderno, è diventato una testimonianza della trasformazione della società, riflettendo le esigenze spirituali e materiali dei pellegrini e della Chiesa stessa.

La storia del Giubileo, quindi, non è solo quella di un cammino verso la salvezza, ma anche un percorso antropologico che, attraverso il passaggio di ogni singolo individuo, racconta l’evoluzione delle società umane, delle loro credenze, delle loro paure e delle loro aspirazioni. In questo contesto, il Giubileo continua ad essere, nei suoi molteplici significati, un punto di riflessione sulle dinamiche dell’uomo e sulle sue continue ricerche di significato e appartenenza.

Il Giubileo, una tradizione che risale ai primi secoli del Cristianesimo, ha attraversato secoli di storia, scandali e curiosità che si sono intrecciati con le vicende della Chiesa, della politica e della società. Questo evento, che a partire dal 1300 ha segnato la vita della Città Eterna, rappresenta un incontro tra il sacro e il profano, dove la fede si fonde con la realtà terrena e i pellegrini si trasformano in attori di un’opera che ha avuto ripercussioni sulla storia dell’umanità. Da sempre, Roma è stata meta di viaggi spirituali, di persone in cerca di perdono, di speranza e di indulgenza. L’arte di essere pellegrino ha attraversato innumerevoli sfide e cambiamenti, dando luogo a tradizioni che a volte si sono mescolate con comportamenti e curiosità che hanno suscitato scandalo, ma anche ammirazione, curiosità e folklore. La storia del Giubileo, da Dante a Papa Francesco, ci racconta di un rituale che ha attraversato il Medioevo e si è esteso fino ai giorni nostri, coniugando fede, sofferenza e speranza. Ma cosa c’è dietro le celebrazioni, le difficoltà e anche i momenti più bui che hanno caratterizzato la storia dei Giubilei? Scopriamolo insieme, attraverso secoli di storia che continuano a vivere nella memoria collettiva.

Nel Medioevo, i pellegrinaggi erano esperienze che toccavano le profondità spirituali degli individui. Come scrive Dante nella Vita Nova, i pellegrini venivano definiti “palmieri” poiché, tornati dalla Terra Santa, portavano con sé la palma di Gerico come segno di redenzione. Il pellegrinaggio medievale, che aveva come meta non solo Roma ma anche Gerusalemme e Santiago de Compostela, era considerato un atto di fede che sanciva il percorso di purificazione e salvezza dell’anima. La Città Santa, cioè Roma, rappresentava per eccellenza il luogo dove si potevano ottenere le indulgenze per i peccati, perdoni che davano una seconda possibilità di salvezza.

I pellegrini, chiamati anche “romei” per il loro cammino verso Roma, erano tenuti a portare con sé un abbigliamento specifico. Un mantello di tessuto grezzo, la bisaccia, il cappello, il bordone e la zucca per l’acqua erano gli strumenti necessari per affrontare un viaggio che, in molti casi, era molto pericoloso. Le strade erano piene di banditi e di animali selvatici, e l’incertezza del ritorno rendeva la partenza un atto coraggioso, al punto che molti lasciavano testamento prima di mettersi in viaggio. Eppure, il ritorno dalla Terra Santa o da Santiago di Compostela conferiva al pellegrino una sorta di status e di venerazione sociale, dato che l’esperienza veniva vissuta come un superamento di difficoltà enormi. L’intensità del pellegrinaggio, sia fisica che spirituale, conferiva una sorta di aura sacra al viandante che aveva vissuto una purificazione lunga e faticosa.

L’indizione del Giubileo da parte di Bonifacio VIII nel 1300 è un momento fondamentale nella storia del cristianesimo. È proprio nel Giubileo che il pellegrinaggio a Roma raggiunge la sua massima espressione. Nel 1300, Roma diventa meta di milioni di pellegrini, attratti dal perdono dei peccati e dalla possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria. Le cronache dell’epoca raccontano che ogni giorno, duecentomila “romei” si accalcavano a San Pietro, facendo sì che Roma diventasse un vero e proprio luogo di passaggio per chi cercava la salvezza.

Questo primo Giubileo segna un momento di grande cambiamento anche nella gestione della città. La città si trovò a dover affrontare l’immensa folla, e si dovettero organizzare i flussi di pellegrini creando delle vere e proprie “corsie” per la circolazione pedonale, un primitivo sistema di regolamentazione del traffico. L’indizione del Giubileo non fu solo un evento religioso, ma anche un momento di grande politica. Bonifacio VIII, con la sua bolla di indizione, colpì anche la potente famiglia dei Colonna, escludendola dalla grazia giubilare, un atto di umiliazione che segnò la fine di una delle fazioni più influenti dell’epoca.

Nonostante la sacralità dell’evento, il Giubileo è stato spesso teatro di scandali, incidenti e tragedie che hanno macchiato la storia di questi eventi. Nel 1450, durante il Giubileo indetto da Papa Niccolò V, una calca enorme provocò la morte di centinaia di pellegrini. Il ponte Sant’Angelo, affollato da migliaia di persone in preda alla frenesia della devozione, divenne il teatro di un tragico incidente quando alcuni cavalli si imbizzarrirono, provocando il panico. La folla si disperse, ma molti rimasero soffocati o annegati nel Tevere. La tragedia non si fermò qui, poiché la peste invase Roma, seminando morte e paura. Niccolò V, colpito dal contagio, abbandonò la città, lasciando Roma senza una guida spirituale e politica durante il Giubileo.

Anche il Giubileo del 1500, sotto il papato di Alessandro VI Borgia, non fu privo di curiosità e scandali. In quell’anno, la Piazza San Pietro fu trasformata in un’arena in cui furono uccisi sei tori, un evento che fu considerato una sorta di spettacolo per la popolazione. Alessandro VI, noto per la sua vita dissoluta, sembrò voler utilizzare il Giubileo come strumento di propaganda personale. La sua figura fu messa in discussione da Girolamo Savonarola, un predicatore che accusava il papa di immoralità, e che sarebbe poi stato messo al rogo.

Il Giubileo ha attraversato secoli di storia, portando con sé momenti di grande fede, ma anche di grande conflitto. Il Giubileo del 1600, ad esempio, è segnato da un evento cruciale: il rogo di Giordano Bruno. Il filosofo domenicano, giudicato eretico dalla Chiesa, fu bruciato vivo in Campo de’ Fiori, nonostante fosse l’Anno Santo. Questo evento rappresenta simbolicamente la tensione tra la Chiesa e le correnti di pensiero che sfidavano la dottrina ufficiale, e segna un momento in cui la Chiesa affronta le sfide della modernità.

Nel 1798, con l’occupazione napoleonica, il Giubileo fu interrotto. Le truppe francesi presero Roma, segnando la fine temporanea della sovranità papale e l’inizio della Repubblica Romana. Papa Pio VI fu deportato in Francia, e la Chiesa si trovò a dover affrontare un periodo di esilio e di lotta per la sua sopravvivenza. Il Giubileo del 1800, infatti, fu annullato, e fu solo dopo la Restaurazione che si riprese la tradizione.

Nel 1900, sotto il papato di Leone XIII, il Giubileo si rinnova e si adatta ai tempi moderni. Il Giubileo diventa una grande occasione di incontro internazionale, con la creazione di un comitato organizzativo che si occupa della gestione dei pellegrinaggi. Fu in questo periodo che vennero create tessere personali per i pellegrini, con cui potevano acquistare biglietti scontati e partecipare agli eventi giubilari. Il Giubileo del 1950, voluto da Papa Pio XII, si svolse poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, e portò a Roma una moltitudine di pellegrini provenienti da tutto il mondo, nonostante la devastazione lasciata dal conflitto.

Molti pellegrini di quell’anno giunsero a Roma a piedi, alcuni percorrendo migliaia di chilometri. Si racconta che un industriale catalano, Giuseppe Majno, impiegò ben 37 giorni per arrivare a Roma da Barcellona. Altri pellegrini giunsero in bicicletta, in carrozzelle, e persino su canoe. Tra le storie più curiose c’è quella di una guida alpina che, partendo da Torino il 26 dicembre, impiegò solo 10 giorni per percorrere oltre 800 chilometri a piedi.

Il Giubileo del 2025, indetto da Papa Francesco, ha preso il nome di “Giubileo della Speranza” e si propone come un momento di rinnovamento spirituale per tutta l’umanità. Tra le novità, c’è l’apertura di una Porta Santa speciale a Rebibbia, il carcere di Roma, dedicata ai “fratelli detenuti”. Un gesto simbolico che segna l’attenzione del Papa verso i più emarginati, dimostrando che anche loro, come ogni pellegrino, sono chiamati a cercare perdono e speranza.

In questo Giubileo, la Chiesa continua a portare avanti la tradizione di accogliere i pellegrini, ma al tempo stesso si confronta con le sfide del mondo moderno, dove il pellegrinaggio non è più solo un cammino fisico, ma anche interiore. Il Giubileo del 2025 segnerà probabilmente un nuovo capitolo nella storia di questa antica tradizione, legando la Chiesa ai temi della giustizia sociale, della misericordia e della speranza.

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