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Evoluzione nel Decennio Liberi Professionisti in Europa

Scritto da Danilo Pette il . Pubblicato in .

Un’analisi del decennio che ha ridisegnato le professioni indipendenti in Europa: come le politiche dell’UE, le crisi economiche e la digitalizzazione hanno influito sulla categoria dei liberi professionisti dal 2014 al 2023.

Il periodo tra il 2014 e il 2023 rappresenta una fase cruciale per l’evoluzione dei liberi professionisti in Europa. Con l’introduzione del Piano d’Azione Europeo per le libere professioni, l’Unione Europea ha cercato di rispondere alle problematiche storiche di questa categoria, riconoscendola come un motore economico dinamico e capace di rispondere in modo flessibile alle sfide di un mercato del lavoro in continua trasformazione. L’ambizioso progetto, concepito dal vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani, aveva l’obiettivo di semplificare le normative, migliorare l’accesso al credito, incentivare l’internazionalizzazione e promuovere la formazione continua. Nel corso degli anni, questo piano ha subìto modifiche e adattamenti, ma ha anche portato alla luce importanti sfide che hanno condizionato il panorama delle libere professioni in Europa.

Nel 2023, a distanza di un decennio, i liberi professionisti si trovano ad affrontare una nuova fase, in cui si intrecciano sia successi sia difficoltà persistenti. Nonostante le misure adottate per promuovere la crescita e l’innovazione, la categoria continua a convivere con molteplici ostacoli, molti dei quali richiedono risposte più robuste a livello europeo. Analizzare il percorso intrapreso dai liberi professionisti in questi dieci anni è fondamentale per comprendere come evolveranno in futuro le politiche di supporto e le sfide che dovranno affrontare.

  1. Il Contesto Economico e Politico del 2014

Nel 2014, l’Unione Europea si trovava ancora nel pieno di un lungo processo di recupero dalle devastanti conseguenze della crisi economica del 2008. Nonostante il miglioramento delle condizioni economiche, la disoccupazione giovanile, la stagnazione salariale e la crescente disuguaglianza economica continuavano a rappresentare fattori di incertezza. Il panorama economico europeo, sebbene meno critico rispetto agli anni precedenti, era caratterizzato da fragilità strutturali e da un mercato del lavoro che stentava a trovare stabilità.

I liberi professionisti sono stati visti come una risorsa chiave per il recupero economico e la flessibilità del mercato del lavoro. La loro capacità di adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato, la loro autonomia e la propensione all’innovazione li ha resi soggetti fondamentali in una fase di transizione globale. Tuttavia, molte difficoltà persistevano: l’accesso al credito, la burocrazia, la formazione inadeguata e le difficoltà legate alla competizione internazionale erano solo alcune delle sfide quotidiane.

Il Piano d’Azione Europeo per le libere professioni, lanciato nel 2014, si proponeva di abbattere alcune di queste barriere, mettendo in campo misure di semplificazione e facilitazione, con l’obiettivo di supportare il settore nel suo processo di modernizzazione e di crescita. A livello pratico, una delle misure più rilevanti era quella che mirava a semplificare il sistema burocratico e a migliorare l’accesso ai finanziamenti, visto che i liberi professionisti, a causa della loro condizione di indipendenza, avevano maggiori difficoltà rispetto alle imprese più strutturate nell’accedere a prestiti e finanziamenti bancari.

  1. L’Accesso al Credito e la Riduzione della Burocrazia

L’accesso al credito è sempre stato uno degli ostacoli più significativi per i liberi professionisti. Le istituzioni finanziarie, in genere, hanno tendono a considerare i liberi professionisti come un segmento ad alto rischio, spesso con pochi asset o garanzie da offrire. Per questo motivo, i prestiti alle piccole imprese sono stati solitamente indirizzati verso aziende più strutturate, mentre i liberi professionisti, pur avendo un ampio potenziale di crescita, si sono trovati a fare i conti con un sistema di prestiti complicato e costoso.

Il Piano d’Azione Europeo ha cercato di rispondere a queste difficoltà, con l’introduzione di strumenti di finanziamento più facilmente accessibili, come i fondi strutturali nazionali e regionali, e programmi specifici come COSME e Horizon 2020, mirati a sostenere l’innovazione e la crescita di piccole e medie imprese, comprese quelle di liberi professionisti. Nonostante l’intento di semplificazione, i risultati sono stati spesso parziali. Mentre i fondi europei per l’innovazione hanno permesso ad alcuni professionisti di intraprendere progetti di ricerca e sviluppo, l’accesso a questi strumenti è rimasto tuttavia difficile, in particolare per le categorie meno strutturate o per i professionisti operanti in settori più tradizionali.

A livello burocratico, sebbene fossero previsti interventi per ridurre la complessità delle normative, la realtà è stata ben diversa. Le differenze tra i vari Paesi membri e le normative locali hanno continuato a rappresentare un ostacolo significativo. In molti Stati membri, le pratiche burocratiche si sono rivelate particolarmente pesanti, generando inefficienze e costi aggiuntivi che hanno ostacolato l’effettiva applicazione delle riforme europee.

  1. La Formazione Continua e la Digitalizzazione

Uno degli aspetti fondamentali del Piano d’Azione Europeo è stato l’investimento nella formazione e nell’aggiornamento professionale. I liberi professionisti, infatti, hanno una necessità costante di acquisire nuove competenze per restare al passo con i cambiamenti del mercato e le innovazioni tecnologiche. Con il rapido sviluppo della digitalizzazione, che ha coinvolto praticamente tutti i settori professionali, la formazione continua è diventata una priorità. La Commissione Europea ha incentivato l’introduzione di corsi di aggiornamento online, che hanno permesso ai liberi professionisti di accedere facilmente a risorse educative, abbattendo le barriere geografiche e logistiche.

La digitalizzazione ha rappresentato un’opportunità, ma anche una sfida. I professionisti sono stati chiamati ad adottare nuove tecnologie, piattaforme di gestione, strumenti di marketing online e a rivedere il modo in cui erogano i loro servizi. L’investimento iniziale in queste nuove tecnologie ha comportato dei costi, non sempre facili da sostenere per chi lavorava in solitaria o in piccole realtà. Allo stesso tempo, la digitalizzazione ha creato un’opportunità unica di networking internazionale, dando ai liberi professionisti l’accesso a un mercato globale, che un tempo sarebbe stato impensabile.

La necessità di aggiornamento continuo e di formazione in ambito tecnologico ha messo in luce la difficoltà di molti liberi professionisti di trovare il tempo per aggiornarsi, tra gli impegni quotidiani e le sfide legate alla gestione della propria attività. Le piattaforme online, pur essendo un ottimo strumento, non hanno risolto del tutto le difficoltà, soprattutto per quei professionisti meno inclini all’uso della tecnologia o con limitate risorse per accedere ai corsi più avanzati.

  1. L’Internazionalizzazione e l’Enterprise Europe Network

Nel contesto dell’evoluzione del mercato globale, l’internazionalizzazione è diventata una delle principali sfide e opportunità per i liberi professionisti europei. Il Piano d’Azione Europeo ha introdotto la Rete Enterprise Europe Network (EEN), pensata per aiutare i liberi professionisti a entrare in contatto con potenziali clienti e partner in tutto il mondo. Questo strumento ha offerto risorse informative e consulenze, facilitando l’ingresso in nuovi mercati e il superamento delle barriere linguistiche e culturali.

Nonostante gli sforzi e l’internazionalizzazione si è rivelata più complessa di quanto inizialmente previsto. Molti liberi professionisti si sono trovati di fronte a ostacoli legali e normativi nei Paesi di destinazione, come la difficoltà di ottenere il riconoscimento delle proprie qualifiche professionali. Alcuni settori, come quello legale o sanitario, hanno dovuto fare i conti con regolamenti molto rigidi e, in alcuni casi, con il rifiuto di poter esercitare in altri Paesi a causa delle normative nazionali contrastanti.

Alcune categorie professionali, come gli ingegneri e gli architetti, hanno potuto sfruttare maggiormente questa rete, grazie alla maggiore omogeneità delle normative a livello europeo. Questi professionisti hanno potuto accedere a contratti internazionali e a un mercato globale che ha favorito l’espansione delle loro competenze e della loro attività.

  1. Il Forum Europeo per le Libere

Professioni in Occasione di Confronto

Uno degli strumenti principali per monitorare l’andamento del Piano d’Azione Europeo è stato il Forum Europeo per le Libere Professioni. Questo evento annuale ha rappresentato una piattaforma di discussione tra professionisti, organizzazioni di settore e rappresentanti delle istituzioni europee. Il Forum ha dato voce alle problematiche quotidiane e ha permesso di tracciare bilanci su quanto fosse stato fatto, raccogliendo feedback e suggerimenti per migliorare il Piano d’Azione.

Tuttavia, la pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto devastante sul settore delle libere professioni, mettendo in evidenza le fragilità strutturali. Molti professionisti hanno visto ridursi drasticamente il loro reddito, e le misure di supporto varate dall’UE non sono state sempre sufficienti o tempestive per contrastare gli effetti economici e sanitari della crisi.

  1. Il Futuro delle Libere Professioni in Europa

Guardando al futuro, il panorama delle libere professioni in Europa continua ad essere segnato da opportunità, ma anche da sfide complesse. I progressi in termini di digitalizzazione e accesso a mercati internazionali hanno ampliato le prospettive, ma la disomogeneità delle normative nazionali e la burocrazia continuano a rappresentare ostacoli significativi. Le politiche europee devono essere sempre più orientate a garantire l’uniformità delle regolamentazioni e a favorire l’inclusività dei liberi professionisti in tutte le aree del mercato.

L’attenzione dovrà concentrarsi su come integrare la sostenibilità e la transizione ecologica all’interno delle attività professionali. Le libere professioni dovranno adattarsi ai nuovi paradigmi di crescita verde e sostenibile, con l’adozione di tecnologie verdi e soluzioni a basso impatto ambientale. La digitalizzazione e l’innovazione continueranno ad essere gli strumenti fondamentali per mantenere la competitività e l’efficienza.

Il Piano d’Azione Europeo ha sicuramente segnato un passo avanti importante, i liberi professionisti devono ancora confrontarsi con numerose difficoltà. Sarà necessario un impegno continuo per superare le barriere e rendere l’Europa un luogo dove tutti i professionisti, indipendentemente dal settore in cui operano, possano trovare le risorse e le opportunità per prosperare in un contesto internazionale in costante evoluzione.

 

©Danilo Pette

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