
Accordo Quadro Italia e Grecia della Diplomazia Culturale
Scritto da Danilo Pette il . Pubblicato in Attualità.
Una sinergia strategica per promuovere la lingua, la storia e l’eredità culturale greca attraverso studi, ricerca, formazione e collaborazioni internazionali
L’Istituto ellenico della diplomazia culturale di Roma e la Fondazione Magna Grecia hanno recentemente dato vita a un importante Accordo quadro, un’intesa formale siglata da Konstantina Pilafà, presidente dello Istituto, e Antonino Foti, presidente della Fondazione, durante una cerimonia ufficiale di alto profilo. Alla firma hanno preso parte figure di rilievo come George Labrinopoulos, responsabile della comunicazione e delle pubbliche relazioni dello IEDC, Alessandro Di Legge, segretario generale della FMG, e Antonello Colosimo, presidente dell’Organismo di vigilanza nonché presidente di sezione della Corte dei Conti. Questo Memorandum si inserisce in un solido contesto di relazioni di diplomazia culturale tra Italia e Grecia, testimonianza di rapporti longevi e intensi che ora trovano nuova linfa e prospettive di sviluppo. L’accordo sancisce la volontà condivisa di ampliare la cooperazione in ambiti fondamentali quali lo studio, la ricerca, la formazione e la comunicazione, con lo scopo di promuovere in modo coordinato e sinergico la cultura greca in tutte le sue sfaccettature, sia classiche che contemporanee.
La partnership tra queste due istituzioni rappresenta la costruzione di un ponte culturale e accademico destinato a diffondere la conoscenza della Grecia nel contesto italiano e più ampio internazionale. Entrambi i soggetti si impegnano a diventare punti di riferimento essenziali nella promozione della cultura greca, sviluppando programmi congiunti e scambi accademici, scientifici e formativi che valorizzino il patrimonio storico, artistico e sociale greco, mettendo in rilievo il ruolo cruciale della Grecia nel panorama mediterraneo e mondiale. La cooperazione si estende anche a collaborazioni con istituzioni pubbliche e private, enti di ricerca, università e centri culturali, tutti accomunati dall’obiettivo di rafforzare i legami interculturali e di favorire un dialogo sempre più profondo tra le due culture.
Konstantina Pilafà, al timone dell’Istituto ellenico della diplomazia culturale, incarna perfettamente questa missione, grazie a una formazione accademica e professionale che intreccia radici culturali greche e italiane. Nata ad Atene, con origini paterne in Asia Minore, ha completato il liceo a Creta prima di trasferirsi in Italia, dove si è specializzata in diplomazia pubblica e culturale all’Università di Siena. La sua esperienza accademica, arricchita dalla collaborazione con autorevoli studiosi come i professori Richard Higgott e Pierangelo Isernia, le ha permesso di sviluppare un approccio originale e profondo allo studio e alla promozione della cultura greca. La presidente Pilafà si propone quindi come un ponte vivente tra Grecia e Italia, capace di facilitare la comprensione e la diffusione della lingua, della letteratura, delle arti e delle tradizioni greche, valorizzandole in ambito nazionale e internazionale.
Antonino Foti, dal canto suo, rappresenta un riferimento fondamentale nel panorama culturale, economico e sociale del Mezzogiorno d’Italia, con una carriera che spazia dal settore pubblico a quello privato, fino all’attività politica. Laureato in giurisprudenza, ha ricoperto importanti ruoli dirigenziali come consulente di società pubbliche e private, vicepresidente dell’Istituto per la promozione industriale, e vice presidente del Gestore dei mercati energetici. Nel 2008 è stato eletto deputato della Repubblica Italiana nella circoscrizione Calabria, svolgendo un ruolo attivo in commissioni parlamentari strategiche e promuovendo leggi a favore della libera imprenditorialità, dell’occupazione giovanile e femminile e dell’internazionalizzazione delle imprese. Nel 2022, il Comune di Scilla gli ha conferito la cittadinanza onoraria per il suo contributo allo sviluppo della comunità locale. La sua esperienza e il suo impegno si allineano perfettamente con la missione della Fondazione Magna Grecia, che mira a preservare e valorizzare l’eredità storica e culturale di questa antica regione, considerata un crocevia di civiltà mediterranee, e a trasformare questo patrimonio in un motore di crescita e innovazione per il presente e il futuro.
Questa collaborazione strategica tra l’Istituto ellenico della diplomazia culturale e la Fondazione Magna Grecia si fonda sulla convinzione profonda che la cultura non sia un semplice patrimonio da conservare, ma un elemento dinamico e vitale capace di stimolare processi di innovazione sociale, economica e politica. Le sfide poste dalla globalizzazione, dalle trasformazioni digitali e dai mutamenti geopolitici richiedono un approccio che metta al centro i valori umanistici, la conoscenza storica e la formazione, così da costruire società inclusive, resilienti e capaci di dialogare efficacemente nel contesto internazionale. Entrambe le istituzioni si impegnano quindi a promuovere attività culturali e di ricerca che riflettano questa visione, valorizzando al contempo la ricchezza del patrimonio greco e mediterraneo.
Un esempio significativo dell’importanza di questa visione è rappresentato dall’attività della Fondazione Magna Grecia, che ha portato la sua esperienza e i suoi progetti anche a livello internazionale, presentandosi presso le Nazioni Unite. Questo testimonia l’interesse globale per iniziative che promuovono valori condivisi e collaborazioni transnazionali, in particolare nella lotta a fenomeni complessi come il crimine informatico, che coinvolge aspetti di sicurezza, cultura e sviluppo tecnologico. Tale apertura sottolinea come la cultura, intesa in senso ampio, possa diventare un potente strumento di cooperazione internazionale e di costruzione di ponti tra società diverse.
La Fondazione Magna Grecia, nel suo operato, ricorda l’importanza storica di questa regione come crocevia di culture e civiltà del Mediterraneo antico, un’eredità che ancora oggi continua a influenzare la società contemporanea. Attraverso studi approfonditi, ricerche innovative e progetti di advocacy, la Fondazione coinvolge un ampio ventaglio di stakeholder – enti sociali, università, aziende e istituzioni – tutti impegnati nella promozione della cultura e nello sviluppo socioeconomico del Mezzogiorno d’Italia. Questa azione si basa sulla ferma convinzione che un approccio umanistico e culturale possa contribuire in maniera decisiva alla costruzione di un futuro migliore, capace di coniugare tradizione e innovazione.
Il contributo dell’Istituto ellenico della diplomazia culturale in questo quadro è fondamentale per diffondere la conoscenza della lingua greca, della sua storia e del suo patrimonio culturale, nonché per creare opportunità di scambio accademico e formativo che arricchiscano entrambe le realtà nazionali. L’Istituto, sotto la guida di Konstantina Pilafà, si propone di diventare un punto di riferimento per la promozione della cultura greca, lavorando a stretto contatto con enti pubblici e privati che condividono gli stessi obiettivi, e favorendo iniziative che permettano di esplorare e valorizzare la dimensione culturale greca in tutte le sue declinazioni.
In questo contesto si inserisce la straordinaria riflessione dell’eminente accademico spagnolo Francisco Rodríguez Adrados, una figura di primo piano nello studio della lingua greca e della filologia classica. Adrados sosteneva con convinzione che il greco e il cinese siano le uniche lingue viventi la cui esistenza è documentata da oltre 3.500 anni, un dato che sottolinea l’incredibile longevità e l’importanza storica di queste culture linguistiche. Secondo Adrados, il greco può essere considerato la “prima lingua del mondo”, soprattutto in virtù dell’enorme influenza che ha esercitato su tutte le lingue europee e non solo.
Il lavoro di Adrados, che ha dedicato gran parte della sua carriera all’Università Complutense di Madrid, dove ha insegnato lingua e letteratura greca, è stato fondamentale per approfondire la conoscenza della storia della lingua greca. Ha contribuito alla linguistica indoeuropea e generale, pubblicando numerosi studi e ricevendo riconoscimenti prestigiosi come il Premio Onassis per il suo dizionario greco-spagnolo. La sua presenza all’evento di presentazione del libro “Storia della lingua greca”, pubblicato da Papadimas Publications e presentato presso l’Esiea, ha ribadito l’importanza di comprendere la struttura, l’evoluzione e l’impatto del greco sul patrimonio linguistico europeo.
Nel suo libro, Adrados illustra come la lingua greca si sia evoluta partendo dall’indoeuropeo, passando attraverso il greco koinè e l’attico, divenuto la lingua comune durante l’età classica, fino ad arrivare alle sue varianti bizantine e moderne. Questo percorso linguistico non solo testimonia la ricchezza e la complessità della lingua, ma evidenzia anche il ruolo cruciale che il greco ha svolto nell’Impero Romano d’Oriente e nell’impostazione culturale del mondo bizantino, fino a diventare la lingua ufficiale del moderno Stato greco.
Una peculiarità affascinante della lingua greca, sottolineata da Adrados, è la sua natura intrinsecamente matematica: ogni lettera dell’alfabeto corrisponde a un valore numerico, e di conseguenza ogni parola ha un significato numerico nascosto. Questo sistema non è solo una curiosità, ma riflette un’antica conoscenza codificata, che mostra la profonda interconnessione tra linguaggio, numeri e pensiero matematico. La cultura greca, fin dai suoi albori, ha considerato la matematica come una scienza fondamentale, strettamente legata alla filosofia, alla musica, alla geometria e all’astronomia.
Il filosofo Pitagora incarna perfettamente questa visione: egli concepiva matematica, geometria, musica e astronomia come scienze sorelle, indispensabili per lo sviluppo della mente e dell’anima, in un percorso ascendente verso la comprensione del Creatore. Questo pensiero olistico, che integra scienza e spiritualità, è profondamente radicato nella tradizione greca e si riflette anche nella struttura della lingua, che racchiude in sé un patrimonio di conoscenze filosofiche, scientifiche e culturali.
Questa base matematica e filosofica della lingua greca è parte integrante della sua straordinaria longevità e del suo immenso valore culturale, che si proietta ben oltre i confini del passato. Le parole di Francisco Rodríguez Adrados ci ricordano che il greco non è solo un idioma antico ma una vera e propria chiave per comprendere la storia, la cultura e il pensiero di tutta l’umanità, una forza viva che continua a influenzare e arricchire le lingue moderne, la letteratura, la filosofia e le scienze.
La vita accademica di Adrados è stata caratterizzata da un impegno instancabile e da un’attenzione costante allo studio della lingua greca. Dopo aver compiuto studi in filologia classica, ha ricoperto ruoli di grande prestigio in ambito accademico e culturale, diventando professore ordinario presso l’Università Complutense di Madrid e membro delle Accademie Reale Spagnola, Reale di Storia e dell’Accademia di Atene, un riconoscimento di straordinario valore per uno studioso non greco. La sua erudizione, combinata con una straordinaria capacità di comunicare, ha reso la sua opera accessibile e apprezzata anche da un pubblico più ampio, contribuendo a mantenere viva la tradizione ellenica e il valore della lingua greca nelle nuove generazioni di studiosi e appassionati.
L’eredità lasciata da Francisco Rodríguez Adrados nel campo della linguistica e della filologia classica è immensa: attraverso i suoi studi ha permesso di comprendere meglio non solo la lingua greca, ma anche il suo ruolo fondamentale nello sviluppo delle lingue europee e nella cultura occidentale. La sua opera resta un punto di riferimento imprescindibile per chiunque desideri approfondire la conoscenza del greco antico e moderno, e per coloro che intendono esplorare la complessa interazione tra lingua, cultura e storia.
La collaborazione tra l’Istituto ellenico della diplomazia culturale e la Fondazione Magna Grecia si inserisce quindi in un quadro più ampio di valorizzazione della cultura greca, non solo come elemento del passato, ma come motore vivo e dinamico di crescita e dialogo interculturale. Entrambe le istituzioni, pur con competenze e ambiti di azione diversi, condividono la consapevolezza che la cultura sia il tessuto connettivo che unisce popoli, epoche e civiltà, capace di fornire strumenti preziosi per affrontare le sfide contemporanee e costruire società più inclusive e aperte.
In un mondo globalizzato, dove le trasformazioni digitali e le nuove tecnologie impongono ritmi veloci e complessi cambiamenti, il ruolo della cultura diventa ancora più centrale. Non si tratta solo di preservare un patrimonio storico e artistico, ma di valorizzarlo come base per l’innovazione sociale, per lo sviluppo economico sostenibile e per la promozione della conoscenza. Attraverso la formazione, la ricerca e la comunicazione, l’Istituto ellenico della diplomazia culturale e la Fondazione Magna Grecia intendono rafforzare i legami tra Italia e Grecia, creando occasioni di scambio che coinvolgano accademici, studenti, artisti, professionisti e istituzioni, con l’obiettivo di promuovere una cultura vivace, aperta al confronto e capace di incidere positivamente sulla società.
L’accordo quadro siglato tra queste due realtà è quindi molto più di un semplice protocollo d’intesa: è l’espressione concreta di una visione comune che vede nella cultura un fattore strategico per la cooperazione internazionale, lo sviluppo territoriale e il dialogo tra popoli. È un invito a riscoprire le radici profonde di una civiltà millenaria, a riconoscere il valore delle lingue, delle tradizioni e delle conoscenze che hanno plasmato il mondo mediterraneo e a trasmettere questi valori alle nuove generazioni attraverso iniziative di studio, ricerca, formazione e comunicazione di ampio respiro.
Il Memorandum rappresenta inoltre un modello di collaborazione che guarda oltre i confini nazionali e oltre la dimensione storica, puntando a costruire un futuro in cui la cultura possa svolgere un ruolo attivo e determinante nei processi di innovazione sociale e sviluppo sostenibile. Questa alleanza culturale si configura come un laboratorio di idee e progetti, in cui la tradizione greca e la realtà contemporanea del Mezzogiorno d’Italia si incontrano, dialogano e si arricchiscono a vicenda, aprendo nuove prospettive di crescita condivisa.
La lingua greca, con la sua straordinaria storia e struttura, rappresenta un elemento centrale in questa narrazione. La sua unicità risiede non solo nella sua antichità e nella sua continuità, ma anche nella sua profonda connessione con la filosofia, la matematica, la scienza e la cultura umanistica. Come ha sottolineato il filosofo Pitagora, i numeri, l’armonia, la geometria e la musica sono elementi fondamentali per comprendere la realtà e l’universo, e la lingua greca incarna questa concezione olistica del sapere, fungendo da ponte tra il mondo antico e quello moderno.
Attraverso iniziative di promozione culturale, scambi accademici, eventi scientifici e programmi formativi, l’Istituto ellenico della diplomazia culturale e la Fondazione Magna Grecia lavorano per valorizzare questo straordinario patrimonio, rendendolo accessibile e vivo nelle società contemporanee. Il loro impegno testimonia come la cultura greca, nelle sue molteplici forme, continui a rappresentare una fonte inesauribile di conoscenza, ispirazione e identità, capace di influenzare profondamente le società di oggi e di domani.
La collaborazione siglata dunque non è solo un atto formale, ma un passo decisivo verso la costruzione di un dialogo culturale duraturo e profondo tra Italia e Grecia, basato sul rispetto reciproco, sulla valorizzazione delle radici comuni e sulla volontà di affrontare insieme le sfide del presente. È un invito a guardare alla cultura come a una risorsa viva, capace di generare sviluppo, coesione sociale e innovazione, un patrimonio da custodire ma anche da rinnovare costantemente per costruire un futuro di pace, collaborazione e crescita condivisa.
da Danilo Pette