
Cina la Potenza Nucleare e Nuovi Orizzonti
Scritto da Agostino Agamben il . Pubblicato in Economia e Politica.
A cura di Agostino Agamben
L’ascesa nucleare della Cina non riguarda solo il potenziamento militare, ma segna anche una rivoluzione energetica ed economica. Con un piano ambizioso che include reattori al torio e una crescente influenza sulla Russia, Pechino sta ridefinendo il futuro geopolitico e ambientale globale.
La Cina, in uno scenario geopolitico e tecnologico globale sempre più instabile, sta diventando l’attore principale nel campo delle armi nucleari. Negli ultimi anni, infatti, il paese ha accelerato la sua corsa al nucleare, riscuotendo successi e primati che sembrano inarrivabili per gli altri protagonisti della scena mondiale, come gli Stati Uniti e la Russia. Il passo forsennato della Cina ha sollevato interrogativi strategici, non solo sul piano militare, ma anche sul piano economico e geopolitico, innescando dinamiche che sfidano la stabilità globale. Se da un lato Mosca e Washington continuano a detenere la supremazia in termini di numero di testate nucleari, dall’altro la Cina si fa strada, con una crescita esponenziale che non conosce soste, tanto che, nel periodo 2023-2025, ha aggiunto ben 100 nuove testate nucleari, portando il suo arsenale da 500 a 600 unità. Nonostante il numero complessivo di testate sia ancora inferiore rispetto a quello degli Stati Uniti (5.177 testate) e della Russia (5.459 testate), l’incremento delle forze nucleari cinesi si configura come un fenomeno senza precedenti in termini di tasso di crescita.
Il rapporto 2025 dello Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) conferma che la Cina sta vivendo una vera e propria rivoluzione nucleare. Tuttavia, la vera novità non risiede solo nel numero, ma nel tipo di capacità tecnologiche che Pechino sta sviluppando in parallelo con l’espansione del suo arsenale nucleare. Come evidenziato dal SIPRI, Pechino non si sta limitando ad aumentare la quantità di testate nucleari, ma sta anche modernizzando la propria filiera nucleare, realizzando nuove infrastrutture come silos sotterranei e piattaforme di lancio, e ottimizzando la produzione e lo stoccaggio delle sue armi. Queste operazioni non si limitano ai soli aspetti strategici; come ha sottolineato Hans Kristensen, ricercatore senior associato del SIPRI, “stiamo assistendo a un importante aggiornamento industriale, dalle fabbriche agli impianti di riprocessamento e ai centri di simulazione utilizzati per certificare e sviluppare nuove armi”. Un progetto che di per sé non può che segnare un punto di svolta nelle dinamiche di potere nucleare globali.
Il percorso di modernizzazione nucleare della Cina è complesso e multiforme, e si integra con un ampio piano di sviluppo economico e strategico. Le strutture nucleari del paese sono al centro di un ampio programma di rinnovamento che riguarda anche le infrastrutture civili. Tra le innovazioni più rilevanti c’è la realizzazione del primo reattore nucleare al torio e sali fusi, acceso ad aprile 2025 nel deserto del Gobi. Questo tipo di reattore rappresenta una nuova frontiera dell’energia pulita e potrebbe riscrivere le regole dell’approvvigionamento energetico globale, unendo alle capacità nucleari di dissuasione una nuova, fondamentale leva economica per la Cina. La Cina sta, infatti, accelerando il suo cammino verso la completa indipendenza energetica, pur mirando a ricoprire un ruolo sempre più predominante nel mercato energetico internazionale.
La corsa cinese al nucleare non si limita solo al settore militare, ma è anche parte integrante della strategia geopolitica del paese, che mira a consolidare la propria influenza sull’Asia e a indebolire la posizione degli Stati Uniti nella regione. Secondo un’analisi dell’Hudson Institute, infatti, la crescente potenza nucleare cinese ha l’obiettivo primario di indebolire la posizione degli Stati Uniti come potenza egemone nell’Asia orientale, e più in generale, nel sistema internazionale. Questo è esemplificato dal concetto di “deterrenza psicologica” che la Cina sta perseguendo, mirata a ridurre la volontà di resistenza dei suoi avversari attraverso l’intimidazione strategica, più che attraverso un conflitto diretto. L’espansione nucleare cinese, dunque, non ha solo valore militare, ma assume anche una rilevanza geopolitica cruciale, proiettando la Cina come una superpotenza nucleare, che non ha bisogno di intervenire direttamente per esercitare una forte influenza sui suoi alleati e avversari.
Le potenze nucleari storiche – Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele – non sono riuscite a tenere il passo con la Cina. L’espansione delle capacità nucleari di questi paesi è stata sostanzialmente limitata, con incrementi minimi e smantellamenti di vecchi sistemi. Mentre Mosca e Washington hanno mantenuto il loro predominio in termini assoluti di testate nucleari, la Cina ha saputo amplificare la propria crescita e potenza strategica in modo molto più dinamico e sistematico.
Un’altra componente centrale della politica nucleare della Cina è il suo ruolo crescente nel settore dell’energia. Il paese non solo sta potenziando le sue capacità nucleari, ma sta investendo significativamente in soluzioni energetiche avanzate, come il già citato reattore al torio e sali fusi, che rappresentano il futuro dell’energia nucleare sostenibile. La mossa cinese di accendere il primo reattore al torio nel deserto del Gobi non è solo un capolavoro tecnologico, ma una mossa strategica che potrebbe ridisegnare il panorama energetico mondiale, aumentando la competitività cinese e minando la posizione degli Stati Uniti, che si sono storicamente contraddistinti come leader nel campo dell’energia nucleare civile. Quella della Cina non è solo una corsa al nucleare militare, ma una vera e propria sfida all’egemonia economica e tecnologica globale. La Cina sta dimostrando di avere una visione di lungo termine che va oltre l’ottenimento di un primato militare, mirando invece alla creazione di una base economica solida e sostenibile per sostenere la sua ascesa come superpotenza globale.
In parallelo, però, le altre nazioni sembrano rimanere ferme. L’Occidente, in particolare, sta affrontando una crescente difficoltà nel competere con la Cina, soprattutto dal punto di vista delle risorse energetiche. La potenza nucleare cinese non si limita solo agli armamenti, ma si sta estendendo anche al settore civile, con Pechino pronta a dominare il mercato energetico con reattori innovativi che potrebbero rivoluzionare l’approvvigionamento energetico a livello globale, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili e riducendo l’impatto ambientale delle sue attività industriali.
Ma la strategia cinese non si limita alla sola crescita e alla modernizzazione delle sue capacità nucleari. La Cina sta utilizzando il suo potere nucleare come strumento di dissuasione psicologica, un aspetto che ha assunto crescente rilevanza nelle analisi di esperti geopolitici. Secondo l’Hudson Institute, la Cina non cerca tanto il conflitto diretto, ma piuttosto vuole “vincere senza combattere”. L’obiettivo primario della potenza nucleare cinese, infatti, è quello di indebolire l’avversario psicologicamente, minando la sua determinazione e riducendo il suo sostegno pubblico, attraverso l’uso strategico della minaccia nucleare. La Cina si avvantaggia della posizione di deterrenza nucleare per ridurre la capacità decisionale degli Stati Uniti e degli altri avversari globali. In questo modo, Pechino riesce a condurre una politica aggressiva di espansione e consolidamento del proprio potere regionale, senza necessità di conflitti aperti.
Se da un lato la Cina sta affermando la sua superiorità nucleare come uno strumento di difesa e potere, dall’altro si sta preparando ad affrontare una possibile destabilizzazione del sistema internazionale. La crescente tensione tra le potenze nucleari potrebbe infatti sfociare in scenari più pericolosi, con la Cina che si trova a bilanciare tra l’aumento della propria potenza e l’eventualità di una corsa globale alla proliferazione nucleare che potrebbe compromettere gli equilibri internazionali.
Nel contesto della rivalità nucleare e geopolitica, un altro fattore di rilevante importanza è la crescente instabilità economica della Russia, che si riflette nelle sue difficoltà sia sul fronte energetico che in quello industriale. Recentemente, l’India ha deciso di interrompere le importazioni di petrolio russo, mettendo a rischio uno dei principali alleati economici di Mosca. Questo sviluppo, insieme alle difficoltà nell’industria carbonifera russa, ha esacerbato ulteriormente la crisi economica del paese. L’India, infatti, non è più disposta a sacrificare le sue relazioni con gli Stati Uniti per favorire la Russia, in particolare con la crescente pressione di Washington e le minacce di sanzioni sulle imprese indiane.
La Russia, con il crollo delle sue esportazioni di petrolio verso l’Occidente, ha dovuto fare affidamento sulla Cina, che ora è diventata il suo principale partner energetico. Tuttavia, la crescente dipendenza da Pechino ha posto la Russia in una posizione vulnerabile. La Cina, infatti, ha potuto ridurre ulteriormente i prezzi del petrolio russo, mettendo sotto pressione le finanze di Mosca, che ormai si trova ad affrontare il “sconto cinese”. Questo fenomeno, insieme alle difficoltà strutturali nell’industria carbonifera russa, ha portato a perdite significative che ammontano a circa 350 miliardi di rubli nel 2025, alimentando la crisi economica interna.
A complicare ulteriormente la situazione della Russia c’è la crescente disuguaglianza sociale. Mentre le élite russe continuano a prosperare, con un mercato immobiliare di lusso che sembra essere l’unico a resistere alla crisi economica, la popolazione generale deve fare i conti con difficoltà crescenti. In particolare, la capitale Mosca è diventata uno degli unici luoghi in cui i prezzi degli immobili sono aumentati, con un incremento del 17% nel 2025, soprattutto nel settore del lusso. Questo divario crescente tra le élite e la popolazione ordinaria ha amplificato le tensioni sociali, con scioperi e proteste sempre più frequenti.
La Cina sta diventando sempre più una superpotenza nucleare, con un arsenale in continua espansione che mira a non solo potenziare la propria deterrenza, ma anche a cambiare gli equilibri internazionali. La sua strategia, che si estende dal nucleare militare al nucleare civile, passando per il rafforzamento del potere economico e geopolitico, sta riscrivendo le regole di un ordine mondiale che era stato storicamente dominato da Stati Uniti e Russia. In parallelo, la crisi interna della Russia e la crescente dipendenza da Pechino pongono interrogativi sulle future alleanze geopolitiche e sugli scenari di stabilità globale.