
Il Paradosso Russo la Crescita del Lusso e Povertà Incontrollata
Scritto da Agostino Agamben il . Pubblicato in Economia e Politica.
A cura di Agostino Agamben
L’analisi delle crescenti disparità sociali ed economiche tra le classi agiate di Mosca e le regioni più povere del paese, in un contesto di crisi economica, sanzioni internazionali e stagnazione del settore minerario, che sta alimentando una spirale di povertà e disoccupazione, mentre il mercato immobiliare di lusso continua a prosperare e la classe media scompare lentamente.
Il Mercato Immobiliare e la Crescente Povertà in Russia
Il mercato immobiliare russo e la crescente povertà sono due facce della stessa medaglia che testimoniano l’attuale situazione economica e sociale del paese. In Russia, dove il mercato immobiliare è da sempre frammentato e altalenante, la guerra in Ucraina, accompagnata dalle sanzioni occidentali e dalla recessione economica, ha accentuato le disparità tra le diverse aree geografiche. Il contrasto tra la continua ascesa dei prezzi degli immobili di lusso a Mosca e le difficoltà economiche che affliggono le regioni più povere del paese, come la Siberia Orientale, è diventato un chiaro indicatore della crescente disuguaglianza sociale. Mentre i ricchi e gli oligarchi continuano ad accumulare fortune, gran parte della popolazione russa vive una realtà di povertà e disoccupazione, con il futuro sempre più incerto.
La Povertà e le Disuguaglianze Regionali
La povertà in Russia è un fenomeno che non si limita alle regioni più remote o periferiche, ma permea anche le grandi città, incluse le capitali Mosca e San Pietroburgo. Secondo i dati statistici forniti dalla Banca Centrale Russa, il tasso di povertà nel 2023 ha colpito il 12,6% della popolazione, un dato che traduce circa 18 milioni di persone sotto la soglia di povertà. Tuttavia, la distribuzione geografica della povertà è profondamente disomogenea, con picchi di disuguaglianza più accentuati in alcune aree del paese.
Mosca, la capitale e centro economico del paese, ha un tasso di povertà relativamente basso, pari al 6,8%. Tuttavia, questo dato non deve ingannare: nonostante la città continui a registrare un aumento del PIL e dei redditi medi, la povertà colpisce anche la capitale. Milioni di cittadini, infatti, vivono con stipendi molto bassi, spesso insufficienti a coprire le spese quotidiane. La disuguaglianza sociale a Mosca è particolarmente visibile nel contrasto tra i quartieri di lusso e le periferie degradate, dove il costo della vita è insostenibile per molti.
San Pietroburgo, sebbene non raggiunga i livelli di Mosca, è anch’essa una delle città dove la povertà si fa sentire con forza. Il tasso di povertà nella città è del 10,4%, un dato che indica una classe media in progressivo impoverimento. Le persone che vivono in condizioni precarie, spesso senza un alloggio adeguato, sono sempre più numerose. Le difficoltà economiche sono esacerbate dalla crescente inflazione e dall’aumento dei costi dei beni di prima necessità, che hanno ridotto il potere d’acquisto delle famiglie.
Le regioni più povere del paese, come la Siberia Orientale e il Tatarstan, registrano tassi di povertà molto più elevati: rispettivamente il 21,3% e il 16,5%. In queste aree, l’economia è in gran parte dipendente da settori come il carbone e l’industria mineraria, che hanno subito gravi contraccolpi a causa delle sanzioni economiche e della crisi globale. Molti lavoratori, che un tempo erano impiegati in settori ad alta intensità di capitale, si sono ritrovati disoccupati o con salari bassissimi, mentre le prospettive per il futuro appaiono sempre più incerte.
La situazione appare particolarmente tragica nel Kuzbass, un’importante regione mineraria della Siberia, dove l’economia locale è strettamente legata all’industria del carbone. La crisi del settore ha avuto effetti devastanti sulla disoccupazione, con un tasso che ha superato il 14,5% nel 2023, e in alcune zone rurali ha toccato punte del 20%. La chiusura delle miniere ha determinato licenziamenti di massa, mentre le politiche di riconversione industriale sono state sostanzialmente inefficaci. In alcune aree, la povertà è diventata talmente diffusa da trasformare l’intera regione in una “zona morta”, dove le opportunità di lavoro e di crescita economica sono praticamente inesistenti.
La Crisi del Settore Minerario e le Implicazioni Sociali
Le sanzioni occidentali e l’impossibilità di accedere alle tecnologie avanzate dei paesi europei e degli Stati Uniti hanno avuto un impatto devastante sul settore minerario russo. Le aziende carbonifere, ad esempio, hanno dovuto adattarsi a macchinari cinesi meno performanti, con conseguenti aumenti dei costi di produzione che hanno raggiunto il +30%. Questo ha ridotto notevolmente i margini di guadagno delle imprese, mentre la produttività è crollata, portando molte miniere al collasso. Secondo i dati ufficiali, nel 2024 oltre la metà delle aziende minerarie ha registrato perdite, con almeno 11 miniere chiuse e 27 in imminente fallimento.
Un caso emblematico è quello della miniera Spiridonovskaya nel Kuzbass, dove 900 lavoratori sono stati licenziati senza ricevere i loro stipendi arretrati, pari a 90 milioni di rubli. La situazione è diventata insostenibile anche per i lavoratori delle miniere, che sono costretti a vivere in condizioni precarie e ad affrontare il rischio di essere licenziati senza preavviso. Le autorità locali hanno cercato di tamponare la crisi con interventi economici, come rinvii fiscali e nazionalizzazioni di alcune aziende minerarie, ma la verità è che non esiste una strategia a lungo termine per affrontare la crisi. Il malcontento tra i lavoratori cresce, e con esso anche il rischio di una destabilizzazione sociale.
L’Ascesa degli Immobili di Lusso e le Difficoltà delle Classi Medie
Mentre le regioni più povere del paese lottano per sopravvivere, il mercato immobiliare a Mosca continua a prosperare, alimentato da una crescente domanda di immobili di lusso. I dati recenti mostrano che i prezzi degli immobili di lusso a Mosca sono aumentati del 17,05% nel 2024 rispetto all’anno precedente, un dato che testimonia la forte richiesta di case di alta qualità. Questo fenomeno non si limita alla capitale, ma si estende anche ad altre città, come San Pietroburgo, dove i prezzi degli immobili di lusso sono aumentati del 10%.
Le case di lusso a Mosca, infatti, non stanno subendo il deprezzamento che caratterizza il resto del paese. In particolare, il prezzo al metro quadrato degli immobili di lusso è aumentato dell’11% dal gennaio 2025, un incremento che ha superato anche quello registrato a Sochi, la città che per anni è stata considerata la più cara per gli immobili di lusso in Russia. Mentre la domanda di abitazioni di lusso cresce, i prezzi continuano ad aumentare, rendendo l’accesso alla proprietà un privilegio per pochi.
Secondo i dati di Nf Group, una delle principali agenzie immobiliari, Sochi sta gradualmente perdendo la sua leadership nel mercato degli immobili di lusso a favore di Mosca, dove i prezzi al metro quadrato sono arrivati a 2,3 milioni di rubli (circa 25.000 euro). Questo incremento segna un aumento di 2,4 volte rispetto a cinque anni fa, quando il prezzo medio era di circa 982.000 rubli (circa 11.000 euro). La capitale russa si sta dunque imponendo come il principale centro per gli investimenti immobiliari, alimentato tanto dagli oligarchi locali quanto dagli investitori stranieri che cercano rifugio dalla volatilità economica internazionale.
Anche gli immobili residenziali non di lusso a Mosca si mantengono ad un livello relativamente alto, con prezzi che partono da circa 50.000 euro per un monolocale. Sebbene questi numeri possano sembrare accessibili per alcuni, la verità è che per molti russi la proprietà immobiliare sta diventando un sogno irrealizzabile. In un contesto di stagnazione economica, dove l’accesso al credito è limitato e i salari non crescono, l’acquisto di una casa è ormai un lusso che solo pochi possono permettersi.
La Speculazione Immobiliare e l’Effetto delle Sanzioni
La speculazione immobiliare è diventata una delle principali caratteristiche del mercato russo, soprattutto nelle città più ricche. A Mosca, i prezzi degli immobili di lusso sono alimentati non solo dalla domanda interna, ma anche dagli investimenti esteri. Nonostante le sanzioni occidentali, che hanno colpito duramente l’economia russa, il mercato del lusso ha continuato a prosperare, con numerosi investitori stranieri che vedono negli immobili una forma di protezione contro l’instabilità economica.
Le sanzioni hanno anche causato un aumento dell’inflazione che ha colpito la classe media e i ceti meno abbienti. I prezzi dei beni essenziali, come cibo e carburante, sono aumentati vertiginosamente, mettendo a dura prova il potere d’acquisto della popolazione. La classe media è stata la più colpita da questa situazione, con un numero crescente di famiglie che si trovano ad affrontare il rischio di perdere la propria abitazione a causa di mutui non pagati o mancati pagamenti alle agenzie immobiliari.
La Fine della Classe Media e la Polarizzazione della Società
L’impoverimento progressivo delle classi medie russe è uno degli effetti collaterali più gravi della crisi economica. Secondo un rapporto della Banca Centrale Russa, la classe media si è ridotta drasticamente dal 2015, con oltre 7 milioni di persone che sono state catapultate nella povertà. La polarizzazione della società russa è ormai evidente: da una parte, una ristretta élite che si arricchisce, spesso grazie a connivenze politiche, e dall’altra una vasta massa di persone che non riesce a soddisfare nemmeno i bisogni primari.
Molti giovani russi, soprattutto nelle regioni più povere, stanno emigrando all’estero in cerca di migliori opportunità di lavoro. Paesi come la Turchia, l’Emirati Arabi Uniti e la Polonia sono diventati destinazioni popolari per i russi in fuga dalla crisi economica. La perdita di capitale umano, seppur parziale, sta creando una spirale di declino economico che rischia di indebolire ulteriormente il paese.
Il mercato immobiliare russo, con la sua crescente disuguaglianza tra le regioni, le classi sociali e i settori, è un chiaro riflesso della crisi economica che sta attraversando il paese. Mentre le città come Mosca e San Pietroburgo sono sempre più dominate dal lusso e dalla speculazione, le regioni più povere stanno affrontando una realtà drammatica di disoccupazione e povertà. Il divario tra ricchi e poveri, che una volta era meno evidente, oggi è diventato insostenibile e minaccia di destabilizzare ulteriormente la coesione sociale.
Le sanzioni occidentali, le politiche economiche inefficaci e la stagnazione economica hanno esacerbato la situazione, mentre la crescente disuguaglianza tra le varie classi sociali rappresenta una delle sfide più gravi per il futuro della Russia. La prospettiva di un paese sempre più diviso, con un’élite che continua a prosperare e una maggioranza che lotta per sopravvivere, sembra ormai un dato di fatto. In questo contesto, la Russia si trova di fronte a un bivio: continuare su questa strada, con un progressivo indebolimento sociale ed economico, o affrontare una riforma radicale che possa invertire la rotta e ristabilire una maggiore equità sociale.