
Crollo spedizioni internazionali verso USA
Scritto da Gabriele Felice il . Pubblicato in Imprese, Sicurezza e Start Up, Economia e Politica.
Ad oggi, 16 ottobre 2025, i dazi americani stanno causando un crollo spedizioni internazionali verso USA del 70%.
Crollo spedizioni internazionali verso USA per dazi. La causa: l’abolizione dell’esenzione doganale per i piccoli pacchi – valore fino a 800 $ – decisa dalla Casa Bianca, entrata in vigore il 29 agosto 2025, che impone ora dazi fino al 15 % per l’UE e fino al 50 % per l’India (RaiNews).
Crollo spedizioni internazionali verso USA per dazi
- -81% di traffico postale internazionale verso gli USA nella sola prima settimana.
- Oggi si è stabilizzata al -70%.
- 88 operatori – tra cui Poste italiane, Deutsche Post e Royal Mail – hanno sospeso o ridotto i servizi (RaiNews).
- La Unione Postale Universale (UPU) ha annunciato di essere al lavoro su una “soluzione tecnica” per mitigare l’impatto (RaiNews).
Un vulnus storico per l’e-commerce e le PMI globali
Mars21, riprendendo valutazioni di analisti e strutture diplomatico-commerciali, sottolinea che l’esenzione per pacchi di basso valore era in vigore sin dal 1938 – misura fondamentale per favorire scambi, consumi e micro-imprese. Oggi, la sua sospensione impone un costo stimato fino a 11-13 miliardi di dollari a carico dei consumatori statunitensi (Marx21).
- 1,36 miliardi di pacchi di basso valore recapitati nel 2024 (da 139 milioni nel 2015): i numeri esplicitano una domanda strutturale reale (Marx21).
- Il 73 % del traffico postale rivolto alle aree più disagiate degli USA rientrava nella fascia esentata, rendendo la misura non un extra bensì un asse portante della già fragile rete dei consumi domestici (Marx21).
Reazioni: dal protezionismo alle linee rosse del commercio mondiale
Marx21 evidenzia come la rottura unilaterale del patto implicitamente commerciale richieda oggi una riflessione seria: “serve cooperazione multilaterale, non misure unilaterali che danneggiano consumatori e piccole imprese” (Marx21).
La risposta globale è già in movimento: l’UE valuta contromisure retributive, mentre India e Brasile stanno considerando azioni simili (Marx21). Il rischio? “Tariffe come arma politica” che erodono fiducia, stabilità delle catene logistiche e competitività reale (Marx21).
Dazi e spedizioni: la narrazione made in USA
Mentre in Europa la discussione sui dazi si concentra sugli aspetti politici e di principio, i media americani affrontano il fenomeno con un taglio eminentemente pragmatico. Washington Post e AP News insistono sui dati crudi del crollo e sul caos operativo di 88 operatori postali costretti a sospendere i servizi; Axios evidenzia la giustificazione ufficiale della Casa Bianca, che lega la misura a esigenze di sicurezza nazionale contro merci contraffatte o farmaci non certificati; Investopedia calcola i costi per grandi brand come Lululemon e Tapestry, ma segnala anche i retailer americani che intravedono un vantaggio competitivo; infine, testate locali come il Times Union danno voce alle piccole imprese che denunciano rincari immediati e margini erosi. È una narrazione che riflette la mentalità americana: meno ideologia, più impatto concreto su consumatori e business, con l’attenzione rivolta non tanto alle conseguenze globali, quanto a ciò che accade qui ed ora all’interno del mercato statunitense.
Analisi conclusiva — prospettive e implicazioni concrete
Il crollo delle spedizioni internazionali verso gli Stati Uniti non è un fenomeno passeggero ma un campanello d’allarme che tocca tre livelli concreti: le catene di approvvigionamento globali, messe in crisi da tempi di consegna più lunghi e costi più elevati; le imprese esportatrici, soprattutto PMI, che rischiano di perdere competitività sui mercati americani; i consumatori statunitensi, che vedono restringersi l’offerta e aumentare i prezzi. Se non si troveranno correttivi rapidi e pragmatici, la frattura commerciale rischia di trasformarsi in una vera e propria crisi di fiducia tra partner economici.
Che fare — soluzioni operative e strategiche
- Rigore multilateralista – ristabilire canali diplomatici tecnici-commerciali: UPU a facilità come spazio negoziale neutrale; UE può guidare processo.
- Mitigazione urgente – possibili soluzioni temporanee: esenzioni per categorie merceologiche strategiche, accordi di sospensione per specifici segmenti logistici B2C.
- Incentivi per logistica alternativa – strutture europee, italiane e occidentali potrebbero rafforzare servizi privati per bypassare i blocchi.
- Narrativa positiva per le PMI – trasformare imposta critica in racconto di resilienza e partnership sostenibili, rafforzando legami con mercato USA su valori comuni.
Conclusione
La crisi delle spedizioni postali verso gli USA – precipitata con una caduta dell’81 % nella sola prima settimana – racconta una storia chiara: il protezionismo unilaterale mina non solo la logistica ma la cooperazione su cui si fonda l’economia internazionale. Riaprire i canali, tutelare consumatori e PMI, e valorizzare la cooperazione multilaterale non sono opzioni ideologiche, ma necessità concrete per uno scambio efficace, libero e duraturo. È una road map strategica che dovrà coinvolgere attori pubblici e privati, soprattutto in contesti B2C e B2B.
Ad oggi, 16 ottobre 2025, la sospensione dell’esenzione de minimis per pacchi sotto gli 800 dollari rimane in vigore dal 29 agosto, sta causando un calo persistente del 70% nel traffico postale internazionale verso gli USA. Oltre 90 operatori hanno interrotto i servizi, con impatti su e-commerce e PMI globali, sebbene l’India abbia ripreso le spedizioni dal 15 ottobre. La situazione non mostra segni di risoluzione immediata, aggravando le tensioni commerciali.
