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Addio “Rombo di Tuono”. A 79 anni, ci ha lasciato Gigi Riva.

Era un uomo libero, ha scelto di essere un uomo libero

Nato in provincia di Varese, rimasto orfano giovanissimo, fu la Sardegna ad accoglierlo e a dargli una nuova vita dopo un infanzia durissima e tristissima. Il carattere di Gigi, ricalcava fedelmente il carattere dei Sardi e si trovò talmente appagato nel suo contesto che rinunciò alle sirene dei grandi club e questo è l’elemento che rende il “suo” scudetto un risultato straordinario e irripetuto (speriamo non irripetibile) per un club come il Cagliari. Un uomo che si è potuto prendere la libertà di dire no ai grandi Club metropolitani che lo corteggiarono a lungo. L’avvocato Agnelli fece delle offerte straordinarie per portarlo alla Juventus ma lui disse sempre di “no” perché la Sardegna era diventata la sua terra.

Avrebbe probabilmente vinto tanti altri scudetti, coppe dei campioni, avrebbe vinto il pallone d’oro nel ‘69 e avrebbe potuto avere una raccolta di allori sportivi molto superiore rispetto a quello che ha vinto col Cagliari, col “suo” Cagliari, però il peso di quello scudetto irripetuto (speriamo non irripetibile) e il peso di quei “no” lo hanno reso il mito che piangiamo oggi.

I gol di Gigi Riva sono stati principalmente radiofonici, in quanto, quando giocava, il calcio televisivo non esisteva, avevano copertura solo le partite della Nazionale, ed è il Gigi Riva azzurro quello più conosciuto e noto al grande pubblico. Un eroe che diede due gambe “alla patria”, subendo due gravi infortuni, spezzandosi le gambe, proprio con la Nazionale.

Se n’è andata una persona che è stata un modello e un eroe per una generazione di giovani cresciuti avendo come simboli proprio Gigi Riva e Tex Willer.

Sua era la grande forza di non voler piacere a tutti e l’essere molto preciso nel discernere fra le persone con le quali avere rapporti e con le quali no.

Un uomo che non si fece sedurre da tanti corteggiamenti, neanche cinematografici quando Zeffirelli lo volle attore (anche se si racconta di un litigio con la Lollobrigida…). Più volte fu corteggiato anche dalla politica alla quale ha sempre rinfacciato di aver sbeffeggiato o abbandonato il “pianeta calcio” per poi tornare a “coccolarlo” dopo le vittorie che infervoravano gli italiani.

Si racconta l’aneddoto di quando, dopo la vittoria del Mondiale del 2006, mentre il pullman con la Nazionale si stava dirigendosi verso Palazzo Chigi, scese dal pullman e prese “al volo” un taxi sparendo per qualche ora. Era il Team Manager di quella Nazionale ed era arrabbiato, non sopportava che il mondo della politica che fino a pochi mesi prima, scoppiata calciopoli, aveva auspicato il ritiro della Nazionale dai Mondiali o il ritiro di alcuni giocatori di un club, ora voleva esaltarsi e cavalcare il positivo ritorno mediatico della vittoria di Berlino.

Uomo coerente fino alle fine

Ha vissuto fino al penultimo giorno nel suo piccolo appartamento nel centro di Cagliari, normalissimo, dentro un condominio, lui che si fosse prestato in questi anni a diventare testimonial di qualsiasi azienda avrebbe guadagnato milioni su milioni ma era una cosa che non lo interessava, era un uomo completamente scevro da ogni necessità.