Alcanterini (CNIFP): “Il valore di Fair Play for Peace risiede nei valori universali”
IL RICONOSCIMENTO DEL “FAIR PLAY FOR PEACE” 2024
A Mrs. KELLY T. CLEMENTS
A Mrs. KELLY T. CLEMENTS
a cura di Lisa Bernardini *
Il conferimento dell’importante riconoscimento a Mrs. Kelly T. Clements, Deputy dell’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite, è stato un punto centrale nel “World Fair Play Day“, svoltosi a Bruxelles lo scorso 5 settembre
L’organizzazione dell’evento è stata a cura dell’EFPM – European Fair Play Movement guidato dall’olimpionico Philippe Housiaux.
Ruggero Alcanterini, Presidente del Comitato Nazionale Italiano Fair Play (CNIFP) – CONI e co-ideatore del Premio, era tra i prestigiosi invitati della giornata giunti da diverse parti del mondo alla Sala Gotica dello splendido Municipio di Bruxelles, ed ha commentato così l’impeccabile cerimonia, in esclusiva per Consul-Press:
“Credo che aver immaginato con Philippe Housiaux un evento alchemico come il ‘Fair Play for Peace’ abbia costituito la sintesi della rappresentazione e del riconoscimento di un concetto fondamentale, come quello del bene possibile da poter condividere. Eravamo alla vigilia del Congresso dell’European Fair Play Movement, organizzato a Roma dal Comitato Italiano nel 2022, nel ricordo dei Trattati fondativi dell’Unione Europea, firmati da Schuman e gli altri visionari in linea con il pensiero di Mazzini e Spinelli, in Campidoglio nel 1957.
Ci chiedemmo cosa fare delle nostre risorse propositive, in nome dei principi e dei valori ispirati da William Shakespeare, legati al concetto del gioco corretto, della lealtà e soprattutto del rispetto. Dopo decenni di esperienza maturata nel campo associativo, con grande propensione al contesto sociale dello sport, abbiamo convenuto senza incertezze proprio sull’indirizzo che spontaneo scaturisce dal sentimento.
Di certo il fair play, dopo la recente decisione ONU di dedicare una Giornata Mondiale il 19 maggio a partire dal 2025, offre una declinazione molto ampia di deterrenza positiva, ma in sintesi ed in conclusione è la vera chiave di accesso alla pace. Ecco quindi avanzare il concetto essenziale di ‘fair play per la pace’. Lo scorso anno abbiamo riposto il Premio nelle mani di Berit Reiss-Andersen, vertice del Premio Nobel, e lo scorso 5 settembre lo abbiamo affidato a Mrs. Kelly T. Clements, Deputy dell’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite.
In questo caso, si è trattato anche di un inizio di grandissimo valore simbolico per il percorso straordinario che adesso tutti siamo chiamati a compiere, pensando anzitutto alla condizione drammatica in cui ci riduciamo con la guerra, generando appunto milioni e milioni di incolpevoli transfughi, sventurati testimoni degli effetti nefasti del ‘foul play’, altro concetto shakespeariano (negativo) del fair play. Shakespeare era particolarmente sensibile e attento ai temi della sofferenza e in particolare proprio a quelli delle vicissitudini dei migranti e dei rifugiati in conseguenza di conflitti, dandone un saggio da par suo nella commedia ‘Sir Thomas More’, di cui si è scoperta parte del manoscritto originale soltanto nel 2016. Il futuro del Premio Internazionale ‘Fair Play for Peace’ sembra già scritto, ed è nei valori incontestabili e universali che intende continuare a sottolineare nel merito“.
Ci chiedemmo cosa fare delle nostre risorse propositive, in nome dei principi e dei valori ispirati da William Shakespeare, legati al concetto del gioco corretto, della lealtà e soprattutto del rispetto. Dopo decenni di esperienza maturata nel campo associativo, con grande propensione al contesto sociale dello sport, abbiamo convenuto senza incertezze proprio sull’indirizzo che spontaneo scaturisce dal sentimento.
Di certo il fair play, dopo la recente decisione ONU di dedicare una Giornata Mondiale il 19 maggio a partire dal 2025, offre una declinazione molto ampia di deterrenza positiva, ma in sintesi ed in conclusione è la vera chiave di accesso alla pace. Ecco quindi avanzare il concetto essenziale di ‘fair play per la pace’. Lo scorso anno abbiamo riposto il Premio nelle mani di Berit Reiss-Andersen, vertice del Premio Nobel, e lo scorso 5 settembre lo abbiamo affidato a Mrs. Kelly T. Clements, Deputy dell’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite.
In questo caso, si è trattato anche di un inizio di grandissimo valore simbolico per il percorso straordinario che adesso tutti siamo chiamati a compiere, pensando anzitutto alla condizione drammatica in cui ci riduciamo con la guerra, generando appunto milioni e milioni di incolpevoli transfughi, sventurati testimoni degli effetti nefasti del ‘foul play’, altro concetto shakespeariano (negativo) del fair play. Shakespeare era particolarmente sensibile e attento ai temi della sofferenza e in particolare proprio a quelli delle vicissitudini dei migranti e dei rifugiati in conseguenza di conflitti, dandone un saggio da par suo nella commedia ‘Sir Thomas More’, di cui si è scoperta parte del manoscritto originale soltanto nel 2016. Il futuro del Premio Internazionale ‘Fair Play for Peace’ sembra già scritto, ed è nei valori incontestabili e universali che intende continuare a sottolineare nel merito“.
Tutti rivolti adesso, dunque, verso il prossimo 19 maggio, quando si inaugurerà il primo “World Fair Play Day”, data fissata dall’Onu per festeggiare in tutto il mondo il comportamento rispettoso delle regole: quello che garantisce le stesse opportunità ai diversi contendenti non solo nello sport, ma anche nella politica e nei rapporti umani e sociali.
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