Lo shutdown negli Stati Uniti come manifestazione della crisi strutturale della sovranità democratica, tra frammentazione politica, rinvio perpetuo della decisione e l’incapacità del potere di esercitarsi pienamente nell’era attuale.
Tra blocchi navali, l’ombra lunga della mediazione non riuscita, Bio-geo-politiche e politica della vita, la crisi ucraina rivela le tensioni di un mondo in bilico tra pace fragile e conflitto pervasivo
Un viaggio tra confini della politica, le rose raccontano storie di precarietà, sfruttamento e crisi climatica, intrecciando vite che sfidano l’esclusione e ci interrogano sulla fragilità del nostro tempo.
Perché in Europa persistono termini coloniali che riducono i popoli originari del continente americano e del resto del mondo a etichette fisse e stereotipate, mentre dietro queste parole si nascondono dispositivi di potere e forme di esclusione che segnano la loro esistenza tra ghetti, riserve e marginalità sistematica.
Soggettività sospese tra inclusione e potere nell’economia del management contemporaneo
L’attenzione non si posa su un soggetto emblematico, ma su una categoria marginale eppure significativa, che – nel contesto economico, manageriale e sociale – riflette una condizione di eccezione permanente; si tratta di quegli attori che si muovono nell’area residuale, come gli “indiani di riserva”, i quali partecipano ma restano, per così dire, “di riserva”, non protagonisti realizzati del potere economico, del comando organizzativo, del protagonismo sociale. Questo non significa che manchino di potere o di capacità, bensì che la loro condizione rimane in sospeso: la riserva si configura come spazio di attesa, ma anche come riserva di potenzialità non dispiegate, di soggetti che rimangono in stand by, nel limite stesso della norma economica e manageriale. Come in uno stato d’eccezione permanente, dove il diritto all’azione si gioca nella zona grigia tra inclusione ed esclusione, tra visibilità formale e invisibilità reale.