Dalla crescente influenza del Brasile al potere emergente della Russia, e il ruolo cruciale del Kirghizistan, come la geopolitica sta rimodellando il panorama dell’industria automobilistica mondiale
L’Italia si trova in un equilibrio precario tra la necessità di mantenere la sicurezza energetica, ancora fortemente legata al petrolio, e gli ambiziosi obiettivi della transizione verso un’economia verde. Nonostante gli sforzi per incrementare le energie rinnovabili e ridurre le emissioni, il paese è ancora intrinsecamente dipendente dalle risorse fossili, con una costante riflessione politica ed economica. Le oscillazioni dei prezzi energetici, la difficoltà di diversificare le forniture e le carenze infrastrutturali ostacolano un’effettiva indipendenza energetica. In questo contesto, la vera sostenibilità energetica per l’Italia sembra lontana, mentre l’influenza globale dei petrodollari continua a dominare l’agenda politica ed economica.
Trasformare il settore automobilistico attraverso l’adozione di veicoli elettrici, la digitalizzazione delle flotte aziendali e la promozione di politiche di mobilità condivisa per un futuro più equo e a basso impatto ambientale.
Strutture, vincoli e simulazioni dell’energia, entropia e illusioni di un progetto tecnico diventato meccanismo di governo del presente; un apparato di gestione del consenso dietro la retorica green e il ritorno della dipendenza sistemica al fossile come forma di potere.
Strategie di adattamento e leadership dinamica nella gestione aziendale tra incertezze politiche, innovazione tecnologica e la necessità di ripensare la catena del valore in un contesto di transizione epocale. Riflessioni critiche sulla crisi e trasformazione dell’industria automobilistica europea e un’analisi interdisciplinare delle implicazioni strutturali, economico-produttive e delle condizioni materiali di lavoro nell’epoca della transizione energetica e tecnologica globale. Soglie di identità e metamorfosi della soggettività lavorativa nella dissoluzione degli spazi tradizionali di produzione, come il mutamento della fabbrica e l’ibridazione tra corpo, macchina e algoritmo ridefiniscono il senso di appartenenza, la temporalità esperienziale e le forme di vita nell’epoca della precarizzazione e della digitalizzazione globale.
Il potere come strategia e trame elettriche, disallineamenti e la metamorfosi dell’auto europea.
Nell’era della guerra ibrida e delle catene del valore come fronti operativi, la penetrazione industriale cinese in Europa non è una semplice espansione commerciale ma una manovra di occupazione infrastrutturale; CATL e Chery non vendono solo batterie e veicoli, ma posizionano asset strategici nel cuore del continente, ridisegnando la mappa della sovranità produttiva europea; l’Europa si scopre terreno conteso tra logistica militare ed energetica, tra supply chain come armi e stabilimenti come basi avanzate, mentre il confine tra industria e difesa evapora e la mobilità elettrica diventa teatro di un conflitto senza dichiarazione, in cui chi controlla la soglia — della tecnologia, dell’energia, della decisione — controlla il futuro.