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Autore: Danilo Pette

La città che brucia e Solaris 0152

a cura Danilo Pette

Quando un bus ibrido diventa il simbolo di una fragilità strutturale e culturale

Ore 13:00, martedì primo luglio 2025. Roma si trasforma in un forno a cielo aperto, con un’aria così densa da schiacciare ogni respiro, come se la città fosse sospesa in una coltre bianca immobile. Via Prenestina 276, un indirizzo anonimo, un angolo come tanti, ma quel giorno diventa teatro di un dramma che sa di déjà vu. Un autobus Solaris ibrido, appena consegnato, destinato a rappresentare il futuro della mobilità romana, prende fuoco. Fuori servizio, diretto verso la rimessa, con a bordo solo l’autista che scampa alla tragedia per un soffio.

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Il corpo non è malato è la norma che lo vuole sano

“Dalla biopolitica alla psicopolitica, tra medicalizzazione della vita e soggettività algoritmica: un viaggio critico attraverso il pensiero di Foucault, Canguilhem, Illich e Socionovo alla scoperta del potere normativo del soggetto, dell’autonomia relazionale, della dimensione affettiva come modo di sentirci e del coraggio necessario a esercitare il diritto all’opacità, resistendo alla tirannia della salute performativa e alla domanda incessante di trasparenza, ottimizzazione e visibilità.”

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Centesimi al Sole

“Quando il valore del lavoro si misura in centesimi sotto il sole rovente, tra sudore, fatica e un algoritmo che decide chi può resistere e chi sparire, la dignità umana viene ridotta a una notifica digitale: questo è il racconto di chi, invisibile e sfruttato, consegna non solo cibo ma anche il prezzo di un sistema che preferisce il profitto alla vita.”

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Doha, il mediatore silenzioso nel cuore del Medio Oriente

Dopo dodici giorni di escalation militare senza precedenti tra Israele e Iran, una tregua fragile ma cruciale è stata raggiunta grazie alla diplomazia discreta e strategica del Qatar. Un attore apparentemente marginale si è rivelato centrale nella gestione di un conflitto che rischiava di incendiare l’intera regione.

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L’uomo nel codice del Dio digitale

Dio, l’uomo e l’intelligenza artificiale: un confronto tra potere, responsabilità e destino umano

Il concetto di intelligenza artificiale (IA) ha acquisito una centralità crescente nella società contemporanea, sollevando interrogativi non solo di tipo tecnologico ed economico, ma anche profondamente morali e teologici. Le tradizioni religiose, in particolare quella cristiana, si trovano a confrontarsi con una nuova frontiera che sfida il loro pensiero antropologico, etico e ontologico. Se da una parte l’IA offre straordinarie opportunità per il progresso umano, dall’altra essa solleva dubbi esistenziali sul ruolo dell’uomo come co-creatore di mondi artificiali e sul significato della libertà, della responsabilità e del destino. L’interrogativo di fondo che emerge da queste riflessioni teologiche è se l’intelligenza artificiale possa rappresentare un dono divino o un’ingerenza arrogante nel piano di Dio.

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Libertà e Resistenza Liquida nell’Era dell’IA

Un’analisi della trasformazione sociale tra le visioni di Bauman, Giddens e Foucault: tra il controllo della collettività e la sfida dell’intelligenza artificiale nel mondo contemporaneo e nelle guerre attuali

La modernità ha sempre vissuto in tensione tra il desiderio di ordine e il caos della libertà. Nel panorama contemporaneo, però, questa tensione ha assunto una nuova forma grazie all’introduzione dell’intelligenza artificiale (IA), che non solo modifica il nostro rapporto con la tecnologia, ma anche la nostra concezione di libertà, sicurezza e potere. Il ruolo delle tecnologie avanzate nella trasformazione sociale è stato analizzato in modo brillante da pensatori come Zygmunt Bauman, Anthony Giddens e Michel Foucault, ognuno dei quali ha elaborato una visione critica dei cambiamenti sociali che hanno attraversato la nostra epoca. La loro riflessione, seppur radicata in tradizioni diverse, offre chiavi interpretative fondamentali per comprendere come l’IA non solo reinterpreti il controllo collettivo, ma sia anche strumento di trasformazione nelle guerre moderne, nell’evoluzione della geopolitica e nel governo delle masse.

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