(Cannabis) Innovazione tecnologica nell’automobile
Scritto da Agostino Agamben il . Pubblicato in Attualità.
a cura di Agostino Agamben
La storia dell’automobile è inevitabilmente intrecciata con quella della produzione industriale e del progresso tecnologico. Tuttavia, se si guarda con attenzione all’evoluzione dell’industria automobilistica, si può osservare un ritorno ai concetti di sostenibilità e innovazione che sembravano essere dimenticati, ma che ora emergono con forza. L’industria della canapa, infatti, non è solo un ritorno al passato, ma una riscoperta della sua versatilità come materiale alternativo per la costruzione di automobili sostenibili.
Nel 1941, Henry Ford realizzò un prototipo di auto in cui la carrozzeria era realizzata con fibra di canapa, promuovendo l’uso di biocarburanti. L’auto, che era un’auto “verde” per l’epoca, simboleggiava una visione radicale e innovativa, destinata però a essere sopraffatta dalla dominanza dei carburanti fossili e dalle esigenze di produzione in serie. Ford aveva sperato che la canapa, sebbene poco conosciuta, potesse sostituire materiali come l’acciaio, migliorando la sostenibilità e riducendo l’impatto ambientale della produzione automobilistica. Nonostante la sua visione innovativa, la sua realizzazione pratica non ebbe successo a causa della scarsa disponibilità della materia prima e delle resistenze del mercato.
Tuttavia, oggi, la canapa sta vivendo una nuova vita nell’ambito delle automobili. La fibra di canapa, essendo rinnovabile e molto resistente, è oggi presa in considerazione dai principali produttori di automobili per ridurre l’impatto ambientale delle auto e migliorarne le prestazioni. Grazie alla crescente preoccupazione per la sostenibilità e alla pressione normativa, le aziende automobilistiche stanno esplorando materiali alternativi che potrebbero ridurre l’impronta ecologica delle automobili, non solo in fase di produzione, ma anche nel ciclo di vita complessivo del veicolo.
Ad esempio, in Europa e negli Stati Uniti, diverse startup e piccole imprese stanno lavorando con la fibra di canapa per produrre veicoli non solo leggeri, ma anche resistenti agli urti e duraturi. In questo contesto, una delle realtà emergenti è Renew Sports Cars, che ha sviluppato una linea di auto sportive utilizzando fibra di canapa per la carrozzeria. L’azienda, fondata da Bruce Dietzen, ha riscoperto il potenziale di questo materiale in un’ottica di performance e rispetto dell’ambiente. Non solo la canapa è un materiale rinnovabile che cresce rapidamente, ma è anche capace di offrire proprietà di resistenza che la pongono in vantaggio rispetto a materiali più tradizionali come la plastica e la fibra di vetro, utilizzati comunemente nella produzione di auto.
La canapa non è l’unico materiale ecologico che sta guadagnando terreno. Sono in corso ricerche sull’utilizzo di altri materiali naturali, come il bambù, la fibra di cocco e i biopolimeri, che potrebbero sostituire componenti tradizionali delle auto, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale. Questi materiali sono anche più facilmente riciclabili rispetto ai metalli e alle plastiche tradizionali, il che consente di promuovere l’economia circolare. Inoltre, molti produttori si stanno concentrando sulla riduzione dell’uso di materiali ad alta intensità di carbonio, favorendo soluzioni più sostenibili, che, combinandosi con l’innovazione tecnologica, potrebbero ridurre drasticamente l’impatto ambientale delle automobili.
L’evoluzione del consumatore: dalla massa all’esclusività
Nel passato, l’automobile era un bene di consumo per le masse. Negli anni ‘50 e ‘60, le case automobilistiche, in particolare negli Stati Uniti, producevano veicoli in grande quantità per soddisfare la crescente domanda di automobili. Le auto erano, in linea di massima, destinate a una clientela ampia, e la loro produzione era mirata a garantire l’accesso alla proprietà dell’auto per un numero sempre maggiore di famiglie. Con l’industrializzazione e l’ingresso dei produttori giapponesi nel mercato globale, i veicoli divennero sempre più economici e facili da produrre.
Tuttavia, con l’avvento della globalizzazione, le economie di scala hanno subito un cambiamento. Oggi, una crescente parte dei consumatori non cerca più solo un veicolo funzionale, ma desidera qualcosa che rispecchi il proprio status, le proprie convinzioni e il proprio gusto estetico. L’auto diventa sempre di più un simbolo di distinzione, non solo un mezzo per spostarsi. Il concetto di mobilità sta cambiando: l’automobile è diventata parte integrante della costruzione dell’identità personale, un oggetto che racconta storie di successo, di aspirazioni e di scelte stilistiche.
Questo cambiamento ha fatto emergere il mercato delle supercar e delle auto di lusso. Marchi come Ferrari, Lamborghini, Porsche, Rolls Royce e Maserati sono diventati sinonimo di esclusività e lusso. Non si tratta più di un acquisto pragmatico, ma di una scelta che implica l’ingresso in una cerchia di élite. La supercar non è solo un prodotto di alta tecnologia e design, ma un mezzo attraverso cui il consumatore comunica il proprio status socio-economico. Le scelte stilistiche e i dettagli personalizzati giocano un ruolo fondamentale nel determinare l’unicità dell’auto. Le opzioni di personalizzazione, infatti, sono diventate una vera e propria arte: dalla verniciatura del veicolo, alla scelta dei materiali per gli interni, fino alla personalizzazione del motore per ottenere prestazioni senza pari.
L’esclusività si estende anche al processo di produzione. Le automobili artigianali e personalizzate sono diventate un segmento di mercato in forte espansione. Marchi come Pagani, Koenigsegg e Aston Martin sono noti per produrre auto in piccole quantità, con una qualità che va ben oltre la produzione di massa. Ogni singola auto viene costruita su misura per il cliente, con un’attenzione meticolosa ai dettagli, e i tempi di attesa per la consegna di un veicolo possono superare i due anni. Ciò consente ai clienti di essere coinvolti nel processo di progettazione e di ricevere un veicolo che non è solo un mezzo di trasporto, ma una vera e propria opera d’arte.
Questo fenomeno ha radici in una società che sta cambiando le sue priorità: sempre più consumatori, specialmente quelli appartenenti alla generazione dei millennial e della generazione Z, vedono l’auto come una forma di espressione individuale. La domanda di supercar sta crescendo, non solo in Europa e negli Stati Uniti, ma anche in mercati emergenti come la Cina, dove il lusso e l’esclusività sono diventati simboli di status e successo personale. Le auto sono, quindi, sempre più un’estensione della personalità di chi le possiede.
La resistenza alla standardizzazione
In un’epoca dove la produzione di massa e la standardizzazione sono diventate la norma, l’artigianato automobilistico ha trovato un posto speciale. Sebbene le auto prodotte in grandi quantità siano economiche e pratiche, c’è una crescente domanda di veicoli che riflettano un livello superiore di personalizzazione, qualità e cura nei dettagli. Questo ritorno all’artigianato è, in un certo senso, una risposta alla standardizzazione della produzione di massa, ma è anche il riflesso di un cambiamento più profondo nei consumi e nelle preferenze.
Le piccole case automobilistiche che producono veicoli artigianali, come Mazzanti Automobili o Puritalia Automobili, stanno acquisendo sempre più spazio sul mercato delle auto di lusso. In Italia, la tradizione automobilistica ha radici profonde, e queste aziende continuano a perseguire l’eccellenza artigianale, producendo automobili che sono vere e proprie opere d’arte. Ogni singola auto è costruita su misura, con attenzione a ogni dettaglio, e i modelli prodotti sono limitati in numero, rendendo ogni veicolo ancora più esclusivo.
L’automobile artigianale è anche un simbolo di resistenza alla cultura della produzione di massa. Ogni pezzo prodotto rappresenta il frutto di un lavoro manuale, fatto con passione e competenza, dove l’abilità degli artigiani si traduce in un prodotto unico. Questo approccio alla produzione è in netta contrapposizione con l’efficienza delle catene di montaggio e la velocità con cui vengono prodotte le auto in serie. Ma proprio per questo, sta riscuotendo un successo crescente tra coloro che cercano qualcosa di più rispetto alla semplice utilità di un mezzo di trasporto.
Nel contesto attuale, molti consumatori sono disposti a pagare un prezzo molto alto per un’auto costruita in modo tradizionale, con materiali pregiati e una cura del dettaglio che le grandi case automobilistiche non sono in grado di offrire. In effetti, il ritorno all’artigianato non è solo una questione di qualità, ma anche di autenticità. Questo fenomeno risponde al desiderio di oggetti che abbiano una storia, che non siano semplicemente prodotti in serie ma che raccontino un’esperienza unica, che è impossibile replicare.
L’integrazione della tecnologia nella guida: dalla tradizione all’autonomia
Una delle trasformazioni più radicali che l’industria automobilistica sta vivendo riguarda l’integrazione della tecnologia nelle automobili. Se in passato le innovazioni riguardavano principalmente il motore e la carrozzeria, oggi il focus si è spostato sulle capacità digitali, sulla connettività e sull’autonomia dei veicoli. Le auto di oggi sono sempre più “intelligenti”, capaci di interagire con i conducenti, di raccogliere dati e di prendere decisioni autonome.
Nel corso degli ultimi decenni, i progressi in ambito informatico hanno permesso di introdurre tecnologie che non solo migliorano la sicurezza e il comfort, ma modificano profondamente l’esperienza di guida. Sistemi di assistenza alla guida, come i sensori radar, le telecamere a 360 gradi, il controllo automatico della velocità e la frenata di emergenza, sono ormai componenti standard in molti veicoli. Questi sistemi, grazie all’intelligenza artificiale e ai progressi nei software, consentono di ridurre gli errori umani e di garantire una maggiore sicurezza.
La transizione dall’automobile tradizionale a quella autonoma rappresenta uno dei cambiamenti più radicali nella storia del settore. Sebbene non esista ancora una piena autonomia (livello 5) per i veicoli, le auto già oggi sono in grado di compiere manovre autonome, come il parcheggio e la guida in autostrada. Tesla, Waymo (sussidiaria di Google) e molte altre aziende stanno sviluppando auto che potrebbero, in un futuro prossimo, percorrere lunghe distanze senza alcun intervento umano. Se, inizialmente, queste tecnologie venivano viste come accessori opzionali, oggi sono considerate una necessità. Alcuni modelli, come la Tesla Model S, sono dotati di un sistema di guida autonoma che permette, almeno in determinate circostanze, di viaggiare senza che il conducente debba intervenire.
L’introduzione della guida autonoma ha implicazioni enormi, non solo per il settore automobilistico, ma anche per la società in generale. Per i conducenti, significa una riduzione significativa dello stress e della fatica legati alla guida quotidiana, mentre per le città e le infrastrutture, apre la porta a una nuova concezione della mobilità urbana. Le auto autonome potrebbero, ad esempio, essere utilizzate per il ride-sharing, riducendo la necessità di possedere un’auto privata. Inoltre, i veicoli autonomi potrebbero ridurre drasticamente gli incidenti stradali, dato che la maggior parte degli incidenti è causata da errori umani. Tuttavia, la tecnologia deve ancora affrontare ostacoli normativi, tecnologici e sociali prima di diventare realtà diffusa.
La connettività dei veicoli sta rendendo possibile una vera e propria “auto connessa”, che può interagire con altri veicoli, con le infrastrutture stradali e con i dispositivi mobili dei passeggeri. Tecnologie come il V2X (Vehicle-to-Everything) permettono alle auto di scambiarsi informazioni con altre macchine, semafori e segnali stradali, migliorando la fluidità del traffico e la sicurezza. Questo tipo di tecnologia potrebbe ridurre i tempi di attesa ai semafori, migliorare l’efficienza del traffico e, a lungo termine, ridurre anche le emissioni. Le auto moderne, inoltre, sono sempre più dotate di software che vengono costantemente aggiornati via over-the-air, una modalità che consente ai produttori di risolvere bug e ottimizzare le prestazioni senza la necessità di portare il veicolo in officina.
Le possibilità offerte dalla tecnologia non si limitano alla guida autonoma o alla connettività. I veicoli del futuro potrebbero essere completamente elettrici, a zero emissioni, alimentati da batterie ad alta capacità e ricaricabili in tempi rapidi. Le case automobilistiche stanno puntando fortemente su soluzioni sostenibili, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale del settore. Le batterie agli ioni di litio, ad esempio, sono ormai la norma, ma l’industria sta già guardando a soluzioni future come le batterie al sodio o le celle a combustibile a idrogeno.
L’automobile sta quindi vivendo una trasformazione radicale che potrebbe superare il concetto stesso di “auto” come lo conosciamo oggi. Da mezzo di trasporto, essa sta diventando un’entità intelligente, connessa e autonoma, che potrebbe cambiare il nostro modo di concepire la mobilità, la sicurezza e l’efficienza energetica.
Il futuro delle città e il ruolo dell’automobile
Le grandi città di tutto il mondo stanno affrontando sfide sempre più complesse legate alla mobilità. La crescita della popolazione urbana e l’aumento del numero di veicoli sulle strade ha portato a un sovraccarico del sistema di trasporto. Le città, intrappolate tra il traffico congestionato e l’inquinamento atmosferico, si trovano ora a dover ripensare radicalmente il ruolo dell’automobile.
In molte città, il concetto di “auto privata” sta cominciando a cedere il passo a modelli di mobilità condivisa. I servizi di car-sharing e ride-sharing, come Uber e Lyft, stanno cambiando il modo in cui le persone si spostano, riducendo la necessità di possedere un’auto privata. A questo si aggiunge l’espansione dei mezzi di trasporto alternativi, come monopattini elettrici, biciclette e scooter, che stanno diventando una parte integrante della mobilità urbana.
Le autorità locali stanno rispondendo a questa evoluzione con politiche che favoriscono la mobilità sostenibile. Molte metropoli stanno sviluppando zone a traffico limitato (ZTL) per ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità della vita dei cittadini. L’espansione delle piste ciclabili e la promozione del trasporto pubblico stanno diventando priorità per le amministrazioni. Inoltre, la costruzione di parcheggi intermodali e l’incentivazione dell’uso di veicoli elettrici stanno trasformando la gestione del traffico e delle infrastrutture urbane.
Anche l’automobile del futuro potrebbe adattarsi a questa nuova realtà. Le auto autonome e a emissioni zero potrebbero essere integrate in sistemi di trasporto pubblico urbano, in cui le persone non possiedono più l’auto ma utilizzano veicoli autonomi in modalità condivisa, disponibili su richiesta. Questo potrebbe ridurre il numero di veicoli sulle strade, diminuire l’inquinamento e migliorare l’efficienza del trasporto urbano.
Le città del futuro potrebbero essere progettate per facilitare la mobilità senza la necessità di possedere un’auto privata. Progetti come “smart cities” e “mobility as a service” (MaaS) puntano a creare un sistema di trasporti integrato che consenta ai cittadini di spostarsi facilmente, utilizzando mezzi pubblici, biciclette, monopattini e veicoli a guida autonoma, senza dover possedere alcun mezzo di trasporto.
Con la continua crescita delle città e l’aumento delle sfide legate alla sostenibilità, il concetto di mobilità sta subendo un’evoluzione fondamentale, che non riguarda solo la tecnologia, ma anche il modo in cui concepiamo il nostro rapporto con l’automobile. L’automobile, da simbolo di indipendenza e libertà, potrebbe trasformarsi in un servizio collettivo integrato, accessibile, sicuro e, soprattutto, sostenibile.
Tra sostenibilità e regolamentazione
L’industria automobilistica è sempre stata una delle principali responsabili delle emissioni di CO2 a livello globale. Tuttavia, negli ultimi anni, le politiche ambientali hanno imposto alle case automobilistiche di adeguarsi a standard di emissione sempre più rigorosi. Le normative europee, ad esempio, sono diventate sempre più severe, con l’obiettivo di ridurre progressivamente l’impatto ambientale dei veicoli. Le normative, come quelle che impongono limiti di emissioni di anidride carbonica (CO2) per ogni veicolo venduto, stanno accelerando la transizione verso la produzione di veicoli più ecologici.
Molti Paesi stanno adottando politiche fiscali volte a incentivare l’acquisto di veicoli elettrici. In Norvegia, ad esempio, il 54% delle auto vendute nel 2020 erano veicoli elettrici, grazie agli incentivi statali che includono esenzioni fiscali, accesso gratuito ai parcheggi e la possibilità di utilizzare le corsie preferenziali. L’Unione Europea ha fissato come obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, e molti governi stanno adottando misure per supportare questa transizione, inclusi sussidi per le auto elettriche e investimenti in infrastrutture di ricarica.
Le politiche ambientali stanno anche accelerando la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative per la mobilità sostenibile. L’idrogeno, ad esempio, sta diventando una delle soluzioni più promettenti per alimentare veicoli a zero emissioni, specialmente nel caso dei camion e dei veicoli pesanti, dove le batterie elettriche potrebbero non essere sufficienti per garantire autonomie elevate. Tuttavia, la produzione di idrogeno rimane ancora costosa, e il suo impiego su larga scala richiede ingenti investimenti in infrastrutture di distribuzione.
Inoltre, l’adozione di normative ambientali sta anche influenzando la progettazione e la produzione delle auto, spingendo i costruttori a sviluppare soluzioni più sostenibili in termini di materiali, produzione e ciclo di vita dei veicoli. L’uso di materiali riciclabili, la riduzione del peso dei veicoli per migliorare l’efficienza energetica e l’aumento della durata delle batterie sono solo alcuni degli aspetti che le case automobilistiche stanno integrando nelle loro strategie di produzione.
la strada davanti a noi
L’evoluzione dell’industria automobilistica è destinata a continuare a un ritmo accelerato. L’adozione di veicoli autonomi, la diffusione dei veicoli elettrici e l’integrazione di tecnologie avanzate sono solo alcuni dei cambiamenti che trasformeranno radicalmente il modo in cui concepiamo la mobilità. Il futuro dell’automobile non riguarda solo un mezzo di trasporto, ma un modo completamente nuovo di vivere la città, di muoversi e di interagire con l’ambiente circostante.
Mentre la sostenibilità diventa un imperativo, le politiche ambientali giocheranno un ruolo fondamentale nel determinare il successo o meno di questa transizione. Le scelte che faremo oggi riguardo all’adozione di tecnologie green e all’evoluzione delle infrastrutture urbane influenzeranno profondamente il futuro delle città e del settore automobilistico.
L’automobile potrebbe non essere più un simbolo di status o di indipendenza, ma un veicolo condiviso, integrato in un sistema di trasporto collettivo e sostenibile. La mobilità del futuro è un equilibrio tra innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e una nuova concezione di vita urbana, che renderà le nostre città più intelligenti, più vivibili e, speriamo, più sostenibili.