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La Spiga d’Oro. Il Centenario

Quest’anno ricorre il Centenario della cosiddetta “Battaglia del Grano”, un alimento vitale per l’anima e il corpo. Fin dall’Antichità il grano è stato emblema della Primavera, simbolo di rinascita, di fertilità e di speranza per il futuro.La semina del grano avviene in autunno, il seme ingaggia la sua battaglia durante l’inverno nella gelida terra, e vittorioso si solleva verso il cielo a primavera, per chiudere il suo ciclo con la raccolta in estate. Il suo colore evoca l’età dell’oro, Saturno dio dell’agricoltura e della semina lo custodisce. Nella religione cattolica, e dunque nei Vangeli, è alimento per l’anima, è il corpo di Cristo che vince la morte, è simbolo di vita eterna. Chi intraprende una battaglia per un fine così elevato ha già in sé la vittoria.
Intendiamo ripercorrere i momenti fondamentali di questa Impresa di Stato di grande attualità, partendo dagli inizi del Novecento.

I PRECEDENTI. I PROBLEMI DELLA VALLE SI RISOLVONO A MONTE.
Il 21 Novembre 1899 si svolse sull’Appia Antica la prima Festa degli Alberi istituita dall’allora Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli, medico fondatore del Policlinico Umberto I. Ragion per cui fu eretto un monumento in Suo onore a Roma, a Piazza Salerno nei pressi dell’Ospedale, dove si può leggere una Targa che ricorda il Suo proficuo impegno. Sotto il ritratto di Baccelli vi è la seguente scritta:
MINISTRO DEL RE PROPOSE L’AVTONOMIA DELLE VNIVERSITÀ/ E L’EDVCAZIONE PREMILITARE/ ISTITVÌ/ LA GALLERIA D’ARTE MODERNA E/ LA FESTA DEGLI ALBERI/ PROMOSSE IL BONIFICAMENTO/ DELLA CAMPAGNA ROMANA/ E LA COLTIVAZIONE DEL GRANO/ DELLA VITTORIA ITALICA/ TV AVSPICE APPASSIONATO.

Guido Baccelli presentò all’Esposizione di Parigi una relazione “La malaria di Roma” correva l’anno 1878, anno fatale per il Primo Re d’Italia. Baccelli medico del Re aveva assistito il Sovrano in punto di morte, cercando di curarne con i suoi “medicamenti eroici”una terribile malattia, legata alla mal’aria. Il successore Umberto I sostenne l’attività dell’innovativo professionista, ma i problemi che il giovane Regno d’Italia doveva affrontare era enormi. Lo stesso Sovrano ne pagò il prezzo venendo assassinato nel 1900 da una mano mossa, tra le altre cause, anche dal risentimento per gli scioperi di Milano, provocati dall’aumento del prezzo del pane. Questa morte così violenta rese ancora più risoluto l’erede al trono, il Re Vittorio Emanuele III, il quale si prodigò fin da subito per risolvere il difficile problema dell’autosufficienza alimentare e promosse importanti riforme.
Nel 1905 per sua iniziativa venne fondato l’Istituto Internazionale di Agricoltura (antesignano della FAO), al fine di promuovere la cooperazione in campo agricolo tra gli Stati.
Dal Re fu nominato Ministro dell’Agricoltura proprio Guido Baccelli, il quale istituì nel 1903 una cattedra ambulante sperimentale di granicoltura a Rieti. Il concorso fu vinto da un uomo straordinario Nazareno Strampelli, che si trasferì subito a Rieti e cominciò a sperimentare con il suo metodo innovativo dell’ibridazione nuovi tipi di grano, partendo dal tipo “Rieti”, all’epoca il più diffuso e resistente. Assistito dalla sua fedelissima e nobile sposa Carlotta si prodigò per tutta la vita, vissuta come una missione, in questa solidale impresa. I risultati furono ottimi, fu definito ben presto il “mago del grano”, dal momento che “fece sorgere due spighe, dove ne cresceva una”.

Le sue “sementi elette” vennero sperimentate per iniziativa di nobili proprietari terrieri in tutta Italia e si diffusero anche all’estero.
Con la Grande Guerra il problema alimentare divenne ancora più sentito e l’emergenza fu per Strampelli uno stimolo, che lo rese ancora più determinato.
Nel 1922, anno decisivo per il Regno d’Italia, si cambiò passo.
Il nuovo Governo Mussolini, costituito da uomini colti e competenti, in continuità con le riforme già avviate, attuò da subito una serie di azioni in campo agrario, volte al “bonificamento” spirituale e materiale della Nazione, giunta con la Grande Guerra al compimento del Risorgimento.
Giovanni Gentile, Ministro della Pubblica Istruzione, istituì i Parchi della Rimembranza.
Arrigo Serpieri con la legge che porta il suo nome, avviò quel percorso di redenzione delle terre paludose, che raggiungerà il suo apice nella legge sulla Bonifica Integrale.
Arnaldo Mussolini, nel nuovo ruolo di direttore del giornale “Il Popolo d’Italia”, avviò una campagna di diffusione dell’opera del Governo, al fine di promuovere l’Agricoltura come base dell’Industria. L’obiettivo era di realizzare una “Nazione Armoniosa”, capace di “deurbanizzare la città e urbanizzare la campagna”.
Quando morì alla giovane età di 46 anni, tutti i Comuni del Regno d’Italia piantarono un albero in sua memoria.
Tutte queste azioni furono compiute da uomini che avevano vissuto la trincea, che avevano visto redimere il suolo patrio con il sangue dei loro Fratelli.
“Chi va in bonifica può anche cadere, come il soldato che va alla battaglia”.
Questo lo spirito che sta a fondamento della “Battaglia del Grano”.

EVENTO SOLSTIZIALE
Il 20 Giugno 1925 nella Seduta Notturna della Camera dei Deputati, nella notte più breve dell’anno, il Presidente del Consiglio Benito Mussolini proclamò la “Battaglia del Grano” con l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza di questo importante alimento.
Venne istituito subito un “Comitato permanente del grano”, di cui Nazareno Strampelli fece parte, con il compito di affrontare e risolvere questo annoso problema, attraverso una serie di provvedimenti.
Innanzitutto si puntò sulla selezione dei semi, sull’incremento dell’uso di fertilizzanti, sul potenziamento della meccanizzazione, sul controllo dei prezzi con l’inserimento dei dazi sul grano importato, e infine sostenendo i contadini mediante il credito agrario. Da questo primo intervento si intendeva procedere alla moltiplicazione dei piccoli proprietari terrieri, espropriando i terreni incolti, fino a giungere al passo decisivo di dare “l’assalto ai latifondi” nel 1928 con la Legge Mussolini, l’unica che porta il suo nome.
Ricordiamo, che fin dai tempi dell’Antica Roma, le riforme agrarie avevano trovato un ostacolo insormontabile proprio nel latifondo, pensiamo all’assassinio dei due tribuni della plebe, i fratelli Gracchi.
Il Re e il Duce seguirono in prima linea questa battaglia, sostenendo l’operato di Strampelli, con la promozione dei “grani della Vittoria”. Molto simbolico il giorno in cui venne promulgata la legge che promosse la diffusione delle “Sementi Elette” di Strampelli, il 29 Luglio, a ricordo del Regicidio e della nascita del Duce.

Nel corso della sua vita “il mago del grano” realizzò circa 800 tipi di sementi, dai nomi evocativi della Nostra Storia Patria: Ardito, Dante, Virgilio, Mentana, Villa Glori, Balilla, Fanfulla, Littorio, Vittorio Veneto.
I risultati si raggiunsero gradualmente, anche perché bisognava convincere i contadini a cambiare musica. Era fondamentale passare dal canto al rombo, da un’agricoltura estensiva che richiedeva molta manodopera a un’agricoltura intensiva con l’inserimento dei nuovi mezzi moderni.
Tra le tante strategie ricordiamo i numerosi Concorsi Nazionali per la Vittoria del Grano, le Mostre e i Premi ai Veliti (i contadini, che per primi come i soldati romani, si erano esposti alla battaglia).
Negli anni ’30 si riuscì a raggiungere un’importante vittoria, limitando fortemente le importazioni del grano. La produzione raddoppiò al punto che si diffuse il motto “Fece sorgere due spighe, dove ne cresceva una”. Su questi risultati infatti una grande incidenza ebbero i grani Strampelli.

NELLA CLASSICITA’ LE RAGIONI DEL CONTEMPORANEO
Uno Spirito combattente ha un Animo essenziale, il suo corpo ha bisogno di poche cose, sane e semplici. Quando in modo frugale, quasi in modo inavvertito mordiamo un pezzo di pizza, pensiamo a questi versi che stanno a fondamento della Civiltà Italica.

VIRGILIO  ENEIDE   LIBRO VII  107-127
Enea, i primi capi ed il bello Iulo
posano i corpi sotto i rami di un alto albero
preparano il banchetto e nell´erba
mettono focacce di farro sotto le vivande
(così Giove stesso ordinava)
e colmano il cereale vassoio di frutti selvatici.
Allora consumato già il resto,
 ecco a mordere le croste sottili
li spinge la penuria di cibo
e violare con mani e mascelle audaci
le tonde focacce fatali
né risparmiar larghi quadri.
“Ah, mangiamo anche le mense?”
Disse Iulo, scherzando, nient’altro.
Quella iniziale frase udita
portò la fine delle fatiche,
il padre la colse sulle labbra del figlio
e la ripeté, stupefatto del nume;
Subito “Salve terra mia per destino
e voi, disse, fidati penati di Troia, salve:
ecco la casa, questa è la Patria.

Mio padre Anchise, ora lo ricordo,
mi diede questo segreto del fato:
“Quando, figlio, spinto su ignoti lidi,
la fame consumata ogni cosa,
ti costringerà a mangiare le mense,

 allora, stanco, ricordati di sperare le case,
E lì i primi tetti potrai fabbricare
e cinger di mura”.

Un tempo, che Noi non intendiamo dimenticare, questi versi stavano sulle labbra delle persone umili, di coloro che sono vicini alla terra. Questi versi spinsero un cuoco napoletano a donare alla prima Regina d’Italia, una focaccia di grano sottile decorata con alimenti nobili e patriottici, il pomodoro rosso, la mozzarella bianca e il verde basilico, evocativi del Tricolore, della Storia Patria e delle Nostre radici profonde, che nessuna invasione superficiale e volgare potrà mai recidere. Era la nostra Pizza Margherita.
A chi il Futuro. A Noi
Noi custodi di valori antichi sempre attuali.

Per approfondimenti Link Museo Virtuale della Scienza del Grano
http://www.asrieti.it/PUBBLICAZIONI/strampelli/_introduzione/info/presentazionelorenzetti.html

                                                  MASSIMO FULVIO FINUCCI E CLARISSA EMILIA BAFARO

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