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Digital twin di Leonardo, più competitività nelle gare internazionali 

 

Leonardo ha completato la realizzazione dell’elicottero digitale. Grazie all’avvio nelle ultime settimane del Digital Simulation Lab di Cascina Costa di Samarate e della Diagnostic service tower di Sesto Calende, l’azienda ha finalmente messo a punto il digital twin dei suoi elicotteri, così da poter operare sulla configurazione dei velivoli a partire dalla loro progettazione, fino a poter prevedere eventuali guasti o problemi ai mezzi in servizio.

Inoltre il gemello digitale consente ai piloti di ottimizzare e migliorare le proprie prestazioni di volo e testare situazioni estreme che per la complessità e pericolosità, non si posso affrontare con un mezzo reale.

Secondo il responsabile High performance computing (Hpc) di Leonardo, Carlo Cavazzoni il progetto del digital twin è «un continuum macchina – digitale in costante evoluzione, che nasce dall’interconnessione fra la flotta in uso, e le infrastrutture digitali» porta poi l’esempio del lavoro svolto sullo spettro di fatica del rotore principale degli aeromobili. I dati raccolti hanno permesso di ottimizzare le configurazioni di volo, nuovi scenari di addestramento e prevederne l’usura. «Il tutto calcolato dal digital twin in 10 minuti contro le oltre 350 ore necessarie fino ad oggi, con un grado di accuratezza uguale a quello reale».

Standard&Poor alza il rating di credito e di emissione a lungo e breve termine su Leonardo spiegando che l’azienda “continua a mostrare una solida performance operativa e le sue metriche di credito si stanno rafforzando in modo sostenibile a un livello che consideriamo commisurato a un rating investment grade, supportato dall’impegno del management a mantenere un solido bilancio”. Intanto vola anche il titolo del gruppo, tornando a oltre 13 euro per azione e recuperando livelli che aveva perso dal novembre del 2017.

Il digital twin garantisce a Leonardo una maggiore competitività nelle gare internazionali. Ormai è uno standard nel Mondo dell’aerospazio e della difesa, a partire dai grandi progetti e dalle commesse nei Paesi più avanzati. Il Pentagono ad esempio ha stabilito di accettare esclusivamente progetti che hanno il digital twin.

Ma cosa è esattamente il digital twin?

Sviluppatosi nel campo strettamente ingegneristico e divenuto anche di gergo comune in riferimento ad argomenti prettamente digitali nell’ambito dei processi industriali, il “gemello digitale” indica un programma computerizzato il quale raccoglie i dati attraverso un sistema reale, in grado di rappresentare attraverso modelli in 3D, curve o grafiche lo stato complessivo del suo corrispettivo reale. Questo consente ai tecnici di spingersi verso test sempre più avanzati e precisi, anche in campo militare, come questo caso.

In ambito industriale questo strumento è divenuto indispensabile soprattuto con la sempre più crescente automazione dei processi, dove tutto avviene senza l’intervento dell’uomo. In qieste situazioni il digital twin si rivela di primaria importanza per calcolare e prevedere lo stato di usura del macchinari, delle manutenzioni, evitare guasti o malfunzionamenti oltre che abbattere notevolmente i costi. 

Ma non solo. Il digital twin è utilizzato anche in abito scientifico, soprattutto in relazione allo studio dei sistemi complessi attraverso le tecnologie digitali come ad esempio quando si parla di corpo umano o in tema di cambiamenti climatici. 

Parlando infatti di ecosistemi terrestri, questa tecnologia è fondamentale perché integrandosi con le rilevazioni satellitari agevola la rilevazione e il monitoraggio dei sistemi e degli ecosistemi terrestri. 

Con la grande quantità di dati che è in grado di raccogliere infatti, il gemello digitale può ricreare coltivazioni, infrastrutture, mari, fiumi, laghi, il tutto riuscendo a prevederne i cambiamenti nel futuro, consentendo così di attuare delle manovre preventive o per influenzarne l’evoluzione. 

Parlando invece di Spazio avere un gemello digitale assicura sì l’abbattimento notevole dei costi, ma soprattutto consente di allungare la vita operativa delle missioni, programmare accuratamente e nel dettagli il decommissioning (smantellamento) e il de-orbiting (rimozione dall’orbita) e ridurre sensibilmente i rifiuti spaziali. In caso di guasto infatti il satellite non è più in grado di essere controllato e pertanto resta in orbita. Il digital twin consente di prevedere il guasto con largo anticipo guidando il mezzo fino a farlo precipitare in maniera controllata.

 

francesca Marti