
Educatori dei Pedagogisti e Psicologi – Concorso Pubblico per Esami 15-16 Settembre 2025
Scritto da Danilo Pette il . Pubblicato in Attualità.
a cura di Danilo Pette
Concorso pubblico, su base regionale, per esami, per il reclutamento di complessive 3.839 unità di personale non dirigenziale, da assumere con rapporti di lavoro a tempo pieno e determinato, per una durata non superiore a trentasei mesi, da inquadrare nel livello del comparto Funzioni locali – Area dei Funzionari e dell’elevata qualificazione prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto Funzioni locali – Triennio 2019-2021 e s.m.i – presso gli Ambiti Territoriali Sociali: Date Esame: 15 e 16 settembre 2025.
A) n. 873 Funzionari amministrativi (codice A);
B) n. 736 Funzionari contabili – economico finanziari/Funzionari esperti di rendicontazione (codice B);
C) n. 979 Funzionari psicologi (codice C);
D) n. 954 Funzionari educatori professionali socio pedagogici (di cui all’articolo 3 della legge 15 aprile 2024, n. 55) – (codice D);
E) n. 297 Pedagogisti (di cui all’articolo 1 della legge 15 aprile 2024, n. 55) – (codice E).
Ogni concorso pubblico ha un battito nascosto nelle date sapientemente messe in fila—from 15 to 16 settembre 2025—prove scritte fatte vivere come piccole sospensioni. Si spalancano porte d’albergo a Bolzano, giri concitati nella Fiera di Roma, nella Fiera di Foggia, nei campus live di Chieti, nelle stanze riscaldate di Segrate, Sassari, Catanzaro: un’onda lunga che attraversa geografie, vite, attese. Si disegna così un teatro nazionale in cui un numero—3.839—contiene, come si fa con le promesse, mani tese e respiri sospesi.
Non c’è introduzione formale: si entra nel cuore di un’avventura che chiamiamo “avviso”, quel bando che non dice “benvenuto”, ma stabilisce un contratto minimo. Tre anni — trenta‑sei mesi — di responsabilità timbrata su carta e digitale. È un tempo che insiste con equilibrio: sufficiente per fare, ma palesemente limitato, per non dire fragile. La segnalazione è precisa: personale non dirigenziale. Eppure, “Area dei Funzionari e dell’elevata qualificazione” suona quasi paradossale, come una doppia promessa — non sei un dirigente, pur devi avere garbo, competenza, autorità.
Si va avanti e il diario d’esame smette di sembrare una tabella: si trasforma in un racconto di luoghi e cognomi. In Valle d’Aosta vestono più turni in due giorni, le iniziali dal “A” alla “Z”, ogni cognome piegato nel tempo. Hai una “Bianchi”? Ecco il tuo turno al mattino, cadenzato. Ogni sede — Hostellerie Cheval Blanc, Fiera di Roma, Parco Esposizioni Novegro — è un nodo minimo di comunità. Perché non è solo un luogo, è la condizione di chi arriva, siede su una postazione informatica, respira un tempo sospeso fra ansia e opportunità.
E in questa frammentazione, la dignità del profilo emerge come fragorosa—“Funzionario Psicologo C3”, “Funzionario amministrativo A2”, “Contabile B2”, “Educatore D2”: sigle che suonano fredde, ma che aprono a storie. Psicologa o psicologo, chi entra pensando alla cura dell’altro; amministrativi che tengono insieme numeri e personale; educatori che dovranno saper ascoltare, coordinare, agire. Lì, dentro quell’acronimo e in quel test che vale 30 punti, c’è un richiamo: di pertinenza, di senso, di servizio. Il bando stesso, con le sue lettere rigorose, eppure abbraccia un’ambizione che sconfina in affetto—per chi verrà, per il territorio, per il servizio.
Si arriva al dettaglio sterile e tecnicissimo: plus e minus. Risposta esatta? +0,50. Errata? −0,15. Zero se tace. Ma chiamalo “sterile”: in quella tensione matematica — trenta punti da guadagnare — c’è una soglia, è il “21 su 30” che separa il dentro e il fuori, la linea sottile tra un mestiere possibile e la via della disillusione. E c’è la prova spiegata, scritta tutta negli automatismi: tablet associato, QR code sul bracciale, check‑in, check‑out, bag shield per i dispositivi. Ci sono procedure, chip, orologi che suonano come conferma: “Sei dentro, sei fuori, sei parte di questo ingranaggio”.
Ma quello che salta è irriducibile: quel che avviene nella sala di esame è una sorta di rito moderno. Si spengono telefoni, si chiudono smartwatch, si consegnano bag shield—armature di carta contro l’esterno. Si entra come se si chiudesse un portale e una scrittura invisibile dice: “Per un’ora e mezza sei un funzionario — almeno per gesto, tensione, responsabilità”. E chi, dopo, uscirà con una risposta in più scritta sul tablet, saprà che quell’atto calmo e deciso ha significato un piccolo e determinante passo. Per se stesso, sì, ma anche per quel che si chiama welfare, politica sociale, prossimità.
Non serve un’introduzione a parole: il testo è già dentro queste logiche. Il ritmo narrativo si tesse nello scorrere delle sedi, delle date, dei cognomi. Ti immagini una giovane di Chieti con cognome “Iacono”, oggi alle 9:30 al Live Campus; domani, nella stessa pelle — “Iambelli”— alle 14:30; tutte e due dentro un sistema che distingue microfoni, persone. Oppure chi ha una “Lombardo” in Puglia, sarà a Foggia, mentre un “Padovani” in Lazio — forse uno studente di Scienze Politiche che guarda al concorso come a un passaggio verso quel che conta.
E poi la prova, definita ma al contempo promissoria. Cinquanta minuti su cento? No. Esattamente 90. Per 60 domande. Non ci sono spazi per distrazioni: serve concentrazione. È un karaoke di silenzio, tasti che ticchettano, cervelli che girano domande, risposte, dubbi. Ma ci sono le “domande situazionali”—quelle che misurano non solo se sai, ma se sai come agire, se sai rispondere al punto 4 del comma 4 del bando: se reagisci, se scegli, se metti in campo empatia strutturata, cioè la tua formazione applicata alla realtà. Funzionale, evocativa, cruciale.
E, mentre si pensa, la mente va oltre: pensa a dopo. Se passi, entri in una geografia di ATS e potrai dirigere, gestire, includere. Non è poco. Tre anni — e forse qualcosa in più se i ruoli si consolidano — per cambiare la vita tua e quella di altri. C’è una dimensione orizzontale, interpersonale, collettiva che il bando non dice ma che si intuisce. È l’elevata qualificazione: parlano contratti, tempi, orari, sedi, ma se ci pensi bene, allude a prepararti — perché un funzionario non sia solo burocrate, ma sia anche tessitore di risposte.
Ecco che le procedure, la scrittura tecnica del Diario d’esame, i QR code, le bag shield, i tablet, diventano strumenti di un rito che non è offuscato ma anzi illuminato. L’avviso non ha bisogno di prefazioni: è già dentro le sue frasi, nei perimetri disegnati. E non ha bisogno di epilogo: l’ombra delle prove, delle scadenze, della pubblicazione degli esiti è già lì, vicina. Le parole scorrono fluide e decise, senza salti, senza stacchi. Avvertiamo il ritmo — lento, preciso: tre‑otto‑tre‑nove. Ogni numero è una possibilità. Ogni cognome un’identità pronta a entrare, o a restare sospesa. Ogni luogo è un atto di civiltà convocato, una comunità che attende.
Si entra subito, senza accenti di circostanza, dentro una convocazione che cresce pagina dopo pagina: il “Concorso pubblico, su base regionale, per esami, per il reclutamento di complessive 3.839 unità….”. Tre parole: “nessuna introduzione” perché ti ritrovi già dentro una tensione. Tre cifre—3.839—ella cifra diventa come un casco sospeso: pesa sulle vite di chi spera di sedersi davanti a un tablet tra il 15 e il 16 settembre 2025 e fare la differenza, anche solo per pochi centimetri di codice fiscale. Senza annunci solenni, l’avviso collega territori, istituzioni, attese, minuti scanditi da numeri.
Ogni regione è un capitolo, ogni sede una nostalgia anticipata: vedi già la parete del Four Points by Sheraton di Bolzano, il rumore confidente dei corridoi, il respiro comune nel giorno in cui nella stessa camera d’albergo si sfiorano nomi, cognomi, aspirazioni. È qui che per il profilo di “funzionario psicologo (C3)” tutto si stringe in una sessione sola, un martedì mattina alle 9:30, la performance che può tenerti dentro o lasciarti sospeso come una pagina piegata nel profilo di un bando. Non serve un’introduzione: basta sprofondare nelle date, nei luoghi, nei cognomi.
Poi l’ellisse si allarga: “Valle d’Aosta”. Aosta, Hostellerie Cheval Blan
https://www.inpa.gov.it/bandi-e-avvisi/dettaglio-bando-avviso/?concorso_id=029f4da8efa440abb041e101af8639f3